Il “Camino” di Mariagrazia e Mauro Bronzato

Dal 1 giugno al 5 luglio 2007.

Non vorrei presentare questo viaggio con la solita cronologia o con i consigli su come si affronti una così particolare avventura, in quanto mia figlia già lo ha ben descritto in un servizio pubblicato su questo sito nel 2005. Consiglierei solo di intraprenderlo con zaini non troppo pesanti, ma con lo stretto necessario, seguendo quello che dicono le guide specializzate in trekking, inoltre di non sottovalutare le condizioni atmosferiche anche nel periodo estivo (precipitazioni improvvise e violente, freddo, vento e molta presenza di fango sul percorso). Non dimentichiamo che quasi tutti i 900 km sono in altura e sempre costantemente soggetti alle variazioni atmosferiche provenienti dall'Atlantico. Ultimo consiglio, per chi non sa l'inglese: dovete procuravi un piccolo vocabolario. Motivo? Beh, scoprirete da subito che si fanno delle amicizie con persone provenienti da tutto il mondo.

Io e Mariagrazia siamo partiti da Saint Jean Pied de port(Francia) il 2 giugno 2007. Il camino” subito ha smorzato la nostra fantasia che sarebbe stata una semplice passeggiata. La pioggia, la nebbia, il freddo e il fango ci hanno fatto apparire, dopo ore di agonia, il passo di Roncisvalle come il paradiso terrestre, anche se il rifugio con un'unica stanza (100 posti circa) con letti a castello ci ha fatto capire che quello sarebbe stato il nostro modello di vita fino all'Atlantico. Diamo anche ragione al prete che quella sera vicino alla chiesetta eretta da Carlo Magno ci ha benedetto per la nostra nuova avventura dicendo: «Attenzione, quale sarà la vostra croce? lo zaino pesante, le vesciche ai piedi e il non dormire assillati dai russatori quasi professionisti».

Per le vesciche non ci sono stati problemi: una cura maniacale dei piedi, calze specifiche e scarponi collaudati sono stati sufficienti a mantenerli in forma perfetta.

Per le altre due croci? sì aveva ragione, eccome se aveva ragione quel buon prete, però camminando camminando le cose sono cambiate: il contatto con gli abitanti locali che ogni giorno ci dicevanoolà buen camino”, un augurio sincero seguendoci con lo sguardo come per aiutarci con il loro cuore a procedere senza intoppi; trovarci la sera nei rifugi con altri pellegrini scambiando come potevamo nella nostra lingua le impressioni, le difficoltà della giornata; programmare la tappa del giorno dopo e purtroppo constatare che qualche amico fatto lungo il percorso aveva abbandonato per distorsioni agli arti inferiori (distorsioni, tendiniti e talloniti sono frequentissime) o per troppa fatica oppure che quelli più fortunati in salute erano invece sfortunati perché avevano pochi giorni di ferie.

Certamente camminare per 33 giorni con una media di 30 km non è facile, forse se veramente non lo si vuole e se non si ha una propria motivazione difficilmente ci si riesce. Vivere a contatto in rifugi affollati, a volte la monotonia del paesaggio legata alla fatica, ma, di contro, monasteri pregni di storia templare, il fascino di sapere che quel sentiero è battuto da 800 anni, sapere che quelle pietre hanno visto camminatori da tutto il mondo, il non cedere mai alla tentazione di prendere il bus o il taxi per andare avanti e infine arrivare al mare dopo 33 giorni, non dimenticando mai che il tuo zaino è ancora di 12 kg, ma che tu ne sei calato di 8, lanciare un sasso di buon augurio nel mare, abbracciare i tuoi compagni conosciuti lungo il camino, versare qualche lacrimuccia vedendo dal finestrino dell'aereo che questa meravigliosa avventura è finita, ma con un bagaglio personale che rimarrà per sempre nella tua testa e infine acquistare più fiducia in te stesso.

Regalo speciale del “camino” sono state le grandi amicizie tipo Barbara e Vera di Bologna, Remo il peruviano, Ingunn la norvegese, Kim il coreano, Willam l'olandese, Marcus lo svedese, Stefanie la tedesca, Gianni di Como, gli aretini, Walter e Enzo dell'Aquila. Tutti loro ci hanno accompagnato fino a Finisterre passando per Pamplona, Estella, Logrogno, Burgos, Le Meseta, Leon, Ponferrada, le montagne del Cebreiro, Santiago e Finisterre.

Il prossimo viaggio ? Beh, vedremo...

Le foto non sono descritte, ma fanno tutte parte del camino ed hanno tutte lo stesso valore emotivo.

Chi volesse informazioni sul viaggio può contattarmi quando vuole sulla mia mail

Mauro Bronzato

 

I

SANTIAGO DE COMPOSTELA
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