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Qualcuno in prima fila

     
             
             
     

Le luci si spengono,  e anche il brusio.    Una luce soffusa schiarisce leggermente le tenebre. Lo spettacolo ha inizio.  Cinque  giovani  vestiti  di  bianco  appaiono  al centro di  un grande palco scuro,  al centro di un alone di luce bianca;  guardano  il  pubblico,  attendono  che  le prime note di una musica di violino e flauto si spanda nell'aria e cominciano,  uno alla volta, come in una eco ripetuta, a cantare, una sola breve frase che parla di amore.

Ma cos'è l'amore?  Pensa qualcuno in prima fila:  che parola abusata!  Tanto da apparire quasi vuota,  come una parola qualsiasi:  quando la ripeti più e più volte appare scarnificata,  perde il suo significato, pur mantenendo la stessa musicalità.

Le scene sul palco si susseguono,  cambiano i costumi,  i colori delle luci,  cambia la tonalità delle canzoni.  Si susseguono balletti quasi irreali,  a mimare i testi delle canzoni:  gente che cammina senza guardarsi negli occhi,  che si scontra e borbotta,  che si scontra e  si  guarda, come  fosse  la  prima  volta,  come  se  scoprisse  per  la  prima  volta  persone accanto a sé. Le canzoni parlano, le scene parlano, qualcuno le ascolta.                                             Parlano di una strada che dall'indifferenza porta all'amore.

Ma dov'è poi l'amore?  Pensa qualcuno in prima fila.    E pensa anche ai soldi  spesi per il biglietto.  Soldi sprecati;  un pomeriggio sprecato;  per venire a sentirsi dire che la soluzione di ogni dolore è l'amore. Quale amore?

Le scene si susseguono,  cerchi che si formano,  sorrisi che sbocciano, muri che si abbattono, mani che si tendono. Al centro di tutto un clown, vestito di sgargianti colori:  mostra a uomini persi la strada da percorrere dall'indifferenza all'amore, e dall'amore alla pace. Salta di qua, si dimena di là;  muri che si abbattono,  mani che si stringono.    E una sagoma informe in un angolo buio, ad un estremo del palco, alla destra del pubblico. Un bozzolo di stracci bianchi, era lì da prima che lo spettacolo iniziasse.
Ma  qualcuno  in  prima  fila lo vede solo ora che un fascio di luce azzurrognola mostra il suo ansimare.  Sembra  un  uovo  che si schiude e ne escono fuori due braccia ricoperte di cenci strappati.  La figura  alza la testa ed apre gli  occhi:  tante scene si sono susseguite sul palco, tante guerre, lotte interiori, tante tregue, intrecci e abbracci:  non le ha viste, solo ora appare accorgersi della vita che brulica a pochi metri da sé e la osserva con stupore.
Il clown guarda in quella direzione, sgrana gli occhi, se li stropiccia un po', e con passo lesto le si avvicina;  la figura,  allora,  abbassa gli occhi,  scuote la testa di qua e di là,  l'abbassa e prende  a  dondolarsi,  le  ginocchia  al  petto  tenute  strette  da  braccia che non hanno mai abbracciato, non hanno mai avuto né dato amore.

Amore, mi viene quasi da ridere! Pensa qualcuno in prima fila.

La luce azzurra diventa grigia.  Viene di nuovo illuminato il centro del palco.  Simulazioni di vita quotidiana riprendono il via.  Il clown sorride,  asciuga lacrime,  dona baci.                 Due uomini vestiti di rosso cantano l'amore.
Qualcuno in prima fila comincia a sbuffare.  Accavalla le gambe intorpidite; vorrebbe fumare una sigaretta.

La  sagoma bianca pian  piano si mette a gattoni e comincia a guardare il clown,  che gioca con un bambino in un prato.  Poco  distanti  un uomo  e una  donna  mangiano  una  fetta di torta, seduti sull'erba.  Si avvicinano  un  altro  uomo  e  un'altra donna,  con cui dividono della frutta. Arrivano altri uomini, altre donne e altri bambini.
La canzone parla d'amore.  Il clown si accorge della sagoma bianca,  che,  pian  piano,  si  è avvicinata;  la  guarda  muoversi,  lei indietreggia per un po'.  Il  clown  sorride  e  tende  una mano. La sagoma si alza e accetta la mano.
Succede qualcosa sul palco, mentre un coro canta l'amore.
Qualcuno  in prima  fila ha una  vaga sensazione di un girotondo di uomini donne e bambini, un  arcobaleno  festoso con  al centro il  clown e  la sagoma informe che ballano abbracciati.

Qualcuno in prima fila vede tutto questo come sfocato:
qualcuno in prima fila... piange.

     
             
     

Daniela Troncacci

     
             
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