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VETUS ET UNDECUMANORUM
LA QUESTIONE DELLE DUE BOVIANUM
Prima Parte

Tra le ipotesi più interessanti avanzate per identificare, non solo attraverso i toponimi, l'antico sito di Aquilonia, vi sono quelle pronunciate intorno alla metà del XIX secolo da alcuni eminenti studiosi d'archeologia.
Akudunniad non è l'unico insediamento sannita che non si riesce ad ubicare sul territorio dell'antico Sannio. Legata a quella di Aquilonia vi è un'altra diatriba che coinvolge le due Bojano citate da Plinio il Vecchio. Ed ambedue le diatribe coinvolgono una particolare area dell'alto Molise, quella di Pietrabbondante, un paesino il cui territorio è disseminato di ruderi di antiche architetture sia sannite che romane ed altomedievali.
Il teatro di Pietrabbondante, a mille metri di altitudine, è forse l'esempio più bello di architettura italica nel Sannio pervenutoci in condizioni soddisfacenti. Che nella zona di "Calcatello" esistessero antiche vestigia comunemente definite "romane" si sapeva fin

Panorama di Pietrabbondante - Cliccare per ingrandire
Panorama di Pietrabbondante.
 

dal 1840, quando lo storico locale Francesco Saverio Cremonese pubblicò una relazione sulle cose antiche affioranti e ritrovate in quell'agro (1). Dopo diversi anni, sempre sotto il regno di Ferdinando II, iniziarono i lavori a cura della Direzione degli Scavi Reali e vennero riportati alla luce molti ruderi che, dalle fattezze, fecero subito pensare ad un grande insediamento sannitico.
Una delle prime ipotesi formulate sull'origine del sito venne espressa dal Mommsen che, partendo da una iscrizione in lingua osca su

pietra rinvenuta "in loco", ipotizzò per le antiche vestigia l'insediamento denominato "Bovianum Vetus".L'epigrafe di Vesiullaeo da Pietrabbondante su cui il Mommsen basò le proprie teorie era la seguente:

"NV. VESULLIAIS TR. M. T. EKIK SAKARAKLUM BUVAIANUD AIKDAFED"

che venne così interpretata:

"NOVIUS VESULLIAEUS TR. F. MEDDIX TUTICUS HOC SACELLUM BOVIANI AEDIFICAVIT" (2).

Il Mommsen ritenne di aver trovato una seconda Bovianum, il che, tra l'altro, coincideva con quello che Plinio aveva scritto sul libro III della "Naturalis Historia" quando elenca i municipi della IV Regione augustea: "Samnitium... colonia Bovianum Vetus et alterum cognomine Undecumanorum, Aufide- nates, Aesernini, Fagifulani, Ficolenses, Saepinates, Tereventinates".
Il Mommsen visitò diverse volte negli anni gli scavi di Pietrabbondante e fu nel 1846 che esaminò l'Epigrafe di Vesiullaeo. Cinque anni dopo un altro eminente studioso di "Res Antiqua", padre Raffaele Garrucci, arrivò a Pietrabbondante per esaminare i reperti ritrovati. A quel tempo tra i due non correva buon sangue a causa di alcuni battibecchi culturali per interpretazioni diverse rilevate su elementi archeologici di comune studio, soprattutto elementi epigrafici (3).
Il Garrucci, al contrario del Mommsen, affermò che quella che si stava scavando altro non era che l'antica Aquilonia, poichè era impensabile che un'epigrafe portasse scolpito il nome della località dove venisse posta. Prova ne era un toponimo ancora in uso nella

 L'area del teatro italico di Pietrabbondante
Pietrabbondante
Rilievo dello scavo archeologico
dell'area del Teatro e del Tempio B.

zona, la fontana nei pressi del paese chiamata "Acudandra". Infatti per il gesuita archeologo, l'etimologia del nome della fontana era da ricercare in quello di Akudunniad; inoltre egli affermava che l'opera di fortificazione scoperta su monte Seraceno (erroneamente ridenominato ultimamente "Caraceno") e l'ubicazione stessa della rocca di Pietrabbondante, cioè il suo ambito fortificato naturale, ben si confacevano ad una roccaforte sannita quale doveva essere stata Aquilonia.

Agnone e Pietrabbondante - Cliccare per vederla ingrandita.
A sinistra Agnone e, segnalato
dalla freccia, Pietrabbondante.
 

In effetti, basta vedere dove è ubicata Pietrabbondante per capire quale impressione può suscitare questo luogo in un archeologo che cerca un'antica fortezza. Il prosieguo degli scavi ha portato alla luce un'imponente testimonianza del popolo sannita, ma non si è ancora certi dell'originaria denominazione del sito.
Si tratta certamente di un importante insediamento, un centro abitato con un'area sacra che, fin dalla metà del IV secolo a.C., ebbe un concreto sviluppo edilizio che continuò per tutto il secolo

successivo con periodi di stasi ma, già nel primo secolo a.C., l'utilizzo dell'area andò decrescendo pian piano fino ad interrompersi del tutto. La causa di ciò fu sicuramente l'inasprirsi dei rapporti tra i Pentri ed i Romani dopo le guerre sociali.

"Esso si è formato lungo un asse stradale preesistente, che segue l'andamento altimetrico, con gli edifici principali incassati nel pendio naturale, mentre gli spazi intermedi sono sistemati con terrazze artificiali sostenute da muri. Nel corso del III secolo a.C. il santuario viene infatti dotato, nel sito ove poi sorgerà il teatro, di un tempio ionico che per la qualità architettonica rivela un impegno eccezionale, certamente non proporzionato alle capacità della comunità locale, ma da attribuirsi ad un interesse più ampio, dell'intera nazione (4)".


L'importanza di questo sito archeologico è tale da far ipotizzare un "locus" ben definito nella organizzazione sociale dei Sanniti. Ad evidenziare ciò che il Garrucci affermò vi sono diversi toponimi nella zona che sembrano convalidare le sue ipotesi ed in più vi è una coincidenza basata sulle dimensioni del teatro sannitico di Pietrabbondante.

Oltre alla denominazione dialettale della fontana Akudandra vi è la località del Lago di Anatre, in dialetto "lacu d'andre", sia vicino Agnone che vicino Pietrabbondante, che in verità di anatre ne hanno viste poche, la località Le Macére nei pressi di Pietrabbondante e, a conferma dell'importanza del luogo, il tratturo Celano-Foggia che è limitrofo proprio all'area sacra del teatro. In più vi sono le dimensioni del teatro stesso che, essendo di forma circolare, ha il diametro di 55 metri. Secondo Livio, l'area sacra del giuramento della Legione Linteata si

 Teatro sannitico di Pietrabbondante
Pietrabbondante - Teatro Sannitico
Veduta della cavea.

estendeva per un massimo di duecento piedi in ogni direzione. L'unica figura geometrica che ha le dimensioni uguali in ogni direzione è il cerchio, ed il diametro di questo luogo descritto da Livio equivale a quello del teatro sannitico di Pietrabbondante (1 piede osco = 27,5 cm. quindi 200 piedi = 55 mt.). Inoltre Livio fa un preciso riferimento alla circostanza che il recinto era limitato da "cratibus pluteisque". Il "pluteo" è termine architettonico che va riferito all'elemento di delimitazione delle recinzioni del teatro. Oltre a ciò risulta che nel secolo scorso l'area archeologica di Pietrabbondante era denominata "la città di Cutunzia", come pure ancora oggi gli abitanti del paese vengono chiamati in tutto il circondario con il termine di "Cutunzi". Sia Cutunzia e sia Cutunzi hanno la medesima origine nel termine osco "Akudunniad", avendo perso con il tempo l'iniziale e la finale (5). Per ultimo il fatto che le poche monete sannitiche con la scritta "Akudunniad" sono state trovate anche nel territorio di Pietrabbondante.

Pietrabbondante - Ricostruzione assonometrica dell'area del tempio B e del teatro

Pietrabbondante - Ricostruzione assonometrica
dell'area del Teatro e del Tempio B.
 

Un contributo alla teoria del Garrucci può essere recato dall'analisi degli avvenimenti che coinvolsero quel territorio a partire dai primi secoli dopo Cristo fino al periodo altomedioevale.
L'estensione territoriale dei municipi elencati da Plinio nella IV Regione augustea rimase grosso modo invariata fino al nuovo assetto politico sorto con le contee longobarde tra il X e l'XI secolo.
Alfedena, Isernia, Trivento e Boiano ebbero un'estensione territoriale molto simile a quella che anticamente era amministrata dall'ordinamento municipale romano e così dovette essere anche per Pietrabbondante, ultima contea ad essere costituita intorno all'XI secolo. Ma i territori di quale antico municipio incluse? Cosa spinse i conti Borrello, originari delle vallate del Sangro, ad insediarsi proprio a Pietrabbondante, o meglio, perché scelsero proprio quello specifico sito per edificare la loro roccaforte?

Al di là delle caratteristiche di controllo che il luogo offriva, considerando il fatto che vi erano altri siti con requisiti analoghi, l'unica ipotesi che emerge è l'esistenza di una permanenza storica tale da far preferire, per motivi che analizzeremo, quel luogo ad altri.
Tale situazione infatti doveva coinvolgere, tra gli altri, anche discorsi a carattere architettonico-edilizio, essendo il luogo forse disseminato di materie prime già lavorate che comportavano una enorme economia, specialmente di tempo, nella costruzione di nuove fortificazioni. Quindi, considerando questa permanenza storica ed architettonica tipica di un grosso insediamento abitativo e valutando l'estensione dei singoli municipi romani, oppure quei territori che sappiamo con certezza dovevano far parte dei municipi romani, diventa plausibile l'ipotesi che anticamente Pietrabbondante possa aver occupato un ruolo preminente anche nella politica romana nel contesto di quel determinato territorio.
Quindi potrebbe essere giusta l'ipotesi che, se dovette essere sede di un municipio, altro non poteva essere che la Bovianum Vetus citata da Plinio.


Bovianum II Parte 

NOTE

(1) Francesco Saverio Cremonese, nativo di Agnone, fu Sindaco di quella città e Consigliere Provinciale. Laureatosi in medicina presso l'Università di Napoli nel 1827, dedicò molto del suo tempo, oltre che alla sua professione, anche agli studi archeologici. Proprio ai suoi studi ed alle sue ricerche si deve il ritrovamento della Tavola di Agnone. Ricoprì la carica d'Ispettore degli Scavi e delle Antichità della Provincia di Molise a titolo onorifico e gratuito. Morì ad Agnone il 9 Febbraio 1892.

(2) Sulla traduzione di quest'ultimo termine sono stati avanzati molti dubbi dovuti al fatto che il termine osco "aikdafed" forse non potrebbe esser tradotto con il significato di "edificare".

(3) Sui rapporti intercorsi tra il Mommsen ed il Garrucci risultano esaurienti le descrizioni effettuate da A. VITI in "RES PUBLICA AESERNINORUM" ed. Marinelli, Isernia 1982

(4) LA REGINA A. - Pietrabbondante - in "Sannio. Pentri e Frentani dal VI al I secolo a.C." Catalogo della mostra curata dalla Soprintendenza Archeologica e per i B.A.A.A.S. del Molise. Isernia Ottobre - Dicembre 1980.

(5) VALENTE F. - Da Creta a Pietrabbondante. Un viaggio nel tempo tra gli edifici teatrali antichi. - in "Almanacco del Molise 1991" Vol. 2 - Edizioni Enne Campobasso

 

 

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Storia dei Sanniti e del Sannio - Bovianum - Davide Monaco - Isernia 2001

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