Racconti e Favole                                                                                                                                                                                

 

RACCONTI BREVI

                                                        Jenny. Incontro a Firenze

Ovvero di come Passera, in un pomeriggio di marzo, mi racconta cosa successe a Jenny in un altro pomeriggio di marzo.

 Passera – Eccoti finalmente, Gorge.

George –  Ma che accoglienza, entusiasmo cosi ti voglio. Raccontami qualcosa di una tua antenata birbona, così ci faccio una storia. 

Passera – Dunque, gli antenati miei sono tutti sbottonati.

Gorge – Oh.

Passera - Ma una in particolare, la mia antenata birbona. Una nonna. 

Gorge - Siamo nel ...?

Passera - 1900

G -  1900 a Firenze. Una signora? 

Pa - Certo in famiglia siamo tutti persone dabbene.

G – Mi avevi detto che siete birboni sbottonati, ma non importa. Nonna, una signora, cappello di paglia di Firenze, prende il te, è sposata, ma un bel giorno…

Pa – Si…

G - all'età di .....

Pa -   18 anni, trova un distinto signore di età circa 23 anni che le sorride, le fa l'occhiolino

G - Un'altro ?  ma non aveva già un marito?

Pa – Nooo.

G – C’è stato un malinteso, porta il cappello di paglia di Firenze, prende il tè, ma non è sposata.

Dunque abbiamo una ragazza per le vie di Firenze, un signore di 23 anni le sorride.

Pa - Certo le ricambia il sorriso, abbassa la faccia per vergogna.

G - Lei stava andando a spasso ....

Pa - .. .. Lui le va incontro le bacia la mano.

G -  Ragazzi veloci.

Pa - Le dice  che i suoi occhi lo hanno colpito, occhi da gazzella, (come i miei).

G – Mi piace questa cosa, però le guardava anche il culetto.

Pa – Ma  dai.

G – Occhi di gazzella timida e impaurita, che si lascia baciare la mano stupita.

Pa -  Certo.

G - Vai avanti l'inizio è buono.

Pa - Si sono  innamorati, al primo sguardo.

G – Lo sai come vanno gli incontri, se non è primo sguardo mai più

Pa – Proprio così.

G - Cerchiamo di individuare la via dell’incontro, se ti riuscisse di trovare una cartolina del tempo. Ora dove vanno, la accompagna a casa ?

Pa – No, in giro per Ponte Vecchio.

G – La prende sottobraccio e vanno verso Ponte Vecchio. Dovremo trovare due nomi per loro.

Pa-  Lui le regala  un fiore. Anzi glielo mette fra i capelli

G – Si chiamava? 

Pa - Lui Raffaello, lei Jenny

G – Jenny mi piace, ma Raffaello non si accorda, vedremo come si sviluppa il racconto. Il fiore lo  ruba o lo compra ?

Pa - Lo ruba. Lui era militare, soldi pochi.

G – Si chiamava Jenny, parenti inglesi?

P -. No, niente parenti inglesi.

G - Soldato? tenentino?

Pa – Sì.

G -Si cosa? tenentino?

Pa – Credo soldato, non so.

G – Soldato in divisa ?

Pa – Certo. E lei un vestito color rosa alle caviglie.

G - Tira a baciarla da qualche parte? che ore sono, che mese è ? e che giorno, festa ? Jenny non deve fare tardi, suppongo.

Pa – Era di Marzo, le ore non so ma certo prima di sera. Si baciamo il giorno dopo, alla stazione dove lui va per prendere il treno.

G – Il soldato ritorna in caserma.

Pa – E sì.

G – Non ci sono guerre in giro ? giusto? Mi hai detto che siamo nel 1900.

Pa – Si,  purtroppo c’è la Grande Guerra. Sono stata imprecisa, è il 15/18.

G – Lui va al fronte. Si dimenticano? Sono sempre pessimista quando si tratta di donne. Ma certo Jenny era diversa.

Pa - Si scrivono, si ritrovano, si sposano. Nascono due figli maschi

G – Calma, dove si ritrovano? Mi stai uccidendo il racconto.

Pa – Uffa. Nel marzo 1915 si conoscono. Si ritrovano a Firenze, nel settembre. L'anno dopo si  sposano a primavera di aprile. Nascono due figli.

G – Finito?  niente lettere nel baule?

Pa - Nel 1916 si sposano. Nasce mio padre. Nel 1917 torna a casa in licenza e lei rimane incinta di nuovo. Nasce mio zio nel 1918. Ma lui non torna più.

G - Si può fare un raccontino sul primo incontro. Certo se tu avessi le lettere, un diario.

Pa – No, quello che so me lo raccontò mia nonna. Le cose scritte  sono andate perdute con le guerre

G - E così sei senza nonno.

Pa – Eh, sì. Ci sono nata senza nonno.

G - Si può fare un raccontino sul primo incontro. Vediamo, tu sei Jenny. 

Pa – Si

G - Jenny appartiene a quale classe ? piccola, media, alta borghesia?

Pa - Diciamo media. La famiglia ha due calessi. Due calessi era tanta roba.

G - Jenny ha fatto le scuole?

Pa - Mio nonna si, dalle suore. Non so che fino a che classe ha fatto.

G - Sono le cinque di un meriggio di marzo, Jenny esce a vedere i negozi, oppure va da una amica.  Cosa pensa una fanciulla di 18 anni nel 1915 a marzo? 

Pa -  Ma che bella giornata di primavera. 

G - Secondo me Jenny ha qualcosa d'altro in testa.

Pa - Esco per  trovarmi da sola con i miei pensieri, con i miei  problemi, con il cuore alla guerra. Poi  ho voglia di sedermi. sul lungo fiume.

G – Ma tu sei di buona famiglia, non hai problemi Jenny.  Esci  da sola, ma nel 1915 è ammesso per una fanciulla per bene?

Pa – Beh, mettiamola così. Per chi sta in centro si, magari per una commissione. E una se la prende larga.

G - Ma forse mentre passeggi hai un modo morbido di muoverti, qualcosa nel viso, un profumo, non dico che lo fai apposta

Pa - Forse sono un po' civettuola, e in giro ci sono i militari, tanti bei ragazzi. Enny ha i fratelli al fronte, pensa a loro, ma scaccia i pensieri quando il soldatino la guarda.

G - Avrà avuto i baffi?

Pa – Cavolo.

G - E ora Jenny fa quello che fanno a 18 anni le fanciulle di media borghesia a Firenze, cerca marito.  Probabilmente era troppo sorvegliata per avere un'avventura.

Pa - In programma c'era già qualcuno delle colline di Firenze. Ma lei evidentemente non voleva.

Pa - Ehi, George,  ma poi mi dai la percentuale sui diritti di autore di questo racconto.

G - Farò di meglio. Mi vestirò da soldato e ti verrò incontro. Magari meglio vestito da generale per essere credibile. Tu sei a Ponte Vecchio con le amiche a comprarti un paio di scarpe, arriva un generale e ti fa l’occhiolino. Mi sono sempre chiesto come passerebbero il tempo le donne senza i negozi di scarpe, magari ne parliamo.

Pa – No, verrai vestito da tenentino.

G- Ma la gente per strada mi prenderà in giro, ai fiorentini poi non sembrerà vero di avere un’occasione. Mi pare di sentirmeli dietro le spalle. Ma come mai gli è ancora tenente? O chissà cosa avrà combinato. 

- Che te importa.

G-  Adesso torniamo a Jenny. La famiglia aveva trovato un tizio da dargli in marito. Ricco? troppo grande per lei? Un funzionario del governo?

Pa - Qualcuno che aveva possedimenti sulle colline. Qualche ettaro di terra.

G - Ma lei si dovette sposare perché era accaduto l'irreparabile ? i suoi avranno piantato storie

Pa  – Nooo. Si sposò a settembre quando lui torno dal fronte in licenza. Senza complicazioni. Andò contro i volere dei suoi.

Pa – Si sposarono a Firenze, alle sei di mattina.

G - Un’ora insolita, forse per via della famiglia che era contraria e voleva un matrimonio quasi di nascosto, forse Jenny voleva tutto il giorno per se.

Pa – Presero un calesse e andarono a Pisa, in una pensioncina. 

G -  Jenny era tosta e decisa

Pa - Come me.

 Passera poi mi ha raccontato cosa fu di Jenny dal momento in cui non ricevette più lettere dal fronte. Jenny era una donna che non sa dimenticare, neppure per un’ora. Nessuno può dire come fu davvero la vita di Jenny da allora, perché la portava nascosta dentro di se. Avrei voluto conoscere Jenny, l’avrei convinta che si può vivere un’altra vita senza dimenticare la precedente, anche se questo ci fa essere in lite con noi stessi in modo orribile. Credo che Jenny avrebbe capito, ma le cose sono andate in un altro modo._