Alta via Bruno Federspiel - Creste dei Monzoni

Itinerario superlativo, saprà regalare all'escursionista indelebili emozioni. Dal passo Le Selle alla forcella La Costella si sviluppa un'affascinante complesso ricco di tesori: il fascino geologico dei Monzoni che da sempre ha attirato studiosi da ogni parte del mondo, le testimonianze storiche della I Guerra Mondiale e l'incantevole bellezza di una natura quantomai varia e selvaggia. E' un percorso d'altri tempi, un viaggio profondo tra creste e forcelle solitarie, lontano dalla folla e dal clamore. Qui si sarà soli con le proprie emozioni, al cospetto di un ambiente superbo, intriso di memorie del passato. Presto ci si renderà conto di percorrere una delle più belle vie di tutte le Dolomiti.

Punti d'appoggio: Malga Monzoni, rif. Taramelli, rif. Passo le Selle, rif. Vallaccia.
Difficoltà: EEA.
Itinerario non difficile, richiede comunque esperienza e non può essere sottovalutato. Il tratto attrezzato è breve e costituito per lo più da cengette inclinate e ponticelli. Maggiori difficolà richiede il superamento di una paretina veritcale (3 metri circa) con l'aiuto del cavo e due pioli e la successiva cengetta dove un masso obbliga ad un passaggio molto esposto (con più fatica ma senza esposizione si può provare a passare all'interno).Impegnativo anche il finale della cresta, prima della forcella La Costella, caratterizzato da ripidi spostamenti su zolle erbose (insidiosissime se il terreno è bagnato), in cui è richiesta attenzione per mantenere l'orientamento. Ad aumentare le difficoltà contribuisce il dislivello, notevole di per se, ma aumentato da continui saliscendi ed improvvisi cambi di pendenza.
Durata: Almeno 7 ore.

Si parte dalla malga Monzoni (è uno stallone, per altro in ristrutturazione), punto d'arrivo delle navette che partono subito dopo malga Crocefisso. Si notano subito la belleza e la tranquillità del posto, con le vette dei Monzoni che incombono sul verdissimo bosco. Dalla malga si procede per il sentiero 603 che, per un tratto iniziale, conserva ancora l'aspetto di strada sterrata. Poco dopo che il sentiero abbia piegato ad est si incontra il grazioso rifugio Taramelli (un tempo ritrovo di importanti geologi diretti a studiare le pietre dei Monzoni). Superato il rifugio il sentiero riprende marcatamente a salire, uscendo dal bosco e lasciandosi accompagnare dallo scroscio del ruscello che scende dal lago delle Selle. Il posto è incantevole: si è in Val delle Selle, circondati dalle pareti dell'Allochet, dalla dorsale detritica della Cresta delle Selle e dalle bianchissime mura dell' Ort e della Pala de Crapela. Al centro della vallecola si adagia il dolcissimo specchio del lago delle Selle. Le pietraie intorno sono animate dagli intensi spostamenti delle marmotte e ovunque rimbomba il fischio delle sentinelle. Il sentiero continua a salire tra pietraie, supera alcuni resti di postazioni militari e raggiunge il passo le Selle, con l'omonimo rifugio. Molto suggestiva è l'immagine, dalla parte opposta della Val delle Selle, della misteriosa fessura della forcella dell'Ort. Dal rifugio si può osservare tutto lo sviluppo dell'alta via, fino alla forcella Costella che separa i Monzoni dalla Vallaccia. Il panorama ora si completa con tutto il versante orientale: la Costabella-Cima Uomo, il Civetta, il Col Margherita, le Pale di San Martino. Con tali spettacolari visioni si inizia a percorrere la cresta, in direzione sud-ovest. Subito è offerta la possibilità di visitare postazioni e baraccamenti e i resti dell'antico conflitto saranno una costante di questo percorso. Si superano senza accorgersene alcune elevazioni, fino alla Punta dell'Alochet. Si continua sempre in cresta fino ad una forcella, dove i cartelli indicano l'inizio della ferrata. Si indossa l'attrezzatura e si riprende a salire, molto ripidamente. Terminata la salita iniziano le corde fisse. Il percorso è piacevole e divertente: si passa attraverso cengette inclinate, un pò esposte, sempre sul versante del Taramelli. Alcuni ponticelli in legno permettono di procedere con tranquillità. Si raggiunge infine il punto più critico: con l'aiuto di due pioli si supera una paretina verticale di circa tre metri e ci si immette su una stretta cengia dove un masso ostacola il cammino. Si può superare il masso esternamente, con passaggio aereo ed esposto, aiutati da un piolo, oppure, una volta tolto lo zaino si può provare a passare all'interno, tra il masso e la parete, evitando quindi l'esposizione. Giunti al termine della breve cengia la ferrata è finita. Si taglia lo Spiz dei Taricogn proprio sotto la vetta fino a raggiungere la forcella Ricoletta. Da qui si potrebbe anche calare a sud verso il San Pelligrino. Continuamo invece su cresta, risalendo il ripidissimo pendio erboso dello Spiz de Malinvern (paesaggio davvero insolito e pittoresco). Dalla croce di vetta si inizia a scendere, stavolta in direzione nord-ovest. Presto il sentiero cala in un ripidissimo canalone di erba e pietrame, dove un anello metallico potrebbe aiutare la discesa. Da qui in poi si prosegue per il versante occidentale subito sotto la cresta. L'ambiente è erboso, con repentini sali-scendi tra zolle che, se bagnate, risultano insidiosissime. Si raggiunge infine la forcella Costella, da cui si cala verso est, costeggiando le pareti della Vallaccia, fino all'omonimo rifugio. Anche qui il fischio delle marmotte è una costante che ci accompagna fino alla malga Monzoni, dove si chiude questa indimenticabile giornata.

 



Muretti e fortificazioni dell'Alta via Federspiel. Sullo sfondo il Catinaccio


Divertenti passaggi della ferrata dei Monzoni



Dalla ferrata verso la Marmolada


Le Pale di San Martino da una galleria della Grande Guerra



I prati di Gardecia ed i Monzoni


Una marmotta prima del rif. Vallaccia. Sullo sfondo la Marmolada

 


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(Gli scontri tra l'Alochet e la Costabella)

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