PRECISAZIONI SUL NOME "CARRICINI"

IL DECRETO DELL'ASSEMBLEA
MUNICIPALE DI CLUVIAE

SAN SALVO (CH)

 

La grande varietà di forme in cui compare nella moderna letteratura storica l'etnico di uno dei gruppi tribali sannitici, Caraceni, Carecini, Caretini ecc..., è dovuta all'oscillazione delle fonti antiche di tradizione manoscritta, per di più diversamente ricostruite in sede di critica testuale. Solo di recente, con l'apporto di due documenti epigrafici, è stato possibile riconoscere l'esatta forma latina dell'etnico: Carricini.
Una lastra di bronzo rinvenuta a San Salvo, presso Vasto, su cui è inciso un decreto dell'assemblea municipale di Cluviae per il conferimento del patronato ad Aurelius Evagrius Honorius nel 384 d.C. menziona, nel contesto di un linguaggio povero e scorretto, i Cluvienses Carricini.
In un'iscrizione di Isernia della fine del II secolo d.C. (ved. in fondo alla pagina) compare poi un "curator rei publicae Cluviensium Carricinorurm" (F. Castagnoli, Lavinium I, 1972, p. 117).
Ciò consente, ripristinando la forma etnica corretta, di emendare Tacito (Hist. IV, 5); Plinio (N.H. III, 106); Tolomeo (Geogr. III, 1, 57 e 58); mentre viene confermato Zonara (VIII, 7, 1). La forma deteriore Caraceni in Tolomeo è dovuta alla contaminazione con l'etnico "Characeni", da Charax, nome di due città della Crimea e della Mesopotamia.


Il decreto dell'Assemblea Municipale di Cluviae.
Località Bufalara - Museo Nazionale di Chieti
 

Anche per quanto concerne l'ubicazione e l'estensione territoriale di questa popolazione è stato possibile giungere ad una migliore determinazione.
Il riconoscimento di Cluviae nella località "Laroma" presso Casoli, a cui si attribuiva sulla base di un frustulo epigrafico il nome di "Pagus Urbanus" (CIL IX, 2984), ha offerto un caposaldo topografico utile per riprendere in esame le due fonti antiche che ci danno qualche riferimento geografico, Plinio e Tolomeo.
Le notizie risultano essere contrastanti perché Tolomeo attribuisce ai Carricini la città di Aufidena, mentre Plinio la esclude assegnando loro due municipi, e dividendoli in "Supernates" e "Infernates". Tolomeo non fa fede, com'è dimostrato da molti altri esempi, in quanto dipende da fonti cartografiche ove la pertinenza delle città ai diversi nuclei etnici poteva non essere perspicua.

La descrizione pliniana appare migliore, anche se non di immediata chiarezza nel testo così come ci è pervenuto. Considerato infatti che nell'elenco dei municipi, raggruppati per popolazioni, i Carricini sono posti nell'interno dopo i Frentani di Anxanum, i due centri possono essere identificati solamente con Cluviae, non esplicitamente menzionata da Plinio, e con Iuvanum, che invece è ricordata e non è detta frentana. Il passo di Plinio deve essere pertanto inteso "...intu Anxani cognomine Frentani; Carricini Supernates (Cluvienses) et Infernates Iuvanenses".
L'appartenenza dei Carricini al nucleo sabellico più strettamente definito sannitico è documentata da Livio (IX 31, 2), che pone Cluviae in Samnio riferendosi ad avvenimenti dell'anno 311 a.C., mentre Zonara (VIII, 7, 1) menziona il nome della popolazione in connessione con notizie relative all'anno 269 a.C.
E' infondato qualunque riferimento alle genti che compaiono con il nome di "Cramones" nello Ps. Scylax 15, p. 24 M, cfr. E. WIKEN, Die Kunde der Hellenen... der Apenninenhalbinsel, Lund 1937, p. 163.
(Ved. anche la conferenza del Prof. Adriano la Regina a Castel Di Sangro nel Settembre 2001 - File MP3).




Honori
Patrone vivas felicem et venerabilem seculo!
[Hui]c universi Cluvinses Carricini consilium
[sib]i habintes, it cum primum fausta et filicia dicta esse id
cum universa ferentes: " Quanta sit claritas tantaque
benignitasque Aureli Evagri, huius candor indu-
stria omnibus nobis cognita est, huius hubus et pater
veteri tesitmonio patrono patriae sinuerunt idcirco
renovarunt clarum genus, ut suo merito tabulam
patroniciam in eternum hospitalem patrotronati
huius offeramus; ortato sibi honore patriam civi-
umque Cluviatium amare ac diligere non desit
et secundum placitum omniumque nostrorum
frequenter felicem diem ornamentum condignum
aeternum claritati censorieque candori huiu[s o]ffe-
ramus; hoc conpleto honore clara dignit [as... 6-7...]
fovere dilegere dignabitur; sobpleto [... 13-15...]
in perpetuum maxsimas grati[as... 14-16...]
Dat. III Nonas Maias po[st consulatum]
Merobaudis iterum et [Saturnini].
(5 maggio del 384 d.C.)




Tratto da V. Cianfarani, L. Franchi Dell'Orto, A. La Regina
Culture adriatiche antiche di Abruzzo e di Molise
De Luca Editore - Roma 1978








AESERNIA - DEDICA A FLAVIO CELERE
 

Il cippo commemorativo, databile intorno al II secolo d.C., è stato rinvenuto nell'area forense della città di Isernia in data non precisabile ed è attualmente collocato nell'atrio della chiesa di Santa Maria delle Monache. Il monumento fu elevato per desiderio del popolo a Flavio Celere dell'ordine equestre. Il cognome potrebbe riportarci a quel M. Celerius Corinthus (CIL IX 2658) seviro augustale di Aesernia e Aufidena. Si consideri tra l'altro la sconosciuta esistenza d'una colonia a Lavinio. Indicativa anche la carica che resse il magistrato: curator del municipio di Saepinum, poi di Cluviae dei Carricini.
Il cippo in pietra calcarea si presenta in ottimo stato essendo parzialmente rotta solo la metopa destra. Misura 123x69 cm.

 Aesernia x Flavio Celere

Isernia. Dedica a Flavio Celere




C(aio) Flavio C(ai) fil(io)
Tro(mentina) Celeri
eq(uiti) R(omano) pat(rono) col(oniae)
Laur(entium) Lav(inatium) flam(ini) d(ivi) Aug(usti)
cur(atori) r(ei) p(ublicae) col(oniae) Bovianens(ium)
cur(atori) r(ei) p(ublicae) Saepinatium
itemq(ue) Cluviens(ium) Carric(inorum)
postulatu populi
Ordo Splendidissimu(s)
decrevit


 

 

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Storia dei Sanniti e del Sannio - Davide Monaco - Isernia 2002

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