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Sono
certo che tutti sanno cos'è un hacker,
Ovvero
un individuo che passa tutto il suo tempo davanti a
un computer cercando il sistema per (scusate il termine)
"mettercelo in culo a tutti" con qualche virus
o penetrando e distruggendo siti e computer collegati
alla rete,
...Bhe
se è questa la definizione che conoscete.... SCORDATEVELA.
Sono
solo brandelli di informazione manipolata per fare notizia
a scapito di chi ha COSTRUITO internet.
eccovi
alcuni documenti che vi faranno rinfrescare le idee...
Definizioni
----->> HACKER <<-----
* Definizione classica:
Persona che fa hacking seguendo un'etica precisa, una sorta di codice
cavalleresco: mai fare
danni, mai rubare, mai farsi scoprire. Solo una sfida pratica di
intelligenza. Nessun intento
criminale. La cultura hacker è connaturata con gli studi informatici delle
maggiori università
americane (Harvard, Berkley, Stanford): in un campus di questi, quasi ogni
studente è
tendenzialmente hacker.
* Definizione personale:
Premetto non sono affatto un hacker ma un cookbooker e dopo vi spigherò il
perchè! Cmq per me un
hacker è una persona che inizia una vera e propria gara di intelligenza tra
il creatore del
sistema e se stesso. Una battaglia che viene vinta solo dal + forte,una
sfida per far vedere a
tutti che TUTTO SI PUò FARE...
Tutto naturalmente senza avere ricavati criminali da queste sfide!e senza
farsi scoprire!
----->> CRACKER <<-----
* Definizione classica:
Eccolo il pirata-vandalo informatico. E' uno che avendo la conoscenza
tecnica e gli strumenti
degli hackers li usa per rompere le sicurezze di un sistema per furto o
vandalismo. La parola
è nata nell'85 dagli hackers per difendersi dall'uso improprio da parte dei
giornalisti della
parola hacker. Di solito i crackers sono dei mediocri hacker e tendono a
riunirsi in una sorta
di società segrete che commettono reati. Comunità di questo genere sono
fiorenti in Usa,
Australia, Gran Bretagna, Germania e paesi nordici, ma il fenomeno è
mondiale. Anche l'Italia
è degnamente rappresentata.
* Definizione personale:
I cracker,i vandali,i distruttori sono sempre stati visti come dei bastardi
che violano un
sistema informatico solo per il gusto di distruggerlo e di far sfigurare il
creatore.
Persone che commettono dei veri e proprio reati informatici...ma non so se
questo possa essere
davvero visto con questi okki ora di questi tempi.
La parola cracker ormai definirà sempre il VANDALO-INFORMATICO ma secondo me
possono essere
anche molto utili. I cracker non sono peggiori di un qualsiasi personaggio
della rete che si
incazza a morte con qualcuno! Per gli scopi illeciti....beh non tutti i
cracker attaccano un
sistema o un sito per lo stesso motivo (( definizione dedicata ai miei amici
che per quanti
casini abbiano mai fatto non hanno mai commesso crimini informatici pur
essendo definiti da
altri crackers! )).
----->> PHREACKER <<-----
* Definizione classica:
O meglio, il "phone phreaker": specialista nell'infrangere i sistemi
telefonici per
"scomparire" nel mondo digitale ovvero per "scroccare" telefonate
gratis,pirateria
satellitare,smart card,
cellulari ecc....
* Definizione personale:
I phreaker come i migliori hacker ingaggiano una sfida tra i sistemi
telefonici e loro stessi
scoprono tutti i punti deboli..( Sopratutto quelli di mamma Telecom :-p )
per sfruttarli a
loro piacimento.
La telefonia fissa , i cellulari , la TV satellitare non ha segreti per loro
che si divertono
a scoprire tutto come un hacker con un sistema informatico.
----->> LAMER <<-----
* Definizione classica:
E' un termine dispregiativo del gergo hacker che identifica le persone che
sono nate
perdenti.Di solito i lamer sono degli aspiranti cracker che non sono
neppure capaci di
diventare davvero dei cracker.Vogliono imparare solo i trucchi cracker e
hacker per fare
danni, rubare e fare vandalismo.
* Definizione personale:
Il termine peggiore in rete...definisce colui che ha fallito,il perdente!
Colui che ha provato
e ha fallito sempre.Spesso finiscono per diventare cracker per scopi di
lucro o solo vandali
per sfogare il fatto che hanno FALLITO! dopo che falliscono anche come
cracker tornano ad essere
dei Chatters ma ormai la loro fama è fatta ed è difficile da togliere.
In poche parole il LAMER è il PERDENTE! colui che ha fallito su tutta la
linea.
----->> WANNABE <<-----
* Definizione classica:
Dall'inglese "vuole essere" si tratta di un apprendista hacker che può
essere un autodidatta
o aiutato da un hacker + esperto...ma sa principalmente infastidire altri
utenti e basta.
infatti le sue conoscenze informatiche sono molto limitate.
* Definizione personale:
E' la persona che vuole diventare un hacker...un APPRENDISTA.
A volte è un autodidatta cioè fa tutto da solo,studia e impara,assimila e
mette in pratica
senza l'aiuto di nessuno, e a volte invece è seguito da un hacker che lo
istruisce e gli
insegna come muoversi nella rete seguendo le regole dell'hacking.
----->> CookBooker <<-----
* Definizione classica:
Dall' inglese "cookbooker" creatore di un manuale di cucina! Assimila tutte
le conoscenze della
rete,conoscenze di ogni tipo: cracker ,phreaker , hacker. Le studia,le
impara e le insegna ad
altri attraverso scritti,a volte anche non suoi...Il suo unico scopo è
insegnare agli altri.
Non insegnerebbe mai ad un lamer perchè si odiano!
* Descrizione personale:
Il cookbookber colui che colleziona tutto: attacchi , difese , guide ,
programmi...in poche
parole tutto! Impara e sfrutta tutte le potenzialità dei suoi programmi e
delle sue conoscenze
Colleziona e insegna e colleziona e impara in continuazione.
Non insegnerà mai ad un lamer per odii personali!!!!
Ha amici hacker , cracker , phreaker e di qualsiasi altro tipo ma mai lamer!
NON SI CONSIDERA UN HACKER LUI E' SOLO COLUI CHE IMPARA TUTTO X SE STESSO E
X GLI ALTRI!!!!!!
E come ogni bravo cookbooker scrive manuali,guide,tutorial su ogni
argomento...e quando serve
pubblica anche articoli di altri trovati in rete pur di insegnare a chi non
sa qualcosa in più!
TRATTE DAL SITO http://www.hackeralliance.net/
Come si è potuto capire quello
che voi consideravate pirata, assassino, creatore
di virus e distruttore della rete non è l' HACKER
ma un CRACKER o un LAMER
La
Storia
ITutto iniziò nel 1958 al Mit
(Massachussets Institute of Technology) dove alcuni amanti di trenini del
Tech Model Railroad Club cominciarono ad interessarsi di computer militari e
a creare i primi programmi per giocare o per suonare. Il termine “hack”
rappresentava un progetto intrapreso o un prodotto costruito non soltanto
per adempiere a uno scopo specifico ma che portasse con se il
piacere scatenato della pura partecipazione. Lo scopo di un hacker
era quello di migliorare il sistema, qualunque programma funzionasse non
era perfetto se si poteva scrivere con meno istruzioni. Erano primi della
classe che si dedicavano alla programmazione a qualsiasi costo, anche a costo
di perdere l'anno scolastico. Per gli hackers un sitema era un insieme di
elementi che interagivano tra loro in modo perfetto, senza errori e con
l'utilizzo di risorse e di codice sempre minori. Il sistema perfetto era
il loro scopo e facevano a gara per ottenere programmi in grado di farlo
girare con il minor numero di righe di codice. Tutto questo senza essere in
competizione tra loro, tutto il codice scritto era a disposizione di tutti
coloro che volevano farne uso. A quel punto l'unico limite a tanta
espressività e al sistema perfetto era l'Harware, occorreva fare modifiche al
computer stesso, ma chiaramente questo non era possibile. L'ingegno, chiave
di ogni haker, però oltrepassava i permessi e quindi si specializzarono anche
in serrature. Nella comunità hacker del Mit c'erano persone a cui non
interessavano solo i computer, ma tutto ciò che era tecnologia: un esempio
era la rete telefonica. Alcuni esploravano questa rete per capire il suo
funzionamento, per migliorarla, ma spesso le loro finalità non erano
capite; essi venivano accusati di telefonare gratuitamente alle
spalle della società telefonica: niente di più falso; gli
hackers esploravano la linea, commutatore per commutatore, arrivando anche
a telefonare anonimamente alla società dei telefoni per avvisarla che in un
certo punto della rete c'era un errore che poteva comprometterne il
funzionamento. Il concetto di denaro non era presente nella loro filosofia
ma ,forse per questo, perché questa pericolosa idea di rifiuto del denaro non
era accettata dalla società , venivano additati come
delinquenti. Successivamente venne introdotto il concetto di password di
entrata per ogni utente. Gli hackers erano contrari a questo perchè
sostenevano che tutto il codice doveva essere a disposizione di tutti.
Proposero di non inserire nessuna password e parecchi utenti seguirono
questa filosofia, ma non tutti. Per un hacker, una password, come lo
era stato una serratura, non era una barriera insormontabile; infatti per
farne capire l'inutilità, gli hackers penetravano periodicamente queste porte
digitali, senza danneggiare niente, lasciando un messaggio all'utente
che proclamava l'inutilità delle password e l'utilità per la comunità
informatica di poter accedere a tutto il materiale. L'accesso ai computer, e
a tutto ciò che potrebbe insegnare qualcosa, dev'essere illimitato e
completo tutta l'informazione dev'essere libera. Gli hackers devono essere
giudicati per il loro operato, e non sulla base di falsi criteri quali ceto,
età, razza o posizione sociale. Questi personaggi, da alcuni malvisti,
furono coloro che implementarono i programmi, crearono i sistemi operativi e
promossero lo sviluppo dei computer, creando le basi, con la loro filosofia,
affinché i computer diventassero personal computer e entrassero, nel
futuro, prima nei club di appassionati e poi nelle case di tutti. Negli
anni seguenti gli hackers del Mit lasciarono gli ambienti dell'università e
si dispersero per gli Stati Uniti, promuovendo ovunque l'etica hacker e
influenzando le generazioni future. Fu anche grazie a questo se in California
attorno alla metà degli anni '70, fu creato il primo personal computer,
l'altair, di dimensioni più o meno di quelli odierni. Anche in quell'epoca
si respirava aria di etica hacker; in un club informatico del Nord della
California, i cui componenti si riunivano ogni due settimane, si cercava di
rendere i computer accessibili a tutti; si cercava di portarli fuori dalle
università affinché tutti potessero beneficiarne ed apprendere le tecniche di
quello che già si sapeva come lo sviluppo futuro in campo tecnologico. Il
primo PC presentava però un problema, non aveva un sistema facile per
programmare accessibile a tutti; infatti i programmi erano scritti
in assembly, un linguaggio molto difficile da utilizzare anche se molto
potente. Ad una riunione di appassionati informati venne presentato da un
ragazzo un nuovo linguaggio molto semplice, il BASIC; tutti i presenti
rimasero però stupiti e disorientati quando il giovane, alla richiesta del
codice sorgente, si rifiutò di pubblicizzarlo e asserì che il programma
sarebbe stato venduto al prezzo di 150 $ . Il ragazzo in questione si
chiamava Bill Gates, il proprietario della futura Microsoft. Fu un tragico
momento, quello, per l'etica hacker: la tecnologia dei computer
incontrava il capitalismo e quello che sarebbe stato in futuro uno dei
suoi più degni rappresentanti. Fu in quel momento che nacque il concetto
di pirata informatico, poiché una persona presente trovò per terra un nastro
con il programma del basic e lo portò alla successiva riunione dell'Homebrew
club (il club precedentemente citato), distribuendolo ai presenti con l'unica
condizione di farne almeno cinque copie a testa e distribuirlo a tutti
quelli che ne avessero fatto richiesta, come d'altronde era
consuetudine fino ad allora. In ogni caso la rivoluzione informatica
era in pieno svolgimento: negli anni seguenti nacquero diverse società che
costruivano PC, come quella che vendeva l'altair o la Apple fondata in un
garage da Steve Wozniack e Steve Jobs, mentre la mastodontica IBM che
aveva sempre dominato il mercato con i suoi mainframe era all'apice
del declino. L'inizio degli anni '80 fu dominata invece dal software,
in particolare dai giochi per PC che giravano su Apple e Amiga : fu l'inizio
del declino dell'etica hacker. Inizialmente le società furono fondate
da hacker che provavano gusto a scrivere codice; il concetto di copyright non
esisteva ancora e la collaborazione tra di loro era molto intensa: pur
essendo in concorrenza si scambiavano idee e consigli; tutti sapevano quello
a cui l'altro stava lavorando. In seguito, col benessere proprio degli anni
'80, si perse di vista tutto ciò che era stato creato dagli hacker del
Mit; le società crebbero e la concorrenza tra loro divenne sfrenata, la loro
conduzione fu affidata a manager navigati e senza scrupoli.
TRATTO
DA:
http://www.bismark.it/
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