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L'IMPIANTO DI RAFFREDDAMENTO

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Per alcune parti dell'auto si dà sempre per scontato il regolare funzionamento, forse perché danno meno problemi. L'impianto di raffreddamento rientra in questo numero, anche perché quando è in ordine richiede soltanto un rabbocco a lunghi intervalli di tempo. Ci si accorge della sua presenza solo quando il riscaldamento non funziona o qualche manicotto si rompe lasciando uscire un lungo getto di vapore.
Conseguenza di un guasto dell'impianto di un guasto nell'impianto di raffreddamento può essere una lunga sosta per la riparazione e nei casi peggiori la fusione del motore. Guasti meno appariscenti provocano consumo di carburante in eccesso e precoce usura del motore. Il surriscaldamento può anche provocare preaccensioni e quindi battito in testa e persino la deformazione della testa dei cilindri.
L'impianto andrebbe quindi periodicamente controllato con cura, con le cadenze raccomandate dalle case costruttrici, specie in previsione di lunghi viaggi. Grazie al progresso della progettazione dei motori, gli impianti di raffreddamento hanno assunto un ingombro sempre più ridotto, accrescendo la loro efficienza. Ma questo significa che l'impianto viene sfruttato molto più di un tempo, e quindi vulnerabile.

CONTROLLI

Se effettuate una giusta manutenzione programmata, prevedendo di sostituire quei particolari che di solito costano poco ma si usurano in fretta è difficile che l'impianto di raffreddamento vi dia grossi inconvenienti. L'affidabilità dell'intero sistema di raffreddamento è data dalla combinazione di due fattori: per corso e tempo, ed è espressa da due numeri riguardanti i Km percorsi e i mesi di vita. Se controllato l'impianto ogni 10000 Km, potrete eliminare all'origine l'insorgere di possibili inconvenienti. Ma l'intervallo basata sui Km percorsi va combinato anche con l'intervallo di tempo trascorso tra un'operazione e l'altra. Una volta al mese è un lasso di tempo ragionevole. Il controllo periodico si deve estendere allo stato di conservazione della cinghia della ventola e dei manicotti. Dopo circa un anno, la cinghia diventa poco affidabile e i manicotti, specie quello che esce dalla parte superiore del radiatore (manicotto dell'acqua calda), hanno vita sicura per due anni. Dopo questi periodi di tempo (forse un po' troppo prudenti) queste parti vanno esaminate con molta cura e, se vi sono dubbi sulle loro condizioni, devono essere sostituite.
Un controllo dell'impianto anche il più accurato non prende molto tempo e non richiede attrezzi o equipaggiamenti speciali. In effetti si tratta solo di una verifica prevalentemente visiva, perché molti difetti incipienti sono facili da individuare guardando i pezzi. Una perdita può essere indicata dalle macchie lasciate dal liquido colorato o dalle macchie di ruggine della corrosione. Un manicotto rotto, poi, si vede subito. 
Sebbene i motori, per quanto riguarda la loro costruzione, siano diversi da modello a modello, la sistemazione dell'impianto di raffreddamento ha uno schema simile per tutti, a partire dal radiatore, man mano che si procede lungo il circuito dell'impianto stesso. Il controllo si effettua a motore freddo, in modo da poter togliere il tappo del radiatore e le fascette stringi tubo. Impossibile effettuare una verifica a motore caldo, in quanto l'acqua è calda e sotto pressione.

RADIATORE

L'elemento da controllare, prima di passare agli altri componenti, è il radiatore. Ispezionate la zona intorno al tappo di riempimento, per accertarvi che il tubo di sfiato sia sano. Può darsi che sia corroso vicino al punto in cui è collegato al tubicino di ferro del radiatore, o più oltre, lungo il suo percorso. Un difetto del genere non può influenzare il funzionamento dell'impianto nel suo insieme, ma la perdita eventuale di liquido dalla parte alta del radiatore potrebbe vagare nel vano motore, andando a finire sui cavetti delle candele o altri componenti dell'accensione, provocando dispersioni di corrente e quindi perdita di colpi nel motore.
Il tappo del radiatore mantiene l'impianto di raffreddamento alla pressione determinata. Negli impianti a circuito chiuso, se la pressione sale oltre certi valori prestabiliti, nel tappo si apre una valvola che consente il travaglio del liquido refrigerante verso il vaso di espansione. Una valvola di ritorno, sempre nel tappo, permette poi il riflusso del liquido del vaso di espansione al radiatore, quando il motore si raffredda e il volume del liquido si contrae.
Per controllare il tappo, svitatelo e osservate attentamente le molle e le valvole. Una molla storta o rotta si vede facilmente, come pure una valvola difettosa, in quanto il bordo sembra deteriorato. Un controllo più accurato si può eseguire raccordando il tappo a un apposito apparecchio dotato di manometro, che permette di pompare aria nel tappo e di controllare se l'apertura della valvola avviene alla pressione stabilita.
In caso di sostituzione, occorre comprare adatto all'impianto della nostra auto. In genere, sulla parte superiore del tappo c'è un riferimento numerico che riguarda la pressione. Tenete presente che più è alta la pressione più alta è la temperatura che l'acqua bolle, perciò, se montate un tappo tarato per una pressione troppo bassa potrebbe verificarsi un surriscaldamento e una generale perdita di efficienza. Se il tappo fosse invece previsto per una pressione troppo alta, potrebbero saltare le giunzioni fra le parti dell'impianto di raffreddamento.