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Dal 6 "Il fu Mattia Pascal" a Lione

"PIANOLA" A PARIGI PIACE MA NON A TUTTI

di ELENA GUICCIARDI

PARIGI - Il Teatro di Roma, dopo aver presentato dal 12 al 20 dicembre alla Casa della cultura di Bobigny, nella periferia parigina, "Pianola meccanica", lo spettacolo di Nikita Mikhalkov interpretato da Mastroianni che ha già trionfato all' Argentina, porterà successivamente a Lione, al Thètre du Huitième, a partire dal 6 gennaio, "Il fu Mattia Pascal" nell' adattamento di Tullio Kezich, con la regia di Maurizio Scaparro e Pino Micol nel ruolo principale. L' annuncio è stato dato ieri nel corso d' una conferenza stampa all' Istituto italiano di cultura cui hanno partecipato Scaparro, Mastroianni, Mikhalkov e il direttore del teatro di Bobigny. Noto per aver assecondato Strehler nella direzione del "Thètre de l' Europe", Scaparro ha insistito sul fatto che la presentazione a Parigi di uno spettacolo cechoviano, diretto da un russo e interpretato da attori italiani, si inserisce nella prospettiva di sviluppo di un autentico teatro europeo. Bersagliato di domande, Mastroianni ha confermato la sua proverbiale modestia: "Non ho la pretesa di incarnare un vero eroe cechoviano", ha detto, "ma mi sento molto vicino a un teatro di luci e d' ombre, come è quello di Cechov". Poi ha parlato del suo "amore" per Mikhalkov, regista "molto esigente", ma dotato di un incredibile charme. Prendendo a sua volta la parola, Mikhalkov ha definito Mastroianni come un essere "ingenuo, infantile, mai sicuro di sé: qualità che fanno un grande attore". Preceduto dal successo del film "Oci Ciornie", coronato al Festival di Cannes, questo spettacolo, in cui Mastroianni e Mikhalkov si ritrovano per la seconda volta, era atteso con grande curiosità a Parigi, tant' è vero che alcuni giornali hanno mandato degli inviati speciali a Roma per anticiparne il resoconto. Due critiche contraddittorie sono uscite in questa vigilia della "prima" parigina. Per Marion Scali, di "Libèration", Mikhalkov se la cava piuttosto bene nel suo "tentativo da kamikaze", coniugando la sua arte consumata di cineasta con l' umiltà del regista teatrale debuttante. Quanto a Mastroianni, poco importa se ha vent' anni di più del personaggio che incarna, poiché l' estro creativo non ha età. Nell' "Express" invece, Angelo Rinaldi, se risparmia Mastroianni - che esprime "non senza eleganza la sua vitalità latina", sebbene in un ruolo sbagliato - stronca senza pietà la messa in scena di Mikhalkov, che, sostiene, ha "ammazzato Cechov", sostituendo "ai tempi lenti del drammaturgo un' agitazione da spettacolo di marionette". Va detto però che Rinaldi è noto come feroce iconoclasta. Frattanto proseguono con successo - fino al 10 gennaio - le rappresentazioni al Piccolo Odèon de "L' angelo dell' informazione" di Alberto Moravia, già presentato a Spoleto e ora adattato in francese da Renè de Ceccatty. Straordinaria la giovane Assumpta Serna, "l' angelo" dal volto soave che vuol dir tutta la verità, facendo impazzire il marito e l' amante con la descrizione cruda dei suoi trasporti con l' uno e con l' altro.

la Repubblica - Sabato, 12 dicembre 1987

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