dr. med. Cosimo Savoia |
SOMMARIO
1 - RUOLI DELL’ALIMENTAZIONECoprire i fabbisogni energetici tramite:
Coprire i fabbisogni di sostanze nutritive, quali gli aminoacidi, gli acidi grassi, le vitamine e sali mineraliValutazione dello stato nutrizionale della
persona anziana
2 - ASPETTI NON FISIOLOGICI LEGATI ALL’ALIMENTAZIONE3 - L’EQUILIBRIO ALIMENTAREEquilibrio alimentare quantitativoEquilibrio alimentare qualitativo:
4 - DESCRIZIONE DEl DIFFERENTI TIPI D’ALIMENTAZIONEAlimentazione di tipo AAlimentazione di tipo B
5
- ALIMENTAZIONE IPOENERGETICA 0 PER IL MANTENIMENTO DEL PESO
II sovrappeso e l’obesità
6 - ALIMENTAZIONE E MALATTIE CARDIOVASCOLARIAlimentazione per ridurre il tasso di colesterolo
7 - ALIMENTAZIONE DIABETICA
L’indice glicemico degli alimentiCoprire i fabbisogni energetici tramite
La spesa energetica
quotidiana si compone:
il metabolismo basale
Definizione: è la spesa energetica misurata in un soggetto a riposo completo e a digiuno da 12 ore. Corrisponde al dispendio energetico legato alla respirazione, al battito cardiaco, e al metabolismo cellulare. Il metabolismo basale dipende principalmente dalla massa magra di un individuo (tutti gli organi dell’organismo meno il tessuto adiposo), il quale varia in funzione:
Il metabolismo basale si calcola secondo la formula di Harris e Benedict: MB (kcal): donne: [66 + (13,7 x Peso (kg) + (5 x Altezza (cm) — (6,8 x età)] MB (kcal) uomini: [655 + (9,6 x Peso (kg) + (1,7 x Altezza (cm) — (4,7 x età)] Genericamente il metabolismo basale è stimato a 1650 kcal per gli uomini e a 1300 kcal per le donne. La termogenesi
La termogenesi è suddivisa in due elementi: obbligatoria: che corrisponde alla spesa energetica
necessaria alla digestione, al metabolismo degli alimenti e alla messa in
riserva dei nutrimenti facoltativa: la quale permette di dissipare sotto forma di calore una parte dell’energia ingerita. L’attività fisica La spesa energetica legata all’attività fisica è stata tradotta in fattori di moltiplicazione del MB, oppure misurata per ogni differente attività che occorre poi aggiungere al MB. Per esempio per un’attività sedentaria il fattore di moltiplicazione è di 1,2 mentre per giocare una partita a tennis, in singolo necessitano 800 kcal/ora. Determinazione dei fabbisogni
energetici
1° metodo. Si può determinare il MB con la formula di Harris e Benedict e moltiplicarne il risultato con un fattore d’attività e di tempo. Esempio Attività sedentaria: MB/24 x 1,2 x tempo Faccende domestiche: MB/24 x 2,7 x tempo Attività sportiva media: MB124 x 4 x tempo 2° metodo Si può anche semplificare l’operazione utilizzando il metodo proposto dall’OMS, il quale consiste nel moltiplicare il peso dell’individuo per:
Quando il peso non si situa nella forchetta del “peso ideale” (PI), si sceglie come peso di riferimento la media tra il PI e il peso osservato. Poiché scegliendo unicamente il peso osservato o al contrario il PI i fabbisogni risulteranno insufficienti quando il peso osservato è inferiore al peso ideale oppure eccessivi quando il peso osservato è superiore al PI. Nell’ambiente ospedaliero le raccomandazioni sono:
A questo valore si devono però aggiungere i fabbisogni in proteine che sono di 1,2-1,5 g di proteine per kg, a dipendenza della patologia e dello stato nutrizionale del paziente. L’apporto in proteine non è preso in considerazione come sorgente d’energia perché questi elementi devono essere utilizzati per la rigenerazione, o la sintesi proteica. Coprire i fabbisogni
in sostanze nutritive, quali gli
aminoacidi, gli acidi grassi, le vitamine e sali minerali. Gli aminoacidi sono gli elementi costitutivi di tutte le proteine d’origine animale e vegetale. Le proteine alimentari sono scisse dall’organismo in aminoacidi per formare le nuove proteine che costituiranno per esempio le fibre muscolari, gli elementi del sistema immunitario, oppure gli enzimi. L’apporto in proteine deve essere sufficiente e di buona qualità (d’origine animale o secondo la complementarità tra vegetali) affinché i fabbisogni in aminoacidi essenziali siano coperti (infatti, 8 sui 20 aminoacidi disponibili non possono essere sintetizzati dall’organismo umano e sono detti,perciò, essenziali). Gli aminoacidi essenziali sono i seguenti: isoleucina, leucina, lisina, triptofano, metionina, fenilalanina, treonina, valina. Un altro tipo di nutrimenti indispensabili per l’organismo sono gli acidi grassi essenziali quali:
I ruoli di questi elementi sono molteplici e tutti molto importanti.
In generale, un’alimentazione variata permette di soddisfare tutti i fabbisogni dell’organismo anche se presso alcune “categorie” della popolazione (giovanissimi, persone anziane, persone sofferenti di malattie croniche o ancora le persone maniache della “linea”) l’alimentazione é estremamente ridotta o squilibrata tale da poter generare delle carenze nutrizionali Valutazione dello stato nutrizionale della
persona anziana.
La valutazione dello stato di nutrizione oltre a permettere di diagnosticare una malnutrizione già esistente aiuta ad individuare le persone “a rischio” e quindi di prevenire l’insorgere di una malnutrizione. Effettivamente, la malnutrizione proteino-energetica (MPE) tra la popolazione anziana è più frequente di quanto s’immagini, essa è riscontrata:
Cause della MPE
Gli individui più a rischio sono spesso le persone anziane poiché presentano uno o più di questi fattori. Conseguenze della MPE:
Soluzione:
Alcuni dei fabbisogni alimentari per le persone anziane: Energia: 1800 kcal minimo; Proteine: 1 g/kg di peso minimo, ideale 1,2 - 1,5 g/kg di peso; Calcio: 1200 mg; Mg: 420 mg. Calcolo dei fabbisogni in energia alla presenza di una MPE: I fabbisogni energetici si ottengono con il calcolo del MB (formula di Harris e Benedict) scegliendo il peso di riferimento teorico. In seguito si aggiunge al MB il 30% per la rinutrizione, e il 10% per un’attività fisica molto leggera. I fabbisogni in proteine si situano tra 1,2 e 1,5 g /kg di peso di riferimento. Instaurare una buona nutrizione richiede molta ENERGIA E TEMPO, la prevenzione della MPE é molto importante. L’atto di alimentarsi non si può considerare unicamente come un bisogno fisiologico, ma racchiude degli altri aspetti cui una persona che può mangiare come lo desidera non pensa o gli considera come irrilevanti. Al contrario, per una persona che per varie ragioni deve rispettare un’alimentazione particolare, dei fattori non nutrizionali fanno in modo che mangiare diventi una “guerra dei nervi” costante. Per esempio, alla domanda “qual è l’aspetto più difficile da mantenere nella sua alimentazione?”, un gruppo di persone adulte diabetiche insulino-dipendenti, ha risposto:
La frustrazione, di non poter mangiare come e quanto gli altri oppure come se n’avrebbe voglia, traspare da quasi tutte le risposte. Per questa ragione, confrontati ad una persona che necessita di una “dieta”, occorre prendere in considerazione anche gli aspetti non fisiologici che sono legati direttamente o indirettamente all’alimentazione.
Tutti questi fattori rendono difficile il mantenimento di un’alimentazione equilibrata e regolare da un giorno all’altro, per questa ragione i “fallimenti” sono numerosi. Il paziente, pertanto, va incoraggiato e sostenuto anche da un punto di vista sociale e psicologico se si vogliono ottenere dei buoni risultati. L’equilibrio alimentare è da considerarsi secondo due aspetti complementari tra loro, infatti, un equilibrio qualitativo permette di ottenere in generale anche un equilibrio quantitativo. Equilibrio alimentare quantitativo:Equilibrio energetico
teorico: MB + la spesa legata all’attività fisica (30-45 Kcal x peso corporeo, secondo l’attività) pratico: apporto energetico che mantiene il peso stabile nei pressi della forchetta del peso ideate (P1) Copertura dei fabbisogni in proteine,
vitamine, elettroliti e sali minerali.
variano durante le differenti fasi dello sviluppo (infanzia, età adulta, gravidanza, terza età) al disotto di un apporto energetico di 1400 kcal la copertura dei fabbisogni dell’organismo sono difficilmente coperti Equilibrio alimentare qualitativo
Un equilibrio qualitativo corrisponde a! consumo dei differenti generi alimentari secondo una determinata frequenza, quotidiana o settimanale, la quale permette di coprire tutti fabbisogni dell’organismo e mantenere le riserve corporee inalterate. Frequenze di consumo quotidiane dei differenti gruppi d’alimenti per la persona adulta
Alimentazione di tipo AQuesto tipo corrisponde ad un’alimentazione equilibrata nelle quantità e nelle proporzioni delle elemento nutrizionali quali:
Il tasso energetico è compreso tra le 1800 e le 2000 kcal. Particolarità:
Alimentazione di tipo BL’alimentazione di tipo B presenta le stesse caratteristiche dell’alimentazione di tipo A (circa il 15 % dell’AET in proteine, il 30-35 % dell’AET in lipidi e 50-55 % dell’AET in carboidrati). L’apporto energetico è valutato anch’esso attorno alle 1800-2000 kcal. La differenza è unicamente qualitativa e consiste nella selezione di alcuni alimenti. Non esiste una classificazione precisa e univoca degli alimenti che possono essere proposti in quest’alimentazione. In effetti, la tolleranza digestiva é molto individuale e variabile in funzione delle condizioni di salute del paziente e del tipo di patologia. Particolarità Anche se a lungo termine, a causa del gran numero di alimenti proscritti, quest'alimentazione può diventare monotona, il tipo B è più digeribile poiché esente da:
Indicazioni: aerofagia, flatulenze, digestione lenta; diarree, affezioni pancreatiche ed epatiche in fase di remissione. Controindicazioni: costipazione, presenza di diverticoli, diabete, alimentazione dimagrante, ipercolesterolemia. Molto spesso, pazienti, per i quali è consigliata un'alimentazione ricca in fibre, presentano dei disturbi che richiedono un'alimentazione più leggera, per loro il parametro della migliore digeribilità è prioritario. Riassumendo, la differenza tra l'alimentazione di tipo A e di tipo B è unicamente “qualitativa”. In altre parole cambiano alcuni alimenti (in generale il pane o le verdure) oppure le salse, però la quantità degli alimenti energetici resta uguale (carni, farinacei e materie grasse crude) cosicché l’apporto energetico totale è in generale identico tra i due tipi di alimentazione. Esempio n° l: a colazione o col piatto freddo un paziente con un'alimentazione A può ricevere del pane bianco o nero o alle noci, invece la persona che ha un’alimentazione B riceverà solo pane bianco. Esempio n° 2 i pazienti con un’alimentazione di tipo B ricevono il risotto quando l’alimentazione di tipo A prevede un risotto ai funghi Per ottenere una perdita di peso è necessario creare un bilancio energetico negativo. Questo è possibile aumentando la spesa energetica con dell’attività fisica oppure diminuire l’apporto energetico alimentare. Per mantenere il peso occorre ovviamente avere un Bilancio Energetico nullo il che è molto più difficile di quello che sembra. In generale un’alimentazione ipoenergetica è prescritta alle persone il cui peso è al di fuori dei limiti del peso ideale (P1) teorico determinato con la formula di Lorentz: Peso ideale per una donna: [ Altezza (cm) - 100 - (altezza - 150) ] ± 10%
2,5 Peso ideale per un uomo:
[ Altezza (cm) - 100 - (altezza - 150)
] ± 10% 4 Il sovrappeso e l’obesitàDefinizione:
L’obesità è definita come un eccesso ponderale legato all’accumulo di tessuto adiposo, il cui grado è considerato in base all’indice di massa corporea (IMC) (o BMI= body mass index). Questa relazione è valida per gli adulti dai 18-20 anni a ± 55 - 60 anni, poiché oltre quest’età, l’aumento moderato del tessuto adiposo, e dunque del peso, è fisiologico. BMI= peso (Kg) normale: 20-25 sovrappeso: 25-30 obesità I°: 30-35 obesità II°: 35-40 altezza X altezza (m) obesità III°: 40> Le cause dell’obesità sono multifattoriali:
La causa principale è comunque uno squilibrio alimentare legato ad un apporto energetico elevato rispetto al consumo cosa che può essere dovuta ad una elevata proporzione di grassi Durante una consulenza individuale, l’apporto energetico che si propone al paziente, si calcola dopo aver effettuato un’anamnesi alimentare dettagliata alla quale si sottrae il 30% dell’energia, una percentuale maggiore può avere delle conseguenze negative sulla perdita di peso in quanto: crea un abbassamento notevole del consumo energetico e del MB; la frustrazione legata alle eccessive proibizioni rende più difficile sostenere un’alimentazione ipoenergetica a lungo, e di conseguenza la sospensione della dieta è frequente. non è educativo, poiché l’alimentazione é percepita come un’alternanza d’alimentazione eccessiva con rispettivo aumento ponderale, seguita da periodi di restrizioni alimentari molto severe. Inoltre, col passare “degli anni e delle diete” tre fenomeni si manifestano:
Cinetica della perdita di peso e della ripresa ponderaleSovrappeso Alimentazione ipoenergetica Perdita di peso e Rallentamento delle funzioni biologiche perdita di tessuto adiposo e muscolare (paziente immobilizzato perde 50% di muscolo e 50% di tessuto adiposo durante la prima settimana e 30% di muscolo in seguito) abbassamento del metabolismo basale diminuizione dei fabbisogni energetici rispetto al valore iniziale rallentamento della perdita di peso ripresa ponderale rapida se arresto dell’alimentazione ipoenergetica cambiamento della proporzioni corporee (+tessuto adiposo, - muscolatura) abbassamento del MB diminuizione dei fabbisogni rispetto al valore iniziale diminuizione dell’apporto energetico per creare un bilancio energetico negativo.
Un dimagrimento per essere efficace e duraturo implica:
Caratteristiche dell’alimentazione ipoenergeticaPer ottenere un'alimentazione ipoenergetica occorre innanzi tutto limitare i grassi mantenendo un apporto di acidi grassi essenziali sufficiente. L'apporto in proteine (1.2-1,5 g/kg peso) è generalmente uguale o leggermente superiore quello di un’alimentazione normoenergetica (1-1,2 g/kg peso). L'apporto di glucidi deve essere mantenuto poiché il cervello utilizza di preferenza, e quasi esclusivamente, il glucosio. I suoi fabbisogni quotidiani ammontano a circa 120 g. al giorno, e questo indipendentemente dalla quantità di “lavoro intellettuale” esercitata. Le percentuali dell’apporto energetico totale (AET) nei differenti nutrimenti sono:
L’alimentazione ipoenergetica deve essere ricca in fibre (tipo A) poiché: le fibre permettono di anticipare la sensazione di sazietà e fare in modo che questa si protragga più a lungo dopo il pasto. Le bevande alcoliche sono in generale proscritte poiché l’apporto energetico ammonta a 7 kcal/g d’alcool (1 dl di vino corrisponde dunque a circa 75 kcal) e si tratta di calorie, da un punto di vista nutritivo, senza nessun interesse. L’alimentazione dovrebbe essere frazionata in 3 pasti e 2 o 3 spuntini. Lo scopo del frazionamento è di permettere da un lato di evitare i vuoti di stomaco tra un pasto e l’altro, e d’altro canto di giungere ai pasti con un appetito moderato. Quest’aspetto aiuta a prevenire i cedimenti poiché ii sentimento di fame, per essere soddisfatto richiede degli alimenti in genere molto energetici. Anche durante un periodo d’alimentazione ipoenergetica
occorre prendere in considerazione la copertura dei fabbisogni in vitamine e
minerali e questo tramite dei complementi nutrizionali se è necessario. Alimentazione per ridurre il tasso di colesteroloFattori biologici che si riflettono sul rischio d'insorgenza delle cardiopatie ischemiche:
Fattori che intervengono nell'aumento del tasso di colesterolo del sangue:
Aspetti nutrizionali correlati positivamente con l’abbassamento dell’incidenza delle malattie cardiovascolari poiché favorenti la riduzione del tasso di colesterolo nel sangue:
Per contro, il consumo lipidico totale e/o il consumo di acidi grassi poliinsaturi non influenzano in nessun modo l'incidenza delle MCV. Il miglioramento dei parametri, in seguito ad un'alimentazione ipocolesterolemizzante è molto individuale e si situa attorno al 10-15% che può essere sufficiente per scendere al disotto dei limiti massimi. Per contro quest’alimentazione favorisce marcatamente il trattamento medico. Obiettivi dell’alimentazione:
Caratteristiche dell’alimentazione preventiva e/o
terapeutica in caso d’ipercolesterolemia:
Utilizzare preferibilmente olio d’oliva (spremitura a freddo) per i condimenti le cui proprietà sono:
Avere un apporto corretto di acido alfa-linolenico per favorire la fluidità del sangue e di acido linoleico che invece favorisce l'aggregazione piastrinica. Essere ricca in fattori protettori quali:frutta e verdura poiché ricchi in vitamine anti-ossidanti (vit.C, vit. A, beta-carotene). Inoltre le fibre alimentari riducono l’assorbimento intestinale del colesterolo alimentare non aumentando quello del colesterolo endogeno presente nel circolo entero-epatico. Alcuni vegetali qua!i: aglio, cipolle, soia e frutti oleosi, contengono delle sostanze che inibiscono l’aggregazione piastrinica, altri aumentano i recettoni LDL. I frutti oleosi e la soia sono ricchi di acido alfa-linolenico e di vit. E i quali riducono i rischi d'insorgenza della trombosi. Inoltre la soia é ricca di rame che inibisce la HMG Coenzima-reduttasi. vino, succo d’uva o thè, essendo ricchi di polifenoli, stimolano la produzione di HDL ed esercitano un’azione anti-ossidante. La dose d’alcool non deve però oltrepassare i 34 g al giorno altrimenti si manifesta l’effetto contrario (aumento dell’incidenza delle MCV), i migliori risultati si ottengono quando l’alcool, di preferenza il vino rosso, è ingerito durante i pasti. Il consumo di pesce (anche grasso) 2 volte alla settimana è auspicabile data la sua ricchezza in acido alfa-linolenico, inoltre contiene pochi AGS, ed e ricco in selenio il quale è un antiossidante.Alimentazione per la riduzione dei trigliceridi I fattori che intervengono nell'aumento dei trigliceridi (TG) nel sangue, all'infuori della predisposizione genetica sono:
L’alimentazione per la riduzione dei trigliceridi è basata dunque sulla riduzione del consumo di carboidrati e di alcool. In questo caso la percentuale di grassi (di tipo monoinsaturi) può essere elevata a 40% dell'AET. Per quanto concerne i carboidrati, si riduce principalmente il consumo di dolci e bevande gassate. Inoltre gli aspetti nutrizionali, come un'alimentazione ricca in fibre e fattori protettori rivestono un interesse terapeutico per la riduzione dei TG. In caso di dislipidemia mista, si tratta di determinare le priorità terapeutiche ed elaborare una linea equilibrata fra la proporzione in carboidrati e quella in lipidi. Gli obiettivi principali dell’alimentazione diabetica sono:
Basi del trattamento
Esistono tre tipi di pazienti diabetici:
Caratteristiche dell’alimentazione diabetica
L’indice glicemico rappresenta il potere glicemico (variazione della glicemia) di un alimento paragonato a quello di un alimento di referenza (50 g di glucosio). Variazioni della glicemia in funzione dell’indice
glicemico degli alimenti - Alimenti ad alto indice glicemico - Alimenti a medio indice glicemico - Alimenti a basso indice glicemico Esempi: Alimenti ad alto indice glicemico:
Alimenti a medio indice glicemico:
Alimenti ad indice glicemico basso:
L’indice glicemico di un alimento dipende:
Inoltre è possibile “giocare” con l’indice glicemico di un pasto il quale dipende:
L’interesse nel prendere in considerazione. l’indice glicemico degli alimenti o di un pasto risiede nel fatto che a questi pazienti permette:
Lo schema alimentare è teoricamente identico per tutti i tre tipi di pazienti diabetici tuttavia per le persone trattate con l’insulina o gli ADO ipoglicemizzanti, il frazionamento riveste un’importanza maggiore. |