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Come mi blandiva, com'era affettuosa,
come accarezzava e incoraggiava il mio cuore!
Oh, quanta civetteria proviene dalla felicità!
E io...io prendevo tutto per moneta buona,
io credevo che lei...Ma, mio Dio, come ho potuto crederlo?
Come ho potuto essere così cieco dal momento che tutto
è già preso da un altro, dal momento che nulla è mio,
dal momento, infine, che perfino questa sua
stessa tenerezza, la sua sollecitudine, il suo amore...
sì, il suo amore per me altro non era
che gioia per il prossimo incontro con l'altro
e desiderio di imporre anche a me
la sua felicità?

(F.Dostoevskij-Le notti bianche)



"Io penso a voi," mi disse,
[...]
"Perchè lui non è voi?
Perchè non è come siete voi?
Egli è peggiore di voi,
sebbene io lo ami più di voi!"

(F.Dostoevskij-Le notti bianche)



Mio Dio che grido! Come sussultò, ella!
Come si strappò dal mio braccio
e si precipitò incontro a lui!
Io stavo fermo e li guardavo, annichilito.
[...]
Poi, senza dirmi neppure una parola,
si lanciò di nuovo verso di lui,
lo prese per il braccio e lo trascinò con sè.
A lungo li seguii con lo sguardo...
Alla fine, scomparvero ai miei occhi.

(F.Dostoevskij-Le notti bianche)



La sofferenza ti spinge a lasciare te stesso. Esci dal tuo piccolo e limitato guscio.
E non puoi soffrire se prima non hai amato. La sofferenza è l'esito finale dell'amore, perchè è
amore perduto. Tu mi capisci, lo so. Però non vuoi pensarci. E' il completamento del
ciclo dell'amore: amare, perdere, soffrire, lasciare e lasciarsi, poi amare di nuovo.
Jason, soffrire è la consapevolezza che dovrai essere solo, e al di là di questo non
c'è nulla, perchè essere solo è il destino ultimo, definitivo di ogni creatura vivente.
Ecco cos'è la morte: la grande solitudine...

[...]
Che scelta abbiamo? Piangi, continui a piangere, perchè non torni mai del tutto indietro
dal posto in cui sei andato con l'altro. Un frammento che si è staccato dal tuo cuore
pulsante è ancora là. C'è una lesione. Una ferita che non guarisce mai. E se ti succede
una volta e un'altra e un'altra ancora nella vita, col tempo se ne va una parte troppo
grande del tuo cuore e non riesci più a soffrire. E allora tu stesso sei pronto a morire.
Salirai la scala in diagonale e qualcun'altro resterà a soffrire per te.


(Philip K. Dick - Scorrete lacrime, disse il poliziotto)



Una nebbia può penetrare dall'esterno e impossessarsi di te; può invaderti.
Alla lunga e alta finestra della sua biblioteca [...] , Joseph Adams rifletteva
mentre guardava la nebbia, quella sul Pacifico. E siccome era sera e sul mondo
stava scendendo il buio, quella nebbia lo spaventava quanto l'altra, quella nebbia
interiore che non invadeva ma si estendeva e si rimescolava riempiendo ogni parte
vuota del suo corpo. Quasi sempre, a quest'ultima nebbia
si dava il nome di solitudine.

(Philip K. Dick - La penultima verità)