Fin dai primordi l'uomo ha dovuto fronteggiare la malattia. Ma se la malattia veniva dagli dèi, un dio dà all'uomo l'arma con cui combatterla: la medicina. Asclepio era il dio della guarigione e della salute, educato dal centauro Chirone, che gli insegnò a sanare tutti i mali. I primi medici furono i due figli di Asclepio, ricordati da Omero, Podalirio e Macaone. In Omero (VIII sec. a. C.) si trovano i primi riferimenti alla malattia della letteratura occidentale. Nel I libro dell'Iliade il dio Apollo, sdegnato contro Agamennone, duce degli Achei, che da 10 anni assediano la città di Troia, provoca una epidemia del campo degli assedianti. Nel II libro, Omero ricorda lo sfortunato caso dell'eroe Filottete, che morso da un serpente, riporta una ferita al piede che diventa una piaga dolorosa e maleodorante e viene abbandonato dai compagni nell'isola di Lemnos. Circa 300 anni dopo il tragediografo greco Sofocle (V sec. a. C.) scriverà una tragedia sul caso di Filottete. In tutta l'Iliade si trovano numerosi riferimenti anatomici la cui precisione sorprende, considerata l'epoca a cui risalgono. Nelle Trachinie, Sofocle descrive la morte di Eracle, dovuta ad una veste avvelenata (o infetta), donatagli dalla moglie Deianira, nel tentativo di riconquistarlo. Allo scoppio della Guerra del Peloponneso una terribile epidemia infuriò ad Atene; la malattia descritta da Tucidide non è stata ancora identificata.

Lezioni dal passato: TRAUMATOLOGIA OMERICA, un articolo di L. Lucchini sulla patologia e le conoscenza omeriche sulla rivista DocMagazine (3, maggio-giugno, 2005) [328KB].

(aperto 05.11.2000 - aggiornamento 25.02.2016)

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