SENTIERO dei FAGGI SOLITARI    

 

La seguente pagina web è stata realizzata grazie alla collaborazione di:

Carmen GIANCOLA, Maurizio DE RENZIS ,Erberto PAGLIONE, Lucio CARNEVALE, Michele MONACO ,Pasqualino DI VITO, Angelo DI LUOZZO, Carmine VENDITTI, Emilio DI RIENZO, Paolo POTENA,Antonio DI RIENZO, Sebastiano DI RIENZO,Pasqualino CARNEVALE, Dario DE RENZIS , Paride DE RENZIS ,Fabio SANTILLI, Fernando DI BUCCI, Mario SOZIO,....

 Progressivamente sarà arricchita con altre foto ed ulteriori informazioni.

   Quando si percorrono i sentieri in genere :

 

Appena varcato l'ingresso principale del Giardino della Flora appenninica

l'impatto visivo mette in evidenza due "sapienti" peculiarità principali:

  Tutto ciò grazie all'ottimo lavoro svolto dai responsabili del Giardino, ognuno secondo le proprie competenze, in termini di conservazione e cura del patrimonio floristico.

Il GIARDINO  è costituito da numerosi ambienti naturali tipici del piano montano, come faggeta, abetina, palude, stagno e  zone tematiche come i terrazzi dedicati alle piante officinali, ai frutti di bosco ecc..

Ci incamminiamo lungo il sentiero lastricato in pietra, superiamo la leggera pendenza e sul pianoro con erba talmente soffice viene la voglia di camminare scalzi.

 Sulla destra la presenza di un vialetto di lavanda ci invita a proseguire, ci accompagna il ronzio dei bombi che succhiano il nettare dai fiori della lavanda.

Una fontanella gocciola a sprazzi ed esplica la sua funzione che è quella di dissetare api e vespe sul bordo del piccolo abbeveratoio.

Superato il vialetto della lavanda sulla collinetta si nota la presenza di un faggio maestoso con annessa panchina.

  

  Nei periodi autunnali ed invernali entrambi sono immersi nella loro solitudine; attendono pazientemente la primavera e l'estate per essere allietati dai gioiosi canti degli uccellini.

  Una volta seduto un pieno di emozioni ci coinvolge:

da questo faggio panoramico inizia il nostro sentiero.

 Ci incamminiamo a ritroso e poi proseguiamo fiancheggiando le costruzioni didattiche fino al cancello occidentale.

Alcuni ripristinatori, in prossimità del cancello, sono pronti per la passeggiata.

   Dopo aver superato il cancello ci incamminiamo verso sinistra, lungo il leggero pendio costeggiando la recinzione.

  Giunti sul pianoro svoltiamo a destra seguendo il sentiero con le impronte delle mucche impresse nel terreno.

  Dopo una decina di minuti su un pianoro leggermente lastricato ci appare la Fonte del Pilone Vecchio.

   Il termine Vecchio è puro eufenismo, l'abbeveratoio è stato rimesso a nuovo e l'acqua sgorga abbondantemente.

  Dopo aver sostato per una eventuale sorseggiata d'acqua proseguiamo svoltando leggermente verso sinistra fiancheggiando per un attimo una recinzione realizzata con tronchetti a forma cilindrica.

   Durante la passeggiata lungo il sentiero leggermente scosceso possiamo intravedere a debita distanza un secondo faggio secolare.

   Il faggio è immerso in un copioso verde ; sembra un vigilante che sorveglia tutta la zona che lo circonda e sul suo tronco sono evidenti i segnavia rossi e bianchi.

   Chissà a quante primavere è stato testimone quando durante il rito della giornata " se scummessa la Guardata"  era allietato dallo scampanellio, di campane e campanacci, e muggiti delle mucche che risuonavano amplificati nell'aria.

  Per un istante l'esultanza gioiosa delle mucche mentre correvano verso il lago della Vecchia e le pendici di Colle Liscio la paragono alla nostra esultanza gioiosa che si manifestava appena il suono della campanella,delle scuole elementari, decretava la fine di un anno scolastico .

 

   Ritorniamo a noi, tralasciamo i sentimentalismi adolescenziali, proseguiamo la passeggiata e dopo una decina di minuti svoltiamo a destra del bivio che incrociamo, diversamente  ci porterebbe lungo il sentiero per Ponte di Ferro.

   Ci addentriamo nel bosco, il sentiero è intersecato da piccoli rigagnoli e giunti al bivio per la Grotta di Colle Cornacchia decidiamo di proseguire verso la Fonte del Capriolo e successivamente sul luogo dove è posizionato un crocifisso.

Dopo esserci dissetati proseguiamo il nostro percorso, sulla sinistra constatiamo che il sentiero è meta dei caprioli, un ramo scorticato di pino evidenzia la loro presenza.

Proseguiamo per una quarantina di metri e giungiamo in prossimità della guglia panoramica e di un crocifisso.

 Il lato principale della croce con la sagoma di un Cristo stilizzato filiforme è rivolto verso la Chiesa Madre. 

      Forse l'intento spirituale del parroco Michele DI LORENZO è che ogni escursionista possa immaginare una sagoma del Cristo Redentore secondo il suo stato d'animo interiore.

     Un cartello descrittivo, alla base della croce, riporta una sua dedica spirituale .

Dopo aver sostato per un attimo in prossimità della guglia panoramica ed aver ammirato la grande vallata del fiume Sangro ripercorriamo a ritroso il sentiero fino al bivio della Grotta; svoltiamo verso destra e ci incamminiamo lungo il sentiero.

 Dopo circa duecento metri, sulla sinistra è presente l'ingresso della grotta di Colle Cornacchia.

Per motivi di sicurezza è sconsigliabile addentrarsi all'interno della grotta per la caduta di sassi dalla volta.

 Proseguiamo lungo il sentiero, verso il basso,  un terzo faggio secolare funge da vedetta a ridosso del sentiero che percorriamo.

 Ci accompagnano saltuariamente ciuffi di violette ,ben erette, che spuntano sopra erba di :verde brillante e verde rinsecchito.

Dopo vari tornanti si giunge al bivio per la Fonte del Pisciarello e Fonte Sambuco.

  La nostra meta è il Parco dei Faggi secolari perciò svoltiamo a destra verso Fonte Sambuco.

  La distanza dei 400 metri che ci separa dalla meta è costellata da una pietraia facilmente percorribile, delimitata, alle due estremità,da due grosse rocce a “V”. 

Tutti i vari massi della pietraia, staccatosi dai frontali della montagna, con i loro accatastamenti occasionali, formano dei cunicoli molto profondi.

  Immagino che vengano utilizzati, come ripari, durante il periodo invernale da tanti animali selvatici.

Dopo aver scollinato ci avviamo lungo la leggera pendenza e si giunge alla meta.

 Il Parco è costellato da una ventina di faggi  secolari di varie dimensioni.

 Una tabella di censimento,puramente didattica, con i dati del caso, è allegata, ma è in attesa di validazione:

 Dopo una mezz'ora a seguito della ricognizione del caso riprendiamo la passeggiata , oltrepassiamo la pietraia e giunti al bivio principale decidiamo di proseguire la passeggiata verso la Fonte del Pisciarello , la dorsale di Colle Cornacchia e ritorno al Giardino della Flora Appenninica.

Oltrepassato  i due lastroni di roccia disposti a V. si raggiunge il bivio (B) che conduce :

  Proseguendo, invece a destra, dopo circa 15 minuti  si giunge alla Fonte Pisciarello - quota 1.302.

  Prima di arrivare alla Fonte Pisciarello, seguendo il corso delle acque, è possibile risalire fino a giungere al di sotto della cascata Pisciarello.

   Le indicazioni dei segnali segnavia  e i vari trilli acuti di un nibbio in lontananza, che volteggia nel cielo,ci accompagnano fino alla Fonte Pisciarello.

In prossimità della fonte un albero di pere selvatiche mette in evidenza la sua abbondanza di frutti.

     Durante il periodo primaverile/estivo, la chioma  verdastra dell'albero, oscura la collocazione della fonte  all'escursionista che si incammina lungo il sentiero, posto in alto, della dorsale di Colle Cornacchia .

    Volgendo lo sguardo verso l'alto notiamo la splendida guglia panoramica, dalla quale è possibile ammirare " la grande vallata " che spazia dai monti delle Mainarde al mar Adriatico.

L'occhio attento potrà notare alla base della guglia il cartello segnavia del bivio per la Grotta Colle Cornacchia.

  

        Si prosegue leggermente verso sinistra , attraversiamo il ruscelletto di raccolta delle acque di scolo della fonte ed il "il pianoro dei cinghiali".

    La presenza è determinata dalle orme,dai solchi e dalle zolle di terra sollevate al loro passaggio per la ricerca di radici, larve, molluschi, bulbi, ecc.

Volgendo lo sguardo verso destra è possibile intravedere la strada provinciale Sangrina per Capracotta -Castel del Giudice.

Dopo il pianoro e con una leggera deviazione a destra ci incamminiamo lungo il "sentiero dei ciondoli dorati".

Durante il periodo primaverile si notano lungo il sentiero e sui costoni  le stupende chiome dorate del maggiociondolo.

Le  infiorescenze dondolanti ad ogni sospiro della brezza sembrano tanti monili appariscenti.

Le foto non rendono giustizia alle emozioni che ci avvolgono durante la nostra passeggiata.

 Dopo circa un quarto d'ora raggiungiamo il bivio (2).

Proseguendo verso destra si giunge al tornante di Ponte di Ferro.sulla SP Sangrina per Castel del Giudice.

Al bivio,invece, proseguiamo verso sinistra ed iniziamo il nostro percorso verso la Dorsale Colle Cornacchia, Fonte del Capriolo , ecc..

 

    La dorsale  è stata realizzata da Lucio CARNEVALE con la collaborazione di DI BUCCI Fernando.

    Il primo "incontro" naturalistico è la tettoia panoramica, ci invita a sedere sui sedili in pietra posti alla base ; ma non è il caso in quanto siamo all'inizio del percorso. 

  La tettoia funge da riparo all'alberello del maggiociondolo, il quale ripaga questa attenzione, durante il periodo primaverile, con  grappoli di fiori dorati e ciondolanti ad ogni sospiro del vento.    

L'escursionista attento  potrà  notare il profilo della testa di un cucciolo di cane pastore abruzzese, forse a mo' di guardiano delle bellezze naturalistiche che gli agenti atmosferici hanno modellato nel tempo?.

Lungo il sentiero, ad un tratto, volgendo lo sguardo verso sinistra, fa capolino tra le foglie argentate dei faggi un "tholos"  di recente costruzione, arroccato lungo le pendici del colle.

La curiosità mi spinge a deviare dal sentiero per osservare il tholos da vicino.

Noto che i "ripristinatori",  anche in questo caso, hanno confermato la loro bravura.

Infatti hanno realizzato una costruzione conica, armoniosa, molto accogliente  all'interno.

A destra dell'ingresso sono state ancorate due funzionali catenelle di metallo.

Presumo che le stesse  abbiano dato lo spunto per la denominazione del tholos.

Non manca ,addossata alla parete ,una comoda seduta per i viandanti....

Su un masso vicino,ad ogni brezza di vento,sventola leggermente una bandiera italiana..

Mentre mi accingo a riprendere il cammino, sento in lontananza lo scampanellio delle campane delle mucche al pascolo.

      Proseguendo , lungo il pendio, si "incontra" un altare votivo con una madonnina di origine armena.

 La madonnina è stata deposta dal parroco Don Michelino DI LORENZO ; l' omaggio di una comunità armena  durante una sua visita in tale regione orientale.        

      Dopo aver costeggiato le pendici si giunge ai  2 punti panoramici della dorsale a strapiombo del colle,distanziati fra loro da un tratto percorribile in circa 3 minuti.

      Da qui si gode di un ampio e bellissimo panorama:

 Fotografia dai Punti panoramici:  

 Lo spettacolo delle sfumature di verde è ovunque e assorto da tale bellezza osservo anche il volteggiare dei nibbi.

    Il fruscio delle foglie mosse da una leggera brezza è rotto dal richiamo di un nibbio, che volteggia nell'aria  senza sforzo e poi un altro immobile, nell'aria, mentre fa vibrare in modo alternato le estremità delle sue ali.

Per un instante si materializzano i ricordi dell'infanzia con le imprecazioni del nonno nei confronti del nibbio che a suo dire,ogni tanto, gli portava via qualche gallinella. 

   Non è il tempo delle reminiscenze infantili; riprendiamo il cammino. 

   Proseguendo lungo la dorsale , dopo una quindicina di minuti, svoltiamo a destra del bivio che incrociamo per dirigerci verso la Fonte Pilone Vecchio.

 Ripercorriamo a ritroso il sentiero in precedenza solcato,  Faggio Sentinella, Fonte Pilone Vecchio e Giardino della Flora Appenninica.

   Credo, quando avremo ultimato la nostra passeggiata,  che ci aspetti un bel buffet ricco di prodotti caseari e salumi capracottesi offerti dai responsabili del Giardino.

Alla prossima ....  Grazie per la vostra collaborazione

Mario