di Federica
" Ma chi può
essere?" Si domandò Joe, avvicinandosi alla porta di casa. I colpi
continuavano forti ed insistenti. Joe osservo dallo spioncino: apparve una
figura sottile e slanciata, apparteneva ad una ragazza di circa 25 anni, dai
capelli corvino, lisci e lunghi oltre le spalle. Due grandi occhi verdi
terrorizzati fissavano la porta e la strada, la porta e la strada…. Joe non
esitò ed aprì la porta. La ragazza entrò frettolosamente, richiudendo la
porta alle sue spalle e si diresse verso la finestra: nascosta dalla tenda
continuava ad osservare la strada. Una macchina nera passò veloce, senza
soffermarsi davanti all'abitazione.
" Non mi hanno vista. Se mi fossi fermata solo un secondo di più davanti
alla porta… Oh, scusami! Non mi sono neanche presentata! Mi chiamo Colette, tu
devi essere Joe… Ho assolutamente bisogno del vostro aiuto."
Joe la osservava strabiliato: la fece accomodare:
" Come fai a sapere chi sono, non credo di conoscerti."
" No. Ma io conosco molto bene voi cyborg della serie 00."
" Continua."
" Fino a qualche giorno fa lavoravo per i fantasmi neri, ero una spia,
incaricata di scoprire informazioni sul vostro conto ed in particolar modo
dovevo scovare la vostra base. Per questo sapevo dove venire a cercarti! Non vi
siete mai accorti di me, ma per parecchie settimane ho seguito tutti i vostri
movimenti… e mi sono accorta che voi non fate altro che difendere i deboli
dalle ingiustizie, che contrariamente a quanto pensavo vengono fatte dai miei ex
capi. Così ho abbandonato il clan dei fantasmi neri, senza rivelare loro
nessuna informazione sul vostro conto… Ora mi stanno cercando…" La sua
voce si fece impaurita e grosse lacrime iniziarono ad uscire dai suoi occhi.
"Ho bisogno di aiuto! Non posso farcela da sola! Loro sono troppo
forti!" Gridò gettandosi fra le braccia di Joe. "In cambio della
vostra protezione posso darvi molte notizie sull'organizzazione dei fantasmi
neri…"
Joe le sorrise e le disse che non doveva preoccuparsi, avrebbe potuto
sicuramente contare su di lui.
Fece radunare gli altri cyborg per discutere della situazione. Jet ed Albert
mostrarono qualche perplessità, temevano si trattasse di una trappola, ma alla
fine accettarono di dare ospitalità e protezione alla ragazza, dopotutto lei
diceva di avere preziose informazioni sui fantasmi neri, avrebbero scoperto
subito se stava mentendo.
Françoise era sdraiata sul
letto nella sua camera, il volto dall'espressione preoccupata appoggiato sulle
mani. Osservava fuori dalla finestra: c'erano due figure che passeggiavano in
giardino, erano Joe e Colette. Erano passati cinque giorni da quando Colette
aveva fatto il suo ingresso nella loro vita e quei due passavano molto tempo
insieme.
Albert entrò a chiamarla, dovevano progettare il piano per l'indomani; Colette
infatti aveva rivelato loro dove si trovava il rifugio che lei conosceva dei
fantasmi neri. Françoise ed Albert entrarono nel salone: c'erano Jet, Joe e
Colette. Fransuase rimase in silenzio durante tutta la riunione. Quando fu tutto
deciso, Fransuase uscì dalla stanza, ma una mano le afferrò il braccio e la
costrinse a fermarsi.
" Tutto bene 003?"
" Si, Joe, non preoccuparti."
" Non hai detto una parola… Sei sicura che sia tutto ok?"
" Si. Davvero… Sono solo un po' stanca…"
" Joe… sbrigati! Lo spettacolo inizia tra poco!" Li interruppe
Colette.
" Buona serata, divertitevi." Li congedò Françoise.
" Françoise… non vuoi venire con noi…?" Disse Joe mentre la
osservava allontanarsi.
" No… te l'ho detto… sono stanca. Grazie lo stesso."
Joe continuava ad osservarla con aria preoccupata: era da qualche giorno che
Françoise si comportava in modo strano, ma ogni volta che lui aveva tentato di
parlarle lei aveva dato risposte evasive. Non capiva come mai non volesse
confidarsi con lui, era chiaro che 003 avesse qualche preoccupazione, ma anziché
parlargliene come faceva di solito, lo stava sempre più allontanando.
Colette a sua volta osservava sconfortata Joe.
Joe, Jet, Albert, Françoise
e Colette si trovavano ai piedi di una collina isolata nelle campagne
circostanti Tokyo. Davanti a loro c'era una buia e all'apparenza lunga grotta.
" E' qui." Indicò Colette.
" Entriamo." Ordinò Joe.
I cyborg si inoltrarono nella caverna, dopo poche centinaia di metri si
trovarono davanti una grossa porta. La oltrepassarono. La stanza era piena di
apparecchiature strane.
" Da quella parte si trovano alcuni prigionieri dei fantasmi neri, da
quell'altra il computer contenente i dati tecnici dell'organizzazione."
Disse Colette.
" D'accordo. Allora… 004 e 002 andrete a liberare i prigionieri, 003: noi
andremo con Colette nella sala computer."
Si divisero, ma pochi secondi dopo ci furono una serie di esplosioni che fecero
crollare alcune pareti.
"Cosa succede?" Domandò Joe preoccupato.
"Non so. Forse i fantasmi neri hanno inserito dei nuovi sistemi di
sicurezza di cui io non sono a conoscenza! Scappiamo!"
Un'esplosione più violenta spacco in due parti una grossa colonna che si
trovava accanto a loro.
"003 attenta!" Joe si gettò su Françoise, coprendola con il proprio
corpo per proteggerla. Un grosso masso lo colpì ferendolo alla spalla.
" Joe!" Urlò spaventata 003.
" 003. Stai bene?" Le chiese dolcemente Joe.
" Si, ma…"
" Non sei ferita?"
" No. Ma tu…"
" Non preoccuparti… non è niente."
Le esplosioni si erano fermate, tutto taceva. Mentre si rialzarono da terra si
guardarono attorno per cercare Colette: finalmente la videro… era sdraiata per
terra, priva di sensi, le sue gambe erano incastrate sotto le macerie della
colonna appena crollata.
" 009… 003… Dove siete?"
" 002, siamo qui!"
Albert e Jet corsero verso i loro compagni e li aiutarono a disincastrare il
corpo di Colette dalle macerie: la ragazza era gravemente ferita.
" Presto! Andiamo via di qui, prima che crolli tutto…" Suggerì
Albert.
Rientrati alla base, la
spalla di Joe fu fasciata e Colette venne portata nella sala operatoria del
Dottor Gilmor. I cyborg aspettavano fuori silenziosamente. Finalmente il
Dottor Gilmor uscì dal suo studio:
" è fuori pericolo."
Ma il viso e la voce tesa del dottore lasciarono i cyborg in grande tensione.
" Ma…?" Chiese Joe incalzando una risposta.
" Purtroppo…. Purtroppo le sue gambe sono rimaste paralizzate."
Françoise scoppio in lacrime e corse via. Un triste silenzio calò sul resto
del gruppo, finché Joe chiese se non c'era proprio niente da fare.
" Una piccola speranza c'è Joe. Ma è molto piccola. Posso tentare un
difficile intervento…non l'ho mai fatto prima… non so se mi riuscirà…ma
posso tentare!"
" è davvero terribile! Povera Colette! E noi che dubitavamo addirittura
della sua onestà…" commentò Jet " Io credo che i fantasmi neri
ci stessero aspettando oggi!"
"Probabilmente avranno immaginato che Colette sarebbe venuta a cercare la
nostra protezione e che ci avrebbe rivelato il loro nascondiglio… Avranno
pensato di prendere due piccioni con una fava!" Disse infine 005.
Nel frattempo Joe era andato a cercare Françoise nella sua camera. Bussò
alla porta, ma lei non rispose. La sentiva piangere, così decise di entrare.
La ragazza era inginocchiata ai piedi del letto con il volto immerso nelle
lenzuola. Joe le si avvicinò e le posò una mano sulla spalla.
" Oh Joe… è tutta colpa mia!" Singhiozzò la fanciulla voltandosi
verso di lui.
" Ma che cosa stai dicendo?! Non è colpa di nessuno, si è trattato solo
di un incidente." Tentò di consolarla lui con molta dolcezza.
" è inutile che tenti di consolarmi!" lo aggredì 003 battendo i
pugni contro il suo petto " Dovevo esserci io sotto quella
colonna…"
" Smettila di dire queste stupidate!" Le rispose lui bruscamente,
stringendole i polsi.
" Smettila tu di trattarmi come una bambina!" Urlò Françoise
sciogliendosi dalla sua presa e correndo via. Lui la seguì.
" Françoise aspetta…"
" Joe." Lo bloccò Jet "Lasciala andare. È meglio che ora
rimanga un po' sola."
" Ma non sono neanche riuscito a dirle che Colette può ancora
salvarsi… E poi potrebbe cacciarsi nei guai…!"
Jet non poté fare a meno di guardare il suo amico sorridendo: Joe voleva fare
tanto il duro, ma quando si trattava di Françoise... si scioglieva come neve
al sole! E poi diceva che era solo un'amica… ma chi voleva prendere in
giro?!
Françoise aveva preso l'auto
di 009 e, ancora sconvolta per quanto era accaduto, stava guidando senza meta
lungo le buie strade della campagna circostante la loro abitazione. Molti
pensieri affollavano disordinatamente la sua mente: perché era accaduta una
simile disgrazia alla povera Colette? Perché Joe si era gettato su di lei per
farle scudo col proprio corpo e non aveva protetto Colette? Cosa doveva pensare?
In un'altra circostanza ne sarebbe stata felice, ma… Cosa sarebbe accaduto
adesso? Forse Joe sarebbe rimasto per sempre vicino a Colette, forse lei glielo
avrebbe chiesto, forse lui si sarebbe offerto… D'un tratto un albero cadde
colpendo l'automobile. Nel forte impatto 003 perse i sensi. Un agente dei
fantasmi neri uscì da dietro un albero sghignazzando:
" Eh eh… finalmente ti abbiamo preso 009."
Si avvicinò per estrarre dalla macchina il corpo dell'odiato cyborg:
" Ma questo non… è 003! Dannazione!… Però… forse potrà essermi
utile anche lei!"
Françoise si risvegliò in una stanza buia e fredda. Era sdraiata per terra. Si
sentiva debole, la testa le girava, sul suo corpo c'erano molti tagli più o
meno profondi che le bruciavano:
" Dove sono?"
" Buon giorno 003" Una voce metallica accompagnata da una luce
accecante si diffuse nella stanza. Si trovava in una specie di prigione e un
uomo vestito completamente di nero stava davanti a lei. Il volto era coperto da
un elmo grigio. Ricordò l'incidente in macchina, ma chi era quell'uomo? E come
faceva a sapere che lei era 003? Doveva far parte dell'organizzazione dei
fantasmi neri. L'uomo la sollevò da terra e la trascinò in un'altra stanza.
003 era senza forze e non riuscì a reagire alla presa dell'uomo, che la depose
su una strana poltrona, le legò gambe e braccia e le pose un casco metallico
sulla testa.
" Che cosa vuoi?" Gli chiese guardandolo con occhi severi.
" Non ti conviene usare quel tono con me… non sei nella posizione di
poterlo fare! Pensa un po' 003: voi volevate scoprire con l'aiuto di Colette
dove si trovi una delle nostre basi e invece sarai tu ad aiutare noi a scovare
la vostra."
" Non te lo dirò mai!"
" Lo immaginavo. Per questo ho deciso di usare questo apparecchio
rivelatore. Ora dimmi dove si trova il vostro rifugio!"
Françoise usò le ultime forze che le erano rimaste per porre resistenza. Provò
un dolore fortissimo, sentiva lungo tutto il suo corpo come delle scariche
elettriche. Ma doveva resistere!
" è inutile. Prima o poi non avrai più forze e dovrai cedere!"
Il dolore aumentava sempre più. Fransuase credeva di morire… In quel momento
sentì il calore di due braccia che la afferravano e la portavano via.
" Joe!"
" Sono qui Françoise! Stai bene?"
" Mnh…" mugolò lei prima di svenire.
" Maledetto 009!!!"
" Accelerazione…"
I due cyborg svanirono nel nulla.
Giunti
a casa, Joe portò Françoise nella camera della ragazza e la distese sul letto.
" Aspettami qui: vado a prendere il necessario per medicare le tue ferite.
La sala operatoria è occupata: il Dottor Gilmor sta operando Colette per
tentare di restituirle l'uso delle gambe. Mi occuperò io di te!"
009 tornò dopo pochi minuti con una valigetta.
" Joe… come hai fatto a trovarmi prima?"
" è stato Ivan ad avvertirmi." Immerse del cotone nell'alcol: "
Brucerà un pochino…"
Joe sentiva sotto la sua mano la soffice pelle di Françoise. C'erano molti
segni sul suo corpicino: ferite provocate dall'incidente, lividi… c'erano
anche i segni dei lacci con cui era stata legata alla sedia. Ogni tanto sentiva
la mano della ragazza stringere forte la sua accompagnata da una smorfia di
dolore. Ma come avevano potuto fare del male a una ragazza indifesa e delicata
come Françoise? Joe non riusciva a giustificare questo atteggiamento neanche in
esseri crudeli come i membri dei fantasmi neri. Ad ogni sussulto dolorante della
fanciulla, Joe sentiva una fitta al cuore, come se sentisse il dolore che 003
stava provando, direttamente sulla sua pelle.
"Joe… dopo resterai con lei?"
Lui la guardò perplesso.
"Insomma intendo dire… dopo quello che è successo tu… rimarrai al
fianco di Colette? Abbandonerai la squadra per dedicarti a lei?"
"Ma cosa… non capisco. Cosa stai dicendo?"
Gli occhi le si gonfiarono di lacrime e un nodo in gola le impedì di parlare
fluidamente: "Se… se l'operazione non andasse bene… io spero di si, ma
se… se non andasse bene… starai con lei… io… io non voglio che
tu…" Scoppiò in lacrime senza finire la frase.
Joe la osservava con tenerezza: "No Françoise. Non voglio restare con lei.
Non andrò via…"
Lei si alzò di scatto e si diresse verso la finestra: la notte era già
profonda. Lei era in piedi e con le braccia si cingeva la vita, osservava fuori,
mentre sul suo volto continuavano a scendere calde lacrime. Joe le si avvicinò
piano e con movimenti lenti le cinse la vita stringendola forte a sé.
" Ma cosa devo fare per farti capire quanto sei importante per me?" Le
sussurrò in un orecchio.
Françoise si voltò singhiozzando e incontrò subito il suo sguardo profondo e
così dolce…
Lui le stava cingendo la vita con un braccio, i loro corpi si trovavano stretti
l'uno di fronte all'altro. Joe le accarezzava lievemente il viso con le dita
asciugandole le lacrime, finche queste si posarono sulle sue labbra socchiuse. I
loro sguardi erano immersi l'uno nell'altro. Timidamente Françoise avvicinò il
viso a quello di Joe, che accarezzandole la nuca la avvicinò ancora di più al
suo finche le loro labbra si sfiorarono. Si staccarono. I Loro occhi
continuavano a guardarsi. I loro corpi erano molto vicini. Si baciarono di
nuovo, con la stessa tenerezza, ma con una passione sempre crescente. Senza
dividersi, Joe avvicinò delicatamente Françoise al letto, dove si sdraiarono.
Françoise sentiva sulla sua pelle le carezze di Joe e tutta la loro dolcezza.
Ad un tratto Joe staccò le labbra da quelle di Françoise: la osservò negli
occhi per qualche secondo, senza dire niente, ma le parole erano inutili. In
quello sguardo Françoise vide tutto il suo amore per lei. Poi riprese a
baciarla e a coccolarla teneramente. La ragazza incominciò a tremare e lui coprì
entrambi con la coperta. Françoise era finalmente fra le braccia del ragazzo
che amava, coccolata dolcemente e riscaldata dal calore del suo amore. Joe
sentiva il cuore della fanciulla battere forte contro il suo: in quel momento
poteva stringerla forte a sé, al sicuro fra le sue braccia. Fu una notte piena
d'amore.
F I N E
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