Racconti e Favole                                                                                                                                                                                

         RACCONTI 

                                                                                              FOCACCIA

 Recco? Questo strano posto di cui molti ignorano l’esistenza e dove mai pensavo di venire. Prima delle ferrovie e delle automobili, Recco era un pugno di vicoli sotto i portici e piazzette attorno al Municipio. Sulla spiaggia non si vedevano le facce torpide di bagnati e bagnini. Da una parte il mare con gli scogli, dall’altra le colline, in mezzo l’Aurelia. E un torrente che scende perpendicolare al mare. L’Aurelia sarà stata di ciottoli, non so. Sulla piccola spiaggia si costruivano velieri per la  pesca. A monte, subito passato il Municipio, c’erano case, casette e orti. Casette di pietra a secco e case di mattoni, con le facciate colorate di rosso e giallo. Arrivarci da Genova o da Rapallo in carrozza non sarà stata una cosa facile per il cavallo, tra salite discese e curve. Scendere a Recco dalle colline sovrastanti sarà stato un piccolo viaggi avventuroso a quei tempi.  Un mondo chiuso di uomini coi baffi che sposavano donne di famiglia. Niente turisti e seconde case allora, di più le famiglie nobile e benestanti di Genova andavano a villeggiare nell’entroterra, era di moda il fresco e non il sole. Vita grama per i recchesi suppongo, anche se non peggio che altrove, di conseguenza grande emigrazione soprattutto in Argentina. Un ligure tira l’altro, partivano portando tutto quello che avevano in una coperta arrotolata. Il treno cambiò il destino di Recco in tanti modi. Una parte importante la ebbe il ponte della ferrovia che passa sopra al paese. Nella seconda guerra mondiale questo ponte era vitale per le comunicazioni, buttarlo giù significava isolare una buona parte della Liguria . E difatti i ponte fu buttato giù dalle bombe degli aerei americani. Ma col ponte fu buttato giù tutto il paese, casa dopo casetta. Non lo fecero apposta, ma come si dice stabilito che il ponte va tolto qualcuno lo deve buttar giù.  E dopo fu rifatto tutto, ma niente stile ligure e ben pochi orti. Fu rifatto il ponte, grosso e orribile, per paura che cadesse di nuovo. Questa è la Recco nuova che si vedeva. Ma negli ultimi anni sono stati fatti tentativi per abbellirla, il ponte se non altro é stato pitturato a tinte colorate. Per cui si dovrebbe rivederlo. I supermercati tardarono ad arrivare, c’erano solo piccoli negozi. Negozi di famiglia spesso, se non sempre, con abitudine peculiari. Ci fu un momento in cui, per incapacità della Banca d’Italia, erano sparite le piccole monete di resto. A Roma e Milano si lasciava perdere, si arrotondava, ma a Recco i signori coi baffi dietro al banco rilasciavano buoni da cinque e dieci lire. Magari avevano ragione loro, ma la cosa mi fece una impressione triste.