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La prima a Firenze rimandata al 27 Il 3 giugno a Roma ne è protagonista Pino Micol

GALILEO, BRECHT E IL POTERE

di MARIA PIA FUSCO

La regia di Scaparro, a 24 anni da Strehler

ROMA - E' una tappa importante per la mia vita di palcoscenico, forse la più importante. Non in contrasto con tutto quello che ho fatto nel passato, se mai spero che costituisca un piccolo passo avanti. Così Maurizio Scaparro parla della sua regia di Vita di Galileo di Bertolt Brecht, protagonista Pino Micol. Lo spettacolo, che è prodotto dal Teatro di Roma e il cui debutto sarà ospitato dal Maggio Musicale Fiorentino il 27 maggio (con uno slittamento di quattro giorni rispetto al precedente per ragioni di ordine tecnico) costituisce in qualche modo un evento, poiché questo testo, considerato esemplare nel percorso artistico di Brecht, non veniva rappresentato in Italia, salvo un' apparizione con il Berliner Ensemble, dalla memorabile messinscena di Giorgio Strehler di 24 anni fa. Questo Galileo, sottolinea Scaparro, sarà comunque uno spettacolo inedito e ampiamente meditato. Nel tempo che è trascorso da quando Brecht lo scrisse sono accadute molte cose. Per esempio, è successiva anche alla regia di Strehler la pubblicazione della confessione di Brecht negli Stati Uniti, quando negò la sua appartenenza al partito comunista. Una sconfessione del suo passato che ha molti punti in contatto con l' abiura dello scienziato Galilei, una conferma dell' autobiografismo del testo e della sofferenza con cui deve essere stato scritto. E di questo abbiamo tenuto conto nella nostra messinscena: è come raccontare Brecht che guarda Galileo e tutti e due guardano il loro rapporto con il potere. In questa luce, le parole di Galileo ad Andrea Sarti Nascondi la verità sotto il mantello acquistano il valore di un grande messaggio politico e umano. Oltre che poetico. In riferimento alla contemporaneità, Vita di Galileo, dice Scaparro non è un dramma storico legato naturalisticamente a una ricostruzione d' epoca, ma un testo in cui la storia, misurandosi con le contraddizioni dell' epoca moderna, viene affrontata in funzione del presente. Come per Mattia Pascal, anche per Galileo Maurizio Scaparro, si è avvalso della collaborazione di Edo Bellingeri, docente a Pescara e studioso di teatro tedesco, assunto come una sorta di drammaturgo al seguito, il quale ha ricordato che è stata la stessa ricerca nei testi di Brecht, che paragonava il rapporto tra il suo dramma e la messinscena a quello del teatro elisabettiano nei confronti di Shakespeare, ad autorizzare novità nella tecnica di rappresentazione, modifiche e adattamenti. Perfino contaminazioni, come quella che Scaparro si è permessa nella musica che è quella di Hans Eisler, ma c' è anche qualcosa che ricorda il cabaret tedesco e una certa musica tradizionale italiana, fino addirittura all' uso della tammorra. Vita di Galileo secondo Scaparro sarà uno spettacolo che non trova nessun punto di riferimento con il passato, ma anche divertente. Il testo ne offre la possibilità. Malgrado il dramma che racconta, c' è tutto il sarcasmo, la vitalità di Galileo, il suo disprezzo assoluto per la stupidità, la costante utopia, la speranza fino alla fine. Dal punto di vista economico sarà un' opera da tre soldi, scherza Scaparro e offre una cifra: tutto l' allestimento, comprese le scene, i costumi, la regia, le musiche e le registrazioni, eccetera, non supera i 450 milioni di costo, di cui 15O milioni soltanto per la scenografia. In scena, con Pino Micol, ci saranno 22 attori e musici. I tecnici saranno l5. Dopo Firenze, lo spettacolo sarà a Roma dal 3 giugno per una quindicina di repliche, e la sua ripresa ad ottobre è già stata approvata dal consiglio d' amministrazione del Teatro di Roma. Diego Gullo, il presidente, ha riaffermato la sua partecipazione totale al progetto di Maurizio Scaparro, in questo caso non più solo direttore artistico, ma sua è l' idea, il progetto, la totalità dell' impegno professionale. Un' idea alla quale ho aderito immediatamente ha detto Gullo per il grande valore artistico, culturale e politico del progetto. Ma c' è anche un' altra motivazione all' entusiasmo di Gullo, ed è che uno spettacolo come quello di Galileo, che continua un percorso cominciato con Pianola meccanica, è una di quelle iniziative che legittimano il Teatro di Roma come teatro nazionale, così come è previsto specificamente nel disegno di legge di cui si parla attualmente. Gullo ha anche rilevato l' emblematicità delle due città, Firenze e Roma, sedi di rappresentazione di Galileo. A Firenze, dove Galileo resterà in scena per cinque giorni, il Maggio Musicale ha deciso di accompagnare l' evento teatrale con l' organizzazione in contemporanea di una tavola rotonda su Brecht e Galilei e insieme con la proiezione di gloriose opere cinematografiche come L' opera da tre soldi di Pabst e Anche i boia muoiono di Fritz Lang. E, nella ripresa autunnale dello spettacolo a Roma, si sta studiando, con la collaborazione del Consiglio Nazionale delle Ricerche, la preparazione di un grande convegno su arte, scienza e potere, che sono i temi del grande testo brechtiano.

la Repubblica - Venerdì, 20 maggio 1988

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