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La lampadina nella mia camera d'albergo si è fulminata,
o forse si è uccisa. Illuminare posti come questo
deve essere durissimo.

(Stefano Benni - Baol)



Quando avevo avuto quattordici anni mi ero immaginato la vita
brillante dei locali notturni, gli incontri interessanti, le donne misteriose,
sensuali. Adesso tutto mi appariva soltanto vuoto, grigio, spoglio.
[...]
Non dissi niente a nessuno.
Avevo voglia di uscire fuori di me.
Avevo voglia di fare qualcosa, qualsiasi cosa.
Sbattere la testa contro un muro, strapparmi i denti con un paio di pinze,
mangiarmi tutto quanto il cervello.
Ma non c'era niente da fare.
Niente avrebbe cambiato nulla.
[...]
Non ero mai stato così solo. Solo ero nato.
Solo ero vissuto sino ad allora. Solo sarei morto un giorno,
come la zia. Non si poteva risolvere la cosa mettendosi con qualcuno.
Non era tanto facile. Eravamo fatti a quel modo, staccati gli uni dagli altri.
Non c'era Dio. Non c'era un cazzo di niente.
I tessuti finivano per marcire e disfarsi e a poco a poco tutto scompariva.
Non rimaneva più niente di ciò che eravamo stati.
Niente dei nostri sogni.
Niente del nostro modo di sorridere o camminare.
Non restava più niente di niente di niente.
[...]
Ma dove vivevo?
Mi rendevo conto di come erano fatti gli esseri umani?
La gente si sposava per solitudine, convenienza, conformismo, paura.

(Giuseppe Culicchia - Tutti giù per terra)