dr. med. Cosimo Savoia

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FITOBALNEOTERAPIA

Detta impropriamente “bagni di fieno”, è una vera e propria fitoterapia anadermica ove allo scopo sono impiegate erbe di montagna fresche in via di fermentazione.

Questa terapia, - tradizionale in alcune zone del Trentino - affonda le sue radici nell'usanza dei contadini di riposarsi dalle fatiche della giornata dormendo nel fieno tagliato per le mucche, che riusciva a togliere la spossatezza  e ridare le forze.

L’efficacia di questa cura è data dalle piante officinali contenute nella miscela di erbe: con il caldo umido che si sprigiona dal fieno i principi attivi contenuti in queste erbe vengono assorbiti dall'organismo.

 

Il trattamento terapeutico consiste in vere immersioni in erba fresca in via di fermentazione, durante le quali la temperatura raggiunge valori tra i 40 e i 70 °C stimolando una forte sudorazione che persiste anche dopo l'applicazione.

 

Sono utilizzate alcune erbe che crescono spontaneamente in montagna contenenti erbe officinali. Vengono falciate la mattina presto, prima che il sole asciughi la rugiada, raccolte e poste a macerare naturalmente in grandi vasche per alcuni giorni.

 

I pazienti immersi nell'erba in fermentazione a corpo nudo ne sono ricoperti con uno strato di 15 – 20 cm. eccetto il capo (che viene protetto), per 15 minuti la prima volta, fino ad arrivare, gradualmente, a 20 – 25.

Successivamente la persona viene avvolta in coperte di lana e sistemata per 30 – 45 minuti su un lettino di reazione, in una sala calda attigua a quella dei bagni.

 

La sudorazione, che nella prima fase è molto intensa, si protrae anche per 3-4 ore e lascia un senso di benessere che dura per tutto il giorno. Può essere praticato un massaggio al termine della seduta.

Un ciclo di fitobalneoterapia è composto, in media, da dieci sedute spesso intervallate da un giorno di riposo.

 

Il paziente avverte un senso di benessere fisico dovuto al rilassamento causato dal calore intenso e dal forte ricambio idrosalino indotto dalla sudorazione; la pelle diventa tonica per la stimolazione della circolazione periferica e liscia per la purificazione dovuta alla forte sudorazione e all'assorbimento di principi attivi dalle erbe.

 

Le indicazioni sono quelle classiche dei trattamenti termergici più noti, con in più quelle della climatoterapia montana:

malattie osteoartrosiche, forme infiammatorie articolari post-traumatiche, artropatia psoriasica, spasmi muscolari, fibromialgia.

 

L’impegno cardiovascolare non è molto elevato, ma si richiede comunque una condizione cardiaca priva di gravi scompensi, così come per quella renale.

Le varicosità degli arti inferiori, anche se di grado piuttosto avanzato non costituiscono controindicazione, anzi è stata dimostrata una riduzione del turgore venoso e dell’edema dei tessuti.

 

Le stazioni termali italiane che praticano questi trattamenti sono quasi tutte situate nelle zone del Trentino e dell’Alto Adige, fra le quali spicca Garniga Terme.

In questa stazione termale l’erba terapeutica, proveniente dai prati del monte Bondone, è costituita principalmente da Arnica montana, e da altre piante quali Pulsatilla alpina, il mirtillo, il ginestrino, l’aconito, il trifoglio, ecc..

 

All’estero la fitobalneoterapia è impiegata soprattutto in Austria.