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tratto da: http://www.geocities.com/societathule/nazitibet1/Agharti1.htm
Agharti
Il regno di
sotterra.
"Hai veduto" - mi chiese la guida - "come i cammelli
muovono le orecchie impauriti? E quel branco di cavalli nella pianura che è
rimasto immobile e attento? E le greggi, e le mandrie accasciate a terra? E gli
uccelli che non volano, e i cani che hanno cessato di abbaiare? Così accade
sempre quando il Re del Mondo nel suo palazzo sotto terra prega e scruta i
destini di tutti i popoli e tutte le razze".La scena - descritta
dall'avventuriero polacco Ferdinand Antoni Ossendowski in Bestie, Uomini e Dei
(1923), si svolge in Mongolia nel 1921; il palazzo dove prega il Re del Mondo si
trova nel regno di sotterra, un territorio immenso nascosto alla vista degli
uomini e popolato da esseri semidivini, vero e proprio centro spirituale del
pianeta. Quel regno esiste fin dalla notte dei tempi: per tutto il remoto
periodo denominato dai miti "Età dell'Oro" aveva prosperato alla luce del sole
con il nome di "Paradesha" (in sanscrito Paese supremo, da cui Paradiso ); poi,
nel 3102 a.C, all'inizio del Kali Yuga della tradizione indù (il termine
significa Età Nera e designa il periodo in cui viviamo), i suoi abitanti si
erano trasferiti nel sottosuolo per evitare di essere contaminati dal male, e il
nome della loro terra era stato trasformato in Agharti, "l'inacessibile".
Crocevia del
mistero.
Parafrasando la
famosa frase di Voltaire a proposito di Dio, si può affermare che "se Agharti
non ci fosse, bisognerebbe inventarla": questo simbolico paese è infatti un vero
e proprio crocevia del mistero, e da essa sembrano diramarsi i fili di molti
degli enigmi presentati in questa sezione. Il mito di un regno sotterraneo e
segreto risale alla religione braminica; nel suo inquietante saggio
La capitale
segreta
Il cuore di Agharti ha sede sotto l’Asia Centrale, nel
vasto territorio che va dal deserto del Gobi alle impervie montagne del Tibet e
del Nepal; il Regno si estende per vie sotterranee nel mondo intero fino alle
caverne dell’America, ancora abitate dall’antico popolo che disparve sotto
terra. La sua capitale è Shambhalla, mitica “Città di Smeraldo” più volte citata
dai viaggiatori medioevali, ricercata invano all’inizio nel secolo
dall’esploratore Sven Hedin (i suoi viaggi sono descritti nel volume Im Herzen
von Asien, 1902), e localizzata in India, in Tibet, in Cina, in Indocina, in
Mongolia. Nella città di Shambhalla risiedono il Re del Mondo, i saggi Guru e
gli spiriti Pandita; per alcuni commentatori, tuttavia, essa è il centro del
male di Agharti, sede degli iniziati di mano sinistra .
Il centro del Regno sotterraneo sorge sul principale
incrocio delle correnti terrestri, o forse è esso stesso a generare questi fiumi
di energia arcana che percorrono tutto il pianeta e si diffondono in superficie
irraggiati dai megaliti. Agharti costituisce il mozzo, immobile e immutabile,
della Dharma Chakra, la Ruota della vita e della legge della tradizione indù,
alla cui rotazione è legato il
Agharti esiste simultaneamente sia sul piano fisico, sia
in unelevatissima dimensione mistica, e solo pochissimi Arhat (illuminati)
hanno la possibilità di accedervi. Per evitare che il male vi penetri, essa è
tenuta isolata dal mondo della superficie da vibrazioni che offuscano la mente e
rendono invisibili le porte di accesso: per questo i non iniziati che l’hanno
cercata (tra cui Ferdinand Ossendowski e Sven Hedin) non sono mai riusciti a
trovarla.
Meglio per loro: i
comuni mortali che, per una ragione o per l’altra, riuscissero a varcare uno dei
suoi ingressi (ce ne sono in India, in Nepal, nel Borneo e nella Comunità di
Stati Indipendenti) incontrerebbero lo stesso destino di un re della dinastia
dei Malla, che si perse con tutto il suo seguito nelle immense gallerie, o di un
cacciatore che riuscì a entrarvi e uscirne, ed ebbe la lingua tagliata dai Lama
affinché non raccontasse cosa aveva visto. Esiste solo un popolo che è nato
nelle profondità di Agharti e ora vive in superficie: è quello degli Zingari,
che furono cacciati dal Regno sotterraneo.
Il Re delMondo.
Agharti è retta dal Brahmatma (colui che ha il potere di
parlare con Dio) ovvero il Chakravarti (Re del Mondo), che regna per il periodo
di un Manvatara, una delle quattordici ere (la nostra è quella detta del
cinghiale bianco) da cui è composto un ciclo cosmico. Vaivaswata, settimo e
attuale Re del Mondo, è in comunione spiritale con tutti i Manu che hanno
regnato prima di lui, tra cui il primo Brahmatma Swdyambhuva; di tanto in tanto
– racconta Ossendowski – egli si reca nella Cripta del Tempio dove giace, in un
sarcofago di pietra nera, il corpo imbalsamato del suo predecessore, per unire
la sua mente a quella dei Manu del passato. La caverna è sempre oscura, ma
quando vi penetra il Re del Mondo, le pareti si rigano di strisce di fuoco e dal
coperchio del sarcofago si levano lingue di fiamme. Il Guru più anziano sta
davanti a lui con il volto e il capo coperti; egli non si toglie mai il
cappuccio, perché la sua testa è un cranio nudo in cui di vivo non ci sono che
gli occhi e la lingua. Dal sarcofago cominciano a emanare i flussi diafani di
una luce appena visibile: sono i pensieri del predecessore del Re, ed esprimono
le volontà e i comandi di Dio.
Il Brahmatma,
insieme al Mahatma (colui che conosce il futuro) e al
Religione
primordiale.
Il termine Manu (legislatore universale, mediatore tra
l'uomo e la divinità), un altro attributo con cui Renè Guenon definisce il Re
del Mondo, si ritrova, in forme diverse, presso tutte le antiche religioni:
"Mina " o "Menes " degli Egizi, "Menw " dei Celti, "Minos " dei Greci; nella
Qabbalah è l'angelo Metatron, nella religione cristiana la sua funzione è svolta
dall'Arcangelo Michele. Ad Agharti è nata, infatti, la religione unica,
primordiale e perfetta dell "Età dell'Oro", in grado - per mezzo di pratiche
mistiche - di porre l'uomo in totale comunione con Dio.
Tutte le grandi religioni attuali traggono le loro origini
dalla religione primordiale di Agharti, così come tutte le tradizioni
particolari sono in fondo solo adattamenti della grande tradizione primordiale;
i loro supremi sacerdoti e i loro iniziatori (Rama, Melchidesec, Budda, Mosè, i
Re Magi, Cristo, Maometto) sono dirette emanazioni del Re del Mondo. Nel corso
dei millenni le religioni si sono secolarizzate, e conservano ormai solo qualche
pallido ricordo della loro gloriosa e comune identità.
Con l'aiuto e gli insegnamenti occulti dei Superiori
Sconosciuti , potenti illuminati mescolati agli uomini della superficie, la
tradizione originale di Agharti è stata portata avanti dalle Società esoteriche,
organizzazioni mistiche composte da ristretti gruppi di iniziati. Certi riti,
certi numeri (come il già citato 12, o il 22, quello degli Arcani maggiori dei
tarocchi) e certi simboli (per esempio la solare svastica, resa purtroppo
tristemente famosa da Hitler) che ricorrono in queste organizzazioni
rispecchiano riti, numeri e simboli sacri del Regno Sotterraneo . Renè Guenon fa
tuttavia rilevare che, nel XIV secolo, ha cominciato a generarsi tra Agharti e
l'Occidente una rottura che è divenuta definitiva intorno al 1650, quando i
rappresentanti della Società esoterica dei Rosa+Croce lasciarono l'Europa per
ritirarsi in Asia. Da quell'epoca in poi, il deposito della conoscenza
iniziatica non è più custodito realmente da nessuna organizzazione occidentale,
e la parola perduta va ormai cercata soltanto tra i saggi del Tibet e della
Tartaria .
Il governo
occulto.
Il Re del Mondo non è soltanto un capo religioso, ma
regge anche i destini materiali del pianeta (l'unità tra il potere spirituale e
quello temporale è simboleggiata nella figura del Re-Sacerdote Artù). Il Manu fa
in modo che il corso della storia segua un preciso andamento (difficilmente
comprensibile e non necessariamente positivo secondo i nostri canoni) in accordo
con un ineffabile piano divino. In Mission de l'Inde en Europe (1910), lo
scrittore Saint-Yves d'Alveydre sostiene che il Re del Mondo è il più alto
esponente della Sinarchia , una sorta di Governo centrale di uomini di scienza,
potentissimo e ramificato, i cui esponenti terreni (il Consiglio Europeo di
Stati e il Consiglio Internazionale delle Chiese) ispirano e controllano i
grandi moti politici o d'altro genere che segnano l'evoluzione del genere umano.
Al sovrano non mancano i mezzi per eseguire la propria missione: quando lo
desidera egli può infatti mettersi in comunione con il pensiero di tutti gli
uomini che hanno influenza sul destino e la vita dell'umanità : Re, Zar, Khan,
capi guerrieri, sacerdoti, scienziati.
Vita quotidiana ad
Agharti.
Gli abitanti di
Agharti si esprimono in Vatannan , il linguaggio sacro da cui deriva la
primitiva lingua Indo-europea, e vivono in edifici di luce materializzata,
simili alle astronavi di Incontri ravvicinati del Terzo Tipo. Saint-Yves d'Alveydre
spiega che nel Regno Sotterraneo non esistono carceri né polizia: chi commette
un crimine è punito dalla coscienza di averlo commesso. Nei templi di Agharti si
trovano oggetti dagli straordinari poteri - tra cui, forse, il Graal - e immense
biblioteche analoghe a quellla di Babele descritta da Jorge Luis Borges. In una
di esse è conservato l'originale delle "Stanze di Dzyan", il testo che racconta
le vere origini dell'universo. È impossibile portare libri fuori da Agharti: chi
ne esce deve contare soltanto sulla propria memoria. Ad Agharti - scrive
Ossendowski - la scienza si è sviluppata indisturbata; poiché nulla, laggiù, è
minacciato di distruzione, il popolo sotterraneo - che ora conta milioni di
anime -ha raggiunto il più alto grado di conoscenza. A bordo dei Vimana, essi
volano per le anguste spaccature all'interno del globo, e a volte anche
all'esterno. |
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