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PADRE DEL CIEL, DOPO I PERDUTI GIORNI

Padre del ciel, dopo i perduti giorni,
dopo le notti vaneggiando spese
con quel fero desio ch'al cor s'accese
mirando gli atti per mio mal sì adorni;

piacciati omai, col tuo lume, ch’io torni
ad altra vita ed a più belle imprese;
sì ch’avendo le reti indarno tese,
il mio duro avversario se ne scorni.

Or volge, Signor mio, l’undecimo anno
ch’i’ fui sommesso al dispietato giogo,
che sopra i più soggetti è più feroce.

Miserere del mio non degno affanno;
riduci i pensier vaghi a miglior luogo;
rammenta for com'oggi fosti in croce


(F.Petrarca)



VAGO AUGELLETTO CHE CANTANDO VAI

Vago augelletto che cantando vai,
over piangendo, il tuo tempo passato,
vedendoti la notte e 'l verno a lato
e 'l dì dopo le spalle e i mesi gai,
se, come i tuoi gravosi affanni sai,
così sapessi il mio simile stato,
verresti in grembo a questo sconsolato
a partir seco i dolorosi guai.
I' non so se le parti sarian pari,
ché quella cui tu piangi è forse in vita,
di ch'a me Morte e 'l ciel son tanto avari;
ma la stagione et l'ora men gradita,
col membrar de' dolci anni et de li amari.
a parlar teco con pietà m'invita.


(F.Petrarca)



S'i' fosse foco, arderei 'l mondo;
S'i' fosse vento, lo tempesterei;
S'i' fosse acqua, i' l'annegherei;
S'i' fosse Dio, mandereil' en profondo;


(Cecco Angiolieri)