dr. med. Cosimo Savoia

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ANTROTERAPIA

Questo metodo terapeutico sfrutta le cavità naturali (o artificiali) ad elevata temperatura con atmosfera satura di vapor d’acqua o secche. Nel primo caso si definiscono propriamente grotte mentre le cavità secche vengono chiamate stufe; più comunemente si parla di grotte umide o grotte secche.

 

Si tratta comunque di un trattamento termale che prevede la permanenza del paziente, secondo modalità prestabilite dal medico, in un ambiente caratterizzato da un particolare microclima ad azione terapeutica che sfrutta un mezzo naturale di cura aeriforme ipertermale più o meno ricco di vapore, gas ed altre sostanze che provengono dalla sorgente termale che alimenta queste cavità.

 

Gli elementi che condizionano il clima delle grotte sono principalmente: temperatura, umidità, radioattività, presenza di gas e ioni termali.

 

La classificazione corrente considera il tasso di umidità e la temperatura.

In base a questi parametri le grotte vengono distinte in caldo-umide (grotte propriamente dette) e caldo-secche (stufe).

 

Accanto alle grotte e stufe naturali nelle quali il riscaldamento e l'umidificazione si verificano per la presenza di sorgenti di acqua termale (calda) e/o per l'adiacenza di fenomeni di vulcanesimo, esistono anche grotte e stufe "artificiali" nelle quali il calore viene convogliato dall'uomo.

 

La temperatura di solito aumenta mano a mano che ci si inoltra nelle gallerie che compongono il sistema e si differenziano a seconda della tipologia.

 

Le grotte naturali propriamente dette (caldo-umide) sono direttamente in connessione con sorgenti idrominerali a diversa composizione chimica (solfuree, salsobromoiodiche, solfato-alcalino terrose, ecc.). A volte le acque minerali sgorgano all'interno saturando l'ambiente di vapore acqueo con una percentuale di umidità relativa del 98-100% .

Il microclima è caratterizzato da una bassa velocità di correnti d'aria (inferiore a 10-18 cm/sec.) che garantisce, pur in presenza di un buon ricambio d'aria, il mantenimento di una ottimale distribuzione dell'aerosol terapeutico che si sviluppa all'interno.

L'aerosol termale che si sviluppa all'interno della grotta è costituito da particelle estremamente piccole e con carica elettrica negativa, e ciò può influenzare l'attività respiratoria ed influire ulteriormente in senso antiallergico.

 

Ai fini terapeutici vengono quindi sfruttati il microclima, gli effetti dei gas termali eventualmente presenti (es.: idrogeno solforato), ed il fattore fisico-terapeutico dominante dato dalla temperatura che nelle grotte caldo-umide varia da 25 fino a 70 °C ma con un ambito terapeutico compreso fra i 30 ed i 42 °C  (oltre la termolisi è compromessa).

 

Nelle grotte naturali caldo-secche il calore è trasmesso per contiguità delle rocce, per irraggiamento o attraverso crepacci o fenditure delle pareti o del suolo e può sfiorare i 100 °C.

La temperatura utile a scopo terapeutico è fra i 50° ed i 70 °C.

La secchezza dell'aria permette di utilizzare temperature elevate in quanto, unitamente alla minore pressione atmosferica, realizza le condizioni per una sudorazione più profusa rispetto alle grotte propriamente dette.

 

Anche nelle stufe molto importante per la terapia è la presenza di sostanze sospese trasportate dall'aria calda (zolfo, iodio, ioni, gas, ecc.) e sono praticamente assenti batteri patogeni per l'uomo.

 

L'antroterapia è fondamentalmente una termoterapia esogena caratterizzata dalla coesistenza di variabili che determinano un particolare microclima che coinvolge tutto l'organismo in un trattamento piuttosto energico.

Inoltre mentre altre applicazioni del mezzo termale possono anche essere parziali, ciò è impossibile per l'antroterapia.

 

La cura in grotta costituisce un momento terapeutico variabile in base alla qualità microclimatica dell'ambiente (caratteristiche chimico-fisiche della sorgente, composizione dei gas, petrografia della roccia, ionizzazione dell'aria, ecc.).

 

La principale azione biologica è quella diaforetica molto evidente nelle grotte umide con emissione di sudore che può giungere a 2 – 3 litri e 2 – 3 grammi di sodio cloruro in un’ora.

 

Rispetto ad altri mezzi termali in questo caso manca la pressione idrostatica esercitata dall’acqua o la compressione dei tessuti data dal fango, il paziente non è costretto alla posizione orizzontale e può quindi muoversi liberamente, mantenendo di conseguenza un certo tono muscolare e una vigilanza psicomotoria dovuta alla diversa postura.

 

L’impegno cardio – circolatorio è notevole e quindi è richiesta una condizione cardiaca indenne.

La pressione sistolica e diastolica si riducono progressivamente e la vasodilatazione superficiale periferica è totale ed immediata.

La ventilazione polmonare aumenta, gli atti respiratori si fanno più frequenti e profondi.

I processi ossido-riduttivi sono stimolati con accelerazione della solubilizzazione e mobilizzazione delle scorie metaboliche e relativo allontanamento tramite sistema cutaneo, renale ed epato-biliare.

Inoltre possono intervenire, in maniera superiore rispetto all'applicazione di altri mezzi termali, azioni di stimolo alla liberazione di sostanze ad azione analgesica ed antiinfiammatoria.

 

Con l'antroterapia è possibile intervenire anche a livello dell'apparato respiratorio: la presenza nel microclima confinato della grotta, di alte temperature e di aerosol termali esplica alcune azioni a livello delle alte e basse vie respiratorie.

 

Pertanto, indicazioni terapeutiche principali dell'antroterapia sono:

-        artropatie degenerative

-        reumatismi infiammatori cronici in fase termale

-        artropatie dismetaboliche

-        infiammazioni croniche delle alte e basse vie respiratorie

-        alcune patologie cutanee

 

La cura va eseguita dopo 4 – 5 ore dal pasto con il paziente nudo ricoperto da una cappa di tela.

Nel caso di grotte a più ambienti occorre programmare un percorso che preveda il passaggio a temperature crescenti in entrata e decrescenti in uscita.

La durata della permanenza varia da 10 a 60 minuti.

 

Terminato il soggiorno in grotta il paziente viene a volte sottoposto ad una doccia con acqua minerale o bagno termale.

 

Successivamente il paziente, avvolto in biancheria calda soggiorna per 20-40 minuti in camerini di riposo per la reazione termale.

 

È sempre opportuno favorire il ripristino idro – salino con adeguate acque minerali associando così anche una terapia idropinica.

 

In Italia sono numerose le grotte umide:

Monsummano Terme (27 – 35 °C); Bagni di Lucca (35 – 40 °C);

Ischia (46 – 70 °C); Sardara (38 – 50 °C), Sciacca, ecc.

 

Le grotte secche sono poco presenti ed in pratica si possono considerare solo Agnano (47 – 96 °C) e Casamicciola.