Racconti e Favole                                                                                                                                                                                

              RACCONTI BREVI

  • La fontana di Baghdad
  • Rapimento e riscatto
  • Il mercante geloso di Baghdad

 

                                      LA FONTANA DI BAGHDAD

L'ultima fontana di Baghdad, quella in fondo al viale dei palmeti, non è la più bella e la più famosa della città, ma è di sicuro lì che dovete andare a portare il vostro cammello, se volete conoscere i i misteri e i segreti delle notti di Baghdad. Tenere fanciulle, con gli occhi di gazzella scintillanti dietro i burka, siedono timide sul bordo, ove audaci freschi zampilli ardiscono frangersi contro le loro timide forme voluttuose di fiori appena sbocciati.

Mercanti grassi e avidi, i loro vestiti sono unti e consumati dalla schiena dei cammelli, fanno l'ultima sosta alla fontana dei palmeti prima di uscire dalla città. La mano della paura cerca di trattenerli dall'andare, -Dove vai Assam, non sono abbastanza pieni di monete d'oro gli orci di terracotta nelle tue cantine? Cosa sarà della tua casa se il berbero assassino ti taglierà la gola nella notte del deserto, mentre dormi nell'oasi con la tua piccola carovana.-.Assam trema , frena i cammelli, si volta inquieto indietro, ma mano dell'avidità lo spinge più forte. -Corri Assam. Corri, le signore di Aleppo ti daranno tutto quello che vuoi per i gioielli e le sete che hai caricato sui tuoi cammelli. Al ritorno potrai comprarti un'altro palazzo e metterci dentro nascosta quella danzatrice circassa che sembra così lieta di bere con te.-

I cammelli di Assam hanno già finito di bere ed egli si avvia al suo destino. L'acqua scorre e altri destini si vengono a compiere alla fontana di Baghdad. Ora alla fontana arriva Shera con la sua conca di rame dorato. I cammellieri che la conoscono da tempo le sorridono complici, perché ella è Shera Occhi-di-Gazzella e Unghie-di-Tigre. Il sole è già alto e Shera può distinguere i viaggiatori che arrivano a Baghdad. Chi è quel tipo campagnolo con la barbetta nera e gli occhialetti cerchiati in oro? Sulla groppa del suo cammello c'è una gualdrappa rossa intessuta di fili d'argento, e ai miglioli porta pietre preziose, una verde e una gialla. Questo tipo si da arie di piccolo sultano, pensa Shera, mi pare quasi di conoscerlo. Il tipo con la barbetta nera che avanza sicuro alla conquista di Baghdad è Yussuf della famiglia Selluf, mercanti di olio di noci di cocco. Come tutti sanno, in Oriente le generazioni si alternano, una generazione accumula oro, la successiva lo spende. Yussuf era la generazione che l'oro lo spende, naturalmente tra le maledizioni dei parenti. Zie, cugini, nipoti mai che ti lasciassero godere la tua vita in santa pace, sempre a maledirti e lamentarsi, branco di pecore avide e lagnose. Insomma Yussuf aveva pescato a piene mani monete d'oro nella cassa di famiglia e se era venuto a Baghdad con l'idea di mille e una notte, o almeno una dozzina. i vicini era stato detto che Yussuf era partito con l'intento di aprire nuovi mercati alle noci di cocco, ma appena i suoi parenti si giravano i buoni vicini si sorridevano l'un l'altro e si picchiavano l'indice sulla testa 'Yussuf le noci di cocco le ha in testa-.

Ma già i primi alberi di palma impediscono ai raggi di sole di abbagliare Yussuf, egli intravede la fontana e la fanciulla che liscia ben bene la conca di rame. Yussuf la guarda con intensità, una gazzella inesperta pensa soddisfatto tra sè, le mostrerò qualche fazzolettino ricamato per distrarla. Ora Yussuf è a poca distanza dalla fontana e gli pare che la fanciulla sia troppo florida per essere ancora un bocciolo, i loro occhi si incontrano ed entrambi sono presi da confusi ricordi. .   

-Perla di Baghdad, lascia che beva un sorso di acqua fresca dalla tua conca.  Il tuo sorriso mi disseta come fettina di cocomero ghiacciato sotto il sole rovente.

-Ma si, è proprio quel maiale di Yussuf, quel campagnolo imbroglione. Le stesse parole di dieci anni fa.''Vieni nel mio albergo, lasciami vedere cosa si nasconde dietro quella tenera buccia verde, mia fettina di cocomero gelato. Sarai la regina della mia casa. I raggi della luna nelle notti ardenti si rifletteranno sui tuoi gioielli. Le tue stanze avranno scrigni di pietre preziose a ogni angolo ', questo mi diceva il maiale campagnolo. Uscivo di nascosto la sera per raggiungerlo e me tornavo tremante all'alba nella mia casa. Se mi avessero scoperta sari finita sepolta nella sabbia del deserto con la sola testa fuori cosparsa di miele. E cosa mi fa il grande Yussuf? Una notte, appena prima dell'alba, mentre dormo e sogno se ne va e trovo dieci monete d'oro al risveglio.   

- Bevi mio signore, la mia miserabile conca è appena degna delle tue labbra (figlio di cane).


                                                         IL RAPIMENTO DI MUSTAFA'

Il rapimento a fine di riscatto è probabilmente la professione più antica del mondo, almeno per quanto riguarda gli uomini. Tutti sappiamo come si sviluppano gli eventi. Lo sposo viene rapito alla sposa, ella presto riceve un messaggio 'Vogliamo dieci delle tue pecore migliori . La sposa piange, si dispera, giura che ha dovuto cedere le pecore agli usurai  l'anno sorso e dunque le ha soltanto in gestione, disperata fa la controfferta di una capra. Dopo qualche settimana di trattative lo sposo viene reso per cinque pecore.

Un caso insolito si ebbe anni orsono a Baghdad. Mustafà Seyhan fu rapito alla amata sposa Goka, che ricevette presto una richiesta di riscatto per cento monete d'oro.

-Dove volete che trovi questo denaro?-, ella rispose. -Dovrei vendere cento volte il mio corpo. Il Profeta vi entri nel cuore, ridatemi il mio Mustafà. -

Il giorno dopo Goka riceve un secondo messaggio.  -Cerca le monete d'oro che ti ha dato il tuo vicino, il ricco Zeki, ogni volta che andavi a fargli visita.-

La furia e il terrore entrano nell'animo di Goka. Infine la paura di essere lapidata come adultera è più forte della sua avidità, il giorno dopo cento monete d'oro escono dalla sua casa e Mustafà ritorna

Il sole di Baghdad tramonta su una sposa, che finge di essere felice tra le braccia dello sposo ritrovato, e su due uomini davvero felici. Mustafà accarezza la sposa adorata. Zeki il ricco vicino conta e  lucida ridendo le cento monete d'oro del riscatto per il rapimento, che lui stesso ha preparato. 


                                      LA STORIA DEL MERCANTE GELOSO di Baghdad          Anonimo                                   

C’era una volta a Baghdad un ricco mercante che possedeva una schiava di cui era terribilmente geloso. La schiava aveva forme deliziose e sapeva discorrere di ogni argomento. Per questa gelosia che lo tormentava, il mercante rimandava sempre i suoi viaggi di affari per timore di lasciare sola la sua favorita. Un giorno che doveva per forza partire gli venne l’idea di visitare la bottega di un uomo che veniva dalla Persia e si diceva fosse in grado di risolvere ogni problema. Il mercante si recò dunque nella bottega del persiano e gli espose il suo caso.

 Ti darò un corvo un pappagallo e un grillo.- Gli disse il saggio persiano.- Il grillo sarà un filo dell’erba del tuo giardino e saprà chi entra e chi esce dalla tua casa. Il pappagallo sarà un dono che porterai alla tua favorita e lei lo terrà nella sua stanza da letto. Il corvo volerà da un ramo all’altro, spierà dalle finestre e ti riferirà di ogni cosa accada nelle altre stanze. Tutti e tre questi animali sono intelligenti e di grande furbizia. –

Il mercante si sentì dunque sicuro di mettersi un viaggio per scambiare le sue merci con altre o acquistarne di nuove col suo oro.

Al suo ritorno combinò di incontrarsi segretamente col corvo, il grillo e il pappagallo, in modo da poter chiedere loro cosa aveva fatto la sua favorita mentre egli era assente in viaggio.

Il corvo disse –Ho visto la tua favorita che banchettava tre volte al giorno con uno sconosciuto, e gli dava frutta candita, e gli versava coppe di vino, e gli offriva ogni piatto prelibato a tue spese.-

Il grillo disse – Il giorno che sei partito ho visto la tua favorita che scendeva nel giardino per venire incontro a uno sconosciuto e rideva di gioia mentre lo conduceva in casa. E poi ho visto di nuovo lo sconosciuto uscire dalla casa mentre ella piangeva disperata, il giorno in cui sei  tornato. -

Da ultimo il pappagallo gli rivela a quali giochi si è abbandonata la sua schiava prediletta con il suo amico, senza nascondergli nulla sui particolari degli svaghi a cui ogni giorno si dedicavano in assenza del signore della casa. 

Quando ebbe appreso tutto questo, il mercante, al colmo dell’ira, si precipitò dalla sua schiava infedele e più volte la percosse duramente. In un primo momento la schiava sospettò di essere stata vittima dell’invidia di una delle altre schiave e si accinse a interrogarle una dopo l’altra. Tutte le giurarono di aver sorpreso le confidenze dei tre animali al mercante: erano stati loro tre e nessun altro a riferire tutto. La donna allora decise di usare tutta la sua astuzia per difendersi e farsi credere innocente. Un giorno che il mercante dovette assentarsi dall’alba al tramonto, coprì con panno nero la gabbia del pappagallo, poi comandò  a una serva  di farci girare sopra una macina per il pepe, a un’altra di innaffiare la gabbia con tazze d’acqua, mentre una terza faceva del gran rumore con pentole forchette a destra e sinistra e una quarta provvedeva a manovrare uno specchio davanti a un lume.

Poi la favorita prese la resina da un pino e la cosparse sulle ali del grillo,  lo voltò sulla schiena e lo incollò sulla corolla di un girasole, infine tagliò una margherita e la appese al contrario a un ramo proprio sopra la tesa del grillo.

Infine  mandò a comprare tappeti che rappresentavano navi che vanno per mare e li appese alle finestre.

Ritornato al tramonto, il mercante interrogò di nuovo i tre confidenti e gli chiese cosa fosse successo in sua assenza durante tutto il giorno.

Il corvo disse - Le acque del mare hanno silenziosamente invaso le stanze della casa e tutte le donne si sono messe in salvo sui vascelli.-

Il pappagallo disse - Il mondo stamattina si è capovolto, il cielo è andato al posto della terra e ho temuto che i fiori mi cadessero sulla testa.-

Il pappagallo disse – Padrone accogli le mie scuse, perché non posso dirti niente. Il sole si è oscurato ed è scoppiata una tempesta. Non ho potuto vedere nulla o sentire parole, tanta era l’oscurità, il rumore della pioggia, i tuoni e i lampi violenti che sono andati avanti senza interruzione fino a sera.-

 

-Maledizione, - scoppiò il mercante adirato contro il pappagallo, – oggi ho sofferto un gran caldo tutto il giorno a causa del sole ardente, e ignori forse che siamo nel mezzo dell’estate e mai piove in questo mese?-

-In nome del Profeta tutto quello che ti ho detto è veramente accaduto oggi, ho visto e sentito- insistette il pappagallo.

 Questi tre sono pazzi concluse il mercante, oppure si sono messi d’accordo per ingannarmi. Così prese i tre animali e li vendette al mercato, perché ne facessero quello che volevano. 

In seguito il mercante seppe dai vicini che tutto ciò che i tre confidenti gli avevano rivelato era vero. Comprendendo in fine a quali trucchi astuti era ricorsa la sua favorita si pentì, ma era troppo tardi, di aver scacciato i suoi tre informatori così preziosi e fidati.  _