UN'OMBRA DAL PASSATO di Nebbulit (nebbulit@virgilio.it) PROLOGO   Quando la sagoma della ragazza iniziò ad essere visibile Joe cominciò a diventare nervoso. Mille domande gli vorticavano in testa, ma non sapeva se poteva esprimerle.  “Ciao Joe.”- gli disse la voce delicata di lei, mandando in frantumi i suoi buoni propositi.  “Si può sapere dove sei stata 003?”- chiese con voce leggermente alterata –“ E’ tardi e ci siamo preoccupati!”  la ragazza guardò l’orologio e poi il giovane biondo di fronte a lei. Se solo fosse stata un’altra persona. Se solo non fosse stato Joe. Il suo amato Joe.  “E’solo mezzanotte, Joe. E poi so cavarmela da sola,no?”- gli rispose sorpassandolo, ma non vi riusci perché lui la prese per un braccio.  Joe non ce la faceva più, di solito non reagiva così ma Françoise era qualcosa che non riusciva a controllare, ogni volta che cercava di dimenticarla se la ritrovava da vanti che camminava come se stesse danzando.  “Sei stata con lui, vero?”- disse semplicemente guardandola negli occhi.  Per un attimo Françoise vi trovo qualcosa che non pensava potesse esserci in quegli occhi tanto freddi e lontani, aperti su mondi sconosciuti che solo lui poteva vedere.  La ragazza chinò la testa: “ Si Joe. Sono stata con lui……….”  La presa di Joe divenne più forte.  “Perché?”  “009, lasciami mi fai male!” la rabbia della ragazza esplose. Poteva sopportare tutto ma quel continuo tira e molla con quel ragazzo era veramente troppo. Lei amava sinceramente Joe ma lui era sempre cos’ ambiguo e imprescrutabile.  “ Vuoi sapere perché l’ho fatto? Volevo sentirmi amata,desiderata! Pensi sul serio che anche se sono un cyborg non provo emozioni? Non sono soltanto una bambolina che deve combattere ma è anche piuttosto inutile!”- urlò liberandosi e correndo dentro casa.  Joe rimase sulla porta guardando la ragazza scomparire dentro casa. Come poteva farle quello? Come poteva non capire che la amava?  “Perdonami, Françoise ma non posso permettermi di sbagliare………”  La sua mente ritornò agli anni in cui era ancora un essere umano e amava Miyuki,e a quando ormai cyborg l’aveva ritrovata capendo però che non sarebbe mai stata sua.   Françoise stava ripensando al passato, ai tanti momenti che aveva passato quando ancora nelle sue vene scorreva del sangue vero e lo poteva sentire mentre danzava. Le arabesque,i fouettés, le posizioni ripetute fino alla nausea … tutto ciò che restava a testimoniare il suo grande amore per la danza erano quel paio di scarpette e il tutù che aveva indossato alla sua ultima rappresentazione: Il lago dei cigni.  Due giorni dopo era morta .  Prima non aveva pensato seriamente all’amore: aveva avuto varie storie ma nessuna era importante, nessuna l’aveva fatta stare male come quella che stava vivendo con Joe. A dirla tutta poi non era neanche una storia: lui era sempre ambiguo, a volte la trattava come se stessero insieme, al riempiva di attenzioni; ma altre volte era come se lei non esistesse… come se quel bacio non ci fosse mai stato.  Il bacio.  Quell’episodio riempiva continuamente i pensieri di Françoise e non poteva fare a meno di frastornarla ogni volta che lo vedeva.  La prima volta che si erano baciati era stato pochi mesi prima: lei era rimasta ferita ma nella semi-incoscienza aveva sentito il tocco delicato di labbra sulle sue.Apri gli occhi si era trovato davanti l’unica persona che amasse veramente. Avevano continuato a baciarsi sino a quando non avevano sentito la porta aprirsi. Per fortuna il dottore e gi altri non li avevano visti!  Françoise aveva fantasticato a lungo su un possibile bacio con Joe e tutto era stato perfetto, ma non si sarebbe mai sognata che lui la sera stessa cambiasse completamente e si comportasse come se nulla fosse accaduto!  Joe era un enigma, a dire al verità. Era come uno di quegli indovinelli che non capisci neanche come uno li possa aver pensato.  Era come vivere con Odette e Odille !  Probabilmente era solo per quello che aveva accettato la corte di quel ragazzo. Lo aveva assecondato perché le era piaciuto sentirsi di nuovo attraente. Lui l’aveva corteggiata e lei si era illusa per un attimo di essere come qualsiasi altra ragazza della sua età. Ma quella sensazione era durata poco, un attimo di una vita non sua.  Ed era ritornata alla base dal ragazza che amava.  “e chi lo ha detto che i cyborg non hanno emozioni?”- sospiro tra se mentre si preparava per al notte.    Anche Joe stava ripensando a quel bacio, chiedendosi per l’ennesima volta perché non era riuscito a resistere….  “Quanto sono scemo alle volte! “-disse a mezzavoce  “Su questo niente da eccepire,amico mio eppure mi dispiace vederti ridotto in questo stato!”-rise da dietro le sue spalle 002, il suo migliore amico.  “Jet, non dovresti essere a fare la nanna a quest’ora? Oppure a vederti il tuo amato football americano in tv!”-gli rispose seccato Joe, non gli andava di farsi vedere in quello stato da Jet, anche perché si sentiva in colpa verso di lui, non avendogli mai raccontato nulla dei suoi sentimenti verso Françoise.  Jet non se la prese, era abituato al carattere dell’amico anche perché era molto simile al suo: “ Ehi calmati, vorrei ricordarti che anche tu sei americano per metà,buddy!”  “Non ricordarmelo.Anche se devo ammettere che le vostre cheerleder non sono niente male!”- finalmente anche 009 riuscì a scherzare:-“Almeno non ti creano problemi!”  002 si sedette accanto a lui e fissò davanti a se:” Perché chi è quella ragazza di turbare un teppista come te? Una delle cose ancora belle della vita da cyborg è che non ci hanno tolto le ragazze”  Joe sospirò, non sapendo cosa fare: dire o no a Jet che stava oltrepassando i limiti che si era imposto sin da quando era ragazzino. Mai creare legami sentimentali troppo forti… ti rendono debole, come era successo con Miyuki.  “Hai presente quella ragazza che abbiamo aiutato tempo fa, quella che conoscevo?”.chiese prima vago per sondare il terreno.  Jet lo guardò perplesso: “ Se ti riferisci a quando avevi tanta sabbia in corpo da sembrare una maracas si. Se non sbaglio stavate insieme una volta”  Joe annuì.” Si ma mi lasciò e io feci di tutto per dimenticarla… ma poi me la sono ritrovata davanti, in difficoltà e non ho potuto fare a meno di aiutarla. Ma lei ama un altro.”  Jet scoppiò a ridere: “Joe non mi dirai che è per questo che te ne stai qua seduto da due ore con un muso lungo fino ai piedi! Sono un cyborg, non sono scemo! Io direi che l tuo problema è un’adorabile biondina, francese, ballerina e che tu stranamente hai aspettato qui tutta la sera e che hai quasi aggredito quando hai avuto conferma ai tuoi timori”  “Cosa? Bell’amico che sei! Mi stavi spiando!”  “Senti chi parla. Preferisti stare qui a crogiolarti nei tuoi pensieri e facendo il cascamorto con tutte che non fare l’uomo e dire a 003 che ti sei innamorato di lei!”  Joe si alzò di scatto: “Io non sono innamorato! E’ solo una bella ragazza! Ma io sono un cyborg, i cyborg non possono amare, soprattutto non possono amare degli altri cyborg!”  002 trattenne a stento una risata:” Bel discorso Joe… quindi tu non sei innamorato, va bene, ho capito. Quindi per te non è problema se io ho detto al dottore che il tuo compagno per la missione sarà 003?”  “Certo che no.”  jet si alzò e rientrò dentro casa, trascinando l’amico con se: “ Sbrigati, il dottore vuole parlare a tutti e due. Vi illustrerà lui la missione. Bon voyage!”. E sparì dopo aver gettato Joe nello studio di Gilmoor.  Françoise era davanti al dottore, ancora vestita come quando era tornata.  “Finalmente sei arrivato Joe, mi stavo proprio chiedendo dove ti fossi cacciato. Comunque ora sedetevi, devo illustravi la vostra prossima missione.  Nella sala si spensero le luci.  Ai due ragazzi sembrava che la luce avesse inghiottito anche i rumori, sentivano solamente di essere l’uno vicino all’altra. Come poco prima.  Per fortuna la voce del dottore ruppe il silenzio, facendoli concentrare sulla missione.  “Boris Petrovich è attualmente uno degli uomini più potenti e ricchi del mondo. Il suo capitale è stimato all’incirca 160 millioni di dollari, più vari fondi coperti di cui non si sa nulla. Ufficialmente possiede numerosi casinò, di cui uno a Montecarlo, tre a Las Vegas e sta per aprirne uno anche nell’Europa centro settentrionale. Ci risulta però che stia trattando anche con l’organizzazione dei fantasmi neri per armi nucleari. Il vostro compito, miei cari 009 e 003. è quello di conoscere Petrovich e riuscire a debellare questa pericolosa amicizia”  un po’ di lavoro è proprio quello che ci vuole per distrarmi. Anche se starò con Françoise avremmo altro di cui preoccuparci che non il nostro…legame. Pensò 009.Ma allora perché Jet era così vago?  “Dottore scusi ma dove e come potremmo incontrare Questo Boris?!”-chiese Françoise  Il dottore le rivolse un grande sorriso: “Per questo ho pensato a te 003. Petrovich si trova a Parigi ed è un grande amante del balletto. Dal momento che tu sei francese e sai muoverti all’interno dell’Opera ti ho fatta ingaggiare per il Lago dei Cigni, l’opera preferita dal vostro sospettato.Spesso Petrovich intrattiene le ballerine e dopo ogni prima teatrale invita la prima ballerina nella sua megavilla.Il tuo compito sarà quindi quello di , ecco come posso dire, sedurlo, e riuscire a capire più informazioni possibili. Joe sarà il tuo agente. Quando avrete localizzato l’organizzazione ci contatterete e verremo ad aiutarvi. Ora andatevi a preparare.. il vostro aereo parte tra un’ora”.    BONJOUR PARIS   I due ragazzi salirono sull’aereo poco più di un’ora dopo la riunione con Gilmoor. Tutto sembrava perfetto agli occhi di Françoise: lei e Joe viaggiavano in prima classe cos’ il viaggio, anche se molto lungo, non pesò ne a lei ne al suo amico. Anche Joe era stranamente sereno, aveva deciso infatti non di preoccuparsi di quello che sarebbe potuto accadere durante quella missione, l’unica cosa da fare era concentrarsi sul lavoro, anche 002 glielo aveva detto.  “Hai mai ballato il lago dei Cigni?”- si trattenne a stento dal chiamarla 003, ormai era sua abitudine non chiamarla mai per nome per mantenere una certa distanza.  Gli occhi della ragazza si illuminarono dapprima ma poi si oscurarono :  “Si. La prima volta che l’ho ballato è stata anche l’ultima volta che mi sono esibita.”  Joe si maledisse per la propria sbadataggine… certo che fortuna però, di tanti balletti proprio quello doveva essere stato l’ultimo.  “Io l’ultima cosa che ho fatto è stato un rally… vedi non siamo poi tanto diversi io e te”- cercò di sdrammatizzare, notando che Françoise si era rattristata.  La sua battuta riuscì infatti a strappare un sorriso alla ragazza, che dopo poco gli chiese:  “sei mai stato a Parigi? Non mi sembra vero di poterci tornare come ballerina. L’Opera è fantastico, ti piacerà sicuramente!”  Joe sorrise: Françoise era bellissima quando si infervorava così. Amava molto il suo paese natale e di questo era invidioso, come lo era anche dei suoi compagni che non si vergognavano della propria razza, al contrario suo.  “No, non ci sono mai andato. Sono stato al rally di Montecarlo, ma ero troppo occupato per visitare anche Parigi. Tra un lavoro e un altro troverai il tempo di farmela visitare, vero? Una città vista con gli occhi di un suo abitante è completamente diversa.”  Trovare il tempo? Ma se non aspetto altro che stare un po’ con te come due ragazzi normali- pensò la ragazza che si limitò a dire. “ Certo. Però devi dirmi dove preferisci andare….. non vorrei farti fare il solito giro da “turista”!”  Quando arrivò la notte Françoise si addormentò per prima,ma fece in tempo a sentire la mano di Joe che le faceva poggiare la testa sulla sua spalla,e le sussurrava: “Buona notte,003” 009 non riuscì ad impedirsi quel piccolo gesto di affetto, anche perché sicuro che la sua compagna stesse dormendo.  Prima di addormentarsi anche lui il suo pensiero andò a tutta quella situazione: si sarebbe trovato nella città più romantica del mondo, circondato da coppiette felici e con la ragazza di cui era innamorato. Tutto questo però non doveva significare niente, se lo ripeté decine di volte: lui era un cyborg, inoltre non era certo la sua prima esperienza.. perché non riusciva a scacciare l’immagine di quel bacio che lui le aveva dato? Nonostante tutto non rimpiangeva di averlo fatto, anzi, ma sarebbe stato meglio se quella storia fosse finita lì: invece 003 gli era entrata nella mente e nel cuore.   Finalmente la mattina dopo atterrarono all’aeroporto e trovarono una lussuosa limousine nera ad attenderli fuori. “Molto lieti di conoscerla, signorina Arnou. Il direttore le porge i suoi saluti e chiede di vedere il più presto possibile lei e il signor Shimamura per accordarvi sugli ultimi dettagli.”-disse loro un compunto autista in livrea nera.  “Si, lo incontreremo subito. Ora però siamo molto stanchi. Potrebbe portarci in albergo e riferire al signor Lacroix che saremmo lieti di vederlo questo pomeriggio”-rispose Joe. Dovevano ricaricarsi un po’, inoltre era necessario studiare prima la posizione loro e del loro albergo.  Mentre la macchina sfrecciava per le strade della capitale francese Françoise guardava estasiata fuori dal finestrino, come riconoscendo ogni vicolo che sorpassavano, ma quasi si senti male : si trovavano nel quartiere di Montmartre dove lei stessa viveva con la sua amica Jill quando lavorava all’Opèra. Joe si accorse che qualcosa non andava ma preferì non approfondire: dopo tutto se lei non aveva voglia di confidarsi con lui non era obbligata di certo!  003 invece restò ferita dall’allontanamento di Joe. Perché quel ragazzo cambiava di momento in momento? Sull’aereo era stato fantastico viaggiare con lui, ma se si fosse comportato così anche per i giorni a seguire si prospettava un inferno.  Per distrarsi fu ben lieta di chiacchierare un po’ con il direttore dell’albergo che, ricordava bene, era un noto dongiovanni con la passione per le ballerine. Sia lei che Jill si erano sempre tenute lontane, ma doveva riconoscere che quell’uomo era veramente simpatico.  “Il suo impresario non è stato molto chiaro nella prenotazione, così ho pensato che staresti state bene nella suite all’ultimo piano: ognuno avrà come un piccolo appartamento, ma avrete luoghi comuni dove poter valutare i vostro lavoro. Spero che il nostro soggiorno qui le sia piacevole, Madame.” 009 non sapeva se essere felice o meno del fatto che avrebbe dovuto vivere a stretto contatto con françoise senza il timore che qualcuno degli altri cyborg li scoprisse: probabilmente avrebbe dovuto far leva su tutta la sua forza interiore per riuscire a restare calmo e distaccato.  La suite era meraviglioso: sembrava di essere in un teatro, eppure era come conoscere quel luogo da sempre.  “Che meraviglia!”-esclamò rapita la ragazza entrando: “Guarda che vista! Tu quale camera preferisci Joe?”  “Fa lo stesso. Comunque ora raccontami un po’ la trama di questo balletto, non credo di ricordarmela.”  Françoise si sedette compunta sulla poltroncina di broccato rosso: “Odette è una giovane principessa che è stata trasformata dal mago Rothbart in cigno con alcune sue amiche. Solo di notte le ragazze riacquistano il loro aspetto normale. Una notte il principe del reame Sigfrido, a caccia di cigni, incontra Odette, riconoscibile perché è l’unica con una coroncina in testa, di cui si innamora. Anche Odette si innamora del principe ma gli spiega subito che sia lei che le sue compagne sono vittime del maleficio e che solo un amore puro la può salvare: se qualcuno l’ama e le sarà fedele l’incantesimo si scioglierà. Sigrififo dichiara subito di amarla e che le sarà fedele per sempre, ma ormai è l’alba e Odette ritorna ad essere cigno. Questo è la fine del secondo atto. L’azione nel terzo atto si svolge nel palazzo reale dove si festeggia il compleanno del principe. A Sigfrido vengono presentate sei ragazze dalla madre di lui e deve sceglierne una in sposa. Il giovane però ha sempre nel cuore Odette e lo dice alla madre.”  Praticamente questo ha il mio stesso problema- non riuscì a trattenersi dal pensare Joe.  “A un tratto però viene annunciato l’arrivo del barone Rothbart ( il mago che aveva trasformato Odette), accompagnato da sua figlia Odille. Odille ha le medesime sembianze di Odette, anche se vestita di nero, e per questo Sigrifido la scambia per la principessa-cigno. Lo scopo di Rothbart è proprio quello di far innamorare Sigfrido di un’altra a sua insaputa, in modo che l’incantesimo non venga annullato. Il principe continua a danzare con Odille che in alcuni momenti assume atteggiamenti da cigno convincendo sempre più Sigfrido.. A un certo punto torna il tema musicale del lago dei cigni e dietro le vetrate appare una breve visione di Odette piangente che cerca di avvertire Sigfrido. Il giovane però non vede nulla all’infuori della splendida ragazza che gli è accanto, fino a quando il mago gli dice che se vuole sposare sua figlia deve giurarle eterna fedeltà. Sigfido naturalmente non esita un secondo ma alla fine del suo giuramente Rothbart e Odille fuggono sparendo come per magia. Solo a questo punto Sigfrido capisce di essere ingannato e si precipita da Odette. Fine terzo atto.”  “Dura ancora molto?”- chiese Joe a cui quell’intreccio ricordava troppo la sua storia personale e iniziava a deprimerlo.  003 non gli badò neanche, persa nell’incantesimo della storia: “Il quarto atto inizia con le ragazze-cigni che apprendono da Odette che Sigfrido non le stato fedele. Mentre il cielo si rischiara dopo un temporale arriva Sigfrido che chiede perdono per avere inconsapevolmente tradito la principessa. Il finale può essere vario, comunque per questa rappresentazione hanno scelto un finale tragico: Odette e Sigfrido si gettano nel lago, l’incantesimo non si spezza ma loro due rimangono uniti nell’aldila”  alla fine del racconto Joe applaudì per prendere in giro Françoise: “Brava! Io ti assumerei solo per come racconti la storia!”  “Ah.ah ! Voglio proprio sapere cosa c’è di più bello al mondo del lago dei cigni!”-rispose lei  “Io qualche idea ce l’avrei, ma siccome stiamo lavorando e io sono un tipo professionale sorvolare. E ora andiamo a riposare un po’. Tanto potremmo elaborare un piano solo dopo aver incontrato Petrovich.”   AL LAVORO!   Nel pomeriggio i ragazzi incontrarono sia il direttore dell’Opèra sia Boris Petrovich, il loro “ricercato”. Quest’ultimo si rivelò molto gentile nei confronti di Françoise, ma al contrario sembrava sospettoso di Joe.  Appena l’aveva visto gli aveva chiesto come mai un ragazzo così giovane era già un impresario, mestiere che secondo lui richiedeva una grande conoscenza e esperienza.  “le consiglierei di non concentrarsi sulla mia età, mr Petrovich quanto sulle mie referenze. Lavoro con la signorina Arnou da quasi quattro anni e prima sono stato curatore della Scala. Comunque dal momento che vuole verificare le mie capacità perché non iniziamo subito a parlare della parte che la mia “cliente” dovrà interpretare?!”-rispose pronto 009, che si aspettava un simile attacco.  E così si erano messi a discutere del ruolo, lasciando completamente Françoise fuori dalla discussione. La ragazza era irritata per questo, infatti quei tre la stavano trattando come un’ochetta stupida… sembravano i classi pregiudizi nei confronti di una ballerina.  Perché me la prendo tanto? Joe si comporta sempre cos’, e di solito non ha neanche la scusa di dover interpretare una parte in una missione -pensò Françoise.Questa volta però si dovrò ricredere.  Nel frattempo che Joe era occupato a parlare 003 studiò Boris Petrovich. Era un bell’uomo, sulla quarantina, i capelli biondastri erano corti e gli sfioravano gli occhi nocciola. Emanava un’aurea che incuteva rispetto anche se sapevano benissimo che era un delinquente. Sempre impeccabile nel suo completo grigio, aveva un’aria stranamente famigliare.  Alla fine della riunione Lacroix portò 003 alla sala prove del teatro dove erano già presenti la coreografa e il primo ballerino.  “Signorina Arnou le presento la coreografa Marie-Soleil e il ballerino, il pupillo del signor Petrovich, Nicolaj Sergeevich. Sarà principalmente con loro che lavorerà nei prossimi sei giorni.”  “Sei giorni? Ma..”- Françoise era sbigottita “Eh si! Non glielo avevano detto, mademoseille? Purtroppo ci hanno dato solamente sei giorni per montare i balletti principali, quindi credo che sia meglio mettersi subito al lavoro”-disse la coreografa  Entrambi erano molto simpatici e Françoise si rilassò totalmente, perdendosi nel duro lavoro che precede sempre un buon balletto. Tutto diveniva importante, anche un passo fatto in meno o in più poteva cambiare profondamente la scenografia, dare più leggerezza a un salto o spezzare il movimento. Era da tanto che 003 non si sentiva così…dimenticò completamente la sua missione e tornò ad essere quella di tanti anni prima.    Al contrario suo Joe cercò di immergersi totalmente nel lavoro e per questo passò tutto il pomeriggio dopo l’incontro a cercare notizie su Petrovich… che non sembrava affatto quello che diceva di essere.  Neanche lui sapeva esattamente cosa significasse la strana sensazione che aveva provato quando l’aveva visto, ma aveva lo strano presentimento che nel presente di quell’uomo non si celassero solo i fantasmi neri ma anche qualcosa di molto oscuro.  Innanzitutto parlava inglese senza nessunissimo accento, anzi sembrava la sua lingua madre, e nel giapponese, che aveva dimostrato di conoscere discretamente, ogni tanto usciva fuori un’intonazione che più che russa sembrava americana.  “Sto diventando veramente paranoico. Non mi bastano i problemi che già ho?”- si disse anche se quel pensiero continuava a girargli per la testa.  Per distrarsi decise di fare un giro per la città, vicino all’albergo in attesa di andare a prendere Françoise.  Doveva ammettere che Parigi emanava un fascino particolare, e se solo non si fosse dovuto preoccupare di uno psicopatico che voleva distruggere ciò che di bello c’era nel mondo, se la sarebbe veramente goduta. Si sarebbe seduto lungo il boulevard e forse avrebbe conosciuto anche qualche ragazza.Beh quest’ultima cosa poteva ancora avvenire…  No- si disse- non posso mentire a me stesso. Non potrei mai farlo con vicina Françoise. In fondo è di lei che sono innamorato, e forse lei lo è di me. Avere una storia qui mi esporrebbe solamente a dei pericoli inattesi. Sarà per la prossima volta.  Quando furono le sei e mezza si recò in teatro per prendere 003 e scambiare con lei qualche opinione su Petrovich, ma quando entrò venne bloccato dall’assistente del direttore. 003 non aveva ancora finito le prove e così gli venne chiesto se preferiva aspettare nell’ufficio del direttore oppure voleva dare un’occhiata alle prime prove .  Joe, dicendosi che tanto non aveva nulla da perdere,scelse la seconda opzione e questo fu il suo primo sbaglio.  Françoise era completamente assorta nella danza, 009 non l’aveva mai vista così durante tutto quel tempo che avevano vissuto insieme. Si rese conto che aveva davvero un bel corpo che spesso mortificava con gonne troppo lunghe, e vestiti classici. Per le “lezioni” indossava un body attillato che ne esaltava le lunghe gambe. Nessuno avrebbe detto che in realtà quella ragazza che sprizzava giovinezza da tutti i pori era in realtà un cyborg. Come lui.  Decise di tornarsene in albergo e di aspettarla li, tanto l’avrebbero riaccompagnata.  Erano quasi le nove e mezza quando 003 tornò, teneva in mano un grande mazzo di fiori con l’aria stravolta ma felice.  Appena entrata si buttò sul suo letto e faccia in giù.  “Stanca?-“-la prese in giro lui sedendosi accanto a lei- “ cosa sono tutti quei fiori?”  003 sollevò leggermente il viso verso di lui: “Li ho trovati fuori dal camerino. Me li ha regalati Petrovich per darmi il benvenuto”  Joe sentì una strana fitta di gelosia: “ Si, certo proprio il benvenuto. Anch’io ho una cosa per te, sai?”  La ragazza non si incuriosì più di tanto, sicuramente erano informazioni sulla missione:  “Che hai scoperto? Ehi Joe ma dove ti sei cacciato?”  dopo poco lui ritornò, nascondendo dietro la schiena qualcosa:  “Beh ho tirato alcune considerazioni sul miliardario, ma di questo possiamo anche parlare dopo. Invece ho scoperto che non hai portato nessun vestito adatto a mantenere la tua promessa.”  “Cosa? Ma cosa stai dicendo?”-003 arrivò alla decisione che Joe doveva essere completamente impazzito.  “Ti ricordo che sull’aereo hai promesso di farmi conoscere Parigi.”-incalzò lui  “Certo, ma credevo di finire prima.”  “Hai cenato?”-chiese 009 ignorando la sua risposta  “No”  “Neanch’io.Hai fame?”  “Sì, da morire! Per fortuna il dottore ci ha creato in modo che potessimo alimentarci come persone normali. Sarebbe stato veramente difficile oggi pranzare con quelli della compagnia, altrimenti.”  “Ti andrebbe di uscire o sei troppo stanca?”- Joe si stava preparando al gran finale.  Françoise sospirò, se voleva uscire con lei non si sarebbe certo tirata indietro:  “No, sono una ballerina, o meglio lo ero, ricordi? Se vuoi possiamo uscire e mangiare qualcosa e poi casomai fare un giretto”  Joe sorrise: “ Vedi che quando vuoi ci arrivi. E per uscire con me, in una città così bella ne devi essere all’altezza.”  E da dietro le spalle tirò fuori uno stupendo vestitino elasticizzato, di quelli che Françoise non si era mai comprata per paura che le stessero male.  “Joe, io non so che cosa dire..E’ stupendo ma, non credo che mi stia bene,Insomma è così…”  “attilato?”-suggerì Joe  la ragazza non sapeva più dove guardare.  Joe si intenerì: 003 non si rendeva conto di quanto fosse carina.  “Dai, provatelo.Poi se non ti sta bene, e questo lo decido io, ti metti quello che ti pare,ok?”-le disse cercando di non dimostrare quanto ci tenesse.  Françoise tornò dopo poco.: il vestito le stava d’incanto. Era bianco e corto e ne metteva in risaltò il corpo armonioso. Joe per poco non si sentì male quando la vide.  Ma come mi viene in mente di regalarle una cosa del genere? Sembra una modella.-pensò Era bella da morire. Bella in modo diverso dal solito, ma la voce di Françoise lo distolse dai suoi piacevoli pensieri.  “Vedi… non ho il fisico per portare un vestito bello come questo. Lo valorizzo”- stava dicendo.  Joe la guardò stralunato: “ E per fortuna che puoi vedere a metri di distanza. Su usciamo”  E si persero nella notte parigina. UNO STRANO INCONTRO   Françoise non riusciva a credere che tutto quello le stava accadendo sul serio: Joe l’aveva praticamente invitata ad uscire. Era pur vero che c’erano solo loro due, ma dopotutto lui l’avrebbe potuto chiedere a chiunque altra ragazza di accompagnarlo: non sarebbero state molte quelle che avrebbero rifiutato.Joe aveva quell’aria da ribelle che solitamente faceva impazzire le ragazze ma ogni tanto era di una dolcezza impressionante, come quando le aveva regalato il vestito. A tutto questo pensava 003 mentre passeggiava per le strade illuminate dalle insegne nella notte. “Ehi sei ancora con me oppure sei rimasta in sala prove?”-Joe la distolse dai suoi pensieri improvvisamente guardandola incuriosito. Lei cadde dalle nuvole: “oh… scusa, deve essere l’emozione di essere ritornata.” Joe le sorrise enigmatico “Conosci qualche ristorantino non troppo affollato dove potremmo mangiare?”-le chiese 009 “Beh dipende da che cosa vuoi per cena: preferisci provare qualcosa di tipico oppure preferisci la classica cucina giapponese?Dai scegli…in fondo sei tu lospite”-003 voleva assecondare il suo amico in tutto, voleva fargli capire quanto lo amasse. Il ragazzo non sapeva se essere contento oppure no di tanta gentilezza, o meglio non sapeva come doveva interpretarla. “Ehi non farmi abituare a tutta questa dolcezza che poi al ritorno ci aspetta 002. comunque a me va bene tutto… basta che non siano lumache” Françoise rise, anche a lei non piacevano granché: “Non ti preoccupare basta che non ordini niente con la parola escargots e dovresti essere a posto.” 003 condusse Joe in un viale laterale con un piccolo ristorante che di solito frequentava con la sua amica quando studiava danza. Il proprietario era rimasto lo stesso e subito si dimostrò molto espansivo con la sua concittadina. Iniziarono un dialogo in francese di cui Joe riuscì solo a capire: ‘“Françoise ma chère.. Enfin tu es de niveaux ici ! Il est superbe ! J’avais entendu que t’es dans la reprèsentation à l’Opéra ! « dopo queste brevi frasi Joe decise di dedicarsi all’osservazione del locale piuttosto che cercare di capire quello che i due stavano dicendo. L’uomo, messieurs Michel, dopo un po’ li condusse in una saletta più discreta dove potevano parlare liberamente. Durante la cena 009 decise di assumere finalmente un aspetto professionale e così informò Françoise delle sue, poche, scoperte e dei tanti sospetti. “Sicuramente fa parte dell’organizzazione. Non credo neanche che quello sia il so vero nome ne tatomeno la sua nazionalità. A quanto sono riuscito a capire fino a sei mesi fa nessuno lo conosceva, poi da un momento all’altro diventato presidente della BSI S.P.A con un fatturato di circa 300 miliardi di dollari l’anno. L’unica cosa che si sa di lui è che ama il teatro e le belle ragazze alle quali pare faccia dei regali stupendi e poi lasci dopo poco.” La ragazza bevve un sorso di vino: “Anch’io avevo pensato che quella non fosse la sua vera identità… ma perché cambiargliela. E poi non lo so, ha qualcosa di famigliare” “ti è sembrato un cyborg?” “no assolutamente, e oggi l’ho osservato molto bene mentre parlavate. E’ un uomo normalissimo, anzi stranamente molto gentile.” Finito di cenare i due salutarono il proprietario e decisero di fare un ultimo giro prima di ritornare all’albergo. Era ormai quasi mezzanotte e per strada si trovavano solo coppiette e giovani pronti ad andare in discoteca. I due ragazzi si fermarono sul ponte sulla Senna per chiacchierare ancora un po’. “Grazie ancora per il vestito, Joe. E’ stato veramente gentile da parte tua regalarmelo.”-disse 003 evitando di guardarlo. Joe le cinse le spalle e lei si girò a guardarlo. La luna che prima era riflessa nell’acqua ora era negli occhi di Françoise e Joe voleva prendere quella luna. Avvicinò il suo viso a quello di lei ma quando le sue labbra stavano per sfiorare nuovamente quelle di 003….. “Joe da quanto tempo! “- la voce di quella ragazza fu come una secchiata d’acqua gelata per entrambi. La ragazza era Miyuki,quella stessa che aveva spezzato il cuore a joe tanti anni prima e ora il suo spettro vagava per quella strana relazione tra i due cyborg. Joe guardò le due ragazze che gli erano davanti: 003 si era subito staccata da lui e ora stava porgendo la mano a Miyuki. Erano tutte due belle… “Ciao Miyuki, come mai anche tu qui? L’ultima volta che ci siamo visti eri nel deserto e ora ti trovi a Parigi.”-decise di comportarsi come al solito, come la prima volta che si erano rincontrati. Aveva amato molto quella ragazza, al punto da decidere di aiutarla anche quando aveva scoperto che ormai lei amava un altro.   NELLA CASA DEL NEMICO   La mattina dopo quando Joe si svegliò Françoise era già andata via, ad esercitarsi. Si alzò e decise di farsi una lunga doccia: aveva bisogno di mettere in ordine le idee. Anche la sera prima Françoise se ne era andata, aveva detto che doveva andare a riposare perché era molto stanca e poi loro due avrebbero sicuramente parlato meglio. Era stato così bene con Miyuki… lei gli aveva raccontato che ormai con quel fotografo stava finendo tutto, e gli aveva lasciato intendere che quello stano incontro in terra francese si sarebbe potuto concludere molto diversamente. Stranamente 009 aveva rifiutato. Perché l’aveva fatto? I fondo con tutte le altre cercava sempre lei. Nella maggior parte delle sue storie 003 era stata la sua confidente insieme a Jet, ma era come un’ombra che viene illuminata continuamente. Faceva finta di non vederla, di non pensarci… ma ora lei era così vicina. Françoise o Miyuki? Altro che Amleto… quello era un vero problema. Forse alla fine non avrebbe scelto nessuna delle due, maledicendosi per l’eternità. Per il resto della mattinata si buttò a capofitto nel lavoro riuscendo a scoprire alcune novità interessanti, che nel tardo pomeriggio comunicò al dottore. “Salve dottore, sono io Joe, Finalmente ho delle belle notizie per lei. Sono molto vicino a localizzare la base dell’organizzazione e ho ristretto il triangolo d’azione, entro 24 ore dovrei sicuramente farcela a trovarla definitivamente. 003 è entrata in buoni rapporti con Petrovich, anzi sembra che lui le stia facendo la corte….” Joe non riuscì a finire la frase perché si sentì la voce di Bretagna: “Sei geloso,eh mio caro 009?” “Cosa vorresti dire 007?”-joe stava già per partire con una delle sue sfuriate tipiche di quando era negli istituti di correzione. “Che 003 non ti può restare ad aspettare in eterno. E’ una bella ragazza e in molti le andranno dietro quindi o ti abitui alla cosa oppure le dici tutto e andate a formare una bella coppietta! Dai vi diamo anche la nostra benedizione!”-scherzò Bretagna “Oh,si. Così non dovremmo più fare finta di non vedervi mentre vi baciate”-gli diede manforte 006. “Cosa?”-Joe era incredulo… allora avevano visto tutto. “perché non mi avete detto niente? Jet io mi fidavo di te” “E io infatti non ho parlato, ma non è normale che uno aggredisca una compagna di, diciamo lavoro, o un’amica se torna tardi dopo essere stata con un ragazzo. Non bisogna essere geni per capire quello che sta succedendo.” “posso parlarti un attimo in PRIVATO Jet?” Quando 002 ebbe preso in privato la comunicazione Joe gli raccontò del suo incontro con Miyuki. “Non mi pare una bella faccenda, 009.come l’ha presa 003?” “mah, non lo so. Sembrava come al solito, anzi l’ha anche invitata allo spettacolo dopo che ha saputo che a Miyuki piace il balletto. Mi è sembrato che Miyuki la guardasse in un modo un po’ strano ma poi lei se n’è andata.” “La rivedrai?” “Ma chi, Françoise? Certo che la rivedrò, stasera mi deve far vedere Parigi.” “Ma no, Miyuki rimbambito. La domanda è: rivedrai Miyuki?” “Non credo. A meno che non la chiami.” Silenzio. “Joe….MA CHE RISPOSTA E’ QUESTA? Hai intenzione di chiamarla per uscirci?” “Non lo so. Insomma lei rappresenta quello che ero: un corridore. La mia vita era felice con lei. Ma ora che cosa potrei darle?” “Joe, mi sembri una telenovela. Vatti a fare un giro in macchina e poi mi richiami.” Invece di seguire il consiglio di Jet, Joe si incamminò verso il teatro, dove era sicuro di incontrare Petrovich e Lacroix. Doveva trovare quella stramaledetta sede dei fantasmi neri entro il giorno del debutto dell’opera. Il debutto era tra poche ore. L'ansia iniziava a far battere il cuore di Françoise più forte.Soprattutto per quello che aveva scoperto. Doveva dirlo a Joe, ma non sapeva come rintracciarlo.  Era nel suo camerino a riscaldarsi quando Nicolaj, il primo ballerino bussò:  "Françoise? Il tuo impresario al telefono"  Joe? Finalmente! Non sapeva neanche che sarebbe venuto a vederla, ultimamente era sempre con quella Miyuki. Come se non ci fossero già abbastanza problemi tra loro due! NO, pure al vecchia fiamma doveva entrarci. Da una parte però questo le aveva lasciato il tempo di prepararsi bene per il balletto.  "Dimmi tutto ."-disse al telefono, preparandosi a temere il peggio  "Cerca di sbrigarti. Ti aspetto tra dieci minuti davanti a quel ristorante dove siamo andati la prima sera."-la voce di Joe era calma, vittoriosa.  Mentre lei era sconsolata: non avrebbe potuto ballare.  "Li hai trovati?"-chiese con un filo di voce.  009 diventò ironico:  "Secondo te perché ti telefonerei altrimenti?"  "Joe, ti devo parlare..."  Non riuscì a finire la frase perché qualcuno la colpi violentemente alla testa, facendole perdere i sensi.  Nella cabina telefonica davanti al ristorante Joe Shimamura stava tenendo in mano la cornetta e continuava a urlarci dentro:  "Françoise! Rispondi, maledizione!"  Ebbe un getto di stizza e riagganciò malamente. Uscito dalla cabina si trovò davanti la faccia incuriosita del direttore dell'Opéra.  "Signor Shimamura... non pensavo di incontrarla qui, ma stavo cercando proprio lei. Quando si parla di coincidenze?"  Joe guardò a lungo quell'uomo:  "Io non credo nelle coincidenze,signor Lacroix."  Il vecchio lo fissò a sua volta con un risolino:  "E fa bene, signor Shimamura. In realtà l'ho seguita da quando è uscito dal bistrot. Ora se non le dispiace dovrebbe seguirmi"  "Mi scusi ma non posso.  Gli occhi dell'uomo divennero gelidi:  "Il signor Petrovich desidera vederla. E anche la signorina Arnou.Ci tiene alla sua vita vero?"  Joe accettò suo malgrado di seguire quello strano personaggio.  Devi seguire i cani se vuoi trovare il padrone, gli diceva sempre un suo compagno all'orfanotrofio.  E ora stava facendo proprio quello.  Arrivarono dopo poco ad una splendida villa appena fuori dal centro abitato. Mentre scendeva dalla limusine Joe cercò eventuali vie di fuga.  Non ce n'erano a prima vista. Quel posto sembrava un bunker.  Vennero introdotti allì'interno da compassati maggiordomi in livrea nera. Al centro della sala c'era un tavolo finemente intagliato che doveva risalire all'epoca di Luigi XVI. Tutt'intorno correvano delle biblioteche stracolme di libri.  "Il signor Petrovich arriva subito."-li informò il maggiordomo che scomparve poco dopo come inghiottito dall'arredamento barocco della casa.  Joe si avvicinò agli scaffali. Oltre ai libri c'erano numerosi cornici con foto che ritraeva un Petrovich (se questo era poi il suo vero nome) più giovane principalmente in due posti: in America, presumibilmente a New York , e in Giappone,a Nagoya e Tokyo.  Dopo una decina di minuti Petrovich si presentò all'ingresso. Indossò lo stesso completo grigio scuro della mattina e sembrava appena uscito da una sfilata di moda. L'unica nota fuori posto era uno sguardo quasi febbrile negli occhi, che però scomparve quasi immediatamente.  "Finalmente è arrivato! L'attendevo da tempo,Joe ! Lacroix vorrebbe lasciarci soli?"  ubbidiente proprio come un cane il direttore del teatro si ritirò senza osare controbattere anche se era evidente che avrebbe preferito assistere al resto della discussione.  "Si accomodi, Joe. Le dispiace se la chiamo per nome? Sa è talmente giovane!"  I modi affabili insospettivano 009, che fin da piccolo aveva imparato che troppa gentilezza cela cattive intenzioni.  "Non mi ha fatto venire finn qui solo per discutere del mio nome, vero?"  Il sorriso dell'altro non diminuì:  "No, infatti. Le volevo parlare di una cosa molto importante. Mi hanno detto che lei sta indagando sul mio conto. E' stato molto discreto...ma non abbastanza per me. Come mai tutto quest'interesse?"  Joe capì che ormai valeva giocare a carte scoperte. L'affascinava trattare con quell'uomo.  Si sistemò sulla sedia e fissò dritto negli occhi il suo interlocutore:  "Semplice curiosità"  "Ah...e si da sempre questa penda per gli ospiti dei teatri dove la sua compagna lavora?"  "Non è la mia compagna.. E lei non è un semplice ospite"  "Questa volta la sua risposta non è all'altezza della sua intelligenza. Ne ha indovinate una su due"  "si riferisce a Françoise?"  "No, a me."  Petrovich si versò da bere, poi si alzò e si diresse verso la finestra.  "Ha ragione, io non sono un semplice ospite. E come avrà già scoperto non sono neanche un semplice uomo d'affari."  Joe si lasciò scappare un sorriso:  "E' un delinquente."  "Ci sono vari modi di verla. Io preferisco dire che capisco le esigenze del mercato. Dopotutto neanche lei è un impresario,009"- lo disse tranquillamente, come se si trattasse delle condizioni del tempo.  " E lei come lo sa?"  "Curiosità. Ah... prima che me lo chieda, so anche che Françoise è 003."  Fu il turno di Joe:  "lei lavora per i fantasmi neri?"  "Diciamo che abbiamo degli interessi in comune."  "Quali?"  "Non credo siano affari suoi."  Nel frattempo in una camera della villa Françoise si svegliò. Si trovavano su di un letto a baldacchino con delle tende di broccato.  Le girava la testa, ancora indolenzita dalla botta. Fortunatamente le sue capacità di cyborg non erano state compromesse.  Un uomo era dietro alla porta,evidentemente era la sua guardia.  “e ora cosa faccio?!”- si chiese iniziando a disperarsi. Tuttavidoveva elaborare uh piano..questa volta non ci sarebbe stato nessuna che la sarebbe venuta a salvare  nel frattempo grazie al superudito le si aprì una via di salvezza: la porta sarebbe rimasta incustodita per circa mezzo minuto.  Velocemente riuscì ad uscire dalla camera: stava attraversandoli corridoio quando vide una cassaforte dietro ad una porta. Dentro c’erano numerose carte ed un pacchetto. Non sapendo neanche bene perché entrò nella camera.  Dopo un poco riuscì ad aprire la cassaforte: le lezioni di Joe si rivelavano utili!  Prese in mano un foglio e iniziò a leggerlo, subito capì che Joe era in quella casa. E lei doveva trovarlo.  Segui l’istinto attraverso corridoi scuri e sale riccamente addobbate fino a giungere nella sala centrale dove erano seduti uno di fronte all'altro Joe e Petrovich.  Quando entrò 009 si alzò di scatto. Finalmente poteva rivederla! E lei doveva assolutamente parlargli.  "ben arrivata signorina Arnou, mi scusi per i modi un po' brutali, ma stava iniziando a interessarsi un po' troppo a me!"-la accolse Petrovich.  Françoise non si lasciò impressionare :" Io so chi è lei"  "Si, anche il suo amico lo sa, e come avrà di certo capito io devo eliminarvi in quanto cyborg ribelli ai fantasmi neri"  La ragazza si avvicinò a Petrovich e lo guardò dritto negli occhi:  "Per caso le hanno promesso di farle ritrovare suo figlio se ci uccide?"  Petrovich applaudì: "Complimenti! Ma come già ho detto a 009 non sono affari che la riguardino"  "Lei ha abbandonato suo figlio circa vent'anni fa giusto? Ho trovato dei certificati nella camera in cui mi ha portato."  "Non capisco dove vuole arrivare"  "Era in visita in Giappone e si innamorò della ragazza delle foto..solo che lei non è russo,è americano"  L'uomo ebbe un gesto di stizza, mentre Joe guardò Françoise chiedendosi qual era il punto del discorso.  "si, e allora?"  Françoise sorrise:  "Allora suo figlio è davanti a lei"  009 si alzò di scatto:  "003 non ti permetto di scherzare su certe cose."-sibilò  "Non sto scherzando affatto Joe, l'avevo già capito da stamattina. Tu ti ricordi tua madre, giusto? Quindi se ti facessi vedere una foto tu potresti benissimo riconoscerla."  "Signorina, vada a prendere questa foto, ma se lei si è inventata tutto..." dicendo questo l'uomo sparì per ricomparire con la cornice in mano poco dopo.  Françoise tirò fuori la foto dalla tasca dei pantaloni, la stessa che era nella cassaforte  "Descrivimi tua madre."-disse a Joe  "abbastanza alta, magra, occhi a mandorla marroni e capelli neri. Aveva una cicatrice a forma di stella sotto l'occhio sinistro, se l'era fatta da ragazzina"  Petrovich sbiancò...  "ma allora tu......... sei davvero il figlio che cerco! Sei il figlio mio e di Miho!!" EPILOGO   Purtroppo la gioia di padre e figlio ritrovati non durò a lungo. I fantasmi neri non avrebbero tardato a capire che Il padre di Joe non avrebbe di certo portato a termine la sua missione, così i cyborg elaborarono un piano dopo il quale Petrovich se ne sarebbe andato per la sua strada. Fu Joe a suggerirlo, cosi mentre usciva insieme al padre nel giardino di casa con agli altri cyborg i fantasmi neri gli tesero un’imboscata.  Senza che i nemici se ne accorgessero Bretagna prese le sembianze di Petrovich e si fece colpire. Prima di cadere in terra, barcollò leggermente portandosi la mano sul cuore e chiedendo scusa definitivamente al suo caro figlio.  Nel frattempo gli 009 ,004 e 002 si avventarono contor i soldati robot, distruggendoli.  Alla fien della battaglia Joe si rivolse seccato a Bretagna:  “Bisogna proprio essere così stucchevoli?”  Bretagbna sogghignò:  “Non ho resistito alla tentazione. Ehi ma dov’è Françoise?”  Questa volta fu Geronimo a rispondergli: “S ene è andata poco fa con petrovich. Lui le ha chiesto dia accompagnarlo e di finire lo spettacolo.”  Joe disse agli altri solamente di aspettarlo in albergo.  Dopo poco Françoise era all’Opèra incontrò subito Marie-Soleil, la coreografa: “françoise, per fortuna sei arrivata. Iniziavo a pensare che non saresti più venuta. Nicolaj già iniziava a dare di matto e io con lui…dai sbrigati sei in scena tra dieci minuti.  Mentre si riscaldava e indossava il costume di scena non poteva fare a meno di pensare a Joe, a quello che doveva stare passando.  Ripensò anche a “Petrovich”, alla sua aria stranamente famigliare…se solo fosse riuscita ad avvertire Joe prima tutto quel casino non sarebbe accaduto. O forse ci sarebbe accaduto lo stesso, i Fantasmi Neri non avrebbero tardato a capirlo.  Le note del primo atto iniziarono a risuonare dietro le quinte e con esse anche il cuore di Françoise iniziò a palpitare, fece sue quella melodia così dolce e entrò in scena.  Sul palco le luce non permettevano di vedere il pubblico ma sapeva che gli altri cyborg erano lì … ma lui dov’era?  Si lasciò andare e il suo corpo eseguì come fossero gesti propri di tutti i giorni tutto quello che aveva provato e riprovato con immensa fatica in quei giorni.  Ballare, respirare, vivere e morire, amare al ritmo di una musica che era da sempre nel suo cuore.  Joe era riuscito ad uccidere ancora una volta uno dei generali dei fantasmi neri, ma se questo aveva placato la sua rabbia non aveva riempito il vuoto che sentiva dentro. Ora avrebbe avuto proprio bisogno di una bella corsa in macchina, ma aveva deciso di andare a vedere Françoise danzare. Ne sentiva un impellente bisogno…e doveva ancora parlarle di molte cose.  Davanti al teatro incontrò Miyuki.  “Joe, finalmente sei arrivato. Lo spettacolo è quasi finito”-gli disse appena lo vide.  “come mai mi stai aspettando qui fuori?”  “Ti devo parlare.”  Joe sorrise… era giornata di discorsi quella.  “Devi decidere, Joe, O me o la ballerina”  009 ci pensò su un po’, poi strinse tra le sue le mani calde di Miyuki, mani che conosceva bene.  “Miyuki, quando eravamo insieme ho passato dei momenti indimenticabili.”  “Anch’io Joe”  “ero veramente innamorato, pensavo fossi la donna della mia vita”  “Anch’io ti amavo”  “Purtroppo però ho capito che non è così. In questo momento il mio cuore è occupato da un’altra, un’altra che ho cercato con tutte le mie forze di respingere”  Miyuki si stacco con violenza:  “E? la ballerina, vero?”  Joe sorrise. Poi si fiondò all’interno e raggiunse velocemente gli altri.  “Finalmente sei arrivato!”-gli sussurrò Jet  “A che punto siamo?”-chiese  “E’ quasi finito, stanno per morire”  La scena fu così commovente che 006 e 007 piangevano rumorosamente quando l’ultima ala del cigno cadde.  Per un attimo il cuore di Joe si fermò..e se fosse morta veramente?  Finalmente o Sfortunatamente l’esibizione finì e lei ancora non era riuscita a capire dove e come stesse Joe. Si fece una doccia e quando uscì dal camerino se lo ritrovò davanti con un immenso mazzo di rose bianche.  “Joe! Come stai?”- gli corse incontro  Lui sorrise dolcemente e si chino a baciarla.  Sentì di nuovo l tocco leggero delle sue labbra sulle sue, come tanto tempo prima, ma questa volta era diverso…non c’era la paura di essere scoperti e lui sembrava tranquillo.  Dopo un poco si stacco da lei e le cinse le spalle.  “Sai volevo regalarti delle rose rosse, ma mi sono sempre piaciute di più le bianche.”  “Joe….perché lo stiamo rifacendo”  Lui la baciò nuovamente, ma questa volta 003 si scostò.  “Joe, se lo fai per consolarti, dimmelo”  “vuoi sapere perché ti bacio?”-chiese lui spingendole indietro una ciocca di capelli che le cadeva sugli occhi.  “Si, e voglio sapere la verità!”-rispose decisa la ragazza.  Lui la attirò a se e le sussurrò in un orecchio:  “Perché ti amo”.   F I N E