Lo Squalo Balena è considerato una delle specie meno studiate. Rappresenta un vero mistero per molti aspetti della sua biologia ed etologia, come la riproduzione, i ritmi di crescita, gli spostamenti migratori e la sua particolare colorazione

 

 

Sul puntino rosso la posizione della Cendrawasih Bay

Sul puntino rosso la posizione della Cendrawasih Bay

 

«Ma ce l’hanno un cellulare??», dissi.

«Cellulare? Anche se ne hanno uno, certamente qua in mezzo al mare, che linea vuoi che ci sia?», mi rispose Nicola P.

E di un semplice navigatore satellitare nemmeno l’ombra.

La pioggia scendeva sempre più fitta, un muro tra noi e il resto del mondo.

La visibilità era scesa ormai a un centinaio di metri, non si vedeva assolutamente più nulla.

I tre ragazzi Indonesiani che ci accompagnavano, cercavano un “appiglio” con cui poter identificare la nostra posizione, confabulavano tra loro, si giravano a destra e a manca per poter avvistare qualcosa.

Niente di niente.

La pioggia scendeva sempre più fitta, un muro tra noi e il resto del mondo... I tre ragazzi Indonesiani che ci accompagnavano, cercavano un “appiglio” con cui poter identificare la nostra posizione, confabulavano tra loro, si giravano a destra e a manca per poter avvistare qualcosa.... Continuiamo con due motori. Ma siamo lenti, non voglio pensare quanto tempo ancora ci vuole ad arrivare… se arriviamo… Non si vede ancora nulla... Continua a piovere. Un acquazzone incessante. Tutt’intorno è un inquieto grigiore malaugurante… Di un tanto sospirato profilo di qualche isoletta li intorno, per darci l’illusione del percorso da tenere, nemmeno l’ombra. Ormai me la metto via. Conscio che, se anche arriviamo sarà ora di tornare, visto che, tanto per aggiungere benzina al fuoco, se nel ritorno inizia a far buio, la nostra imbarcazione è sprovvista di qualsiasi tipo di sorgente luminosa... Finalmente incontriamo i tipici “zatteroni” dei pescatori: una specie di trimarano a bilancere costruito con semplici pali di legno e fil di ferro, all’àncora per qualche mese... Sopra una piccola casetta per il riparo notturno e il resto dell’ampia superficie adibito ad essiccatoio per i piccoli pesci (sardine e alici)... Però... hanno anche un paio di lampadine...

E allora pensavo: «Ma dove stiamo andando?» E ancora: «ma dove ci stanno portando? Se non si vede ad un palmo dal nostro naso, come facciamo ad essere sicuri di essere in rotta? E se ci spostiamo dalla nostra meta di qualche chilometro, come torniamo? E se finisce la benzina?»

Le nostre scorribande scherzose che solitamente ci accompagnano nelle navigazioni, si erano ormai affievolite.

Solo qualche breve “battuta”, tanto per sdrammatizzare.

Non c’è molto spazio per divagazioni comportamentali, così Nicola M., seduto vicino ai thermos con l’acqua calda, ci prepara un the, visto che la temperatura è scesa di un bel po’. O forse per non pensare a tutto il resto!

Siamo nella Papua Occidentale, baia di Cendrawasih. Più semplicemente a circa un paio d’ore di volo da Darwin, in Australia.

West Papua - Baia di Cenderawasih West Papua - Baia di Cenderawasih. Di fianco a lui sembro così piccolo... Lo Squalo Balena (Rhincodon typus), il più grande squalo e pesce esistente nelle profondità marine, è l’unico rappresentante della famiglia dei Rincodontidi. Si avvicinano alle reti cariche di sardine e alici... Lo Squalo Balena è stato classificato nel 1828, quando fu localizzato lungo le coste del Sudafrica. l'autore della foto è Nicola Paris8: mi ha ripreso divinamente!! ...e li dietro con la telecamera c'è il nostro coraggiosissimo Maurizio Chiovato... Squalo Balena: notate la dimensione di una sua pinna laterale...

L'unico resort disponibile è una struttura spartana, con bungalows semplici di legno, elettricità a ore fisse durante la sera. Se non potete rinunciare all'aria condizionata e al ristorante internazionale non andate avanti nella lettura. Se invece potete apprezzare la naturale e semplice ospitalità, Ahe potrebbe essere un paradiso per voi.

Ahe è una piccola isola dell'Oceano Pacifico facente parte del gruppo delle isole Harlem (8 isole) situate nella baia di Cendrawasih (Papua Occidentale).

Sull'isola, che si trova all'interno del Cendrawasih National Park, sorge il resort omonimo AHE DIVE RESORT PAPUA. Si tratta di un eco-resort gestito dalla popolazione locale con il supporto di Scubasigns foundation e Papua Eco Tourism.

L'ambizione è di creare un’alternativa economica sostenibile che possa sostituire le attività basate sullo sfruttamento delle risorse ambientali. Il profitto totale di Ahe Dive Resort rifluisce verso le comunità locali, che sono coinvolte anche nei progetti di ricerca relativi allo stato di conservazione del reef e allo studio degli squali balena.

Questi sono i primi anni di attività per l’Ahe Dive Resort Papua. In questa fase soggiornare all’ADRP richiede un minimo di adattamento.

Dal mio punto di vista, sicuramente non si tratta di una vacanza per tutti, ma per chi ama viaggiare, l’avventura e la subacquea  è sicuramente un’esperienza indimenticabile.

Squalo Balena: L’animale è inoffensivo per l’uomo, malgrado la sua bocca sia munita di 310 file di minutissimi denti. West Papua - Squalo Balena I capelli biondi? West Papua - Squalo Balena Lo tocco o non lo tocco?
					Quando si alimenta si avvicina alla superficie e apre la bocca, muovendo la testa ritmicamente da destra a sinistra per far defluire l'acqua e il nutrimento alle branchie, dove degli apparati filtranti simili a setacci fermano le prede. A questo punto l'animale compie dei singulti necessari per convogliare le prede all'esofago. Lo squalo balena si nutre di plancton e di piccoli pesci (pesce azzurro principalmente), gamberetti e calamari. Nicola Paris8...

Partiti verso le cinque di mattina dall’isola di Ahe, per una traversata di circa due ore e mezza verso il sito d’immersione, ne abbiamo già fatte tre, senza intravedere minimamente la nostra meta.

E ancora ce ne aspettiamo un bel po’.

Improvvisamente due dei tre fuoribordo si bloccano. Avanzare con uno solo è un’impresa. Ci si muove troppo lentamente.

I tre ragazzi dell’equipaggio (!!) si mettono subito all’opera per sistemarli.

«Ma… ma che stanno facendo? », esclama Nicola.

«Semplice… » rispondo io… « Hanno aperto la calotta dei motori sotto un acquazzone torrenziale, hanno tolto le candele, sempre sotto la pioggia, le stanno pulendo e infine le riavvitano al loro posto».

Le mani nei capelli. Ci guardiamo, non sappiamo che fare.

Passano dieci minuti, mezz’ora, forse più.

E siamo li fermi, in mezzo alla tempesta d’acqua. Per fortuna il mare è tranquillo, almeno quello ci da un po’ di speranza. Però la corrente, assieme ad una leggera spinta degli Alisei, ci stanno trasportando chissà dove.

Un motore riparte, l’altro non ne vuole sapere. Non esiste batteria, non esiste volante, non esistono manette di comando o manovra, non esiste timone... I motori li accendono ancora a strappo, il natante lo guidano stando seduti perennemente sopra un paio di fuoribordo con in mano l’acceleratore, in balìa della pioggia battente che impedisce agli occhi di restare aperti.

Si stima che per nutrirsi filtri 2 milioni di litri d'acqua all'ora!! Squalo Balena - West Papua - Indonesia Squalo Balena - West Papua - Indonesia dai... dai... Scatta!! Un’ORGIA. Questo è il termine più adatto coniato dal nostro buon Sergio. Un’orgia di esseri enormi e meravigliosi, dalle graziose movenze, senza denti, senza spine e senza aculei avvelenati o qualsiasi altro sistema di difesa. La corrente ci porta sempre più lontano dalla “zattera” dei pescatori, dove gli squali attendono in verticale qualche piccolo pesce da filtrare. E allora via a pinneggiare per riavvicinarci, scattare qualche foto e nuovamente pinneggiare per mantenere la posizione. Nicola M. e dietro allo squalo il buon Maurizio C. Cerco di accostarmi il più possibile ad una di queste creature. Lo accarezzo. Non mi considera minimamente, e lo credo… E’ lungo mediamente 12-15 metri, con un peso medio di 18 tonnellate, si stima che possa raggiungere anche i 20 metri di lunghezza e pesare fino a 34 tonnellate!!

Uno di loro non ce la fa più: entra nella cabina coperta. E’ tutto un tremito. Nicola gli mette sulle spalle il suo asciugamano. Non sappiamo cosa dire. L’inglese per loro è una lingua ancora sconosciuta.

Dopo dieci minuti torna nel pozzetto a dare manforte ai suoi compagni.

Continuiamo con due motori. Ma siamo lenti, non voglio pensare quanto tempo ancora ci vuole ad arrivare… se arriviamo… Non si vede ancora nulla, non voglio nemmeno provare a chiedere dove siamo diretti o come pretendono di conoscere la rotta da tenere.

Dopo un quarto d’ora circa di navigazione, ancora un motore si ferma.

E questa è l’ennesima sorpresa che ci fa perdere tutte le speranze.

Continua a piovere. Un acquazzone incessante. Tutt’intorno è un inquieto grigiore malaugurante

Di un tanto sospirato profilo di qualche isoletta li intorno, per darci l’illusione del percorso da tenere, nemmeno l’ombra.

E ancora tolgono la calotta del motore, smontano qualche pezzo con un misero cacciavite e una pinza, risistemano il tutto alla meno peggio, e infine si cimentano nel riavvio che dopo una dozzina di minuti ti ha già fatto smaltire un paio di chili.

Nel frattempo il natante si sposta un po’ a sinistra e poi a dritta, e così continua la sua andatura con un solo motore che nessuno si preoccupa di dirigere.

 Non volevamo farlo prima, qualcuno dice per non disturbarli, ma io penso per non renderci conto dell’assurdità delle cose: ci avviciniamo alla poppa. Li la pioggia ti sbatte addosso con tutta la sua forza.

Stanno ancora cercando di riavviare il motore, il terzo ormai lo lasciano stare, forse è irrecuperabile.

Un’altra scena “straziante”: mentre uno di loro cerca di riavviare il motore, l’altro sistema alla meno peggio la tubatura della benzina che pesca nella tanica….. senza tappo!!! Ma… ma… Cristo!! Tutte le taniche della benzina sono senza tappo!! Sono tutte in balìa della pioggia chiuse solo con un piccolo pezzetto di nylon!!

I molteplici motivi per una seria disperazione sono ormai esauriti.

Ormai me la metto via. Conscio che, se anche arriviamo sarà ora di tornare, visto che, tanto per aggiungere benzina al fuoco, se nel ritorno inizia a far buio, la nostra imbarcazione è sprovvista di qualsiasi tipo di sorgente luminosa.

Ci vestiamo con quel poco che ci siamo portati appresso sia per il fatto che la pioggia e il vento hanno abbassato un po’ la temperatura, ma anche perché i fori sul tetto della cabina lasciano cadere rivoli d’acqua che stanno inzuppando noi e quelle poche cose che continuiamo a spostare a prua, nella convinzione di salvare qualcosa.

Il tempo non passa mai.

Controlliamo l’attrezzatura, gav, erogatori, fotocamere ecc.., ma soprattutto i manometri, che nelle immersioni dei cinque giorni già passati non hanno mai confluito sui 200 bar.

Sergio sembra ottimista. Lo vedo sempre molto calmo: continua a fumarsi le sue sigarette, incurante della situazione.

Forse avvertendo le numerose imprecazioni che si riversavano nell’aria, il motore si accende e continuiamo alla cieca il nostro peregrinare.

Sono cinque (!!) ore che siamo in mezzo al mare.

L’unica attenzione (che non è da poco), è quella di non trovarsi nella traiettoria di un paio di loro mentre si incrociano in senso opposto. Se ci sei in mezzo, non si spostano e il rischio è quello di una compressione, comunque limitata, su tutto il corpo, o al limite qualche colpo di coda imprevisto. Infatti, più di qualche occasione, quando ci troviamo sulla loro traiettoria, cambiano direzione con guizzi improvvisi e colpi di coda non indifferenti. Non raccomando a nessuno trovarsi li dietro in simili circostanze.  La visibilità non è delle migliori, ma con l’aiuto dello zoom e del grandangolo, spostandomi vicino alla “zattera” riesco a contare quelli che riesco effettivamente a vedere: sono DODICI!! La preoccupazione di raschiare la bombola non sussiste: la massima profondità raggiunta sarà sui sette metri, però i nostri computer “urlano” all’unisono le ripetitive risalite troppo veloci. Incoscienti? Forse si, ma l’incoscienza a volte fa miracoli… Il profitto totale di Ahe Dive Resort rifluisce verso le comunità locali, che sono coinvolte anche nei progetti di ricerca relativi allo stato di conservazione del reef e allo studio degli squali balena.

Verso le dieci il sole, irrompendo da un piccolo squarcio apertosi nelle nubi, illumina l'Oceano e come se quello fosse un segnale di speranza, il vento attenua la sua violenza e l'acquazzone che da sei-sette ore cadeva senza interruzione, cessa.

Mi si apre il cuore.

Cominciammo a scrutare in lontananza qualche pezzetto d’isola, qualche contorno confuso con le nuvole ancora insistenti tutt’intorno. E’ incredibile, ma quello era tutto ciò che serviva ai nostri impavidi “marinai” per poter distinguere con precisione la nostra posizione. Sicuri e convinti, danno gas ai due motori. Nel frattempo il vento cessa definitivamente e la temperatura elargisce qualche grado in più.

Fasci di raggi solari, passando fra strappi delle nubi, illuminano il mare e le isole, le quali appaiono tutte intere, con i loro picchi elevati, le loro foreste, le valli verdeggianti e le loro baie.

Dopo una mezz’ora finalmente incontriamo i tipici “zatteroni” dei pescatori: una specie di trimarano a bilanciere costruito con semplici pali di legno e fil di ferro, all’àncora per qualche mese. Accostiamo, non si può dar fondo. Saranno 80 metri circa. Sopra una piccola casetta per il riparo notturno e il resto dell’ampia superficie adibito ad essiccatoio per i piccoli pesci (sardine e alici). Piccoli pesci che fanno la gioia dello squalo balena. E anche la nostra!

Infatti subito vediamo a fior d’acqua la sagoma di un primo “balena”, poi un secondo… un terzo… un quarto!!! Cristo, ma quanti ce ne sono?

Un paio di minuti, forse meno: il tempo necessario a prepararci con tutta l’attrezzatura indosso e tuffarci in acqua.

Pensavo di aver già visto tante cose sott’acqua in tutti questi ultimi anni, ma fortunatamente mi sbagliavo.

Un’ORGIA. Questo è il termine più adatto coniato dal nostro buon Sergio.

Un’orgia di esseri enormi e meravigliosi, dalle graziose movenze, senza denti, senza spine e senza aculei avvelenati o qualsiasi altro sistema di difesa.

Un’orgia di Squali Balena dai 7 ai 15 metri che si aggirano tutt’intorno creandoci delle disfunzioni sensoriali: non sappiamo dove fotografare, come fotografare, flash o non flash, grandangolo, diaframma… Niente, non riusciamo a concentrarci. La nostra attenzione è dedita solamente ad ammirare il marasma pelagico che ci circonda. E’… è semplicemente fantastico!!

La preoccupazione di raschiare la bombola non sussiste: la massima profondità raggiunta sarà sui sette metri, però i nostri computer “urlano” all’unisono le ripetitive risalite troppo veloci.

Incoscienti? Forse si, ma l’incoscienza a volte fa miracoli

Giriamo a destra e a manca, nuotiamo in direzione di un primo per riprenderlo, subito di fianco ne vediamo un altro, sopra te ne passa un terzo, sotto altri due… Cristo CHE SPETTACOLO!!

Non ce ne accorgiamo, ma la corrente ci porta sempre più lontano dalla “zattera” dei pescatori, dove gli squali attendono in verticale qualche piccolo pesce da filtrare. E allora via a pinneggiare per riavvicinarci, scattare qualche foto e nuovamente pinneggiare per mantenere la posizione.

Cerco di accostarmi il più possibile ad una di queste creature. Lo accarezzo. Non mi considera minimamente, e lo credo… E’ lungo mediamente 12-15 metri, con un peso medio di 18 tonnellate, si stima che possa raggiungere anche i 20 metri di lunghezza e pesare fino a 34 tonnellate!!

L’unica attenzione (che non è da poco), è quella di non trovarsi nella traiettoria di un paio di loro mentre si incrociano in senso opposto. Se ci sei in mezzo, non si spostano e il rischio è quello di una compressione, comunque limitata, su tutto il corpo, o al limite qualche colpo di coda imprevisto.

Infatti, più di qualche occasione, quando ci troviamo sulla loro traiettoria, cambiano direzione con guizzi improvvisi e colpi di coda non indifferenti. Non raccomando a nessuno trovarsi li dietro in simili circostanze. 

Airbus A380: accesso al piano superiore... Airbus A380: prima classe al piano superiore... Airbus A380: prima classe al piano superiore... Bangkok: un singolare piccolo bar vicino al centro città Bangkok: un singolare piccolo bar vicino al centro città Bangkok: i veloci Tuk Tuk Bangkok: il Bayoke Sky Hotel (il più alto della città) Le orrende cementificazioni di Bangkok

Lo Squalo Balena (Rhincodon typus), il più grande squalo e pesce esistente nelle profondità marine, è l’unico rappresentante della famiglia dei Rincodontidi. E’ stato classificato nel 1828, quando fu localizzato lungo le coste del Sudafrica. L’animale è inoffensivo per l’uomo, malgrado la sua bocca sia munita di 310 file di minutissimi denti.

Lo squalo balena si nutre di plancton e di piccoli pesci (pesce azzurro principalmente), gamberetti e calamari. Quando si alimenta si avvicina alla superficie e apre la bocca, muovendo la testa ritmicamente da destra a sinistra per far defluire l'acqua e il nutrimento alle branchie, dove degli apparati filtranti simili a setacci fermano le prede. A questo punto l'animale compie dei singulti necessari per convogliare le prede all'esofago. Si stima che per nutrirsi filtri 2 milioni di litri d'acqua all'ora!!  

La cabina di un piccolo turboelica nella tratta da Ambon vs Nabire... Mah... speriamo bene!! L'organizzatissimo Dive Center a Ahe Fino a non molto tempo fa, la pesca con l'esplosivo era una prassi... Papua Indonesiana - AHE Ahe: velocissimi preparativi per le immersioni ;-) Ahe: velocissimi preparativi per le immersioni con Nicola Paris8 e Daniele
Ahe: preparati per l'immersione con Nicola Paris8. ...a tutta velocità verso il reef

Ripreso dall’euforia iniziale, cerco di scattare qualche foto che, come al solito, non restituirà ai posteri l’effettiva meravigliosa circostanza che si stava presentando ai nostri occhi.

Non è mai stata una mia prerogativa quantificare gli animali sott’acqua, che siano squali, mante, nudibranchi o altro, ma stavolta voglio farlo: «Adesso li conto», penso…

La visibilità non è delle migliori, ma con l’aiuto dello zoom e del grandangolo, spostandomi vicino alla “zattera” riesco a contare quelli che riesco effettivamente a vedere. Cristo, sono DODICI!!

Nell’agosto del 2006 mi ero meravigliato di poter nuotare con tre squali balena (durante lo snorkeling) (qui) in Messico. Niente da fare: in immersione è tutto un altro stupore, ti sbalordisce…

E pensare che avevamo dubitato nel raggiungimento della zona preposta all’immersione. Non c’è che dire: il nostro equipaggio è stato competente nonostante la pessima visibilità e la totale assenza di strumentazione.

«Twelve… Twelve…». Questa è la prima esclamazione che sento appena emergo. Uno di loro che era sott’acqua in nostra compagnia, conferma il mio computo.

Tempo? 72 minuti!! Minuti anche stavolta egregiamente ripresi e memorizzati nelle tracce di un fantastico DVD montato dal nostro operatore Maurizio Chiovato.

«Un litro!», ci avvisa Eugenio, avendo chiesto lumi ai nostri impavidi accompagnatori, essendo l’unico sapientemente padrone della lingua indonesiana. «Siete tornati con solo UN LITRO di benzina».

Un litro significano pochi minuti di navigazione, dopodiché….

...a tutta velocità verso il reef Lungo e meritato riposo ad Ahe Lungo e meritato riposo ad Ahe Ahe: Il fornitssimo Diving Ahe: i bungalow Ahe: il ristorante 5 stelle... Turchese... Ahe: con Nicola Paris8 e i Dive Master (!!)
Ahe: con Nicola Mazzucato, Daniele e Paris8 sul nostro comodissimo gommone... ;-) Mauriziooooooooo.... Orpo, mi hai ciecato!! Ahe: un bellissimo Nudibranco Bianco (mai visti così bianchi...) Ahe: gamberetto Simbionte - Un gamberetto pulitore osservabile in associazione con gli anemoni. Dimensione massima circa 2 centimetri. Ahe: Pesce pagliaccio clown occidentale, in associazione con l'anemone. Ahe: gamberetto Simbionte - Un gamberetto pulitore osservabile in associazione con gli anemoni. Dimensione massima circa 2 centimetri. Ahe: gamberetto Simbionte - Un gamberetto pulitore osservabile in associazione con gli anemoni. Dimensione massima circa 2 centimetri. Ahe: Ghiozzo Granchio: forma coppie stanziali e territoriali. Facilmente avvicinabili mentre filtrano assiduamente grandi boccate di sabbia nelle immediate vicinanze della tana. Se allarmati sollevano le pinne dorsali vistosamente ocellate e simulano il movimento laterale di un granchio, allontanandosi a saltelli.

Tante altre situazioni hanno rallegrato il viaggio, come per esempio l’esperienza a bordo dell’Airbus A380 della Emirates, l’aereo passeggeri più grande del mondo, o ancora la giornata passata a Bangkok in compagnia del carissimo amico d’infanzia Checco Blotta che abitando in questa grande metropoli, ci ha accompagnato in posti sconosciuti all’ordinario turista. Potrei parlare della maestosità dell’aeroporto di Kuala Lumpur (Malesia) o sconvolgervi nel raccontare dei ben 7 (sette) aerei sui quali ci siamo imbarcati da altrettanti aeroporti per concretizzare l’arrivo in West Papua, dove appena atterrati non sapevamo più orientarci nei meandri dei fusi orari.

E poi della quantità non indifferente di “Attak” (etil-2-cianoacrilato) applicato alla ferita (si è preso il portellone posteriore del fuoristrada in mezzo agli occhi!!) del buon Dr. Giacomo che con il piacevole, brillante e spiritoso figlio Alberto (“Gare”) ci hanno reso partecipi di qualche briosa gag…

Ahe: pesce palla mappa. Una specie solitaria e di grandi dimensioni (fino a 60 cm.) osservabile mentre riposa al riparo delle grandi formazioni tabulari di Acropora o in grotte. La livrea è piuttosto variabile, ma solitamente caratterizzata da un intrico di sottili strie bianche su fondo grigio-marrone. Se molestato, come tutti i pesci palla è in grado di infliggere seri danni con la robusta dentatura. Ahe: nudibranco (simile alla ballerina) Ahe: gamberetto Simbionte - (questa foto mi è venuta divinamente!!)  Un gamberetto pulitore osservabile in associazione con gli anemoni. Dimensione massima circa 2 centimetri. Ahe: Gamberetto Simbionte. Dimensione massima circa 15 millimetri. Un minuscolo gamberetto esclusivamente osservabile in associazione con le colonie di corallo nero del genere Cirripathes, per imitare le quali ha evoluto una livrea a bande superbamente mimetica. Nel bagnasciuga di Ahe Appena emersi (con Nicola M.) Ahe: la meravigliosa spiaggia Questo è pieno di problemi...
Magnifici Ahe è una piccola isola dell'Oceano Pacifico facente parte del gruppo delle isole Harlem (8 isole) situate nella baia di Cendrawasih (Papua Occidentale). Sull'isola, che si trova all'interno del Cenderawasih National Park, sorge il resort omonimo AHE DIVE RESORT PAPUA. Si tratta di un eco-resort gestito dalla popolazione locale con il supporto di Scubasigns foundation e  Papua Eco Tourism.
L'ambizione è di creare un’alternativa economica sostenibile che possa sostituire le attività basate sullo sfruttamento delle risorse ambientali. Papua Indonesiana - AHE Un tronco galleggiante crea non pochi problemi... Nei pressi dell'isola di Mambor al largo di Ahe Il velocissimo mezzo di trasporto...

E ancora la spensieratezza di bere un latte di un cocco appena colto dall’albero in un piccolo isolotto deserto, con l’acqua color turchese che ti bagna i piedi…, le foto “macro” scattate ai bellissimi minuscoli gamberetti viola assieme ai pagliaccio ripresi negli anemoni in immersione nei pressi di Ahe…, del pentolino a disposizione per farsi la doccia nei bungalow.., la scoperta che anche i pipistrelli e le piccole scimmie (cuscus) sono commestibili (!!) visitando la popolazione di un piccolo villaggio dell’isola di Mambor, oppure Jakarta, dell’originale quanto sontuoso ristorante in stile glamour nella piazza centrale, dove abbiamo consumato un’ottima cena, dei piccoli taxi con la struttura di un ape-car o di intere famiglie (4-5 persone) che fanno km e km sulla sella del minuscolo scooter, dell’anarchia nelle sue strade…  

West Papua - nei pressi dell'isola di Mambor West Papua  - Baia di Cenderawasih - Alberto Gare ;-) West Papua - Baia di Cenderawasih West Papua - Baia di Cenderawasih West Papua - Baia di Cenderawasih Al piccolo villaggio dell’isola di Mambor: la scimmietta CusCus un piccolo villaggio dell’isola di Mambor un piccolo villaggio dell’isola di Mambor
un piccolo villaggio dell’isola di Mambor
A prua le nostre valige...
West Papua - Baia di Cendrawasih
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Jakarta
Jakarta

Dicevo, tante altre situazioni, tante emozioni che ogni viaggio ti può offrire… ma, l’unica cosa che ho ancora davanti agli occhi è quel magico momento, immerso nell’ambiente in compagnia di ben dodici squali balena. Potrei perderci un mese, ma non riuscirei mai a descrivere quello che i nostri sensi hanno percepito. Penso che uno spettacolo del genere ci sia offerto in una sola occasione nella vita.

Spero di sbagliarmi ancora una volta.

In rosso il percorso per arrivare in West Papua

In rosso il percorso per arrivare in West Papua

Tornato a casa, mi sono preso del “matto” da più di un amico, quando ho raccontato del viaggio talmente lungo che, solo per una paio di immersioni con lo squalo balena, abbiamo attraversato mezzo mondo (forse più).

«Si…» ho risposto. «Probabilmente hai ragione, sono matto, ma tu non sai cosa si perdono i tuoi occhi e la tua anima».

D.

 

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