UNA NUOVA FAMIGLIA di Pia   PARTE 1   Il pendolo della base dei cyborg, che ormai tutti erano abituati a chiamare “casa”, rintoccò la mezzanotte. Il buio dava una sensazione di ovattato silenzio. Tutti riposavano, tutti tranne Joe che non era ancora rientrato e Françoise che preoccupata aspettava il suo ritorno. La mattina Joe era stato all’orfanotrofio dove era cresciuto ed aveva ottenuto un indizio importante: l’ultimo domicilio di sua madre. Aveva confidato a Françoise l’intenzione di recarvisi nel pomeriggio ma da allora non aveva più sue notizie.   Joe entrò nella sua stanza senza neanche accendere la luce. Era sconvolto e non vedeva l’ora di disfarsi dei suoi vestiti, quasi come se gettando via la giacca potesse gettare via anche i suoi pensieri. Si strattonò via la cravatta con un gesto di stizza e fece volare via le scarpe. Tolse anche la camicia, poi triste sedette sul suo letto.   <> Joe non aveva avuto la cura di chiudere la porta della sua stanza e Françoise lo vide seduto sul suo letto, affranto, al buio. Sedette accanto a lui e gli chiese: <> <>. Françoise lo guardò con un viso interrogativo. Joe incalzò: <> A Françoise proprio non piacquero quelle parole: <>. Joe sentì di avere torto ma la ferita era stata aperta da poco e il dolore era ancora fresco. <> <> <> Joe si alzò, si versò da bere e buttò giù d’un botto. Poi risedette e proseguì il suo racconto.   <>. Joe si alzò di nuovo, raccolse la giacca e da una tasca tirò fuori una vecchia lettera.   La rigirava tra le dita. Françoise capì che doveva soffrire molto. <> <> <> <> Françoise sorrise felice di essergli stata d’aiuto. La luce blu della luna, la sola che vi fosse a illuminare la stanza, rivelava appena i contorni degli oggetti e dei loro corpi. Françoise guardò Joe ancora pensieroso. Era davvero attraente, ma non era quello il momento per pensare a certe cose, disse tra sé. Si alzò quasi di scatto e fece per andar via. Joe la prese per la mano delicatamente. Si alzò di fronte a lei, ne poteva vedere il profilo illuminato dalla luna. <> <> <> Françoise gli mise un dito sulle labbra per zittirlo: <> Joe l’abbracciò istintivamente poi si scostò un po’. L’accarezzò il viso e portò la mano alla sua nuca. Avvicinò il suo volto a quello di lei, poi ebbe un attimo di esitazione e poggiò la fronte contro la sua. Il suo respiro si confuse con quello di lei. La sentiva così gracile e sottile tra le sue braccia, non gli sembrava di abbracciare un cyborg forte abbastanza da sfondare una parete con un pugno, ma lo era e lo era anche lui… Joe sussurrò: <> <>. Rimasero così per un bel po’ poi si staccarono lentamente e si separarono.   PARTE 2   L’assistente di volo indicò a Joe il suo posto in aereo. <> <> <>. Joe rivolse lo sguardo verso il finestrino e i pensieri ben oltre ciò che poteva vederci. I suoi occhi guardavano la pista di decollo ma il suo sguardo posava sugli U.S.A., un paese enorme a cui si sentiva legato dalle sue origini. Stava per incontrare suo padre, l’uomo che aveva abbandonato sua madre e lui. Joe non aveva mai avuto una vera famiglia, aveva trascorso la sua infanzia e la sua adolescenza tra orfanotrofio e riformatorio e tutto questo perché suo padre non si era voluto occupare di loro… vedeva in lui il colpevole di tutti i suoi errori passati e di tutti i suoi mali presenti. Non poteva fare a meno di pensare che se non li avesse abbandonati magari non sarebbe mai diventato un cyborg… già, un cyborg: mezzo uomo, mezzo robot… era il suo destino quello di essere diviso a metà… Ma nonostante tutto voleva vederlo, voleva sapere come fosse il suo volto, perché li avesse abbandonati, se avesse amato sua madre e se poteva amare lui adesso… Scrollò la testa e strinse i pugni, tornò la rabbia. Chi poteva amare un cyborg? Chi poteva credere che un cyborg potesse amare? Queste rabbiose domande trovarono un’inconscia risposta; si ritrovò a pensare a Françoise, ormai ne era certo: ne era innamorato. Aveva trascorso un bel po’ di tempo a negarlo a sé stesso, ma ora doveva fare i conti con la realtà; al suo ritorno avrebbe dovuto occuparsi anche di questo, ma ora nel suo cuore trovavano spazio altri tormenti. Si ricordò improvvisamente di non averla neanche salutata, era andato via all’alba e non aveva incrociato nessuno, aveva solo lasciato un biglietto per Gilmore. Che situazione avrebbe trovato al suo ritorno, dopo quanto era successo la notte precedente? <> disse Françoise sedendoglisi accanto. Joe fu enormemente sorpreso, piacevolmente sorpreso! <> le disse. <> Joe non poteva credere ai suoi occhi <> <> Joe: <> <> Joe chinò leggermente la testa per acconsentire ma anche in segno della sua gratitudine. Le tenne la mano per tutto il viaggio.   Il taxi li lasciò al cancello d’ingresso di un enorme villa, sembrava un’antica reggia europea circondata dal verde. Joe si chinò verso l’autista: << È sicuro che l’indirizzo sia questo?>> Il tassista accennò un si con la testa e andò via. A Joe fece ancora più rabbia, suo padre viveva nel lusso e nell’agiatezza mentre lui aveva vissuto di stenti per la maggior parte della sua vita… L’enorme cancello nero era appena socchiuso, non temevano evidentemente visite inattese, entrarono e percorsero il grande viale di ingresso, intorno a loro c’era un magnifico prato con alcuni cespugli di rose e alcuni alberi sul fondo. Videro corrergli incontro sorridente e divertita una bella bambina di circa dieci anni, biondina, rossissima di gote, carnagione a parte aveva un aria familiare. Françoise notò la somiglianza con Joe, ma tacque. Joe non aveva pensato prima di allora che suo padre avrebbe potuto essersi sposato e che lui poteva avere dei fratelli o delle sorelle. Rimase basito. La bimba corse incontro a loro e ridendo si nascose dietro la gonna di Françoise. Dopo poco comparvero un enorme cane dal soffice manto bianco che correva e saltava a destra e a sinistra e una donna visibilmente affaticata. <> disse la donna. <> disse la bimba. Joe rimase in silenzio. <> Igor si stese a pancia all’aria per godere delle carezze di Françoise. La donna li raggiunse. <> <> disse la donna stringendo loro la mano. Joe capì che la donna che aveva davanti non era la moglie di suo padre, poteva essere una sua zia e la piccola Sue una sua cuginetta. <> <>   Li fece entrare in casa. L’interno era ancora più lussuoso di quanto avessero immaginato. Françoise seguiva Joe preoccupata per lui, cercava di immaginare quanto potesse essere emozionante quel momento ma sapeva di non poterci riuscire appieno. Un’emozione seguì l’altra quando sentirono Mag dire: <> Comparve loro un anziano signore che avanzava severo e sicuro sebbene poggiandosi ad un bastone. <> Joe fu colpito da quella figura così forte, ma capì che qualcosa non era chiaro: <> Mag e il padre si guardarono l’un l’altra, lei si intristì e il vecchio Joe rispose: <> Joe fu sconvolto da quelle parole, non riusciva a capire: non poteva aver sbagliato… l’indirizzo era quello. Inconsapevolmente si avviò alla porta in silenzio, ma Françoise lo afferrò per la mano e gli disse sotto voce <>   PARTE 3   Joe era visibilmente sconvolto e Mag se ne accorse. <> Mag li fece accomodare nell’enorme salotto al pian terreno e preparò da bere per Joe, aveva sentito le parole di Françoise e aveva notato dal primo momento l’aria familiare di Joe: anche se aveva dei tratti orientali era innegabile la somiglianza con suo fratello Brick. Joe ringraziò Mag che gli porse da bere, il vecchio Joe rimase a guardare la scena con un’espressione arcigna e sospettosa. <> chiese titubante. <> Mag esitò per qualche istante, provava delle strane sensazioni verso quel ragazzo, poi trovò il coraggio di fare quella domanda che le girava in testa da quando aveva sentito le parole di Françoise. <> <> Quella dichiarazione risuonò in quella stanza come l’eco di una bomba. Mag portò la sua mano davanti alla bocca. Il vecchio Joe, sorrise sarcastico: <> <> <> <> Il vecchio Joe fu sconvolto da quel racconto come chi sa più di quello che vuole far credere e fu preso da una rabbia incontrollabile. Cominciò ad alzare la voce: <> Joe scattò in piedi, strinse i pugni e guardandolo dritto negli occhi disse lentamente ma con altrettanta rabbia: <> Il vecchio Joe fu domato per un istante da quello sguardo infuocato, poi riprese le sue accuse: <> Joe rimase interdetto… non poteva sottoporsi a quell’esame, era un cyborg ormai! Il vecchio Joe notò quell’espressione interdetta sui volti di Joe e Françoise e la fraintese. <> <> Il vecchio Joe gli riservò il suo sguardo più sarcastico. Joe fu preso da una rabbia cocente e scappò via. Françoise gli corse dietro fino alla porta ma quando la raggiunse di Joe non c’era più traccia: aveva usato il suo acceleratore per correre via di lì più forte che poteva.   Françoise era sulla porta quando il vecchio Joe le disse: <> <> <> << La madre di Joe è morta quando lui era ancora in fasce e Joe ha trascorso la maggior parte della sua vita in un orfanotrofio, tutto ciò che vuole è una famiglia e delle risposte…>> Il vecchio Joe sedette affaticato su una poltrona: <> Mag irruppe dopo essere stata in silenzio per tanto tempo: <> <> Mag non curante continuò ciò che voleva dire: <> <> <> <> <> disse poggiando la testa tra le mani e i gomiti sulle ginocchia. Françoise aveva visto Joe in quella posizione un sacco di volte e sapeva che quando lo faceva celava dentro un grande dolore, immaginò che anche per quell’ anziano signore valesse la stessa cosa, gli si avvicinò, si abbassò e sfiorandogli la mano disse: <> Joe S(dlin-dlon: mi sono scocciata di chiamarlo “il vecchio Joe” da ora in poi lo chiamerò JS –senior- e il giovane Joe sarà JJ -junior- ) la guardò dritta negli occhi e Françoise si sentì scrutare l’anima. <> Françoise arrossì e rispose: <> <> <> <>   PARTE 4   Nella sua stanza d’albergo, Joe ( JJ ) infilava a casaccio le sue cose in una valigia, quel viaggio era stato più doloroso che mai, avrebbe voluto non essere mai partito, avrebbe voluto non essere mai andato all’orfanotrofio, avrebbe voluto non essere mai un maledetto cyborg, avrebbe voluto non essere mai nato… Bussarono alla porta. Non rispose, Françoise avrebbe capito che non gli andava di vederla, faceva sempre così e lei si faceva da parte sempre… Bussarono di nuovo con più energia, fu necessario un chiarimento. <> JJ aprì la porta ma non vi trovò chi si aspettava ma il vecchio Joe ( JS) in persona. <> JJ non rispose, spalancò la porta e fece cenno di entrare. <> <> disse sedendosi su una poltrona, JS non era certo per i convenevoli. JJ sedette vicino pronto ad ascoltare. <> JJ fu enormemente sorpreso da quel cambiamento: <> <>   JS non riuscì a trattenere le lacrime. JJ prese quella vecchia lettera maneggiandola con la devozione dovuta ad una reliquia. Per la prima volta quella lettera fu aperta.   Mio dolce Brick, sento ogni giorno di più la tua mancanza. So che presto tornerai da me e so che anche per te è duro stare lontano da me, ma ho una notizia molto importante da darti. Forse dovrei aspettare il tuo ritorno, vorrei vedere i tuoi occhi accendersi dalla gioia, ma so che i tuoi non approvano la nostra relazione e forse hai bisogno di una bella notizia più di quanto io possa immaginare. Amore mio, il nostro amore vive ora di vita propria e presto avrà delle gambe su cui reggersi, delle braccia per avvolgerci, degli occhi per guardare noi felici di lui… o lei. Sì, amore, tu ed io aspettiamo un bambino. Ora la mia ansia di riabbracciarti è raddoppiata perché siamo in due ad attenderti. Il nostro fiore sboccerà a Maggio, sarà il frutto del nostro profondo amore, un amore forte a dispetto di ogni pregiudizio, di ogni ostacolo. Ti amo e so che anche tu m’ami perché conosco il tuo animo nel profondo come tu il mio. Ho la forte sensazione che sia un maschio, lo immagino già: bello e forte come te; una volta mi dicesti che se avessimo avuto un bambino avresti voluto chiamarlo come tuo padre: Joe. Io non lo conosco, ma deve essere una persona speciale per meritare la tua ammirazione e lo sarà anche nostro figlio… magari mi sbaglio… magari è una femminuccia… ma io sento diversamente… Non vedo l’ora di riabbracciarti. Tua Kyumi   Quella lettera conteneva tante risposte per entrambi. A JJ scappò una lacrima: Françoise aveva ragione quando gli aveva detto che lui era il frutto di un grande amore… anche il suo nome non gli sembrava più così detestabile. Dal canto suo JS sentiva di non avere più dubbi riguardo l’identità di JJ. <> JJ lo guardò per qualche attimo cercando in sé le parole per rispondergli, ma tutto ciò che vi trovò fu una grande voglia di abbracciarlo. Si strinse a lui e quel burbero vecchio si sciolse in un pianto che lavò via tanti dolori e tanti fantasmi del passato.   Françoise vide la scena attraverso il muro che separava la sua stanza da quella di JJ. Non voleva origliare ma era troppo preoccupata per lui. Quell’abbraccio la rassicurò. Prese la valigia che aveva riposto in un angolo della stanza e cominciò a raccogliere le sue cose. Dopo quasi un’oretta di chiacchiere JJ andò nella sua stanza, era veramente felice come mai. L’abbracciò e le disse: <> <> JJ l’abbracciò di nuovo ancora più forte poi vide i suoi bagagli pronti vicino alla porta. <> <<È giunto il momento per me di mantenere quella promessa che t’ho fatto in aereo. Ora ti lascio con la tua famiglia.>> JJ non voleva che andasse via, ma non sapeva cosa dirle: <> “ma come mi è saltato in mente di dirle una cosa simile?” <> anche lei non sapeva che dire, chissà quando l’avrebbe rivisto: dopo tanto tempo aveva finalmente trovato la sua famiglia, era plausibile che restasse con loro finché non avessero avuto bisogno di lui… <> Françoise gli sorrise ma con un’espressione triste sul viso. JS aveva guardato la scena e decise di intervenire: <> <> <> JS colpì di nascosto JJ col suo bastone. <> <<…va bene…>> <> <<…grazie, signor Smitt…>> JS si avviò alla porta, ma prima di varcarla si voltò e disse: <<...naturalmente dormirete in camere separate, sono un uomo all’antica io!>> Il rossore scoppiò di botto sui volti dei due ragazzi. <<…ma noi non…>> <> Joe e Françoise si guardarono e si misero a ridere.   PARTE 5   Seduti ad un tavolino di un bar, all’aperto, con 30° all’ombra, tre uomini vestiti con giacca e pantaloni neri, foulard bianco e cappello nero (classica divisa dello scagnozzo del fantasma nero) destavano le attenzioni delle persone circostanti. Lao, il più alto dei tre: <> disse alla gente con fare minaccioso. Poi si rivolse agli altri due: <> Kcejo, basso quasi come Chang, ma più magro: <> Lao: <> Nohjo, il terzo, colpì Lao alla nuca con il giornale che aveva tra le mani: <> I tre si intristirono, Lao rispose a mezza voce, indicando la testa: <> Nohjo: <> Lao: <> Nohjo, canzonandolo: <> Lao, tristissimo: <<È vero, non sarò mai come il mio idolo…>> Detto questo tirò fuori dal portafogli una foto segnaletica dei fantasmi neri con su scritto “wanted, dead or alive” e continuò: <<… 005: Geronimo!>> Nohjo: <> Lao: <> Kcejo: <> Lao: <> Kcejo borbottò ancora ma tirò fuori dal portafogli un’altra foto segnaletica dei fantasmi neri con su scritto “wanted, dead or alive” ma la parola dead era stata cancellata a penna, la foto era quella di 003. Nohjo: <> Kcejo: <> Nohjo: <> Lao: <> Nohjo lo colpì di nuovo alla nuca col giornale: <> Lao prese avidamente il giornale e lo aprì sulla pagina delle cronache mondane tutto divertito: era il suo passatempo preferito. Nohjo e Kcejo lo guardarono sconsolati, pensando ancora che non sarebbero mai riusciti a fare carriera nei fantasmi neri! Dopo un po’ Lao irruppe: <> Nohjo: <> Lao: << …illustri personaggi come il senatore Bakerell e ministro Kojak… l’hanno fatto ministro, il tenente Kojak ?>> Lao si beccò il terzo colpo alla nuca della giornata da Nohjo: <> Lao: << Joe Shimamura Smitt>> ripeté prima senza capire, poi disse di nuovo con voce più entusiasta! << Joe Shimamura Smitt!>>. I due si abbracciarono per la gioia della scoperta. Kcejo: <> Kcejo si beccò anche lui una giornalata alla nuca da parte di Nohjo: <> Kcejo, massaggiandosi la nuca e piagnucolando: <> Lao cominciò a sbaciucchiare il giornale: <> Kcejo: <> Nohjo: <> Lao: <> Lao aprì le braccia: <> Nohjo: <> Si abbracciarono tutt’e tre mentre la gente li guardava esterrefatta. Si staccarono bruscamente. Poi ripresero a complottare. Kcejo: <> Nohjo: <> Ai tre brillarono gli occhi poi si abbracciarono di nuovo e poi si staccarono di nuovo appena si resero conto di dare eccessivamente nell’occhio.   PARTE 6   Françoise aveva finito di preparasi per la festa e stava guardandosi nel grande specchio che era nella sua camera. JS bussò alla sua porta. Françoise, vedendo benissimo chi stava per entrare: <> JS, entrando: <> le disse strizzandole l’occhio. <> disse divertita. <> la osservò accuratamente poi aggiunse <<…sei splendida!>> <> Aveva un bellissimo abito in seta nero non molto scollato sul davanti ma con una profonda e morbida scollatura drappeggiata dietro che le lasciava scoperta gran parte della schiena. (non so se ho reso l’idea, una specie del famoso abito di Audrey Hepburn in “Colazione da Tiffany”) <> prese un astuccio e tirò fuori una stupenda spilla di corallo bianco a forma di rosa e cominciò ad appuntargliela <> Françoise divenne rosso-porpora, quell’anziano signore riusciva sempre a metterla in imbarazzo: <> <> disse Mag entrando, poi si rivolse al padre <> <> Risero tutt’e tre. <> disse Sue entrando nella stanza di Françoise in camicia da notte e con in braccio un cuscino. <> le rispose Mag. <> <> disse Françoise <> <> Sue la prese per mano e la trascinò velocemente nella sua stanza facendola arrancare sui suoi tacchi alti.   JJ stava litigando con la fascia del suo smoking quando JS entrò nella sua stanza. <> <> JS lo aiutò a sistemare la fascia e gli diede un colpetto sul ventre incontrando la resistenza dei suoi addominali. <> <> <> JJ portò una mano alla fronte: <> Si allontanò bruscamente dal nonno per cercare dei gemelli; erano sotto il suo naso ma era troppo agitato per accorgersene. JS glieli indicò: <> <> JS sorrise, quel ragazzo gli somigliava anche in quello: <> <> <> JJ incrociò le braccia e lo guardò ironico poi risero entrambi di gusto. JS si avviò alla porta:<> JJ prese la giacca e uscirono dalla sua stanza. Si sentiva un gran vociare provenire dal grande salone al piano di sotto e anche un’orchestrina suonare. JJ si sentì ancora più nervoso e imbarazzato, infilò la giacca in fretta e chiese al vecchio nonno: <> <> disse sibillino.   Lao e Nohjo nel frattempo si erano intrufolati alla festa vestiti da camerieri con tanto di livrea bianca e guanti. Lao, incrociando Nohjo: <> <> <> <> <> Nohjo lo colpì ancora una volta alla nuca, stavolta con la mano: <>   JJ si era finalmente rasserenato, la serata non era così terribile come pensava, anzi le persone che aveva conosciuto erano addirittura simpatiche. Non riusciva però a vedere Françoise, poi la sua attenzione fu colpita da una rosa bianca, una spilla in corallo bianco a forma di rosa appuntata su un vestito nero…ma era Françoise! Stava parlando con un uomo piuttosto panciuto in divisa militare. Le si avvicinò. <> <> JJ non era molto interessato alla conversazione, non faceva altro che guardare Françoise, era incantevole e raggiante, tagliò corto: <> <> JJ non aspettò neanche la risposta, aveva già Françoise tra le sue braccia sulla pista da ballo. <> <> Risero. <> <> <>   Anche Jhonn e Mag stavano ballando. <> disse Jhonn divertito. <> <> Risero anche loro e si scambiarono un dolce bacio. Jhonn, rialzando lo sguardo: <> Mag si girò nella direzione dello sguardo del marito e vide JJ e Françoise ballare teneramente insieme. Fecero un paio di giri danzando fino a ritrovarsi nelle vicinanze di JS. <> disse al volo mentre danzava al padre che diresse lo sguardo verso Joe e Françoise. Sorrise compiaciuto.   <> Françoise, sorridendo: <> <> Françoise, sorridendo ancora di più: <> <> Françoise, divertita: <> <> Françoise abbassò lo sguardo e la voce: <> Si fermarono mentre una dolce melodia accompagnava i loro sguardi. Joe le spostò un ciuffo di capelli che le era scivolato davanti gli occhi e lo portò al lato del viso, ne accarezzò il contorno e la sua mano si fermò sotto il suo mento. Le sollevò il viso per avvicinarlo al suo. Chiuse gli occhi già seminascosti dal suo ciuffo. Sentì prima il suo respiro spegnersi per qualche istante poi le sue labbra incontrarsi con quelle di lei. La baciò stringendola sempre più forte a sé. Quante volte avrebbero riassaporato quell’istante nei loro pensieri… Quando distaccò le labbra l’abbracciò con tutte le sue forze. Ripresero a ballare lentamente senza staccarsi l’uno dall’altra. Françoise appoggiò la sua testa sulla sua spalla, una lacrima le corse sul viso. La sorte volle interrompere bruscamente quell’attimo di felicità. Françoise si discostò improvvisamente: <>   PARTE 7    Joe e Françoise si precipitarono all’inseguimento dell’auto che stava portando via la piccola Sue. <> <> disse freddissimo. Françoise pensò che fosse preoccupato per Sue. Saltarono su un auto sportiva parcheggiata nel grande viale della villa, Joe partì sgommando, Françoise fu inchiodata al suo sedile da quello scatto. Arrivarono ad un vecchio impianto industriale abbandonato. <>   Intanto Nohjo, Lao e Kcejo avevano portato Sue in uno stanzino dello scantinato. Nohjo: <> Sue fece cenno di si con la testa, ma appena Nohjo le tolse il bavaglio lanciò un tale acuto che sarebbe riuscita a spaccare i vetri di un intero palazzo. Lao e Kcejo portarono le mani alle orecchie. Nohjo le mise la mano davanti la bocca, ma la piccola lo morse e fu lui a cominciare ad urlare di dolore. Kcejo a sua volta coprì la bocca del compare con la mano e disse: <> Lao, guardando un monitor: <> disse piagnucolando. <<È qui? Fammi vedere!!!!>> disse Kcejo precipitandosi al monitor e lasciando Nohjo nelle fauci di Sue. Nohjo, liberandosi dalla morsa e rimettendole il bavaglio: <>   <> <>. Non riuscirono a voltare l’angolo a causa degli spari che un gruppo di uomini gli rivolsero. Françoise, dopo aver fatto la conta degli uomini: <> <> <> Joe la lasciò a malincuore ma deciso a farla pagare a chi avesse fatto del male a Sue.   Françoise teneva impegnati quegli uomini senza difficoltà: la sua supervista la dotava di una mira eccezionale, ma improvvisamente… “Merde!4[4] È scarica!” pensò Françoise. I suoi nemici se ne accorsero e avvisarono Nohjo, Lao e Kcejo via radio. <> Kcejo fu interrotto da Lao: <>.   <> Françoise venne fuori con le mani alzate: <> <> Françoise si voltò di spalle e fece come le avevano detto. Il tizio le si avvicinò trionfante: aveva catturato un cyborg della serie 00! Non appena le afferrò il polso destro, Françoise si voltò di scatto afferrandone a sua volta il polso e con un colpo secco al gomito gli spezzò il braccio in due parti. Un secondo uomo cominciò a spararle ma Françoise schivò i colpi, prese slancio e dopo alcuni passi sulla parete laterale gli mollò un calcio laterale in volo. Il brusco movimento provocò uno strappo a mo’ di spacco nel vestito che aveva ancora indosso. <> Françoise era circondata da cinque nemici ma non si sentiva affatto intimorita. Al primo che l’attaccò fece fare una capriola che lo stampò nel muro. Il secondo la afferrò alle spalle ed un terzo l’attaccò di fronte, ma appoggiandosi a quello alle sue spalle gli mollò un calcio frontale che lo stese, poi con un calcio a 180 gradi stese anche quello alle sue spalle. “Tanti anni di danza classica sono serviti!” disse tra sé. Nel frattempo Lao e Kcejo avevano raggiunto il punto dello scontro attraverso un grande condotto di aerazione e videro la scena attraverso una grata. Françoise fu attaccata da un altro ma schivò il suo pugno abbassandosi e entrò col gomito nel suo sterno mettendolo ko. Poi con un balzo si aggrappò ai tubi che correvano lungo il soffitto, afferrò l’ultimo per il collo tra le sue gambe e con una rapida torsione gli spezzò il collo. Atterrò affannata, intorno a sé aveva fatto strage di nemici. ”Wow, quel bacio mi ha fatto uno strano effetto!” pensò e sorrise. Quell’ultimo movimento le aveva scoperto quasi completamente le gambe mandano in delirio Kcejo: <> Attirò l’attenzione di Françoise. <> Françoise si avvicinò alla grata: <> Kcejo e Lao si voltarono indietro pensando a cosa dirle. <> <> Lao gli mollò un ceffone alla nuca e iniziò a piagnucolare: <> Ad Françoise sembrarono innocui quei due buffi personaggi e decise di aiutarli. Raccolse una delle pistole degli uomini che l’avevano assalita e sparò alla grata. Kcejo, intimidito dalla sua eroina: <> Lao la stese con una testata. <> e gli morse il braccio. <> La legarono e la portarono da Nohjo.   <> Joe comparve come evocato: <> I tre quasi se la fecero addosso per lo spavento…trovarsi faccia a faccia con 009 era pericolosissimo. Nohjo spinse Kcejo avanti e Kcejo spinse Lao a sua volta. Lao, facendo appello a tutto il suo coraggio disse: <> Nohjo, sottovoce: <> Lao, voltandosi verso i due: <> Joe li guardò perplesso per qualche secondo… Attivò il suo acceleratore molecolare e un secondo dopo Nohjo, Lao e Kcejo si ritrovarono legati insieme e Sue e Françoise erano tra le sue braccia.    PARTE 8    Erano trascorsi alcuni mesi da allora e alla base cyborg erano approdati tre nuovi inquilini: Nohjo, Lao e Kcejo. Kcejo stava potando un cespuglio di rose nel giardino della base dei cyborg, quando Nohjo lo raggiunse un po’ affannato: <> Kcejo: <> Nohjo allargando le braccia: <> Kcejo: <> Nohjo stava per ribattere qualcosa ma fu interrotto dall’arrivo di Lao <> disse entusiasta mostrando loro l’avambraccio destro. Kcejo: <> Lao: <> Nohjo: <> Lao: <> Nohjo e Kcejo lo guardarono con uno sguardo misto tra la pena e la rassegnazione. In quel momento Joe a bordo della sua auto arrivò nel viale e si fermò vicino ai tre, scese dall’auto e lanciò le chiavi a Kcejo. <> <> disse Kcejo. Poi aggiunse sottovoce canzonandolo <> Joe non capì bene: <> Kcejo, disse ad alta voce: <> Joe gli sorrise ed andò via. Nohjo e Lao avevano sentito perfettamente ciò che aveva detto Kcejo. Nohjo: <> Lao: <> Nohjo, si interruppe per guardare Lao seccato dal suo intervento, poi proseguì: <> Lao: << Più che altro gli abbiamo fatto pena…>> Nohjo si voltò verso Lao con uno sguardo eloquente poi proseguì di nuovo: <> Lao: <> Nohjo rivolgendosi a Lao: <> Lao: <> Nohjo proseguì nella sua predica: <> Nohjo si voltò verso Lao aspettandosi che lo contraddicesse ancora, ma Lao alzò le mani come per dargli ragione. Kcejo: <> Lao: <> Kcejo: <> Kcejo cominciò a piangere. Nohjo e Lao si spalmarono una mano sulla fronte capendo che il loro amico era ormai un caso clinico.   Kcejo tuttavia aveva centrato il problema nonostante non sapesse ciò che era successo tra i due la sera del rapimento. Il giorno dopo il rapimento Joe e Françoise erano tornati alla base portando con loro i tre e da allora Joe non aveva fatto altro che evitare Françoise e la cosa l’aveva completamente disorientata: la sera prima una dichiarazione e un bacio, il mattino dopo il gelo! Françoise aveva cercato di parlargli, ma Joe aveva sempre una scusa per evitare di parlarle o per evitare lei in persona. Poi anche Françoise aveva cominciato a evitarlo, per non soffrire di più. Aveva maturato in sé la convinzione di avere approfittato della situazione, di quell’atmosfera felice e distesa, di averlo spinto là dove non era pronto ad arrivare. Rimpiangeva di essere rimasta per la festa. Si tormentava al pensiero che avrebbe fatto meglio ad andare via quel giorno, ma così facendo avrebbe perso quell’intenso indimenticabile eterno attimo di felicità. Risultato: non riuscivano più a stare nella stessa stanza per più di 2 secondi.   Joe entrò in casa e vide Françoise che scendeva le scale che davano sull’ingresso; abbassò lo sguardo nascondendo gli occhi sotto il suo ciuffo. Françoise gli disse ciò che doveva prima che si dileguasse: <> <> Era la prima parola gentile che le diceva dopo mesi, lo aveva preso proprio alla sprovvista.   Joe entrò nello studio del dott. Gilmore e lo trovò che guardava fuori la grande finestra che era dietro la sua scrivania. <> <> Il dott. Gilmore aveva notato lo strano comportamento dei due: aveva visto con i suoi occhi Joe evitare Françoise e poi Françoise fare altrettanto e aveva pensato che Joe fosse stato rifiutato e che ora soffrisse una cocente delusione. Diciamolo era un po’ lontanuccio… ma non si può essere dei geni in tutto! <> <> <> disse il ragazzo con fare più che risoluto ma al contempo triste. Gilmore fu sorpreso da quelle parole e glielo si leggeva in viso. Joe continuò: <> Si affacciarono entrambi alla finestra e videro Nohjo schiaffeggiare Lao alla nuca. <> <> Gilmore non poté fare a meno di pensare per l’ennesima volta di aver distrutto la vita di quel ragazzo, di tutti loro. Si sentì così in colpa che non si sentiva di dirgli nient’altro, ma c’era un’altra cosa di cui doveva parlargli. Dopo un lungo silenzio trovò le parole. <> Joe, soppesò bene ogni parola di Gilmore: <> “anche se non so proprio cosa possa dirle!” <> Joe sorrise, al suo contrario il dott. Gilmore intendeva dire che avrebbero dovuto cercare di risolvere la cosa adesso!   Joe esitò qualche istante prima di entrare in salotto… ”cosa le dico? Potrei dirle la verità: che l’amo troppo per fare di lei il bersaglio numero uno dei fantasmi neri. No, non posso dirglielo! Se la conosco abbastanza non gliene fregherebbe nulla del pericolo! D’altro canto anch’io per lei mi getterei tra le fiamme dell’inferno!” sorrise di sé stesso: era proprio cotto, peggio di Kcejo! Entrò, o la va o la spacca! Non vi trovò Françoise però, ma un bicchiere da coktail in frantumi e qualche traccia di sangue. Si precipitò in infermeria. Françoise stava lottando con una garza per medicarsi da sola la mano che aveva stritolato il bicchiere. Non fu sorpresa di vederlo lì. <> Françoise non disse nulla e gli porse la garza. Joe evitava il suo sguardo e cercava le parole dentro sé ma fu Françoise a precederlo. <> Joe si fermò un istante senza guardarla, Françoise aveva sentito tutto, ma aveva frainteso, ma forse era meglio così… non ebbe il coraggio di dirle niente. Françoise fu investita da una grande tristezza, la tristezza di non essere una coppia di normali ragazzi. Aveva capito più di quanto Joe non volesse, aveva capito che lui non voleva metterla nell’occhio del ciclone e aveva capito che se questo fosse successo avrebbe trascinato anche lui con sé. Non erano due ragazzi normali, non potevano vivere un amore normale, ma solo un amore straordinario.     F I N E   5[2] Vedi fanfic #2: Peace & Love 6[3] Per chi non lo sapesse per guardare a “ore dieci” bisogna immaginare di essere al centro di un orologio e che diritto davanti a noi ci siano le dodici, di conseguenza “ore sei” è alle nostre spalle, “ore tre” alla nostra destra ecc… 7[4] non vi scandalizzate, i francesi usano “merde” come per dire “accidenti!”   1[11] Eheheh citazione quasi esplicita, vero Lunaris? Aspetta a vedere il seguito!