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Dopo il palamostre lo spettacolo approda al Rossetti di Trieste (fino a domenica 30 novembre)

Kean, o il mistero del teatro

Un grande Ugo Pagliai nei panni dell’attore inglese riletto da Vittorio Gassman

UDINE - Se c'è una cosa che prende subito lo spettatore in "Bugie sincere", l'ultima fatica di scrittura e di regia di Vittorio Gassman, è una contagiosa e specialissima sorta di felice ostinazione che pervade testo e spettacolo: l'ostinazione, cioè, a volere scavare nelle ragioni di un mestiere, quello dell'attore, che talvolta e per strane alchimie sa essere arte con la A maiuscola. Ragioni, sfuggenti e misteriose, che sono poi quelle del teatro stesso e del suo fascino e sulle quali Gassman è tornato più volte nel corso della sua carriera. E lo ha fatto, quasi sempre, con un personaggio simbolico: Edmund Kean, attore inglese della prima metà dell'800, mitico interprete di Shakespeare, consegnato alla storia dello spettacolo come l'Attore per eccellenza, come l'Eroe del palcoscenico nei suoi esaltanti risvolti di genio e sregolatezza, come esempio alto e inarrivabile della grandiosità e insieme della fragilità dell'arte attorale.

Gassman è stato più volte Kean, e sulla scena e sugli schermi. Ora, quel mito Gassman lo rilegge e lo riscrive con questo spettacolo, il cui senso sta tutto nell'ossimoro del titolo, "Bugie sincere"; due termini in evidente contraddizione, che racchiudono però, sembra sostenere e con solide motivazioni Gassman, le molte contraddizioni che sono l'essenza stessa del teatro: dalla sua verità che tanto più è vera quanto più si nutre della finzione, al fatto che esso vive nella precarietà di rappresentazioni che sono uguali e insieme diverse sera dopo sera. E al centro di questa stupefacente aleatorietà, lui, l'attore, che di quelle contraddizioni è l'incarnazione. Tanto più se dietro al sublime artefice di magie e sortilegi sulla scena, al divino affabulatore e istrionesco "sacerdote" della parola dei poeti sì cela un uomo dalla vita tragica, un uomo che brucia la sua esistenza tra alcol e puttane, tra alcove dell'alta società e lo squallore di taverne malfamate. Tanto più se è, per l'appunto, Kean.

Di lui e della sua esistenza "Bugie sincere", seconda produzione stagionale dello Stabile i del Friuli-Venezia Giulia, in scena l'altra sera al palamostre di Udine, scandisce i momenti salienti: dagli anni di stenti e miserie consumati nei teatri della provincia inglese ai trionfi londinesi del Drury Lane, dagli incontri galanti con le belle della nobiltà a quelli con prostitute di basso rango, dagli scontri attorali con gli altri grandi della scena alle piccole galanterie e concessioni a una giovane formaggiaia aspirante attrice. Ma gli episodi della vita di Kean servono a Gassman per dare corpo a fantasmi e immaginazioni che sono domande, interrogazioni, dubbi... e ai quali lo spettacolo non darà risposte definitive, bensì una serie preziosa di suggestioni che più si avvicinano al mistero del teatro più te ne fanno sentire l’insondabilità, la grandezza e l'incanto. Suggestioni che lo spettacolo firmato dallo stesso autore, presente in voce come guida carismatica e narratore puntuale, asseconda con grande semplicità e al tempo stesso con consumata scaltrezza di teatrante d'altri mitici tempi. A partire dalla scenografia di Bruno Buonincontri, che è sì allusiva ma anche funzionale per farsi più evidenti e godibili nella prova degli interpreti. Prova che ha in Ugo Pagliai il suo vertice.

Pagliai è un Kean credibilissimo, molto bravo e convincente nel passare con incisività dalla gigioneria compiaciuta e divertente del personaggio alla drammaticità sofferta dell'uomo, ma soprattutto il suo è un Kean lontano, e di molto, dai precedenti gassmaniani, e questo è un pregio, e non di poco, dello spettacolo, che ne suggella così la forte valenza simbolica, scansando invece i limiti di una narrazione didascalica o più semplicemente didattica. Accanto a Pagliai le note, ora drammatiche, ora civettuole, ora popolaresche di Paola Gassman. Impegnata nei ruoli della moglie Mary, della nobildonna infatuata del genio e della prostituta che gli sarà vicino negli anni della decadenza e della fine, Paola Gassman disegna con garbo e misura le tre facce di uno stesso, spesso dolente, immaginario femminile.

Da stasera a domenica 30, "Bugie sincere" sarà di scena al Politeama Rossetti di Trieste.

M.F.D.

da il Messaggero veneto 20 novembre 1997

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