Storia campane:
il rintocco del tempo.

I rintocchi della campana del vespero scorrono sui prati da quella lontana guglia. Dolci e decise le vibrazioni portano gli uomini dinnanzi al divino.
Ogni città paese borgo in Italia fin dalla più remota antichità scandisce le ore e le attività del giorno con i rintocchi delle campane. Il mezzodì con i dodici rintocchi annuncia la fine dell'attività mattutina, il tramonto con i rintocchi delle cinque la fine dei lavori.
L'uso di strumenti sonori di richiamo o convocazione delle genti fu concepito fin da tempi lontani.

Dapprima furono presenti nei culti di origine orientale e dal IX secolo divennero comuni anche nel rito cristiano in occidente. In Italia la fusione delle campane ha origini antichissime. La tradizione vuole che il nome "campana " in italiano derivi da Campania, la regione in cui furono fusi i primi bronzi sacri al tempo di San Paolino, vescovo di Nola tra il 409 ed il 431 DC. Le prime fonderie stabili risalgono al 1500. Prima l'opera di fusione delle campane da parte dei fonditori, monaci o laici, avveniva andando di luogo in luogo, di paese in paese, trasportando l'intera officina. I "cantieri " allestiti ai piedi dei campanili permettevano di superare l'ostacolo costituito dal trasporto dei grandi bronzi in tempi in cui i mezzi e vie di comunicazione erano poco agevoli. Le campane nelle loro forme, nelle decorazioni e nelle iscrizioni risentono dell'epoca di origine.

Le più antiche, di gusto ancora romanico, strette ed oblunghe sono semplici e recano solo qualche emblema e qualche iscrizione. Le campane del periodo gotico recano ad esempio motivi decorativi che si limitano a poche linee orizzontali in rilievo, alla sigla del maestro e iscrizioni formate da lettere tanto eleganti da ottenere un vero e proprio fregio ricorrente su tutta la circonferenza della campana. Alle serene decorazioni Rinascimentali subentrarono le ricche e piene

decorazioni Barocche. Fregi esuberanti, motivi floreali e putti tutto al ricco abbellimento della campana.

Come nasce una Campana.

L'arte di fondere campane continua ad essere praticata oggi con la stessa identica tecnica dei tempi passati. Stessi procedimenti, stessi passi, conoscenze tramandate verbalmente da fonditore a fonditore da padre a figlio e così da secoli. I metalli per ottenere un ottimo bronzo per campane sono il rame e lo stagno nelle proporzioni rispettivamente di circa il 78% e 22%. Stabilità la tonalità della campana desiderata, come si sa ogni campana ha la sua nota musicale legata alle sue dimensioni pesi e forme, il fonditore provvede al disegno ed alla preparazione della sagoma. Su una tavola di legno di noce perfettamente levigata e dallo spessore di circa 4 cm si traccia il profilo della campana. E' uno dei passi più delicati nella preparazione della campana e dove le conoscenze ed i segreti tramandati di padre in figlio di generazione in generazione si concentrano nelle linee tracciate sulla sagoma di legno.

La sagoma così ottenuta è pronta per essere opportunamente fissata ad un'asta scorrevole su di una guida che le permetterà di fare un giro completo attorno allo stampo di creta. Lo stampo viene costruito da mattoni legati fra loro da un particolare impasto di creta e sterco di cavallo. Sono proprio questi "particolari prodotti " che legano lo stampo e fanno sì che esso non si screpoli durante la fase dell' essicazione. Quando lo stampo detto "il maschio " è asciutto si costruisce sopra di esso la "falsa" campana che deve avere la stessa forma e lo stesso spessore di quella desiderata. Su questa si applicano con la massima diligenza e perizia le decorazioni in cera d'api e pece ricavate nelle forme da artistiche tavolette in legno intagliate al rovescio e tramandate all'interno della fonderia come veri e propri capolavori dell'intarsio.


Campana
I fregi in cera lasceranno la loro impronta sulla "camicia" che verrà costruita sopra la falsa campana, dapprima con strati di argilla finissima semiliquida poi con creta finissima per fermare la parte esterna del lavoro. Quando tutto lo stampo è perfettamente essiccato e le parti successivamente sovrapposte si possono staccare, sfilando la camicia si toglie lo spessore corrispondente alla falsa campana.
Inizia così la fase della fusione e colatura del metallo. L'intero stampo viene adagiato nella buca di fusione adiacente al forno dal quale sarà convogliato il metallo fuso lasciato dalla falsa campana.
Il bronzo è particolarmente curato nella sua purezza in quanto il suono della campana acquista o meno il valore nel timbro e nella diffusività dipendentemente dal materiale usato. Altro fattore fondamentale, oltre al disegno della sagoma, preparazione di un'ottimo stampo è il combustibile usato per la fusione. La legna per alimentare il forno per la fusione del bronzo è quella di faggio. Accuratamente selezionata e stagionata per almeno tre anni ciò consente alla fiamma di essere completamente neutra e pura e quindi di non inquinare il bronzo . A fusione avvenuta la campana viene lasciata raffreddare per alcuni giorni nella buca di fusione per poi essere lavata con acqua e scaglie di ferro controllata nel peso e nella sonorità della nota.

Fonderia De Poli 500 anni di storia e leggenda.

Correva l'anno 1453 quando fu fondata la fonderia di campane De Poli. Cinque secoli ininterrotti di produzione, di storia delle campane che racchiudono nel loro eco le vicende degli uomini e delle terre che ancora odono i rintocchi di questa storica fonderia. Oggi come cinquecento anni fa le tecniche i fregi le conoscenze sono rimaste immutate ogni procedimento ha vinto il tempo che le stesse campane rintoccano ed inseguono
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