Sintesi del Contraddittorio

 

"... è l'architetto che aspira, allo stesso tempo, a un'idea di volume (e quindi di prospettiva) e all'opposto a una poetica astratta e dinamica (e quindi al piano bidimensionale a-prospettico)."

Giuseppe Terragni Vita e Opere, Editori Laterza, Roma-Bari, 2004 p. 40 .

La contraddizione, come legge fondamentale del pensiero, viene definita da Aristotele come un' "opposizione che di per se esclude una via di mezzo" , trova terreno fertile, seppure in maniera puramente empirica, in Terragni. Sintomo di questa ricerca all'interno degli opposti è riscontrabile nel coinvolgimento di artisti con posizioni stilistiche molto distanti come l'astrattismo di Mario Radice e il plasticismo volumetrico di Mario Sironi. Terragni sembra essere ambivalentemente attratto dalle due posizioni, che troveranno spazio entrambe all'interno delle sue opere, cercando una sintesi che portasse al superamento degli opposti. Quella, che da altri è definita come "una insuperabile contraddizione", trova nell'architetto comasco una modalità d'espressione e un modus operandi.

Questa sua ricerca tra gli opposti, è sicuramente correlabile al momento storico nel quale si trova a vivere "stagione tempestosa e d'avanguardia" nel quale le sue parole e le sue opere suscitarono sentimenti contrastanti, di forte esaltazione e di acerrima critica.

Nella sua opera più affascinante, La Casa del fascio, trovano spazio una serie di elementi antitetici non solo legati al momento compositivo (pesante blocco - espressività dinamica) ma anche al mondo simbolico (trasparenza - materialità lapidea) che l'edificio tende a rappresentare. L'intero edificio seppur evidenziando questi elementi divergenti risulta essere una unità, monito che gli opposti hanno trovato una sintesi unitaria, che pur ammettendoli, li supera. La contraddittorietà è presente nell' opera in varie forme: da quella legata alla compresenza del Duomo, che lo spinge alla scelta di una astrazione assoluta, in modo da far coesistere i due elementi bilanciati dalla loro diversità, fino all'utilizzo di tematiche tradizionali, quali la stereometria, la proporzione, lo spessore murario, per affermare una realtà espressiva (legata all'astrattismo e alla dinamicità) che tradizionale non è.

All'interno del suo cammino esplorativo, nella ricerca di soluzioni adeguate alle esigenze, Terragni si è trovato a fornire risposte linguistiche differenti, che rimangono all'interno del contraddittorio, lasciando l'operazione di sintesi a chi lo ha seguito e compreso. Mentre nella Casa del fascio, il procedimento compositivo parte dalla steriometria prismatica dell'esterno per dirigersi verso il vuoto dell'interno attraverso una serie di operazioni (diversità di spessori murari, luogo di incastri , slittamenti, gerarchie) che può essere riassunto dal termine Estrazione, nella casa Giuliani-Frigerio il proceso parte dall'interno verso l'esterno permettendo ai volumi e ai piani di invadere lo spazio, come un' Esplosione. Terragni, anche a causa degli avvenimenti della propria vita, non riuscirà a sintetizzare questi due procedimenti conflittuali. Sarà invece Peter Eisenman, alcuni decenni più tardi, ad individuare questo conflitto e a dargli una propria soluzione, sinteticamente espressa con il termine Implosione (" l'esplosione delle pareti, dei piani, dei volumi non invade l'esterno ma è rivolta verso se stessa" ).

Terragni, può essere definito come uomo del contraddittorio (non come uomo contraddittorio), perchè chiaro è il suo tentativo di misurarsi con gli opposti non scegliendone uno a discapito dell'altro, ma cercando di superarli nella sintesi, quando questo non è avvenuto ha lanciato il seme verso futuri sviluppi.

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