VIRIS ILLUSTRIBUS

FRANCESCA PORCELLATO

VITTORIA DI FRANCESCA PORCELLATO
Sorride Francesca alla conferenza stampa dei vincitori. E' felice anche perché, come sottolinea, finalmente si accorgono anche degli atleti in carrozzina. Ha vinto, ma alle vittorie è abituata, quello che ha suscitato la sua sorpresa è stato il calore del pubblico, l'importanza che gli spettatori della New York Marathon riservano anche ai disabili. Negli ultimi due mesi ha disputato quattro maratone le ha vinte tutte tranne Berlino dove si è classificata terza. Sette dall'inizio dell'anno più un record italiano stabilito a Padova.
L'ultima in ordine cronologico dei suoi trionfi prima di questo a New York è stato domenica scorsa a Venezia. Domani è di nuovo in volo alla volta del Giappone dove l'undici novembre disputerà la gara di Oita.
Il suo viso è bellissimo, esprime la gioia di vivere. Da quando aveva diciotto mesi è costretta sulla sedia a rotelle. Un camion facendo manovra a retromarcia l'ha investita mentre giocava nel cortile.


"Mi aveva scambiata per una bambolina", dice senza rancore. Il suo amore per lo sport nasce dalla sua voglia di normalità. "Nel mio paese, a Poggiana di Riese Pio X, vicino a Castelfranco Veneto, i bambini andavano tutti in un campo dietro alle nostre case a correre e io andavo con loro e mi allenavo tutti i giorni, ma non potevo fare gare perché non accettavano atleti in carrozzina. Poi a sedici anni finalmente ho trovato una società che tesserava gli atleti disabili. Dopo una settimana ho vinto i campionati italiani e dopo un mese i mondiali. Da allora non ho più smesso. Ho fatto quattro olimpiadi in cui ho vinto sette medaglie d'oro una d'argento e quattro di bronzo. Tanti titoli mondiali che non mi ricordo neanche quanti. E poi mi sono specializzata nella maratona. Nella mia vita ne ho disputate circa sessanta e in almeno una quarantina ho tagliato per prima il traguardo".

Francesca si allena tutti i giorni e percorre settanta chilometri. Il suo allenatore è suo marito Dino Farinazzo. Il loro amore è nato sulle piste di atletica leggera quando lui era l'allenatore della nazionale. Prima erano soli amici poi è scattato qualcosa e sei anni fa si sono sposati. Per amore si è spostata a Verona e ha lasciato il suo lavoro di impiegata comunale all'ufficio anagrafe. Per amore del suo Dino e dello sport. Non fa progetti a lunga distanza, il suo sogno è avere la giusta considerazione come atleta a tutti gli effetti, cosa che in Italia è ancora difficile da raggiungere. Non ama il calcio, ma il suo cuore si è infiammato per il Chievo. "E' una favola, loro vengono dal basso come me e per questo li sento vicini".

MARATONA DI NEW YORK
Francesca di nuovo sul podio

(Stefania Miotto)

RIESE. E' festa a Poggiana di Riese per Francesca Porcellato. L'atleta si è aggiudicata domenica il secondo posto alla maratona di New York nella sezione disabili. Un traguardo meritatissimo per un'atleta che si allena con successo dal 1988 e che ha raggiunto notevoli risultati non solo nei 100 metri e nei 400 metri, ma anche nei lunghi percorsi. Con la sua sedia a rotelle vola sempre più veloce al traguardo. L'anno scorso, sempre nella maratona corsa nella Grande Mela, aveva raggiunto il podio più alto. «Mi ha telefonato ieri (domenica, per chi legge, ndr) subito dopo la competizione - dice la mamma Rita soddisfattissima per il successo della sua Francesca - Era felice ed euforica, ma non abbiamo parlato molto perché doveva cambiarsi e mi ha promesso di raccontarmi tutto al suo rientro». Francesca abbraccerà la sua famiglia, che vive a Poggiana in via Bernardi, composta da mamma, papà Giacomo, ora in pensione, il fratello Sergio, restauratore di mobili, e le due sorelle, proprio oggi, all'aeroporto di Venezia. «Che possiamo dire? Siamo davvero contenti dei risultati di nostra figlia - continua la signora Rita Porcellato - Si è sempre impegnata a scuola raggiungendo il diploma di ragioneria e ha sempre continuato a fare sport». Francesca, classe 1970, è felice e serena e ha saputo diffondere la sua gioia anche a tutta la famiglia. «All'inizio - dice la mamma - temevo per il suo futuro, come tutti i genitori che vivono la mia stessa situazione. Mi chiedevo che cosa avrebbe fatto quando noi saremmo diventati anziani. E invece, eccola, contenta e piena di vita». Una soddisfazione davvero grande per i genitori della giovane atleta che ha saputo andare oltre il suo problema. Una lezione che Francesca trasmette a tutti con la sua grinta e il suo amore per la vita. E insieme una grande passione per lo sport che le ha permesso di raggiungere grandi traguardi. Alla maratona di New York anche due atleti disabili di Padova che hanno però dovuto rinunciare alla gara per il mancato arrivo delle carrozzine.