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DE VIRIS ILLUSTRIBUS

        Non vorrei addentrarmi nei fatti più recenti: abbisognano di ulteriore tempo, riflessione e documentazione molto più ampia; lasciamo campo ad altri per la ricerca più recente, dagli archivi civili e specie dalle testimonianze dirette degli anziani. Ho sentito, per esempio, da un affabile colloquio con Don Amelio Pellizzari, che l'attuale "Via dei prati del sale", dovrebbe essere " Via dei prati dei Salle", cioè dei terreni della famiglia Salle". Un altro caso analogo riguarda Via Viazzola, che sembrerebbe una poco felice italianizzazione di "giazzòea", o luogo del "giazzo" o ghiaccio, dovuto al fatto che in quella via c'era una buca dove d'inverno si raccoglieva una gran quantità di ghiaccio che si copriva poi a più strati, perchè si mantenesse per i mesi caldi. (43)
        Altri campi di indagine sarebbero per esempio le tradizioni (chi non si ricorda per esempio il "Bati, bati marso, che aprìe sarà qua; no sta morir cavàeo che a erba nasirà"), oppure le "vie" popolari di comunicazione: ad esempio c'era "un strodoèto", un viottolo, che portava dai pressi del cimitero, la "Via Morta", fino alla "Bea Venesia", a nord di Castelfranco; un altro che dopo "i ulmi" (per la riferita presenza di un boschetto di olmi), dal rione "Merlo" portava direttamente a Spineda. E...questo, come si dice nel nostro dialetto, solo per "immostare a boca" al prossimo ricercatore.
        Voglio qui solo accennare ad alcuni personaggi "famosi" (53) di Poggiana.
        A dire la verità, per Poggiana molti furono i personaggi famosi: che dire per esempio di Costante, Grece, Menèi Zache, Bepi Ciàta, Bepi de a Mena poggiato al badile e la emula più moderna, a Maria Priama, il laborioso sacrestano Bepi Tatan, Cucheto Perin, Saragat, Merico Vetor ("aleop la curva"), a Maria Longa: e la lista certamente non finisce qui.
        Vorremmo ricordare tutti coloro che, vincendo spesso la povertà e impegnandosi in un ambiente tutt'altro che favorevole, sono riusciti a diplomarsi o a laurearsi (non è possibile reperire l'elenco completo, per cui ci asteniamo da dati parziali); ricordiamo pure i sacerdoti e le suore nativi di Poggiana che hanno dedicato la propria vita a servizio del prossimo.
        Ricordiamo in particolare Mons. VALENTINO BERNARDI, nato il 10 febbraio 1875, fu ordinato sacerdote della diocesi di Treviso nel 1900 e mandato a Castelfranco per avere la possibilità di frequentare la Facoltà di Lettere di Padova.
        Fu insegnante nel Liceo del Seminario e professore di dogmatica nella Teologia, per 42 anni; "animo delicato e semplice, mite ed affabile con tutti, di profonde convinzioni", lasciò numerosi scritti specie di teologia e filosofia (Fondamenti del Modernismo; Atto di fede; il Papa ecc.); dotato di vena poetica, lasciò una abbondante produzione tra cui: "Poesie" del 1928, "Rime" del 1931, "Nuove rime" del 1934; come stile letterario viene considerato uno zanelliano; mancano sfortunatamente studi sulla sua figura e produzione.
        Era molto legato al paese dove compariva nelle occasioni importanti. Do nò alla parrocchia di Poggiana la statua della pietà.
        PRIMO VISENTIN, più conosciuto col nome di battaglia di Masaccio, nacque a Poggiana il 16 dicembre 1913. Al suo ricordo vogliamo aggiungere quello di tanti altri poggianesi che hanno lasciato la vita nelle due guerre.(clicca sulla foto per ingrandire)
        Ci sono poi quegli uomini illustri, diciamo, più vicini a noi. Vogliamo ricordare uno a mo' di esempio tra gli altri, Mansueto Bonin, nato nel febbraio 1920: fin da piccolo, a 12 anni, è costretto come molti altri a emigrare per trovare lavoro; a Milano trova posto come cameriere in un bar: non volevano prenderlo perchè troppo piccolo, ma si fa subito notare per la sveltezza, la capacità e l'impegno.
        Il bando di chiamata alle armi lo trova ancora lì; viene mandato in Albania: fame freddo...ma riesce a salvare la pelle; inviato in Grecia, viene preso prigioniero, mandato in un campo di concentramento in Germania e costretto a lavorare in miniera: di nuovo e ancor più fame e freddo. Riesce a cavarsela fortunosamente e a tornare a casa, invalido di guerra. Non demorde, la vita continua.
        Nel 1952 si sposa con Patron Luigina e per anni amministrano un bar a Poggiana. Dal 1970 al 1980 lavora all'ufficio registro di Venezia, dopo di che la pensione. Ed è in questo periodo che utilizzando esperienza e conoscenze, si adopera, con il suo carattere, ma pure con il suo entusiasmo, in un'opera che possiamo definire socio-politica: aiuto a chi cerca lavoro, animazione per tutte le attività che interessino la comunità di Poggiana e servizio e disponibilità per la realizzazione dei vari progetti. (Si deve per esempio a lui l'iniziativa e la concretizzazione della gara ciclistica nazionale per dilettanti di prima categoria a Poggiana, e per ben 17 anni). Morì il primo ottobre 1992.
        Con lui scomparve un altro di quei personaggi che hanno "fatto" Poggiana. E' un po' il simbolo della povertà vinta, della voglia di vivere, della fede vera, operativa, e anche della continua apeemigrati2.jpg (57566 byte)rtura al futuro nella solidarietà.emigrati1.jpg (47085 byte)
        Come lui, tanti altri poggianesi sono emigrati, specie oltre oceano,(clicca nelle foto per ingrandire) incalzati dalla povertà: alcuni sono tornati, altri si sono stabiliti nelle nuove terre inserendosi nel nuovo contesto, sicuramente portandosi nel cuore la casa paterna, il ricordo della vita più povera dei primi anni al paese natio, la voglia di lavorare e i valori che hanno permesso loro di farsi apprezzare nei nuovi paesi di residenza. A tutti un orgoglioso saluto: buon cammino nella nuova realtà!
        Troviamo altre persone illustri...ancor più vicine al nostro tempo, economicamente più favorevole, per esempio nello sport:
 tra gli altri citiamo Luigi Trevellin, ciclista professionista; Francesca Porcellato, olimpionica pluri-decorata alle olimpiadi per disabili di Seul e di Barcellona e detentrice di un primato mondiale; e qui ci fermiamo augurando alle nuove leve onore e gloria.