LA CHIESA DELL'EREMO

Entrando nella chiesa, si ha una sensazione di calda accoglienza, nonostante sia stato abbondantemente utilizzato il marmo per la realizzazione degli altari.

 

 

                 Foto della chiesa

Un' iscrizione(1683) ricorda il nome di Gaetano Ventimiglia, che volle l'eremo.

L' altare maggiore, adornato da un finissimo paliotto , fu opera dei palermitani Lionardo e Giuseppe Musca e risale al 1750. Molto raffinato è il coro .

La statua marmorea di Santa Rosalia nell'atto si scolpire l'epigrafe (1775), fu realizzata da Filippo Pennino. Di originale fattura è il tabernacolo a sbalzo in argento.

   Statua del Pennino e busto reliquiario d'argento.

Durante i festeggiamenti in onore della Santa viene esposto anche il busto reliquiario  in argento, altrimenti custodito nel Santuario del Santo Martire Giacinto Giordano Ansalone, a Santo Stefano. Tale opera fu donata agli stefanesi dal Cardinale Doria, arcivescovo di Palermo, e accompagnata trionfalmente al paese, il 25 settembre 1625.

Ai fratelli Antonino e Vincenzo Manno furono commissionate le opere che adornano la chiesa: Santa Rosalia Orante, Santa Rosalia e la Sacra Famiglia , La cena di Emmaus, La Mensa Eucaristica, Santa Rosalia morente .

Santa Rosalia Orante dei fratelli Manno.

La Gloria di Santa Rosalia, di Federico Panepinto, si trova sulla volta, affiancata da due medaglioni . Ormai quasi distrutto è il raffinato affresco Santa Rosalia rifugge dalle vanità .

I dipinti rubati nel 1973 furono, in un primo tempo, sostituiti con opere del pittore Francesco Alberghina da Caltagirone, poi rimosse perchè tardivamente giudicate "troppo moderne" per la vetusta chiesetta. Le tele attualmente collocate sono di valenti pittori stefanesi contemporanei e riproducono quelle trafugate.

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