L'EPIGRAFE DI VESIULLAEO
PIETRABBONDANTE


N(Ú)V(IS) . VESULLIAÍS . TR(EBIEÍS) . M(EDDÍS) . T(ÚVTÍKS) .
EKÍK . SAKARAKLÚM . BUVAIANÚD . AÍKDAFED

Nel 1840 il dottor Francesco Saverio Cremonese, noto appassionato di "Res Antiqua" nativo di Agnone, dietro segnalazione di don Paolo Pesa ed in mezzo ad altre pietre destinate ad uso costruttivo, ritrovò a Pietrabbondante una lapide incisa in osco che, riferirono, proveniva dalla località Calcatello, raccolta proprio vicino al teatro sannitico.
La lapide fu subito segnalata dallo scopritore agli archeologi della Regia Intendenza agli Scavi del Regno Borbonico, i signori Avellino, Guarino e Iannelli.
Nella prima lettura effettuata dell'epigrafe, molto stupore suscitò la parola BOVAIANUD


L'epigrafe di
Vesiullaeo.
 

in un contesto alquanto distante dalla Bovianum conosciuta, l'attuale Bojano. L'Avellino riconobbe in quell'epigrafe un preciso collegamento tra Bovaianud e Pietrabbondante, in aperto dissenso con gli altri due studiosi.
Pochi anni dopo il Mommsen, in una delle sue frequenti visite nel Sannio, ebbe modo di visionare l'epigrafe e nel Bollettino Archeologico Napolitano del 1846 scrisse:

"Nel giro che nel maggio dell'anno corrente feci per l'antico Sannio, ho avuto l'agio di osservare ocularmente le due iscrizioni osche murate nella chiesa di Pietrabbondante, paese piccolo sulla vetta di un'erta montagna, presso Agnone, ma notevole assai per quantità stragrande di anticaglie che alla giornata vi si trovano e per i suoi bei ruderi di un teatro, dal quale speriamo veder uscire per le cure del sig. Cremonese nuovi monumenti che forse determineranno il nome antico di questo paese ancora sconosciuto. Certo è che in nessun luogo, eccettuato Pompei, sono venute fuori tante iscrizioni osche, quante ne abbiamo da Pietrabbondante. Se ne conoscono ora fin a quattro ed altre ci sono state promesse: e sebbene questo fatto debba attribuirsi in parte alla savia attività del sig. Cremonese, non è dubbio però che Pietrabbondante non fosse uno dei centri primari dei Sanniti.
Chi sa se ivi non fosse il Bovianum Vetus di cui parla Plinio?"

Infatti Plinio il Vecchio, nella sua "Naturalis Historia", (III, 17) parla di due Bovianum: "...Samnitium quos Sabellos Graeci dixere, colonia Bovianum Vetus et alterum cognomine Undecumanorum, Aufidaenates, Aesernini, Facifulani, Saepinates, Terventinates...".


"... Io per me sono portato a crederlo, essendo che la bella iscrizione di Vesiullaeo ivi trovata e pubblicata nella Tavola V dell'anno III di questo Bullettino, finisce colle parole "Buvaianud aikdafed". Inoltre Plinio, nel luogo citato, attesta la coesistenza di due città dette Bovianum l'una e l'altra: Colonia Bovianum Vetus et alterum cognomine Undecimanorum.
Assai bene viene spiegata questa notizia dalla seguente lapide che copiai a Boiano:


...RI VESPASIA...
I...MAX. TRIB. POTES...
...VII IMP. XIIII. P. P. C.
...XTESTAN...
... C. MARCELLI. D. LEG. XI CL...
... VE. F. CIVITATIS. MAEZE...
...PATIUM. PRAEF. CHOR. III AL. I...
...IANORUM. II VIR. I. D. QUINQU...
...ONI. COLONIAE.


La quale, oltre ad altre pregevolissime notizie, ci fa toccare colle mani che il Boiano attuale è Bovianum Undecimanorum e che la Legione XI Claudia Pia Fidelis vi fu dedotta da Vespasiano. E corrobora ciò la seguente iscrizione boianese che trascriverò pure, essendo essa stampata dal solo Galanti nella Descrizione del Molise nè senza errore:


IO CAESARE IM...
... DICTAT. ITERU...
... NFICI (sic) MAX
...OS PATRONO.
MU
C.D.C.


Sta bene che sotto Giulio Cesare, Boiano fu Municipio ancora, se vi dedusse la colonia Vespasiano. Se dunque Frontino dice De Colon. pag. 136: "Bovianum oppidum lege Julia, milites deduxerunt sine colonis", non è forse chiaro che parla del Bovianum Vetus, detto pure colonia da Plinio, ciò che pur si conferma dalla descrizione del duumviro quinquennale Q. Agrio (Bullettino Napolitano anno IV pag. 71)?

Finora hanno spiegato il passo di Plinio, dove parla delle due città dette Bovianum, così che Bovianum Vetus vogliono sia Civita di Boiano, piccolo paese a pochissima distanza da Boiano, e proprio sulla cima del monte a piè di cui resta la detta città, e Bovianum Undecimanorum il Boiano odierno. Ma nella Civita non si vede nessun avanzo antico, e le mura che ivi vengono mostrate come ciclopiche, certamente appartengono ai mezzi tempi (Medioevo n.d.r.), mentre tutte le iscrizioni, e fra esse alcune antichissime, che per la paleografia appartengono ai tempi della Repubblica, si sono trovate in Boiano stesso, ed ivi pure si vedono ragguardevoli avanzi di mura costruite da grossi macigni, così che è quasi certo essere la Civita niente altro che un paese baronale, stabilito nei mezzi tempi sul monte di Boiano in conseguenza del castello ivi fabbricato, che ne occupa il sito più eminente.

Era assai naturale di chiamare il paese aggiunto al castello di Boiano la Civita di Boiano che pei nome solo alcuno lo crederà antico. Ma sia pure antico, ed anzi antichissimo, quel villaggio, non perciò sarà il Bovianum Vetus del geografo antico, perchè questi non parla di due siti diversi della medesima città in epoche differenti, ma di due colonie di questo nome esistenti ambedue al tempo suo, e se è improbabile situare due città alla distanza di pochi passi, è quasi impossibile di farlo per due colonie omonime. Ho voluto premettere queste poche osservazioni topografiche sopra luoghi visitati da pochi archeologi perchè la loro importanza forse non si contiene nei limiti della topografia, ma scruoponci esse anzi, se mal non mi appago, un brano antico della storia dei Sanniti... ".



TRASCRIZIONE DELL'EPIGRAFE DI VESIULLAEO

Linea: 1

N(Ú)V(IS) . VESULLIA

N(Ú)V(IS) . VESULLIA

 

Linea: 2

ÍS. TR(EBIEÍS) . M(EDDÍS) . T(ÚVTÍKS) .

ÍS. TR(EBIEÍS) . M(EDDÍS) . T(ÚVTÍKS) .

 

Linea: 3

EKÍK . SAKARA

EKÍK . SAKARA

 

Linea: 4

KLÚM . BUVA

KLÚM . BUVA

 

Linea: 5

IANÚD

IANÚD

 

Linea: 6

AÍKDAFED

AÍKDAFED




Di seguito si riportano le varie interpretazioni dell'epigrafe di Vesiullaeo, precisando che viene tralasciato il testo in lingua osca perchè tutti gli autori hanno accettato quello dato dal Mommsen.

N.1 - TEODORO MOMMSEN - Anno 1850

Identifica Pietrabbondante con Bovianum Vetus e traduce:
Novius Vesiullaus Trebii filius meddix tuticus hoc sacellum Boviani aedificavit.
Novio Vesiullaeo, figlio di Trebio, sommo magistrato, costruì in Boviano questo tempietto.

N.2 - EDUARD HUSCLIKE - Anno 1856

Identifica Fonte del Romito (tra Agnone e Capracotta) con Bovianum Vetus e traduce:
Novius Vesiullaus, Trebii filius, meddix tuticus hoc sacellum Boviano aedificavit.

N.3 - F. RABASTE' - Anno 1865

Riferisce che Mommsen identifica Pietrabbondante con Bovianum Vetus e Huschke, invece, lo identifica presso la Fonte del Romito.
Novius Vesiullaus, Trebii filius, meddix tuticus hoc sacellum Boviani aedificavit.

N.4 - ERNEST ENDERIS - Anno 1871

Pur traducendo allo stesso modo del Mommsen non fa alcuna identificazione.
Novius Vesiullaius, Trebii f., meddix tuticus hic sacellum Boviani aedificavit.

N.5 - WILHELM CORSSEN - Anno 1875

Identifica Pietrabbondante con Bovianum Vetus. Fra le cinque epigrafi descritte non trascrive quella di Vesiullaeo, nemmeno nel testo in lingua osca; nell'interpretare le altre rinvenute tutte nel Calcatello di Pietrabbondante dice per ognuna di esse:
inventa intra consaeptum aedifici publici spatium Boviani Veteris... e cioè: lapide trovata nella superficie recinta di un pubblico edificio in Boviano Antico, nella località Calcatello di Pietrabbondante.

N.6 - FRANZ BUECHELER - prima del 1878

Non fa alcuna identificazione pur precisando che Vesiullaeo era un magistrato di Boviano.
Hic sacrum a Boviano aequidavit id est fines eius ad normam derexit.

N.7 - GIOVANNI ZVETAIEFF - Anno 1878

Identifica Pietrabbondante con Bovianum Vetus e traduce:
Novius Vesiullaeus Trebii f. meddix tuticus hoc (?) sacellum Boviani aedificavit.

N.8 - GIOVANNI ZVETAIEFF - Anno 1886

Identifica ancora Pietrabbondante con Bovianum Vetus; non traduce e nella nota trascrive l'interpretazione del Buecheler.

N.9 - VON ROBERT PLANTA - Anno 1897

Identifica Pietrabbondante con Bovianum Vetus e traduce:
Novius Vesiullaeus Tr. f. meddix tuticus hoc templum Boviano aedificavit.

N.10 - R.S. CONWAY - Anno 1897

Identifica Pietrabbondante con Bovianum Vetus e trascrive l'epigrafe, come le altre cinque, solo nel testo osco. Tutte, però, le raggruppa nel capitolo dal titolo: Inscriptions of Pietrabbondante - Bovianum Vetus.

N.11 - CARL DARLING BUCII - Anno 1905

Identifica Pietrabbondante con Bovianum Vetus e traduce:
Nv. Vesullieius Tr. f. meddix tuticus hoc templum ad Bovianum decrevit.

N.12 - JACOBSOHN - Anno 1910

Identifica Pietrabbondante con Bovianum Vetus. Trascrive l'epigrafe soltanto nel testo osco e dice: Bovianum Vetus, stein (cioè pietra) il che sta ad indicare che ammette l'esistenza di Bovianum Vetus presso Pietrabbondante.

N.13 - EMIL VETTER - Anno 1953

Identifica Pietrabbondante con Bovianum Vetus e traduce:
Novius Vesiullaeus f. Trebii meddix publicus hoc templum Boviano... (non traduce il verbo aikdafed).

N.14 - VITTORE PISANI - Anno 1953

Identifica Pietrabbondante con Bovianum Vetus e traduce:
Nv. Vesiullaeus Tr. f. meddix tuticus hoc sacellum Boviani decrevit.

N.15 - GINO BOTTIGLIONI - Anno 1954

Identifica Pietrabbondante con Bovianum Vetus e traduce:
Nv. Vesiullaeus Trebii f. meddix tuticus hoc sacrarium Boviano dicavit (?).

Sono necessari, infine, brevi ma opportuni chiarimenti.
a) Indistintamente tutti gli autori citati (tranne Huschke che, come si vedrà, lo colloca tra Agnone e Capracotta) ammettono esplicitamente l'esistenza di Bovianum Vetus presso Pietrabbondante, indipendentemente dalla interpretazione dell'epigrafe.
b) Il verbo aikdafed o è tradotto con l'aedificavit di Mommsen o con dei sinonimi (decrevit di Buch e di Pisani e dicavit di Bottiglioni) il che lascia inalterato il significato storico della epigrafe.
c) Giacomo Devoto in suo scritto del 1967 sulla "Tavola di Agnone", fa frequenti riferimenti a Vetter, Pisani e Bottiglioni; segno evidente questo che gli autori menzionati rappresentano non solo gli studiosi più noti della glottologia contemporanea ma, anche e soprattutto, le teorie più moderne dal punto di vista scientifico ed interpretativo. Considerato che Vetter, Pisani e Bottiglioni non esitano a localizzare Bovianum Vetus presso Pietrabbondante e tenuta presente l'autorità del Devoto nel campo della glottologia internazionale, bisognerebbe dirimere molti dubbi.
d) Dalle interpretazioni sopra riportate, infine, è chiaro che tutti i più illustri glottologi vissuti nell'ultimo secolo, ad eccezione del Vetter che traduce solo in parte, e di Huschke, concordano nell'attribuire all'ablativo osco buvaianud significato di stato in luogo. In conseguenza o traducono direttamente nel locativo (Boviani = Boviano) oppure mantengono anche nel latino l'ablativo della lingua osca con evidente intenzione, lo confermano chiaramente i verbi usati, di attribuirgli un valore di stato in luogo.



(Tratto da: Bovianum Vetus oggi Pietrabbondante di Antonino Di Iorio - Collana "Storia e documenti" diretta da Giuseppe Porto - Roma 1974)

 

 

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Storia dei Sanniti e del Sannio - Epigrafe di Vesiullaeo da Pietrabbondante - Davide Monaco - Isernia 2001

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