SACERDOTI

PADRE ANTONIO PORCELLATO

P. Antonio Porcellato in occasione del Natale 2003 ci manda questa lettera dall'Africa (vai alla lettera)

Carissimi,

                    vi scrivo stasera (1 dicembre 2002)da Ibadan, seduto al tavolo di quella che è stata la mia camera per sei anni.

Ho percorso circa 3000 km nel Nord della Nigeria toccando varie località tra cui le grandi città di Abuja (la capitale della Nigeria), Jos (adagiata su un altipiano a circa 1000 metri di altitudine con un clima fresco e secco), Bauchi, Kano (la grande città islamica) e Kaduna (la città che ha più sofferto negli scontri etnico religiosi).

Ho potuto visitare tutti i confratelli del Distretto africano e i vari spostamenti (con una Peugeot 504 e un autista) si sono svolti senza incidenti.

In seguito agli avvenimenti di Kaduna ho dovuto cambiare l'itinerario per poter arrivare in città dal Sud, evitando di attraversare i quartieri nord che sono oggi abitati da mussulmani. La parrocchia dove sono i miei confratelli africani era situata in un quartiere a maggioranza mussulmana, ma in seguito ai vari scontri degli ultimi dieci anni, c'è stata una specie di pulizia etnica per cui ora il  quartiere è interamente o cristiano o pro cristiano. Il fenomeno inverso è avvenuto nei quartieri nord. Negli scontri della settimana scorsa ci sono stati 225 morti secondo le fonti ufficiali, 500 secondo quello che mi hanno detto i miei confratelli sul posto.

la Nigeria è veramene grande, con enormi estensioni di terra da coltivare. Anche le città sono enormi: Kano deve contare 7 milioni di abitanti, Kaduna 4, anche se non ci sono dati ufficiali. L'ultimo censimento (poco affidabile) è del 1991.

Domani avrò la gioia di ricevere il "giuramento perpetuo" di 6 giovani studenti SMA. Gli stessi saranno poi ordinati diaconi sabato 7 dicembre da un nostro vescovo SMA irlandese che è vicario Apostolico nel nord-ovest della Nigeria.

Nei giorni tra lunedì e sabato andrò a Asaba, a 400 Km da Ibadan, di nuovo con lo scopo di visitare i nostri confratelli del Distretto Africano.

Asaba è una cittadina piccola (200 abitanti) posta sulla riva destra del fiume Niger, di fronte a Onitsha, grande città commerciale situata sulla riva sinistra (2 milioni).

Le notizie dalla Costa d'Avorio sono molto tristi soprattutto per il fatto che la divisione del paese in due o tre tronconi si stabilizza con enormi danni sociali, economici, e quant'altro. Comunque resta una realtà che tutti questi paesi devono passare attraverso degli anni dolorosi di crisi: la Costa d'Avorio che sembrava una felice eccezione, ne fa amaramente l'esperienza. 

Un saluto a tutti voi. 

Antonio Antonio Porcellato, SMA

B.P. 3453  LOME

Togo

tonisma@tg.refer.org

 

 

CAPIRE I PROBLEMI DELLA NIGERIA

In Nigeria sono sempre più  frequenti le notizie di scontri e guerriglie, spesso tra crisitani e mussulmani, con numerose vittime, distruzione di case e negozi e incendi di chiese e moschee. Secondo l'Economist (15.09.01), dal ritorno del sistema democratico (Maggio 99) fino ad ora ci sono state più di 6000 mila vittime di tali violenze. Quali sono le cause di questa conflittualità? Possiamo capire meglio con un po' di geografia e di storia, in particolare analizzando le caratteristiche delle tre grandi zone sociologiche ed etniche di cui il paese si compone.


Il Sud-Ovest


Il Sud-Ovest è caratterizzato dalle grandi città di Lagos, Ibadan e Benin City. Vi si respira un aria cosmoplita e tollerante. A livello religioso la maggioranza è cristiana divisa in tante denominazioni con le tre principali denominazioni protestanti (anglicani, metodisti e battisti), i cattolici e le innumerevoli chiese pentecostali. Cè anche una forte minoranza mussulmana presente a Lagos e in generale nelle popolazioni yoruba. Per esem­pio Ibadan, che con i suoi cinque milioni di abitanti, è la seconda città del paese, è una città fondamentalmenie mussulmana. I cattolici sono meno del 3%, però vi contano numerose istituzioni come 2 facoltà di teologia e una dozzina di case di formazione per religisi e religiose. Qui non si sente la tensione fra cristiani e mussulmani e, per il momento, non si parla di legge islamica. Questo probabilmenie perché la tollerante cultura yoruba è insieme un fattore unificante più forte delle differenze religiose.
Il Sud-Est


Il Sud-Est del paese comprende le popolazioni a est del fiume Niger e a Sud del Benue suo affluente. E' la zona delle intraprendenti popolazioni Ibo e delle terre ricche di petrolio del litorale. Alla fine degli annl 60 gli Ibo vollero far da soli proclamando lo stato de Biafra, pronti a combattere una guerra di secessione. Le truppe federali reagirono per conservare l'unità della nazione e la guerra civile che ne seguì, anche se breve, fu dolorosa e sanguinosa. Le ferite aperte allora in realtà non sono ancora rimarginate.
Qui la maggioranza della popolazione è cattolica e la Chiesa è ben immpiantatata con abbondanza di vocazioni e una buona autosufficienza economica. Gli Ibo, famosi per il loro senso degli affari, sono emigrati in tutte le zone del paese, dalla metropoli di Lagos alle città grandi e piccole del Nord mussulmano.
 Aprono negozi e stabiliscono commerci. Nel medesimo tempo frequentano e rafforzano le Chiese cattoliche esistenti sul posto, spesso di esigue dimensioni, oppure creano ex novo vivaci comunità cristiane con una forte connotazione culturale Ibo.

Il Nord


Il Nord comprende la vastissima zona a nord dei fiumi Niger e Benue e come estensione costituisce i due terzi del paese. Anche se vi sono alcune grandi città con notevoli attività commerciali e indusiriali (Kano, Kaduna, Abuja), molte popolazioni sono dedite esclusivamente all'agricoltura o all'allevamento, con tassi molto bassi di scolarizzazione. In genere si considera tutto il Nord sotto una forte influenza mussulmana, sia sotto l’aspetto religioso che culturale. Questa impressione tuttavvia va corretta in modo sostanziale perché bisogna distinguere il Nord vero e proprio (in pratica gli 8 stati che confinano direttamente con il Niger), dalla fascia chiamata "middle belt" che comprende una decina di stati che fanno da cerniera con il Sud.
Il Nord vero e proprio è la patria degli Hausa-Fulani, popolo mussulmano da lungo tempo. Negli ultimi due secoli essi sono progressivamente scesi verso Sud, occupando le terre della "middle belt", imponendo le loro strutture militari e politiche. In questo sono stati favoriti anche dalla coloniza­zione inglese che si è alleata con essi per controllare il territorio. In realtà le popolazioni indigene della "middle belt" sono islamizzate solo in minima parte, anzi si può dire che poste di fronte a una libera scelta fra islam e cristianesino, di solito scelgono il secondo. In questo modo reagiscono contro la religione di coloro che hanno tolto loro il controllo della loro propria terra e si sono imposti come signori della zona, cioé gli Hausa‑Fulani.
Dove avvengono gli scontri?


 Come è comprensibile da questa descrizione, le tensioni sociali, etniche ed economiche danno adito a scontri religiosi specialmente nella fascia me­diana dove le popolazioni indigene reagiscono contro il potere degli Hau­sa‑Fulani. Ecco allora gli scontri più sanguinosi che sono scoppiati a Kaduna a Jos a Bauchi, tutte città in cui la presenza cristiana è numericamente uguale, se non superiore, alla componente mussulmana. Un altro punto di conflitto sono le città del Nord, ad esempio Kano, dove ci sono forti sacche di popolazione dal Sud, specialmenie Ibo, dediti al commercio e che si trovano fortemente discriminate nei loro diritti civili e religiosi.
Perché gli scontri avvengono proprio ora?


La componente politica è certamente la più importante. Schematizzando si può riassumere in questo modo. In Nigeria il potere significa il controllo dell’esercito e la gestione delle ingenti somme derivate dalla vendita di petrolio. Generali e politici del Nord hanno sempre avuto una grande influenza in questi due ambiti. Olusegun Obasanjo, il presidente attuale, eletto con l'apporto indispensabile di una grande parte del nord mussulmano, è uno yoruba cristiano del Sud. In qualche modo gli equilibri di potere si sono spostati in favore del Sud. L’introduzione della Legge islamica in molti stati settentrionali e i disordini che ne conseguono, è la reazione del del Nord che non vuole perdere la propria influenza e che vuole, nel medesimo tempo, indebolire Obasanjo.
Il contesto internazionale con l’attacco agli Stati Uniti e l'invito di Ben Laden a una guerra santa contro il mondo occidentale cristiano, certamente contribuiscono a versare benzina sul fuoco.
Un amico che ha percorso alcune città del nord agli inizi di ottobre mi diceva la sua sorpresa nel vedere dappertutto molti manifesti inneggianti a a Ben Laden.

Si incita alla violenza


 C'è anche il fatto che alcuni religiosi islamici nelle riunioni di preghiera del venerdì incitano chiaramente alla violenza. Del resto in diverse città a grande maggiorana islamca, gruppi di cristiani appartenenti per lo più a chiese pentecostali, organizzano incon­tri e campagne di evangelizzazione con grande dispiego mediatico. Ad esse invitano predicatori famosi, spesso stranieri. Questo tipo di manifestazioni sono sentite dai mussulmani come una provocazione e contribuiscono certamente ad accrescere la tensione.
Stiamo vivendo momenti cruciali per la società e per la Chiesa Nigeriana.
E' bene esserne al corrente, condividere le sofferenze delle vittime, essere presenti nelle istanze decisionali. Che il Signore risparmi ulteriori sof­ferenze a questa grande nazione.

Antonio Porcellato

Per maggiori conoscenze vai al sito: http://www.erga.it/sma/index/ind-lett.htm