IL COLORE BIANCO DELLA NEVE di Laus (minamiasakura@virgilio.it) (N.d.Laus: gli eventi raccontati in questa fic si svolgono dopo il film La leggenda della Supergalassia) PROLOGO   Gilmore posò pensieroso la lettera sulla scrivania, incrociando le mani sotto il mento. Qualcuno bussò alla porta. <> <> rispose la voce di Françoise da dietro la porta <> <> La ragazza entrò. In mano aveva un vassoio con sopra una tazza di caffè appena fatto, un cucchiaino e una zuccheriera. Posò il vassoio sulla scrivania del professore. <> <> Françoise versò un cucchiaino abbondante di zucchero nella tazza, quindi la porse al professore, che mescolò qualche secondo il liquido nero fumante e ne bevve un sorso. <>, disse Gilmore sorridendo e alzando gli occhi verso la ragazza. <> Gilmore bevve ancora un sorso del suo caffè. Poi fece roteare delicatamente la tazza fra le mani, in modo da non far cadere il liquido all'esterno: <> <> Gilmore finì il suo caffè: <> <>, chiese Françoise in modo malizioso. Gilmore guardò la ragazza sorpreso e imbarazzato: <> Françoise si limitò a guardarlo sorridendo. Gilmore cercò di sostenere il suo sguardo per qualche istante, poi si arrese: <> Gilmore prese una foto posata sulla scrivania, accanto alla lettera, e la osservò con uno sguardo dolce. Era la foto molto vecchia di una ragazza e di un uomo che assomigliava molto al professore. Doveva essere lui da giovane <> Françoise lo guardò sempre sorridendo: <>, chiese prendendo la tazza vuota che Gilmore le porgeva. <> <> Gilmour la guardò incuriosito. Françoise lasciò il vassoio sulla scrivania e si diresse verso un angolo della grande libreria che copriva completamente la parete alle spalle di Gilmour. Il vecchio scienziato la seguì con lo sguardo. Françoise si fermò davanti a uno scaffale e guardò in alto. Si portò brevemente un dito al mento e poi andò a prendere un grosso atlante. Lo sfogliò qualche secondo, e quando ebbe trovato la pagina che voleva lo portò al dottor Gilmour e lo stese davanti a lui sulla scrivania: <>, disse indicando col dito un punto ben preciso della cartina. La città era veramente molto vicina al confine italiano.  <>, disse Françoise a un certo punto alzando gli occhi verso la porta. <> toc toc <> La porta si aprì: <> stava dicendo Joe con un'espressione interrogativa, quando vide Françoise <> Si avvicinò ai due e si mise a osservare incuriosito il tomo aperto sulla scrivania: <> Gilmour si lisciò la barba guardando l'atlante: <> <>, disse Joe <> <>, disse Gilmour scuotendo una mano in segno di diniego <> Joe guardò il professore incuriosito: <>, chiese guardando Françoise. Lei annuì: <> Gilmour scosse la testa veementemente, muovendo entrambe le mani in segno di diniego: <> <>, chiese Joe sgranando gli occhi. <> continuò Gilmour ignorandolo <> <> I tre alzarono gli occhi. Ivan stava svolazzando con la sua culla. <>, disse Gilmour grattandosi la testa <> <> chiese Joe. <>, disse Gilmour sorridendo. I due si guardarono l'un l'altro e annuirono: <>, disse Joe. Françoise riprese il vassoio con la tazza vuota e si diresse verso la porta: <> <> Il ragazzo la seguì fuori dallo studio, lasciando Ivan e Gilmour da soli. Quando furono arrivati in cucina Françoise posò la tazza di Gilmour dentro il lavandino, riempiendola con un po' d'acqua. <>, disse Joe <> <> disse Françoise continuando a lavare la tazza di Gilmour <> <>, disse Joe sedendosi al tavolo della cucina. Françoise si asciugò le mani. Poi prese due tazze pulite e il latte dal frigo. Versò del caffè in entrambe, e in una un goccio di latte. Non prese lo zucchero. Tanto lo bevevano entrambi amaro. Passò a Joe quella con il caffè macchiato e si sedette. <>, disse Joe prendendo la tazza dalle mani di Françoise. Sorseggiò il suo caffè macchiato: <> disse. <>, chiese lei incuriosita. <> Françoise rise leggera: <>, disse prendendo una mano di Joe nella sua <> Joe si limitò a sorriderle stringendo la mano di Françoise nella sua. Poi si sporse verso di lei per un breve bacio. Si scostò da lei, ma non si allontanò di molto: <>, disse sorridendo. Lei non si aspettava una richiesta del genere e lo guardò un po' contrariata: <> Joe sorrise, quasi ridendo. <> <> Françoise lo guardò con uno sguardo interrogativo. <>, continuò Joe <> Detto questo si sporse nuovamente verso di lei e la baciò una seconda volta, ma stavolta più a lungo. Fu lei a staccarsi da lui. Joe sembrò piuttosto contrariato.  Lei gli mimò una frase con il labiale, senza parlare: <>, poi si alzò portando le due tazze nel lavandino. Pochi secondi dopo effettivamente Gilmour entrò e portò il cucchiaino a Françoise: <> <>, disse lei prendendo l'oggetto e mettendolo a lavare con gli altri. Intanto Ivan si mise a piangere nell'altra stanza. <>, disse Joe alzandosi e uscendo dalla cucina. Dopo qualche istante il suono del pianto smise. <>, esclamò Françoise sorridendo <> Gilmour sorrise: <> <> aggiunse Françoise sorridendo e scrollando le mani nel lavandino <> <> <> Gilmour sospirò: <>   PARTE I   Atterrarono all'aeroporto di Torino. Trovarono ad aspettarli un uomo sulla cinquantina, non molto alto, con una capigliatura rada e baffi molto curati che si presentò come lo chaffeur di Sophie. <> <>, disse Françoise <>, disse l'uomo sentendo l'accento della ragazza. La ragazza sorrise: <> <> Gerard li condusse fino a un'auto di grossa cilindrata. Fece per prendere le valigie dal carrello, ma erano piuttosto pesanti e provava non poca fatica.  Joe se ne accorse: <> Joe sollevò le valigie come se fossero state vuote, le sistemò nel bagagliaio, senza fare alcuna fatica, e richiuse la portiera. Gerard lo guardò stupefatto: <> <>, rispose Joe sorridendo e pensando che evidentemente Gerard non sapesse nulla di loro. <>, disse Gerard aprendo una porta posteriore a Françoise. Sedutasi, Françoise accomodò Ivan al seggiolino e lo assicurò con le cinture di sicurezza.  Joe entrò dopo di lei e le si accomodò accanto. Gilmour salì davanti. Gerard si mise finalmente al posto di guida e avviò il motore. <> La macchina si mise in moto. <>, disse Françoise accarezzando dolcemente il piccolo sulla testa. <>, disse Joe <> <>, disse Gerard dal davanti. <>, commentò Joe. <>, disse Gerard continuando a guardare la strada <> <>, disse Françoise aggrottando le ciglia. <> <>, chiese Joe. <> <>, disse Françoise stringendosi un po' a Joe, che l'attirò leggermente a sé. <> <> chiese Joe <> <>, rispose Gerard <> Davanti a loro, non molto lontano,  si stagliava la visione imponente e maestosa delle Alpi coperte di bianco. Gerard guidava molto bene, in maniera regolare e la macchina era comoda. Anche Françoise si addormentò poco dopo, appoggiandosi a Joe che la teneva a sé con un braccio, mentre guardava il paesaggio invernale piemontese scorrere via dal finestrino. <>, chiese Joe <> <>, disse Gerard ammutolendo l'apparecchio <> <> <> Joe lo guardò perplesso: <> <> <> <> Joe guardò Ivan indeciso sul cosa raccontare. Disse la prima cosa che gli venne in mente: <> "In fondo è la verità..." <> <> <> Joe rimase semplicemente in silenzio. Gerard, non sentendo risposte, lo guardò un attimo nello specchietto retrovisore e notò che aveva un'espressione pensierosa e malinconica, anzi... triste era l'aggettivo più adatto a descriverla. <> <> <> <> <>   PARTE II   Gerard fermò la macchina davanti a un alto cancello in ferro battuto. Prese un piccolo telecomando e premette un bottone. Una luce arancione posta accanto al cancello, in alto, cominciò a lampeggiare e il cancello iniziò ad aprirsi. La macchina entrò nel cancello non appena si fu spalancato del tutto e si incamminò lungo un ampio vialetto pavimentato in pietra. A circa un paio di centinaia di metri si poteva vedere una grande villa su due piani. L'ampio giardino era completamente ricoperto di neve, ma non era difficile immaginare quelle distese ricoperte di verdissima erba accuratamente tagliata, una volta che la neve se ne fosse andata coi primi caldi. Solo il vialetto era stato liberato dalla neve, così come un ampio piazzale davanti all'entrata principale della casa. Fu lì che Gerard fermò la macchina. I passeggeri uscirono dall'auto guardandosi ancora esterefatti intorno. Il paesaggio era semplicemente di quelli che mozzavano il fiato. Tutto intorno si vedevano le Alpi coperte di neve e accarezzate dalla luce lunare che si stagliavano contro il cielo. L'aria era di una purezza incredibile. Joe aiutò Gerard a scaricare le valigie dalla macchina, mentre Gilmour e Françoise continuavano a guardarsi intorno. La porta della casa si aprì e ne uscì una donna, di media statura e in buona forma fisica.  <>, disse avvicinandosi al professore con le braccia aperte. Gilmour, che era ancora catturato dal paesaggio, si voltò con gli occhi sgranati: <> La donna sorrise: <> I due si abbracciarono per un lungo istante. <>, disse Gilmour scostandosi da lei <> <>, disse Sophie portandosi una mano alla guancia con fare imbarazzato. Poi si voltò verso Joe e Françoise che stavano osservando la scena <> I giovani fecero un'espressione sorpresa nel sentirsi definire come "figliocci" del professore. In fondo lo consideravano come un padre, ma nessuno li aveva mai chiaramente chiamati in quel modo. <>, disse Gilmour facendo le presentazioni. <>, disse Sophie avvicinandosi ai due e stringendo la mano a entrambi <> <>, disse Joe stringendo la mano alla donna. Anche Françoise fece altrettanto. <>, disse Sophie invitandoli avvicinandosi alla porta di casa <> Gli ospiti seguirono Sophie all'interno della casa. La donna li accompagnò oltre l'atrio di ingresso all'interno di un grande salone. In un grosso caminetto il fuoco era acceso e scoppiettante. Davanti al caminetto erano sistemati due grandi divani e due poltrone. In un angolo prendeva posto un bellissimo pianoforte a coda di colore nero. Una scalinata conduceva sinuosa al piano di sopra. In un altro angolo una tavola era apparecchiata per cinque persone. Il resto della stanza era arredato con buon gusto, senza essere pacchiano. Le pareti erano ricoperte di quadri. <>, disse Sophie fermandosi accanto a un divano. Effettivamente era quasi ora di cena, almeno secondo l'ora francese. Sophie suonò un campanellino che trasse da una tasca e immediatamente un uomo vestito da maggiordomo fu da loro. <>, gli disse Sophie <> <>, disse Joe <> Sophie lo guardò perplessa, poi annuì: <> Robert prese la valigia del professore e li invitò a seguirli fin sopra la scalinata. Arrivarono in un lungo corridoio. Robert aprì una porta: <> <>, disse Gilmour entrando e guardandosi interno. La stanza aveva un aspetto veramente confortevole. C'era anche un piccolo caminetto, in cui il fuoco era già stato acceso: <>, disse Gilmour guardandosi intorno sorridendo <> <>, disse la ragazza porgendogli il bambino. Robert lasciò la valigia del professore accanto al letto quindi fece segno agli altri due ospiti di seguirlo. Richiuse la porta dietro di sé. <>, chiese loro incamminandosi. I due si guardarono l'un l'altro in un breve sguardo di intesa: <>, disse Joe. Robert non disse niente, ma si fermò davanti a una porta e la aprì: <> Anche questa stanza aveva un aspetto confortevole ed era arredata con gusto. Anche qui il fuoco brillava in un caminetto, emanando una soffusa luce calda e accogliente. Era molto simile alla stanza di Gilmour, se si eccettuavano pochi particolari e il letto a due piazze. Joe lasciò le valigie accanto al letto. <>, disse Robert. <>, disse Françoise. <> disse il maggiordomo sorridendo <> e indicò una porta sulla sua sinistra <> <>, disse Joe. Il maggiordomo accennò un inchino e uscì dalla stanza. <>, disse Françoise muovendosi a piccoli passi per la stanza, quasi stesse danzando. <>, disse Joe sorridendo e osservandola con le braccia incrociate. Françoise si fermò davanti alla finestra: <> Dalla finestra si aveva una fantastica vista su una grande vallata innevata mentre in lontananza si vedevano ancora le Alpi. Joe le si avvicinò e si mise a guardare anche lui, restandole dietro la schiena e appoggiandole una mano su una spalla sinistra: <> Lei mise la sua mano destra sulla mano di Joe appoggiata sulla spalla e volse la testa verso di lui: <> <> <>, chiese lei fingendosi contrariata e accennando un sorriso. Lui sorrise cingendole la vita con l'altro braccio e attirandola a sé: <> Abbassò la testa verso quella di lei fino a che le loro labbra non si incontrarono per un breve bacio. <>, disse Françoise quando le loro labbra si separarono.   PARTE III   La cena fu squisita. Dopo mangiato si sistemarono tutti sui divani di fronte al grande caminetto del salone. Anche Ivan era con loro, in braccio a Françoise.  <>, si stava lamentando Sophie, alludendo a Jasmine che non era ancora rientrata. <>, disse Gilmour, seduto sull'altra poltrona. <> disse Sophie rabbuiata <> <>, chiese Joe. <>, rispose Sophie alzandosi e dirigendosi verso una finestra che dava sul fronte della villa <>, chiese a nessuno in particolare, scuotendo la testa. <>, disse Françoise. <> Sophie portò una mano alla fronte e scosse la testa per qualche secondo e si voltò verso di loro: <> <>, disse Gilmour sorridendo senza denti. <>, disse Sophie rivolgendosi ai due <> <>, disse Françoise <> <>, chiese Joe rivolgendosi a Sophie. <> <>, disse Joe a Françoise. <> disse la ragazza sorridendo. <> Françoise si alzò e andò di sopra. <>, chiese Joe a Sophie. <> La donna gli dette poche indicazioni. Intanto Françoise tornò con le cose di Joe. Il ragazzo le indossò. <>, disse Joe avviandosi verso la porta insieme a Françoise. <>, lo fermò Sophie <> <>, rispose Françoise sorridendo. I due si avviarono. Poco dopo si sentì il portone d'ingresso chiudersi. <>, disse Gilmour a quel punto. <>, disse Sophie sedendosi sulla poltrona accanto a quella di Gilmour <> <>, disse Gilmour malinconico, guardando il fuoco <>, disse rattristendo ancora di più e portandosi una mano alla fronte. <> Gilmour la guardò con uno sguardo abbacchiato: <> <> <> <> Gimour guardò la vecchia amica con uno sguardo pensieroso, senza rispondere. Sospirò profondamente e le sorrise: <> <> gli posò una mano sul braccio <> Gilmour soppesò a una a una le parole dell'amica: <> <> Gilmour abbassò un attimo lo sguardo, pensieroso, poi lo rialzò, sorridente: <>   PARTE IV   Joe e Françoise entrarono nel centro storico attraverso la Porte de Pignerol. C'era molta vitalità in giro nonostante il freddo. Discesero lungo la Grande Gargouille, la strada che attraversa il borgo in tutta la sua lunghezza. A un certo punto si trovarono davanti a una fontana posta in una rientranza tra le casa. Françoise si fermò. <>, chiese Joe incuriosito. <> Joe guardò la fontana curioso e scosse la testa: <> Lei sorrise: <> <> <>, disse lei avvicinandosi e prendendolo a braccetto. <> I due ricominciarono a camminare: <> Joe si voltò e tornò a guardare la strada. Poco lontano da loro si era formato un crocchio di persone e si sentivano distintamente delle persone litigare. Joe e Françoise si avvicinarono. In mezzo al gruppetto c'erano un uomo sulla cinquantina vestito da barista da una parte e un gruppetto di cinque ragazzi dall'altra, tre maschi e due femmine. Non dovevano avere più di 100 anni in cinque. <>, stava urlando l'uomo. <>, rispose quello che doveva essere Marc. <> <> <> <> disse Marc facendogli un cenno con la mano e invitandolo a farsi avanti <> Françoise sgranò gli occhi: <> Joe la guardò con gli occhi sbarrati: <> Poi, senza perdere tempo si buttò in mezzo ai due. L'uomo aveva già serrato i pugni ed era pronto a colpire. <>, disse Joe frapponendosi tra i due litiganti. <>, chiese Marc. <>, disse Joe guardandolo fisso negli occhi. <> Il ragazzo fece uscire il coltello dalla tasca e lo brandì indirizzandolo verso Joe. Ma quest'ultimo evitò il colpo e fermò il braccio di Marc con una mano, facendo rigirare il ragazzo su se stesso in modo di piegargli il braccio dietro la schiena. <> Il ragazzo imprecò: <> Joe a quel punto strinse così forte che Marc fu costretto a lasciare il coltello cadere per terra. Joe lo lasciò e spinse via il coltello verso Françoise con un calcio. Ma Marc, tornato libero, si girò fulmineamente. Intenzionato a tirargli un pugno in faccia. <> Joe si limitò ad evitarlo. Per lo slancio Marc finì per cadere per terra. A quel punto intervenirono anche gli altri due ragazzi del gruppo, che si gettarono su Joe bloccandolo da dietro. Marc si rialzò e si lanciò di nuovo contro Joe brandendo il pugno. Joe si scrollò di dosso i due ragazzi come se fossero stati di carta e poi fermò il pugno di Marc con il palmo della mano. Il ragazzo non volle rassegnarsi e fece partire anche l'altro pugno, che Joe fermò prontamente con l'altro palmo della mano. <>, chiese Joe restando impassibile di fronte a lui. In tutta risposta Marc gli mollò un calcio sullo stomaco che avrebbe steso un bue. Ma Joe non fece una piega. Continuò a guardarlo con uno sguardo sprezzante. <>, stava dicendo Marc con un'espressione di stupore sul viso. Evidentemente era la prima volta che trovava così tanta difficoltà in una rissa. Joe, stancatosi, spinse appena con i palmi delle mani, quel tanto che bastò per far volare Marc per terra. Il ragazzo lo guardò furioso, ma dovette ammettere la sua sconfitta: <> Detto questo si allontanò di corsa, seguito dai suoi amici. <>, chiese il barista a Joe dopo che Marc e i suoi compagni si furono dileguati. <>, disse Joe sorridendo e passandosi velocemente le mani lì dove Marc aveva colpito, per mandare via il segno della scarpa. <>, disse l'uomo sorridendo <> <> <> Joe, capendo che non avrebbe rinunciato, accettò: <>, disse indicando con lo sguardo Françoise. <> L'uomo li condusse in una specie di pub, che era proprio lì davanti. Era piuttosto ampio. C'era una bella atmosfera dentro, anche se non c'era moltissima gente. Una band stava suonando in un angolo del salone. La musica era al giusto volume. Si sentiva ma non era così alta da impedirti di sentire quello che ti dicevano le persone che avevi accanto. In mezzo alla sala c'era uno spazio vuoto, dove alcune coppie stavano ballando. Tutt'intorno c'erano i tavoli.  L'uomo fece sedere i due ragazzi a un tavolino in un angolo: <> <>, disse Joe <> <> <> disse Joe <> <>, disse Françoise. <>, disse l'uomo <> L'uomo si allontanò. <>, disse Joe prendendo le mani di Françoise tra le sue. <>, disse lei sorridendo. <> <> Joe sembrò fece finta di pensarci, poi scosse la testa: <> Françoise rise per il modo in cui glielo disse. <>, le chiese Joe. <> Joe la guardò sorpreso: <> L'uomo arrivò in quel momento con un vassoio. Posò davanti a loro due invitanti bicchieri con un profumato liquido arancione e una mezza fettina d'arancia. <>, disse. <>, disse Joe assaggiandone un sorso <> <>, disse Françoise. <>, disse l'uomo <> <>, chiese Françoise incuriosita. <>, disse l'uomo indicando con il viso. Effettivamente, nell'angolo opposto al loro,  una cameriera stava pulendo per terra con lo straccio. <>, disse guardando sconsolato la sala. <>, chiese Joe. <>, disse scuotendo la testa <> L'uomo porse a Joe la mano e il ragazzo la strinse: <> <>, disse l'uomo stringendo la mano della ragazza. <>, disse Françoise sorridendo. <>, disse poi Alain. <>, disse Joe. <> L'uomo se ne andò lasciandoli di nuovo soli. <>, disse Françoise bevendo un sorso <> <> <>, rispose lei sorridendo e guardandosi un po' intorno. Dopo un po' si accorse che Joe restava fermo nella stessa posizione da un bel po', con una mano a reggere il mento e lo sguardo fisso su di lei. <>, gli chiese perplessa. Lui si limitò a scuotere appena la testa. <> Lui aggrottò le ciglia: <>, disse sorridendo. La band cominciò a suonare un'altra canzone Lei abbassò un attimo gli occhi, giocando con una cannuccia del suo bicchiere: <> (I'll be your dream, I'll be your wish, I'll be your fantasy...) <>, finse di protestare lui. Poi tornò serio <> (I'll be your love, I'll be your hope, be everything that you need) Lei sorrise dolcemente rialzando lo sguardo su di lui: <> (I'll love you more with every breath truly madly deeply do) Lui sorrise e le prese una mano: <> (I will be strong, I will be faithfull...) Lei annuì. Si alzarono senza lasciarsi la mano e Joe la condusse al centro della sala, dove le altre coppie stavano ballando. (...'cause I'm counting on a new beginning, a reason for living, a deeper meaning, yeah) Cominciarono a ballare lentamente, come suggeriva la canzone, stretti l'uno all'altro, consapevoli solo della presenza l'uno dell'altro e della musica. I wanna stand with you on a mountain, I wanna bathe with you in the sea, I wanna stay like this forever until the stars fall down on me... (N.d.Laus: per chi non l'avesse riconosciuta, la canzone a cui si fa riferimento in questa parte finale è Truly madly deeply dei Savage Garden. E' una canzone di pochi anni fa, quindi forse non è proprio realistico "sentirla" in una fic dedicata a Cyborg 009. Però, io, quando ascolto questa canzone, mi sembra che sia fatta apposta per questi due qui e così mi sono detta che del realismo cronologico me ne posso anche fregare ^^. Se non ci credete che sembra fatta apposta per loro, provate a leggervi il testo, con tanto di traduzione, presente in questo link insieme ad altri testi dei Savage Garden. E' la terza canzone della pagina.)   PARTE V   Joe aprì il cancelletto più piccolo che era a un lato di quello dal quale erano entrati con la macchina il pomeriggio. Lì la luce della città non arrivava. Il cielo poteva essere ammirato in tutto il suo splendore.  Joe alzò gli occhi: <> Françoise guardò il cielo: <> Percorsero in fretta il viale che portava alla casa e Joe aprì la porta con la chiave. Entrarono e si diressero nel salone. <> A Joe venne quasi un colpo e guardò Françoise come a dirle che poteva anche avvertirlo visto che lei sicuramente si era accorta della presenza della donna, in quanto non aveva fatto la minima piega. Françoise si accorse dell'occhiataccia che le aveva mandato Joe e alzò le spalle come a dire: "Non ci ho pensato." Sophie era davanti a loro in veste da camera, con una mano appoggiata su una spalliera del divano. Doveva essere rimasta sveglia fino ad allora ad aspettare. <> disse <> <>, chiese Françoise sorpresa. <> <> I due si incamminarono sulla scalinata e scomparvero nella loro stanza. <>, disse Françoise togliendosi il giaccone e cominciando a spogliarsi <> <>, le rispose Joe togliendosi la giacca a vento e la sciarpa. <> <> Uscì di nuovo dalla stanza e scese nel salone. Sophie era sempre seduta sul divano davanti al fuoco. Lo guardò quando si accorse della sua presenza. <>, disse Joe come per giustificarsi. Sophie sorrise: <> <> <>, rispose lei sorridendo. <> Lui continuava a guardarla perplesso. Sophie ricominciò a guardare il fuoco con uno sguardo triste: <> <> Sophie sorrise guardando il ragazzo: <> Joe scosse la testa: <> <>, disse alzandosi. <> <> Sophie si diresse verso le scale e cominciò a salire verso il piano di sopra. Joe la guardò per qualche attimo, poi si diresse in cucina e prese una bottiglia d'acqua e due bicchieri, per tornare quindi in camera. Quando entrò trovò Françoise seduta davanti allo specchio che si stava spazzolando i capelli. <> Joe posò la bottiglia e i bicchieri su un tavolo in un angolo della stanza. Riempì i bicchieri e si avvicinò a Françoise porgendogliene uno e dandole un breve bacio sulle labbra. Poi andò a ravvivare un po' il fuoco nel caminetto: <> Lei bevve un sorso d'acqua: <> <>, chiese lui mentre si sbottonava la camicia. <> <>, disse Joe dirigendosi verso la toilette <> Françoise finì il suo bicchiere d'acqua, mentre sentì iniziare lo scroscio della doccia. Posò il bicchiere sul ripiano davanti allo specchio e mise a posto le sue cose con cura. Quindi si alzò dalla sedia e andò a versarsi un altro bicchiere d'acqua. Sullo stesso tavolo dov'era appoggiata l'acqua c'era anche una borsa con dei suoi documenti dentro. La aprì e ne tirò fuori la sua agenda. La aprì all'inizio, dove erano le pagine sinottiche dei mesi. Non aveva impegni di lavoro fino a marzo. A quel punto anche Joe sarebbe stato impegnatissimo col mondiale. Tanto valeva godersi il tempo che potevano passare insieme... Bevve un altro sorso d'acqua e le pagine dell'agenda tornarono indietro da sole, alla pagina che rappresentava tutto l'anno precedente. Françoise notò qualcosa che le fece fare un'espressione perplessa. Posò il bicchiere sul tavolo e prese l'agenda con le due mani, guardando la pagina pensierosa... ma in quel momento Joe le cinse la vita da dietro e le baciò il collo. <>, le chiese. Lei sembrò pensarci un attimo, poi scosse la testa e richiuse l'agenda posandola sul tavolo: <> Si girò all'interno dell'abbraccio di lui e gli diede un breve bacio sulla bocca. <>, le chiese scostando la testa dalla sua e guardandola negli occhi con un'espressione preoccupata. Lei sorrise: <> Gli diede un altro breve bacio sulla bocca, e poi ritrasse indietro la testa per studiare la sua espressione. Lui le sorrise appena, senza dire una parola. Poi la baciò nuovamente, stavolta più profondamente e a lungo di prima, spostandosi poi delicatamente a baciarle il collo e cominciando a giocare con la cintura dell'accappatoio di lei e a muovere le mani sulla sua pelle di seta, fino a che l'accappatoio non scivolò per terra. Lei fece fare la stessa fine a quello che indossava lui. Con delicatezza, senza smettere di baciarla, la spinse fin sopra il letto e si sdraiò accanto a lei. La luce soffusa e calda del fuoco danzava sui loro corpi avvolgendoli. I loro sguardi si incrociarono appena un attimo, libri aperti l'uno per l'altro. Joe ricominciò a baciarla e ad accarezzarla, sempre più intensamente, sapendo benissimo dove doveva andare. Anche lei cominciò istintivamente a muovere le sue mani lungo il corpo di lui, con la stessa dimestichezza e naturalezza.  Fuori, intanto, era cominciato a nevicare. (N.d.Laus: mi sono resa conto che questo passaggio, quello dell'agenda (che avevate capito?) non è molto chiaro. Allora, ricordatevi che siamo tra la fine di gennaio e l'inizio di febbraio (vedi Prologo), quindi si presume che l'agenda in questione sia piuttosto nuova e che Françoise l'abbia appena cambiata. Non so se avete presente come è fatta una Smemoranda. Nelle Smemorande c'è sempre una pagina che riporta tutto l'anno precedente. E' a una pagina di questo tipo che si fa riferimento.)   PARTE VI   Françoise aprì gli occhi svegliata dal rumore del portone principale che sbatteva. Alzò lo sguardo verso Joe, che stava dormendo tranquillamente. Lei era accucciata contro di lui, nell'incavo del suo braccio, che la avvolgeva delicatamente. Forse era rientrata Jasmine. Dette un'occhiata a un orologio appeso a una parete: erano le 5. Decise di rimettersi a dormire e appoggiò la testa sulla spalla di Joe, dove l'aveva prima. <> Era la voce di Sophie. Non avrebbe voluto ascoltare. Ma la casa era immersa nel silenzio più totale, e per lei era praticamente impossibile non sentire. <> Le due voci si avvicinarono. Dovevano stare salendo le scale. <> <> Una porta vicina sbatté. Doveva essere quella della camera di Jasmine. Françoise provò un po' di pena per Sophie e si accucciò ancora di più contro Joe, che da parte sua, continuando a dormire, si girò su un fianco, rivolto verso di lei, abbracciandola anche con l'altro braccio. Françoise, che aveva timore di averlo svegliato, trattenne un attimo il respiro. Poi sorrise e si avvicinò ancora di più a lui, tirando più su le coperte e appoggiandogli poi un braccio su un fianco. Restò a guardarlo dormire a lungo, immobile, pensando che non aveva mai provato per nessuno quello che provava per lui. Lo amava da star male. Restò così fino a quando non si addormentò di nuovo anche lei. Riaprì gli occhi solo quando il sole era già ampiamente alzato, verso le 8 e mezzo. Si ritrovò davanti Joe, esattamente come l'aveva lasciato l'ultima volta. Però ora era lui che guardava lei con un sorriso dolce disegnato sulle labbra.  <>, le disse dandole un breve bacio sulle labbra. Lei gli sorrise teneramente: <> Lui ci pensò un attimo: <> <>, chiese lei sdraiandosi sulla schiena Lui aggrottò la fronte: <> Lei ci pensò un po' su: <> Joe si limitò a sorridere, poi si sporse sopra di lei e le accarezzò i capelli con una mano, baciandola. Lei gli mise le braccia intorno al collo, invitandolo ad andare avanti. Fecero nuovamente l'amore. Poi si alzarono e si vestirono. Uscirono dalla stanza e furono riempiti dell'odore forte del caffè appena fatto. Scesero nel salone, dove incontrarono Sophie. <> <>, disse Joe sorridendo <> <> <>, le disse Françoise sorridendo. <>, chiese Joe cambiando tono di voce. Il viso di Sophie si rannuvolò un po': <> Sophie si allontanò da loro. I due si diressero in cucina, dove trovarono la tavola apparecchiata per la prima colazione. Il professore era seduto di fronte a una tazza di caffè fumante e stava leggendo un giornale. Quando entrarono alzò lo sguardo verso di loro e sorrise. <> <> I due si sedettero. Joe prese un bricco di caffè e ne versò un po' in due tazze, dandone una a Françoise. <>, disse lei <> <>, disse Gilmour ripiegando il giornale e posandolo sul tavolo <> Per poco a Françoise non andò di traverso il caffè: <> <>, disse Joe prendendo un croissant da un cestino in mezzo al tavolo. <>, rispose Gilmour ridendo <> <>, disse lei arrossendo. <>, disse Sophie entrando nella stanza <> <>, chiese Joe. <>, disse lei annuendo e mettendosi a sedere a tavola. <> <>, disse lei sorridendo. Joe strabuzzò un po' gli occhi, poi si rivolse a Françoise, che stava mangiando un po' di yogurt bianco: <> Lei fece finta di pensarci un attimo, poi gli sorrise: <> Joe sembrò quasi dispiaciuto. <>, disse Françoise sorridendo e passandogli una mano fra i capelli. <>, chiese Sophie. <> rispose Françoise volgendosi verso la donna <> <> <>, disse Françoise sorridendo <> <> <>, disse Françoise con un sorriso <> <>, rispose Sophie. <>, chiese Gilmour incuriosito. <>, rispose lei sorridendo. <>, propose Gilmour. <>, disse Joe. I quattro si misero a ridere allegramente.   PARTE VII   Joe e Françoise rientrarono verso mezzogiorno e mezzo, dopo essere andati a sciare. Trovarono il professor Gilmour intento a leggere un libro seduto sul divano davanti al fuoco acceso. <> <>, rispose Françoise entusiasta <> <>, intervenne Joe. <>, disse Gilmour <> Françoise alzò gli occhi. Una ragazza li stava osservando da sopra le scale. Aveva i capelli scuri, tagliati corti, un maglione e un paio di jeans, magra e di media statura. Le sembrava un viso familiare. "Ma quella..." <>, disse la ragazza con un tono inespressivo e gelido, vedendo che Françoise si era accorta di lei e cominciando a scendere le scale. Anche gli altri due uomini si voltarono verso di lei.  Gilmour si alzò da sedere: <> Il professore si fermò notando che Jasmine stava guardando i due con uno sguardo torvo, soprattutto Joe. Passò oltre a loro senza dire una parola, uscendo dal salone. <> <>, rispose Joe guardando nella direzione dalla quale Jasmine era scomparsa. <> <>, disse Françoise <> Robert entrò nel salone: <> Joe e Françoise scossero la testa. <>, disse Joe e si diressero nella loro stanza. <>, disse Françoise non appena furono entrati in camera <> <>, disse Joe togliendosi la giacca. <> disse lanciando praticamente il sopra della tuta da sci <> Joe la guardò perplesso: <> Françoise incrociò le braccia e abbassò lo sguardo per terra, senza perdere la sua espressione inquieta.  Joe le si avvicinò con una faccia preoccupata e le mise le mani sulle spalle: <> Lei alzò lo sguardo verso di lui cercando di distendere i lineamenti del volto e scuotendo il capo. Aveva gli occhi arrossati, come se fosse sul punto di piangere: <> Gli appoggiò la testa sul petto, attirandolo a sé senza neanche dargli il tempo di rispondere. Joe fu per dire qualcosa, ma si limitò ad abbracciarla.  Rimasero a lungo in questa posizione, poi Joe la separò delicatamente da lui: <> Lei annuì, accennando un sorriso che lui ricambiò dandole anche un buffetto sul mento.   PARTE VIII   La cena fu ottima. Tutti e cinque, compresa Jasmine che non aveva praticamente aperto bocca durante il pasto, erano seduti a tavola a finire il dessert. Una buonissima panna cotta con frutti di bosco. Gilmour e Joe fecero addirittura il bis. <>, chiese Sophie per la seconda volta. <> rifiutò Françoise sorridendo. <> disse Sophie <> <>, disse Jasmine troncando perentoriamente il discorso sul nascere. Françoise aggrottò la fronte. <> ricominciò Sophie rivolgendosi a Françoise <> <> La donna sgranò gli occhi in un'espressione di felicità: <> <>, rispose Françoise sorridendo. <>, chiese Sophie sempre più entusiasta. <> Sophie restò in silenzio un attimo, quasi riflettendo se non avesse altri impegni in quel periodo: <>, disse poi sorridendo.  Françoise la guardò soddisfatta: bastava veramente poco per renderla felice. <> disse Joe <> Sophie guardò il ragazzo incuriosita: <> Françoise abbassò gli occhi imbarazzata: <> Joe sembrò non farle caso, ma in realtà posò le sue mani su quelle di lei, raccolte in grembo: <>, disse guardando Sophie. Poi si voltò verso Françoise <> I due ragazzi si scambiarono un tenero sguardo di intesa. <>, disse Sophie con ancora più entusiasta di prima <> <>, disse Jasmine gelidamente <> Françoise guardò Jasmine con uno strano sorriso sulle labbra, appena accennato. <> Françoise scosse la testa: <> Jasmine stava guardando Françoise con uno sguardo che mutò rapidamente dal sorpreso al furioso. Gli altri si limitavano a guardarle entrambe in silenzio. Tanto non sembravano nemmeno accorgersi di loro. <>, urlò Jasmine improvvisamente, sbattendo i pugni sul tavolo <> Françoise chiuse gli occhi un attimo, raccogliendo le idee e cercando di non farsi travolgere dall'istinto. Joe la guardò preoccupato. Sapeva benissimo che cosa stava provando e cosa avevano portato alla mente quelle parole. Fu lui a parlare: <> <> disse alzandosi in piedi, e poi volgendo lo sguardo a sua nonna <> Sophie sobbalzò sulla sedia, come colpita in pieno da quelle parole. <> urlò con le lacrime agli occhi <> Corse via come un fulmine. La sentirono uscire pochi istanti dopo dal portone principale. <>, disse Françoise sospirando e abbassando lo sguardo <> <>, disse Sophie <> la donna si prese la testa fra le mani, massaggiandosi le tempie <> <> <> Sophie alzò la testa e la guardò con un debole sorriso <> <>, rispose Françoise accennando un sorriso. <> continuò Sophie <>  <>, disse Gilmour guardando la donna quasi con compassione <> <>, rispose Sophie alzandosi e andando ad affacciarsi davanti a una finestra <> <>, disse Joe incrociandosi le mani davanti alla bocca <> Sophie sospirò e si volse verso Joe con uno sguardo malinconico. <> <> scosse la testa Sophie <> <>, chiese Gilmour incuriosito. <> <> <> continuò Sophie <> <>, chiese Joe perplesso. <> disse Sophie ritornando a sedersi al tavolo e incrociando le braccia sopra la tovaglia <> <> disse Françoise facendo una smorfia di disgusto. <> disse Joe <> <>, si chiese Gilmour ad alta voce, lisciandosi la barba con la mano. <>, disse Sophie <>   PARTE IX   <> Marc guardava Jasmine da dietro la porta della sua casa. <> Marc la guardò ancora meno convinto, ma poi la fece entrare. Si diresse verso il soggiorno, dove un televisore era acceso. C'era un forte odore di fumo di sigaretta dentro e il fumo aveva creato una specie di nebbia nella stanza. Su un tavolo in mezzo alla stanza erano posate alcune lattine di birra vuote. Marc si sedette su un divano e prese in bocca un'altra sigaretta. Anzi, a guardarlo bene, Jasmine si accorse che era uno spinello. <>, chiese Marc senza nemmeno togliere lo sguardo dal televisore e tirando una profonda boccata. <>, disse Jasmine stringendosi nelle spalle. <> <> <>, disse Marc riservandole finalmente un po' di attenzione. <> Marc la guardò poco convinto: <> <> <> <>, disse Marc vedendo sbucare suo padre da una porta. <>, chiese Jasmine guardando l'uomo perplessa. Era vestito in modo piuttosto trasandato, con le maniche della camicia tirate su e la barba di molti giorni. <>, disse lui andando al frigo e aprendolo <> Il ragazzo non lo degnò nemmeno di una risposta. Il padre chiuse il frigo: <> Prese delle chiavi posate sul tavolo, si mise una giacca appesa accanto alla porta e uscì. <> chiese Jasmine dopo un po' <> <>, disse tirando un'altra profonda boccata, e poi, porgendole lo spinello <> La ragazza scosse la testa con veemenza. Marc sogghignò: <> Jasmine non rispose. Marc spense lo spinello in un posacenere pieno di cicche e si alzò, camminando verso di lei e avvicinandosele sempre di più.  Jasmine indietreggiò deglutendo: <> Lui sogghignò ancora di più: <> Lei sgranò gli occhi terrorizzata da quelle parole, indietreggiando ancora, fino a trovare il muro dietro di lei.  Marc la raggiunse e cominciò a disegnarle il profilo del viso suo con un dito: <> Jasmine chiuse gli occhi, cominciando a tremare. Questo sembrò eccitarlo ancora di più. Infilò le sue mani sotto il maglione di Jasmine e cominciò a baciarla sul collo. <> Lui la ignorò e Jasmine cominciò a sentire le lacrime riempirle gli occhi... poi se lo sentì come strappare via di dosso e successivamente un gran tonfo e un rumore fortissimo di cose che cadevano. Aprì gli occhi. Marc era a terra, col naso sanguinante: <>, urlò rivolto a Joe che lo stava guardando dall'alto in basso. Joe, in tutta risposta, lo raccolse da terra con un braccio solo e lo tenne per il bavero, attaccandolo a una parete con i piedi sospesi da terra, come se fosse stato un pupazzo di pezza, e minacciando di dargli un altro cazzotto con l'altro braccio: <>, gli disse gelidamente. Poi lo lasciò cadere pesantemente a terra e si volse verso Jasmine per invitarla ad andare via, porgendole semplicemente la mano. Jasmine fece un passo verso di lui, ma poi si fermò con lo sguardo pieno di terrore: <> Marc sbattè un grosso e pesante attizzatoio di ferro preso dal caminetto addosso alla schiena di Joe. Quest'ultimo non fece nemmeno una piega. Si limitò a voltarsi e a guardarlo con uno sguardo gelido. Marc indietreggiò terrorizzato col pezzo di ferro in mano, inciampando su un qualcosa caduto in terra e cadendo: <> Joe non rispose. Prese Jasmine per una mano e la portò fuori dalla casa sotto gli occhi increduli di Marc. Marc rimase seduto a terra a lungo, tremando come una foglia e chiedendosi come fosse possibile che non avesse fatto niente a quell'uomo neanche con quel pezzo di ferro che lui teneva a stento in mano tanto era pesante. Dopo circa un quarto d'ora Vincent rientrò a casa con un sacchetto pieno di birra in mano. Guardò perplesso la scena che si ritrovò di fronte, le cose cadute per terra e il figlio seduto sul pavimento, con l'attizzatoio in mano, il naso sanguinante e lo sguardo terrorizzato. <> Marc si voltò appena verso di lui: <> Vincent sogghignò, lisciandosi il mento con la mano: <>   PARTE X   Joe riaccompagnò Jasmine a casa. Durante tutto il tragitto che avevano fatto a piedi lei se ne era stata zitta, con lo sguardo basso per terra. Joe aveva preferito non infierire. La ragazza doveva essere piuttosto scossa. Arrivarono a casa. Trovarono gli altri tre che li aspettavano nel salone.  Sophie si alzò in piedi: <> Jasmine alzò lo sguardo verso sua nonna, con gli occhi pieni di lacrime. Sembrò incerta per un attimo, poi corse verso di lei, buttandosi tra le sue braccia: <> La donna abbracciò forte la nipote: <> Jasmine si scostò leggermente dalla nonna, guardandola sorpresa: <> Sophie guardò i suoi ospiti incerta su cosa dire.  Françoise si avvicinò a loro due con Ivan fra le braccia: <> <>, chiese Jasmine perplessa. <>, disse Joe chiudendo gli occhi e abbassando lo sguardo. Jasmine si voltò verso Françoise, guardando Ivan incredula: <> <>, rispose Gilmour <> Jasmine era senza parole per quanto era incredula. <>, disse Ivan rivolgendole la parola. <>, disse Jasmine. Sophie guardò la nipote con uno sguardo tenero: <> Jasmine annuì, poi si voltò verso gli altri, accanto ai quali si era aggiunto anche Joe: <> <>, le rispose lei sorridendo. Jasmine si rivolse poi a Sophie: <> <> Jasmine annuì e poi si rivolse nuovamente a Françoise: <> Françoise sembrò sorpresa inizialmente, ma poi annuì: <> <>, le disse Joe. Françoise dette Ivan al ragazzo e poi si avviò insieme a Jasmine verso la camera di lei. <>, disse Sophie <> <>, disse Gilmour <> Françoise uscì dalla stanza di Jasmine un'oretta più tardi. Scese le scale e trovò Joe sdraiato su uno dei divani con Ivan appoggiato sul petto, addormentato anche lui. Pensò di svegliare Joe, ma esitò. Si mise a sedere su una della poltrone, restandoli a guardare dormire con uno sguardo colmo di dolcezza e un lieve sorriso sul volto. Dopo un po' di tempo Gilmour e Sophie entrarono nel salone. <>, chiese Gilmour alla ragazza. <>, fece segno lei indicando i due sdraiati sul divano. Ma era troppo tardi. Joe aprì gli occhi e si guardò intorno. Sorrise quando vide Françoise seduta lì vicino a lui. Lei ricambiò il sorriso.  <>, disse il professore imbarazzato. <>, disse Joe sorridendo e mettendosi a sedere <> <>, chiese Françoise a Sophie e al professore. <>, disse Sophie <> <>, disse Gilmour sorridendo <> Il ragazzo porse Ivan al professore con molta cura: <> disse. Poi si rivolse a Françoise <> <>, gli rispose. <>, disse Sophie <> Entrambi si diressero lungo le scale, sotto gli sguardi di Gilmour e Françoise. <>, chiese Gilmour dopo che Sophie e Joe furono scomparsi nelle loro camere. La ragazza si volse verso il professore: <> <>, le chiese lui aggrottando la fronte. Lei guardò il professore con uno sguardo perplesso: <> <> disse lui sedendosi su un divano con Ivan in braccio <> Lei annuì e si sedette accanto a lui: <> <> Françoise sembrò pensarci un po', guardando il fuoco quasi a cercarvi dentro le parole. Poi si rivolse verso il professore sorridendo: <> Gilmour la guardò con un'espressione poco convinta. Ma poi accennò un sorriso e si alzò: <> <> Gilmour si diresse verso le scale. Françoise si alzò e lo guardò andare via, mordendosi il labbro inferiore. Forse avrebbe dovuto dirglielo. Forse, anzi, sicuramente era l'unico che poteva toglierle quel dubbio. <> Gilmour si voltò verso di lei: <> Françoise lo guardò esitante. Fu per dire qualcosa, ma poi... "No, non è possibile..." scosse la testa. Gilmour restò a guardarla un attimo. Poi riprese il suo cammino verso la sua camera. Salutò Gilmour con un cenno del capo quand'egli arrivò alla sua stanza. Quindi entrò nella camera di lei e di Joe. Lo trovò già addormentato nel letto. Doveva essere veramente molto stanco, perché si era addormentato con la luce accesa. Cosa che lui non faceva mai.  Si spogliò e gli si infilò accanto, rivolta verso di lui. Joe non si svegliò, ma per qualche strano motivo dovette accorgersi di lei, perché le si avvicinò e la abbracciò. Françoise restò a guardarlo a lungo, fino a quando si addormentò. Si risvegliarono quasi insieme, l'uno nelle braccia dell'altro. <>, le disse lui sorridendo teneramente. <> <> <>, disse lei sorridendo. <>, chiese lui facendo finta di essere serio. Françoise rise e gli dette un leggero colpo sullo stomaco: <> <>, disse lui ridendo. Fece poi per sporgersi verso di lei e baciarla, ma lei distolse il viso all'ultimo secondo guardando sopra di loro. Anche Joe alzò gli occhi e vide Ivan galleggiare con la sua culla per aria. <>, disse il bambino. <>, esclamarono entrambi.  <>, chiese Joe mettendosi a sedere sul letto. <>   PARTE XI   Joe e Françoise furono in pochi minuti alla casa di Vincent. Joe abbatté la porta di casa con un calcio ed entrò. Sembrava non esserci nessuno. <<003...>> Joe esitò un attimo. Non la chiamava così da tanto tempo. Non avrebbe più voluto farlo in vita sua. Ma la situazione di battaglia aveva richiamato a galla una vecchia e consolidata abitudine. <>, disse lei con uno sguardo malinconico, intuendo quello che le stava chiedendo. Anche lei avrebbe voluto non sentirsi più chiamare in quel modo. <>, le disse con un'espressione conciliante e una specie di sorriso triste disegnato sul volto. <>, lo rassicurò sorridendo <> Françoise lo guidò a una scala che portava a un piano sotterraneo della casa. Scesero le scale e arrivarono in una stanza completamente oscura.  <>, urlò Françoise. Un raggio laser partì verso di loro. Joe fece appena in tempo ad attivare l'acceleratore e a portare al sicuro entrambi. <> Una luce si accese illuminando un ampio stanzone laboratorio. Un uomo, probabilmente colui che aveva appena parlato, li guardava da dietro una specie di console.  Gilmour era legato a un palo vicino a lui, impossibilitato a muoversi: <> <>, gli urlò Joe. <> <>, disse Joe sgranando gli occhi. Vincent armeggiò con alcuni tasti della console e qualcosa si mosse lì vicino. <>, disse Françoise. <> <>, le disse Joe. <> <> Si voltò verso di lei, cercando i suoi occhi. Lei lo guardò un attimo, incerta se obbedire o meno. <> disse <> Joe annuì e le sorrise. Lei fece per allontanarsi.  <> <>, disse lei voltandosi. <> Lei aprì leggermente la bocca, sorpresa. Si riavvicinò a lui e lo baciò per un istante sulla bocca: <>, poi si allontanò da lui.  Intanto quel "qualcosa di gigantesco" si era cominciato ad avvicinare a lui. <>, disse Vincent sogghignando <> La cosa uscì dall'oscurità: era una specie di robot di forma antropomorfa, ma piuttosto sproporzionato, con gambe molto corte rispetto al gigantesco corpo e alle braccia. <> chiese Joe esterefatto. <> <>, gli urlò Gilmour <> <> Detto questo schiacciò un pulsante e il robot sembrò attivarsi del tutto. Guardò Joe e poi cercò di schiacciarlo con una mano. Joe la evitò per un pelo. <>, disse Vincent schiacciando un altro pulsante. Dal corpo del robot si attivò un forte campo di forza. Joe ne fu investito in pieno e schiacciato a terra. A quel punto il robot ripartì all'attacco e stavolta prese Joe nella sua mano e cominciò a stritolarlo. Joe urlò dal dolore. <> disse Gilmour impietrito. <>, disse Vincent con il fuoco negli occhi. Il robot continuò nella sua opera. Lanciò Joe contro una parete. Tanto forte da causare crepe attorno al punto in cui Joe era atterrato. Quest'ultimo cadde pesantemente a terra. Il robot si riavvicinò a lui e lo riprese in mano, continuando a stritolarlo. Vincent era euforico nel vedere la sua creatura avere la meglio sul piccolo cyborg: <> In quel momento gli arrivò una spallata che gli fece perdere l'equilibrio e gli fece sbattere la testa contro uno spigolo. La botta lo uccise sul colpo <>, disse Gilmour sgranando gli occhi <> <> disse Françoise cominciando ad armeggiare con la console. Ma la cosa non si fermava e continuava a stritolare Joe sempre più forte, facendolo urlare dal dolore sempre di più ogni secondo che passava . Françoise stava continuando a premere pulsanti su pulsanti, ma non funzionava: <>. Sbatté violentemente i pugni sulla console, ma questo ebbe l'unico effetto di attirare l'attenzione del robot verso di lei. La cosa voltò la testa verso di lei e lasciò cadere Joe a terra, ormai privo di sensi. Allungò la sua mano verso la ragazza, impietrita e incapace di muoversi. <>, gli urlò Gilmour. Ma fu del tutto inutile. Il robot prese Françoise e cominciò a farle lo stesso trattamento che aveva riservato a Joe poco prima. La ragazza cominciò a urlare. Gilmour distolse gli occhi. Françoise non sarebbe mai riuscita a resistere a una stretta del genere come era riuscito Joe. Le urla di dolore di Françoise continuarono per qualche secondo... poi si fermarono improvvisamente.  "E' morta..." Gilmour riaprì gli occhi: <> Il piccolo cyborg era apparso davanti al robot e l'aveva indotto ad allentare la presa. Françoise aprì gli occhi appena in tempo per vedere Ivan agire telepaticamente sul robot, poi perse i sensi anche lei. Joe si riprese in quel momento. Alzò gli occhi e si sentì perduto: <> Poi vide Ivan. Il robot stava cominciando a fumare. Ivan gli stava facendo andare in corto circuito i meccanismi. La sua presa su Françoise si allentava sempre di più, fino a quando non gli scivolò via di mano. Joe attivò l'acceleratore e la afferrò prima che cadesse per terra. <> Il robot smise di funzionare, fermandosi del tutto. Ivan finì l'opera slegando il professore con la telecinesi. Gilmour si precipitò dai due ragazzi. Joe stava continuando a cercare di svegliarla: <> Le lacrime cominciarono a scendergli dagli occhi: <> Gilmour si inginocchiò vicino a loro. Joe non sembrò nemmeno accorgersi di lui. Lo guardò sentendosi impotente, come non si era mai sentito in vita sua. Anche Ivan se ne stava sospeso in aria senza dire una parola. <> Il ragazzo guardò Françoise incerto se credere a quello che aveva sentito. Quando vide che aveva aperto gli occhi la sua espressione si tramutò in felicità: <> La abbracciò forte a sé: <> Allentò l'abbraccio e la guardò in volto, sorridendole. Lei gli mise una mano su una guancia, ricambiando il sorriso. Anche Gilmour stava sorridendo commosso. A quel punto Françoise contrasse il viso in una smorfia di dolore e si portò una mano al ventre. <>, disse Joe riprendendo un'espressione preoccupata. <>, disse Gilmour senza sembrare troppo sorpreso <> <> In pochi secondi si ritrovarono a casa di Sophie. La donna e Jasmine sbiancarono vedendo com'erano conciati i due cyborgs. <> disse Gilmour <> <>  <>, disse Gilmour. Joe obbedì. La portò immediatamente nella loro stanza e la posò delicatamente sul letto, mentre lei continuava a fare smorfie di dolore e a tenersi una mano sul ventre.  Gilmour lo aveva seguito, con una borsa dove teneva i suoi attrezzi: <> Joe guardò il professore incerto, poi Françoise. Non sarebbe voluto andarsene. Sarebbe voluto rimanere lì con lei. Ma, a malincuore, capì che era meglio lasciare la stanza. Si voltò e aprì la porta <> La voce di Françoise gli arrivò. Si voltò verso di lei e la guardò.  Cercò di sorriderle: <> Lei ricambiò il sorriso, ma una fitta di dolore le fece fare di nuovo una smorfia. <> lo apostrofò Gilmour <> Joe sembrò esitare, ma alla fine annuì: <> Quando il ragazzo fu uscito dalla camera, Gilmour si voltò con uno sguardo preoccupato. Si avvicinò a lei e le posò una mano su quella che lei continuava a tenere sul  ventre e una sulla fronte, guardandola come un padre una figlia. Avrebbe voluto chiederle una cosa, ma si rendeva conto che non c'era tempo da perdere. Joe, uscito dalla stanza, si appoggiò pesantemente alla porta e si portò una mano alla fronte. Solo allora si accorse di avere una mano sporca di sangue.   EPILOGO    Come aveva intuito Gilmour, non ci volle molto per rimettere in sesto Joe. Il ragazzo stava aspettando seduto su un divano del salone, guardando continuamente verso la porta della loro stanza, dove era andata anche Sophie. Ivan si era addormentato nella sua culla, ma il suo sonno era agitato, nonostante la stanchezza che doveva avere addosso. Jasmine era seduta sull'altro divano e guardava Joe. <>, gli disse improvvisamente. Joe la guardò: <> Jasmine abbassò lo sguardo a terra: <> Joe trovò la forza per sorriderle: <> Joe si mise la testa fra le mani <> Sentì una porta aprirsi e alzò lo sguardo. Finalmente Gilmour uscì dalla stanza. Joe si alzò e lo guardò ansioso, ma lo sguardo che aveva il professore non gli piacque per niente.  Gilmour scese lentamente le scale, mentre Joe gli andava incontro: <> Gilmour lo guardò con un'espressione indecifrabile: <> La faccia di Joe si distese in un'espressione di sollievo. Il professore si sedette su una poltrona e trasse un lungo sospiro. <> disse Gilmour <> Joe lo guardò perplesso, ma obbedì: <> Il professore guardò Jasmine, la quale capì di essere di troppo: <>  Quando la ragazza fu uscita dalla stanza, Gilmour guardò Joe in faccia: <> il professore si fermò, come se stesse cercando di tirare fuori le parole dal suo cervello. <> Gilmour guardò Joe perplesso, poi annuì: <> Joe lo guardò ancora più perplesso di prima, senza realizzare bene quello che il professore gli aveva appena detto. Si alzò dal divano e cominciò a camminare per la stanza, senza meta, per qualche secondo. Si fermò e guardò Gilmour con uno sguardo di pietra: <> Gilmour chiuse gli occhi e li abbassò: <> <> Gilmour si alzò in piedi e si diresse verso Joe. Gli mise le mani sulle braccia, in una specie di abbraccio: <> <>, disse Joe sempre più confuso. <> Gilmour guardò Joe cercando un po' di convinzione nel suo sguardo. Il ragazzo sospirò, riflettendo un attimo. Poi distese finalmente i lineamenti del suo volto in un'espressione più rilassata. <>, gli disse Gilmour accennando un lieve sorriso <> <> Gimour gli sorrise e lo lasciò andare.  Joe salì di corsa le scale ed entrò nella stanza. Sophie, vedendolo, si alzò dalla sedia che aveva posto accanto al letto e lasciò la camera. Joe guardò Françoise. Sembrava addormentata. Era sdraiata sul letto, con le coperte tirate su. Joe si avvicinò al letto e si sedette sul bordo, delicatamente. Lei aprì gli occhi e gli sorrise appena. <>, le chiese prendendole una mano e stringendola, e accarezzandole dolcemente la testa con l'altra. <>, disse lei cambiando espressione. Gli occhi le cominciarono a inumidirsi Lui le pose un dito sulle labbra: <> <> <> le disse appena sussurrando <> Lei lo guardò, dicendogli di andare avanti con gli occhi. Joe esitò un momento, poi le chiese: <> <> si fermò facendo una piccola smorfia con la bocca <> Le lacrime cominciarono a scivolarle lentamente lungo le guance. Lui gliele asciugò con le dita, sorridendo dolcemente, e si piegò su di lei per baciarle la fronte, spostandole delicatamente i capelli. <>, chiese Françoise quando lui si fu scostato appena <> Joe le accarezzò i capelli: <> Lei accennò un sorriso e si mise su un fianco rivolta verso di lui: <> Lui le sorrise dolcemente: <> Si alzò e si portò dall'altra parte del letto, sdraiandosi accanto a lei e abbracciandola delicatamente. Fuori era cominciato a nevicare. Joe osservava il colore bianco della neve e pensava che quello doveva essere il colore dei sentimenti che due genitori provavano verso un figlio.  Non il rosso delle rose, il colore dell'amore che provava verso la donna che stringeva fra le sue braccia; non il nero della pece; il colore dell'odio che aveva provato per chi lo aveva trasformato in un cyborg. Il bianco della neve, il bianco puro della neve.   F I N E Torna alla sezione Fanfictions