Vecchio come un vinile

Alcuni anni fa, alla fermata d'autobus sotto casa incontro mia cugina che all'epoca doveva avere non più di 15 16 anni. Parliamo di musica, del primo album dei Velvet Underground - quello qui accanto insomma.

- "Beh, allora cosa ne pensi ?"

- "Ah, mi piace proprio. Ci sono dei pezzi molto belli."

-"e Heroin l'hai ascoltata, anche le parole?"

- "Mmmh, ma qual'è Heroin?" Provo a canticchiarla novello Lou Reed ma niente da fare.

- "Dai, la prima del lato B!!!!"

- "Come la prima del lato B?!" - "Eh si, giri il disco e trovi il lato B"

- "Guarda che sui CD non c'è il lato B!!!"

Mi sono sentito improvvisamente di un'altra generazione (non che non lo sia realmente!!). Lontano anni luce.

Caro mio, non sono più i tempi in cui i classici in vinile costavano 8.900 lire, di gite di piacere nei negozi di dischi del centro. Oggi tornare a casa con Exile on Main Street degli Stones e i primi 3 album dei Led Zeppelin tutti acquistati nella stessa giornata non è solo una cosa singolare, sono pochi i giovani interessati ad andare a ricercare/curiosare nel passato per vedere se qualcuno non ha già fatto meglio anni fa ciò che alcuni scimmiottano oggi, ma è anche un privilegio da nababbi visto il costo dei CD originali...

I CD poi. Buoni quelli. In nome di un nuovo standard consumististico e di una presunta maggiore qualità abbiamo gettato via:

1) potenzialità grafiche e di design legate alle copertine degli LP (chi si ricorda qualche memorabile o storica copertina di CD lo dica ora!!)

2) soldi. Soldi che sono andati in pasto alle multinazionali del disco, che a fronte di costi di produzione irrisori mettono in commercio materiale di repertorio evidentemente superfluo o non sufficientemente al passo con le Britney Spears e i nazional popolari Vasco Rossi e compagnia a prezzi scandalosi.

La qualità del CD è poi tutta da dimostrare. Ah si, è vero abbiamo eliminato il fruscio di fondo, però abbiamo ottenuto un suono di vetro, freddo e schematico. Non più suoni caldi corposi e rotondi, ma freddi come prodotti industriali.

Vabbè, fine dello sfogo.