INCHIOSTRO SAGA

 

Il sole era già sorto da alcune ore, ma nell'accampamento dei pirati di Votland regnava ancora il silenzio, a causa della gran festa che si era tenuta la sera precedente. Lady T fu la prima ad alzarsi ed uscita dalla cabina del comandante Richard, l'Infedele, si portò sulla prora della nave per godere di quell'inusuale quiete. Stava sistemandosi i lucenti capelli neri quando un insolito movimento ai bordi del campo attirò la sua attenzione. Un cavaliere al galoppo si stava dirigendo verso le navi e le sentinelle ai margini della spiaggia non erano riuscite a fermarlo. I suoi riflessi furono fulminei, lasciò che i capelli le ricadessero sciolti sulle spalle, sguainò la spada e afferrata una cima si calò a terra. L'avrebbe fermato lei quell'impudente. Aveva riconosciuto le insegne del cavaliere, erano quelle del re IohanPetrus, e c'era un solo uomo che poteva avere l'ardire di irrompere nel loro accampamento in quel modo, il primo cavaliere di sua maestà: Sir Fabius Dei Micheis. Non c'era da stupirsi che le sentinelle non fossero riuscite a fermarlo. E se anche solo la metà di quello che si raccontava su quell'uomo era vero anche lei avrebbe dovuto faticare parecchio. Sir Fabius arrivò al galoppo e si arrestò a pochi metri dalla giovane donna. Il suo cavallo si impennò sulle zampe posteriori ed agitò gli zoccoli nell'aria, ma lei non si mosse.

- Lady T, noto con piacere che le voci che circolano sulla vostra bellezza non vi rendono giustizia, ma non credo che l'arma che tenete in mano vi si addica. -

- Scendete da quel cavallo allora, e sarò lieta di riporla nel vostro cuore! -

- Mi dispiace, ma non ho il tempo di battermi con voi. Devo vedere subito il comandante Richard, ho per lui un messaggio del Re: il regno è in grave pericolo. -

- Eccomi qua! - esclamò una voce possente dall'alto della nave.

Sir Fabius e Lady T alzarono contemporaneamente lo sguardo e osservarono la sagoma minacciosa del capo dei pirati di Votland. I lunghi capelli ondeggiavano al vento, mentre Richard scrutava il fratello dal suo unico occhio.

- Richard - urlò Fabius - ho bisogno di parlarti. Porto un messaggio urgente del Re. Devo... -

- Certo fratellino, - rise sarcastico il pirata - non immaginavo fosse diversamente. Solo il tuo re poteva costringerti a venire fin qui. Non ho nessuna voglia di ascoltarti, ma ti propongo una scommessa. Battiti con Lady T Se riuscirai a sconfiggerla ti aiuterò, altrimenti... -

- E' una follia, il suo fioretto non potrà mai penetrare la mia corazza, e se solo la tocco con la spada... non ha difese senza un armatura... -

- Vedremo! Ora taci e combatti! -

 

 

- Non so se sia stata una buona idea, Marcus. -

- Sire, era l'unica scelta possibile. Se non riceviamo al più presto aiuto il regno cadrà. Il Nemico è ormai alle porte, l'oscurità circonda il castello. I pirati di Votland hanno la forza e gli uomini necessari ad aiutarci. E solo Sir Fabius, tra tutti noi, ha il potere di convincere Richard l'Infedele a prestarci soccorso. Vi ricordo che sinora egli non vi ha mai deluso. - Re IohanPetrus stette in silenzio e guardò l'uomo che aveva davanti, dai suoi occhi scuri emanava una saggezza senza tempo.

- Marcus, non a caso sei chiamato il Saggio. Le tue parole hanno il suono della verità e il sapore della speranza... - in quel momento le porte della sala si spalancarono ed una figura femminile in armatura si precipitò all'interno. La sua corazza era in più punti ammaccata e del mantello non rimaneva altro che un misero brandello. Al cospetto del Re si tolse l'elmo ed i capelli corvini le ricaddero sulle spalle, ed egli si ritrovò a fissarne gli occhi chiari ed a pensare che neanche la furia della battaglia era riuscita ad offuscarne la bellezza.

- Sire, mi dispiace irrompere in questo modo, ma la situazione è precipitata. Il Nemico ha infranto le barriere magiche erette dal saggio Marcus e ha inflitto pesanti perdite al nostro esercito. Siamo stati costretti a ritirarci dentro le mura del castello, ma ormai le orde dell'Oscurità sono a poche miglia da qui. -

- Lady Stefanie non angustiatevi inutilmente, sono convinto che abbiate fatto tutto il possibile e la vostra scelta di ritirarvi è sicuramente lodevole. Ha risparmiato parecchie vite e ci ha dato modo di riorganizzare le nostre forze. - ma dal tono del Re si capiva che ben poca speranza gli era rimasta ed i suoi occhi si rivolsero a Marcus nella disperata ricerca di un consiglio.

- Dobbiamo resistere. Il castello deve diventare il nostro ultimo baluardo. Tutti, uomini e donne, devono prepararsi a combattere. Abbiamo ancora una speranza, ma solo se riusciamo a dare a Sir Fabius il tempo di tornare con i pirati di Votland. -

 

Sir Fabius scese da cavallo lentamente ed estrasse la spada senza mai perdere di vista la sua avversaria. Lady T non si mosse, ma ogni fibra del suo corpo era pronta a scattare e quando il cavaliere calò il suo primo fendente lo evitò con facilità, rispondendo con un affondo della sua lama che, com'era prevedibile, s'infranse inutilmente sulla massiccia corazza dell'uomo. Le cose andarono avanti così per parecchio tempo. Lady T schivava ogni colpo con un'agilità straordinaria e i suoi movimenti felini, sensuali, non potevano fare a meno di suscitare l'ammirazione di Sir Fabius che, invece, si sentiva sempre più stanco, costretto a muoversi con quella pesante armatura. Doveva farla finita al più presto, oppure non avrebbe più avuto la forza di continuare a comabattere. Ad un tratto si tolse l'elmo e lo scagliò verso la donna pensando di riuscire a colpirla, mentre lei tentava di evitarlo. Gli sarebbe bastato un solo colpo, uno solo. Ma si sbagliava perché mai le donne fanno quello che ci si aspetta, e soprattutto Lady T, che si mise sulla traiettoria dell'elmo, lo afferrò al volo e lo rilanciò mirando verso il capo scoperto del cavaliere. Sir Fabius intuì che quella poteva essere la sua ultima occasione. Alzò il braccio che reggeva la spada, parando il proiettile con la mano guantata. Finse di essere stato ferito e fece cadere l'arma. La spada finì sulla sabbia. Ora era disarmato. Lady T. non perse tempo e mosse, precisa e letale, il fioretto verso il collo scoperto. Sir Fabius reagì inaspettatamente e congiunte le mani in fronte a se bloccò, con i guanti d'acciaio, la lama a mezz'aria. Poi con una rapida torsione del polso attirò la donna fra le sue braccia, stringendola in modo che non potesse liberarsi, mentre il fioretto raggiungeva la spada sulla sabbia. Ma quella presa che, nelle sue intenzioni, doveva dargli la vittoria, gli fu fatale, perché ora poteva osservare da vicino il fascino della ragazza. Ne sentiva il respiro caldo sulle guance e ne avvertiva il calore del corpo sinuoso attraverso l'armatura. Gli occhi scesero a posarsi sulle sue labbra e i loro visi si avvicinarono. Fu allora che lei ne approfittò. Si mosse con estrema rapidità, scivolò da quella presa ormai molto simile ad un abbraccio, estrasse un lungo filo d'acciaio dal corpetto di pelle che indossava e portatasi alle spalle di Sir Fabius glielo arrotolò intorno al collo iniziando a stringere. Il cavaliere tentò di divincolarsi, ma ormai le sue forze erano allo stremo e l'armatura non gli permetteva di arrivare ad afferrare la ragazza. Sentì il ferro penetrargli la carne e senza più alcuna resistenza cadde in ginocchio.

 

- Sire, sono sotto le mura!- dalla voce di Lady Stefanie non traspariva né rabbia né dolore, ma solo l'ineluttabilità degli avvenimenti..

- Quanto possiamo resistere ancora? -

- E' difficile dirlo, ma credo che sia impossibile, in queste condizioni, che il castello regga fino a mezzogiorno di domani. -

- Che cosa possiamo fare? -

- Se riuscissimo a rompere l'assedio, anche solo momentaneamente, potremmo guadagnare del tempo prezioso fino all'arrivo di Sir Fabius con i pirati di Richard l'Infedele. -

- Ne sei ancora convinto, Marcus? Credi ancora che arriveranno? -

- Ne sono sicuro. Quando si è nell'oscurità più buia non si può mai dire da quale direzione e in quale momento arriverà la luce, ma prima o poi essa torna a splendere.-

- Io, Sire, non condivido l'ottimismo del saggio Marcus, ma potrebbe aver ragione nel suggerire di rompere l'assedio. Un attacco frontale è l'ultima cosa che il Nemico si aspetterebbe e forse riusciremmo a farlo vacillare quanto basta per dare il tempo a Sua Maestà di mettersi in salvo. Il regno continuerà a vivere finché il Re vivrà. -

- Apprezzo la vostra lealtà, ma non ho alcuna intenzione di fuggire. Se devo cadere lo farò da Re, difendendo il mio popolo. MyLady raduni tutti gli uomini rimasti e li tenga pronti. Domani mattina, non appena sorgerà il sole sferreremo il nostro ultimo attacco. Marcus fai preparare la mia armatura da battaglia, perché sarà il re in persona a guidare le sue truppe, e voi due cavalcherete al mio fianco. -

- Sarà un onore, Sire. - concluse Lady Stefanie congedandosi.

- Preparerò i miei incantesimi più potenti, ma dubito che saranno sufficienti se Sir Fabius non ritorna. - borbottò Marcus accarezzandosi la lunga barba nera. Gli occhi di re IohanPetrus si chiusero mentre egli sprofondava nell'amarezza dell'alba buia che li attendeva tutti.

 

- Basta così! Lascialo. - Lady T. allentò a malincuore la presa e ubbidì all'ordine di Richard. Sir Fabius tossì malamente e si accarezzò il collo sanguinante, i suoi occhi si volsero a fissare il fratello che si trovava ancora sul ponte della nave.

- Hai perso, Fabius. Sei stato sconfitto e da una donna, per giunta. Ti ho sempre detto che sarebbero stata la tua rovina. Bastano un paio d'occhi ed un sorriso dolce a farti perdere la testa. Ora vattene, prima che cambi idea e decida di rimanere figlio unico. -

- Aspetta! - gridò il cavaliere con la gola ancora indolenzita. - Ho un messaggio del Re, è importante.-

- Non per me. Non mi importa nulla né di te né del tuo re.-

- Ha promesso di graziarti se... -

- Graziarmi!?! Non sapevo possedessi il senso dell'umorismo! Cosa vuoi che me ne importi? Re IohanPetrus non ha neanche la forza di catturarmi e vuole concedermi la grazia? Fratello, tu non sai neanche quello che dici. - In effetti il cavaliere era disperato, immaginava che sarebbe stato difficile, ma non aveva previsto di ritrovarsi in una situazione simile. Doveva assolutamente escogitare un modo per convincere Richard ad offrire il suo aiuto, oppure il regno sarebbe caduto. Per farlo ormai non rimaneva che un' unica possibilità e che lei lo perdonasse per quanto stava per fare.

- Ho un altro messaggio per te, Richard, e non è del Re.- l'uomo lo fissò a lungo, mentre una strana espressione si dipinse sul volto di Lady T, poi Sir Fabius continuò - Credimi, fratello, non te l'avrei mai detto se non ne fossi stato costretto, ma Lady Stefanie si è offerta di seguirti se i tuoi pirati verranno in aiuto al Re.-

- Stai mentendo! - urlò Lady T scagliandosi verso il cavaliere e ributtandolo a terra.

- No, -intervenne Richard - lo conosco bene. Non ha mai mentito in vita sua. Non ne è capace. Accompagnalo nella mia cabina, adesso lo ascolterò. Comicia ad essere interessante. - La donna gli si avvicinò per scortarlo verso la nave, ma i suoi occhi ne tradivano la rabbia.

- Avrei fatto bene a tagliarti la gola quando ne avevo la possibilità...- sussurrò a denti stretti.

- Che Dio mi perdoni. - furono le uniche parole che Sir Fabius pronunciò in risposta.

 

Quando il sole sorse quella mattina una calma insolita regnava sul castello. I cavalieri erano schierati ordinatamente all'interno dei cortili. Tutto era pronto, si attendeva solo il segnale del Re. Ognuno sapeva che quell'attacco sarebbe stato un suicidio, ma quando Re IohanPetrus scese tra le truppe avvolto nella sua lucente armatura, seguito da Lady Stefanie e da Marcus il saggio, sentirono i cuori empirsi di un rinnovato vigore. Amavano il Re e sarebbero volentieri morti per lui, ma adesso che lo sapevano al loro fianco, nessuna impresa si presentava impossibile.

- Marcus? - chiese il re rivolto al fidato amico.

- Sono pronto, sire.- rispose l'uomo stringendo con forza il bastone di Nch'Iostr. - Il potere degli antichi Nch' scorre vigoroso nel sacro legno di Iostr, mio antico maestro.-

- Milady?-

Lady Stefanie non rispose, ma s'infilò il pesante elmo ed il suo sguardo di ghiaccio fu più che eloquente.

- Allora andiamo! Aprite i cancelli! Attacchiamo! -

E fu allora che come rombo di tuono centinaia di uomini si riversarono fuori dalle fauci spalancate del castello cinto d'assedio. Il Nemico venne colto ancora nel sonno e nulla poté fare se non cadere sotto i colpi rapidi ed improvvisi di quell'attacco. Ben presto la pianura di fronte al maniero fu liberata, mentre i nemici fuggivano verso le montagne. Un'euforia di vittoria si impadronì dell'esercito del re, ma, purtroppo, fu una gioia di breve durata, perché il Nemico, dopo i primi attimi di smarrimento, si riorganizzò, radunò le sue forze ed iniziò il contrattacco. Le sorti della battaglia si capovolsero e a nulla valsero i numerosi incantesimi lanciati da Marcus, la possente lama di Re IohanPetrus o l'indomito coraggio di Lady Stefanie. Per ogni nemico che cadeva sembrava che altri due ne prendessero il posto. Erano troppi, non c'era più alcuna speranza. Allora Re Iohan decise che era venuto il momento di morire, ma l'avrebbe fatto in modo che i menestrelli ne cantassero nei loro poemi per gli anni a venire. Spronò il cavallo e lo lanciò al galoppo. Decine di teste cadevano ai suoi piedi mentre egli continuava la sua corsa, incurante delle ferite inflittegli. Voleva raggiungere una piccola collinetta posta proprio al centro del campo nemico e da lì avrebbe levato al cielo il suo ultimo canto di guerra. Nulla riusciva a fermarlo e chi poté vederlo disse, poi, che sembrava di vedere il vento, il vento della morte, soffiare in mezzo alle fila nemiche. Ma quando fu sopra la collina, ormai completamente circondato, capì che il suo destino era segnato e gettò un ultimo sguardo al mare, come una silenziosa preghiera verso l'infinito. Inaspettatamente il suo cuore si empì di gioia e di nuova speranza perché le vide. Dieci, venti, trenta navi, un'intera flotta stava giungendo dal mare e sui suoi pennoni sventolavano due vessilli: quello dei pirati di Votland e quello dorato del regno. Allora Re IohanPetrus intonò il suo canto, ma non era più un canto di morte bensì un canto di vittoria e la sua spada roteò luminosa nell'alba di quel nuovo giorno. Le navi dei pirati erano approdate lungo la costa e nuove truppe si riversavano contro il Nemico che ormai, stretto tra due fuochi, vedeva le sue forze assottigliarsi sempre di più. La battaglia durò fin quasi mezzodì e quel giorno venne per sempre ricordato negli annali come il Giorno della Vittoria, quando l'azione combinata di tutte le forze del regno aveva respinto l'Oscurità lontano, oltre i confini. Gli eroi di quella guerra vennero festeggiati a lungo e il capitano Richard ricevette la grazia, ma altre nubi si addensarono sulla corte, poichè quando Sir Fabius fu costretto a rivelare la sua bugia e Lady Stefanie si disse disposta ad onorare l'impegno, il re si impuntò e fu irremovibile affinché ciò non accadesse. Ma questa è un'altra storia e, come è giusto che sia, verrà narrata un'altra volta.

Se ti è piaciuto, oppure no, non dimenticare di farmelo sapere. Questor Erendyl

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