- Puoi dedicarlo a Lauren, sai come si scrive?- chiese
una ragazzina al famoso cantante Bill dei Tokio Hotel che stava firmando
ormai da ore autografi nel negozio Fnac Saint Lazare a Parigi
-Sì, è il nome della mia migliore amica- Bill non aveva
ancora alzato lo sguardo per guardare la sua interlocutrice. Tom, Gustav
e Georg erano poco più in là anche loro concentrati nel
lavoro di firmare, sorridere e farsi fotografare.
-Parli bene il tedesco- disse sorpreso il cantante.
-Grazie, lo studio a scuola. - rispose con calma.
-Bene- poi alzò finalmente lo sguardo e stava per sfoderare il
suo super sorriso settecento denti che piace tanto, ma gli uscì
un grido, quasi un urlo più fanatico delle sue fan, un urlo quasi
più forte di quello che lanciava nella canzone Schrei!
-NOOOOOOO!
I membri del gruppo si voltarono, credendo che a Bill fosse stato chiesto
di cantare la canzone Schrei, ma videro una ragazzina con un cappottino
stretto elegantissimo di Chanel rosa, guanti in pelle rosa anch'essi
e un cappellino a tesa larga che nascondeva il volto, ma subito capirono
e urlarono almeno quanto Bill.
-Lauren!
Le ragazze in fila rimasero stupite, ma purtroppo non capivano molto
di tedesco e quindi non comprendevano perché i ragazzi si fossero
alzati e avessero circondato quella ragazzina molto singolare. Lei,
infatti, era nettamente diversa dalle fan che si erano messe in fila
dalla mattina presto, tutte vestite di nero, truccate molto spesso come
il loro idolo Bill, con catene e borchie ai pantaloni.
- Ciao raga, come butta!- disse Lauren con il suo solito gergo dei bassifondi.
-Bene, idiota, mi avevi detto che non eri a Parigi, proprio in questi
giorni!
-E' vero sono tornata sta mattina alle sei, mi sono messa in fila per
chiedere gli autografi a quattro cretini che fanno del rock e poi torno
a Londra con il volo delle sei.
- La solita sciroccata- disse Gustav
-Una folle caramella rosa, come sempre- disse affettuosamente Tom accarezzandole
timidamente il volto come se avesse paura che quell'immagine davanti
a sé potesse svanire come un fantasma al suo semplice tocco.
-Già la pazza squinternata di Lauren, dovremmo esserci abituati!-
aggiunse Georg.
Bill non aveva ancora ritrovato la voce, ma poi non ebbe altra reazione
se non quella di stritolarla in un forte abbraccio.
-Da due anni aspettavo questo momento- sussurrò all'orecchio
di Lauren.
-Anche io non vedevo l'ora di riabbracciare il mio scricciolo tinto,
il pastore Bergamasco, l'indomito Gustav e il maldestro Georg.
-Adesso che facciamo?
-Come? io voglio una foto con tutti e quattro i miei idoli dei Tokio
Hotel è dalle sette che sono in fila!
-Ma sei scema- disse con stupore Bill- ci siamo sentiti ieri sera, potevi
dirmelo ci saremmo organizzati per incontrarci, prendere un tè,
conversare.
-E perdermi i miei tesori nel loro bagno di folla? Vederli finalmente
nel loro elemento? E' stato così bello poter trascorrere ore
e ore accanto a delle ragazze che vi adorano almeno quanto me!
-Sei fuori, veramente!- disse Tom con un lieve sorriso, la sua mano
tremava, la ragazza a cui aveva dato il suo primo bacio era davanti
a lui, dopo due anni che non la rivedeva, era bellissima. Era cresciuta
molto anche lei, i suoi capelli erano tornati lunghi, quasi come prima,
era radiosa nel suo cappotto, elegante e sofisticata, come si immaginava
le ragazze francesi.
-Comunque adesso devo andare e voi tornare al lavoro!- disse realista.
-No, ti prego non posso lasciarti senza poterti stritolare ancora e
ancora, non voglio, faccio il bambino capriccioso. Andiamocene via,
noi cinque e nessun altro.
-Mai, non dirlo neanche per scherzo! Bill, sono tutte qui per voi, hanno
marinato la scuola, sono venute da lontano, hanno mentito ai genitori
e sono qui di nascosto, non puoi fare questo! E' il tuo dovere! Comunque
testa tinta, fra qualche giorno farete un concerto e forse io avrò
finito lo stage al Royal Ballet allora come programmato da due anni
staremo insieme tutta una giornata! Vi aspetto dobbiamo fare il tour
di Parigi con Luigi!
-Oddio -disse divertito Tom - verremo risucchiati nel malato mondo di
Lauren e Luigi XIV.
-Uhaw, Mocio Vileda, ti ricordi della mia ossessione!
-Certo mi hai sgarruppato i coglioni all'ennesima potenza senza possibilità
di appello!
-Cretino, allora dai, facciamo la foto e poi vado! Mi sa che qui mi
stanno odiando, mi hanno tirato ogni maledizione, sono delle fan alquanto
gelose, se adesso baciassi sulla bocca uno di voi, mi ucciderebbero.
A proposito di bacio- puntò un dito veramente minaccioso contro
Tom- attendo spiegazioni!
Tom sbiancò, veramente era lui che aspettava da più di
due anni spiegazioni per i due mal rovesci che aveva preso quel pomeriggio
alla pensilina dell'autobus dopo averla baciata.
Un rassegnato Bill, un timoroso Tom, Gustav e Georg si misero in posa
e fecero la foto con la loro amica raggiante. Poi veloce come era entrata
nelle loro vite era uscita dal negozio. Il lungo pomeriggio di firme
si protrasse fino allo sfinimento.
Anche se si erano sentiti mille volte per telefono, si erano scritti
mail fiume, in quei due anni i gemelli Kaulitz non avevano più
potuto riabbracciare il loro angelo. Troppo impegnati e travolti da
una carriera folgorante: senza sosta il gruppo aveva lavorato per raggiungere
il successo e ora lavoravano strenuamente per tenerselo stretto quel
successo. Mentre Lauren, dopo esser guarita perfettamente e, soprattutto
tornando a Parigi, aveva potuto cominciare a lavorare per inseguire
il suo sogno. Appena tornata a casa infatti aveva preso lezioni private
di danza e si era dedicata anima e corpo per entrare nella prestigiosa
scuola dell'Opéra. Ed ora che ce l'aveva fatta studiava con impegno,
il suo mondo era la danza e nient'altro.
***
- Huston abbiamo un problema!-disse Lauren urlando nel
suo cellulare
-Che c'è testa matta?-rispose con calma Bill
-Sottospecie di deficiente tinto, non mi fanno salire! Il gorilla lilla
qui fuori mi ha preso per una delle tue fan invasate!
-Porca vacca, e ora?
-Be' vedi di venirmi a togliere dai casini e fammi passare! Oggi mi
è stato impossibile passare a prendere il pass e ora se non ti
muovi mi travolgono e io sta sera devo ballare non posso rischiare di
farmi male soprattutto per quattro cretini che sono diventati troppo
famosi!
-Cavoli ti mando Georg perché io non posso, sto facendo i preparativi
per fare il check sound! Mi stanno per infilare quei cazzo di auricolari
che odio!
-Senti bello se non mi mandi subito qualcuno gli auricolari te li ficco
io, ma non propriamente nelle orecchie!
-Tesoro, sei sempre molto fine!
-Sì piccolo mentecatto tinto!
-Oh, come ti adoro, un viso conosciuto! Georg tesoro
ti amo!
-Grazie non dirlo troppo forte potresti essere scuoiata viva!
-Già, hai portato il pass?
-Sì, eccolo.
-Oh finalmente ti adoro- buttando le braccia al collo dell'amico.
-No, aspetta vieni dietro le quinte o ti ammazzano.
-Uhm già, che due coglioni stracchi!
-Ti adoro, le tue frasi da educanda sono fantastiche!
-Ora che siamo qui posso stritolare il mio biondone faccia d'angelo?
-Sì, che bello! E' passata un'eternità!- I due amici si
abbracciarono forte, Georg la sollevò, lei era così minuta
anche se molto alta.
-Scusa ma dobbiamo correre nel camerino, anche io mi devo preparare!-
Georg condusse Lauren nel back stage dove si trovavano gli altri membri
del gruppo.
-Ahhhhh, Laurennnn! - urlò felice Bill e corse
ad abbracciare la sua cara amica.
-Abbraccio di gruppo!- urlò Lauren con tutta la sua voce
-Finalmente, finalmente! Oggi stiamo tutto il giorno insieme! - saltellava
gongolante Bill -Dopo due anni e mezzo, oggi non scappi, vero?
-Almeno fino alle otto! -rispose mesta Lauren.
-No, le otto?- ribatté Bill con tanta delusione nella voce
-Sì, allora devi proprio andare?- disse Gustav.
-Sì, mi hanno scelta per ballare davanti al Presidente, in occasione
della festa della musica, il Presidente ha voluto uno spettacolo con
i giovani promettenti di tutta la Francia e io sono stata scelta per
ballare con il mio partner dei pezzi dal Don Quijote.
-Il tuo che? Il tuo partner? - Tom era rimasto stranamente in disparte,
ma quando sentì la parola partner si sentì come un moto
di ribellione e una gelosia nascergli nel profondo.
-Sì, partner per il passo a due, perché sei geloso?-interrogò
Lauren con uno sguardo malizioso e ironico.
Tom che si sentiva scrutato con sguardo troppo indagatore, si abbassò
ancor più il cappellino sul viso e disse spavaldo:
-No, che hai capito, ti sbagli, io geloso, sai quante pollastre ho che
mi aspettano là fuori!- poi sentì di essersi messo in
un vicolo cieco e che Lauren lo stava prendendo per le palle e certamente
gliele avrebbe triturate come una furia. Stranamente Lauren rimase calma.
-Allora miei rockettari preferiti, pronti? Bill i capelli flosci?
-Sì, per ora sono solo le prove, saliamo sul palco, facciamo
qualche prova audio e poi siamo liberi fino alle tre, alle quattro cantiamo.
-Ragazzi- si sentì una voce che da fuori chiamava- dovete venire,
si prova.
I ragazzi molto seri e professionali uscirono pronti, Bill stritolava
la mano di Lauren per paura di perderla.
-Che emozione, mi batte tanto il cuore! Potrò cantare solo per
te, finalmente!
-Sì, che bello, salirò sul palco con voi, potrò
vivere le vostre emozioni. La prossima volta poi tocca a voi venire
a teatro.
-Non vedo l'ora, quando ballerai solo per noi?
-Non so, adesso devo finire la scuola, poi si vedrà!
-Eh, " pupe tutte curve" - rivolta con un sorriso aperto a
Tom- lo fai un assolo solo per la tua pupa "asse da stiro"?
Tom diventò dello stesso colore della maglietta di Bill, rosso
fuoco, quasi inciampò sull'ultimo gradino che portava al palco,
quando si affacciò per primo si levarono delle urla quasi disumane.
Bill entrò per secondo e lì le ragazzine cominciarono
a delirare. Gustav e Georg si sistemarono sotto un coro di "Tokio
Hotel, Tokio Hotel"! Lauren da dietro le quinte vide i ragazzi
che provavano una canzone molto concentrati, Tom all'inizio era quasi
immobile, forse un po' nel panico, non era la presenza di centinaia
e centinaia di ragazzine, una sola lo metteva soqquadro, era lì,
con una delle sue stravaganti mise fiorate rosa, molto elegante e sofisticate
di alta moda, ma pur sempre fiorata. Tom sentiva un groppo in gola e
lo stomaco si contorceva, di concerti ne aveva fatti tantissimi, perfino
a volte anche con la febbre, ma mai si era sentito così. Mentre
Bill sembrava più raggiante del solito, lui era agitatissimo,
quasi subito perse l'attacco e fu guardato con sguardo torvo da Georg
che suonava il tema principale. Poi si dimenticò un coro, insomma
per fortuna era solo la prova generale e non il concerto.
Quando rientrarono Lauren saltellante li accolse con un super sorriso:
-Vi adoro, una grinta, ora non posso più dire scricciolo tinto,
ormai sei una forza, devo trovarti un altro nomignolo.
-Uh, inizio a temere, sai piccoletto tinto e le molte varianti sul tema
mi piacevano.
-Sì, ma ormai sei il più alto del gruppo quindi
studierò
qualcosa.
-Come vuoi, tesoro.
Poi mentre scendevano dal palco incrociarono altri artisti che si dovevano
esibire e si sentì urlare Lauren
-Oh, mon Dieu, oh, mon Dieu, je vous adore!- Lauren stava zompettando
come un'ossessa davanti ad un gruppo di cantanti che le stavano venendo
incontro e a quelle urla rimasero stupiti.
-Tu es avec eux?- le chiese una cantante indicando i ragazzi tedeschi.
-Oui, mais je vous adore, je vous aime, j'ai vu votre spectacle quinze
fois !
-Quinze fois ?
-Oh, oui. J'aime Louis XIV, vous êtes mes idoles! Je t'aime- facendosi
incontro ad un cantante- je vous adore Emmanuel Moire , pouvez-vous
me signer un autographe ?
I cantanti sorpresi, le firmarono gli autografi su un quadernetto che
Lauren teneva in una buffa borsetta a forma di tulipano, mentre i quattro
amici tedeschi rimasero basiti ad aspettare l'amica.
-Sono altamente offeso- dichiarò Bill quando l'amica riprese
fiato e colore dopo aver visto i cantanti.
-Il piccolo gelosone, ma tu non sai chi sono! Sono andata a vedere il
loro spettacolo quindici volte, sono il cast completo del musical Le
Roi Soleil
-Ah, va be' sei perdonata solo perché è sul tuo cavolo
di re sole!- disse indispettito Bill.
Quando i ragazzi furono in camerino cominciarono ad inveire e diedero
una buona ripassata a Tom. Bill fu il più acido ovviamente, ma
Lauren tentò di smorzare l'atmosfera.
-Dai, mono neurone tinto, non incavolarti con l'altra metà del
tuo cervello, ti posso ricordare una certa performance- e Lauren gesticolando
l'attacco di un direttore d'orchestra e con sguardo ammiccante verso
Gustav, Georg e Tom disse- al tre ragazzi il nostro gioco preferito
"come fare incazzare Bill in due secondi": un due e tre
-It's raining men, hallelujah; it's raining men. - i quattro all'unisono
imitarono la performance canora di Bill e relativa stonatura allo spettacolo
Bill su tutte le furie cominciò una lotta serrata fatta di pizzichi,
solletico e cominciarono a rotolarsi per terra, tanto che alcuni dello
staff dei ragazzi fecero capolino alla porta del camerino per sincerasi
della situazione. Lo spettacolo che gli si presentò agli occhi
fu quello di quattro ragazzi e una ragazza che si picchiavano bonariamente
con tutto quello che avevano sotto mano, asciugamani, bottigliette d'acqua
vuote, Lauren brandiva la borsetta come le vecchiette nelle scene comiche
dei film e dei cartoni animati, mentre ad un certo punto tutti si coalizzarono
contro Bill istigati da Tom che voleva vendicarsi:
-"Fai anche tu incazzare un Bill e vinci una bambolina dei Tokio
Hotel"- i ragazzi capirono e saltarono al collo a Bill, mentre
Lauren gli spettinava i capelli.
-Bastardi basta, siete degli stronzi patentati, uno contro quattro,
non è giusto.
-A me sembra un lotta più che equa, ti dobbiamo ancora far pagare
la simpatica intervista che ci hai fatto fare senza chiedercelo l'altra
sera dopo il concerto!
-Già, io avevo dei crampi pazzeschi e tu- Gustav tentò
di imitare la voce di Bill rendendola però più acuta-dobbiamo
fare un'intervista!
-Appunto, con quale diritto decidi tu?
-Già, vendetta- istigò Georg ricominciando a fare i dispetti
a Bill che ormai arrancava senza fiato, praticamente lo ridussero in
mutande.
-Idioti patentati, ridatemi i miei vestiti!
-No, se non cambi giacca!
-E' vero mi rifiuto di salire su un palco se indossi quella giacca-affermò
categorico Georg.
-Non abbiamo mai detto nulla sulle tue stravaganze, ma se metti quella
giacca mi si bloccano i muscoli delle braccia e non riesco più
a suonare!- asserì con calma olimpica Gustav.
- Lauren giudica tu che hai buon gusto -disse Bill in boxer neri attillati.
Poi mostrò fiero una giacca, verde fluoro con degli strappi e
delle gomitiere bianche, ovviamente borchie a profusione.
Lauren la guardò con gli occhi in palla. Tom che la fissava negli
occhi cominciò a ridere, la faccia della ragazzina era buffissima,
poi con tutta calma con una mano sul mento come se stesse analizzando
un dipinto famoso Lauren disse:
-Sono cose che voi umani non vorreste mai vedere. Cioè Bill veramente
vorresti metterti questa roba? È terribile, immonda, una schifezza!
Dai retta ai ragazzi, guarda siamo sempre andati d'accordo, ma questa
giacca sembra sia stata ideata da un pazzo furioso che si è sparato
della gelatina verde! Sembra del colore di blob il fluido che uccide,
lo slime.
I ragazzi risero fino alle lacrime, la giacca era veramente brutta.
Bill risentito al massimo disse:
-Lauren, come mi hai sempre difeso, ed ora? Questo mi rattrista.
Lauren gli si fece incontro e lo accarezzò:
-Lo sai scricciolo, di solito hai buon gusto, ma ti giuro, la giacca
fa schifo, veramente, non ne hai un'altra?
-Sì- disse mesto indicandone una azzurra, bianca e rossa.
-Oh, sì, non è proprio il mio genere, ma questa sì
ti starà bene, se poi la indossi con solo i boxer farai venire
giù il palco.
Bill si guardò, era in mutande davanti a Lauren, diventò
scarlatto e raccolse i jeans, se li infilò impacciato poi:
-Il mondo non è ancora pronto per quella giacca!
Lauren con dolcezza gli si avvicinò lo aiutò a rivestirsi
e accarezzandogli la guancia disse:
-No, e spero che non lo sia mai, è una vera merda, sembra un
colore, lo definirei "cacca di bimbo".
I ragazzi si piegarono in due dal ridere e Bill si rassegnò,
proprio la sua amica era una furia della natura. Riusciva sempre a trovare
delle immagini divertentissime.
-Ora che facciamo?
-Perché non uscire e andare a farci un giro?- propose la ragazza
-Che simpatica umorista che sei, Lauren- rispose ironicamente Bill
-Già ti ricordo che prima di entrare qui stavano per linciarti.
- aggiunse Georg
-Lo avevo rimosso- fece rattristata la ragazza-Siamo quindi incastrati
qui?
-Adesso chiediamo.-
In effetti i ragazzi dovevano rimanere nei camerini,
ma furono rassicurati presto sarebbe arrivato un lauto pasto, nel frattempo
si sedettero per terra, come facevano nel capanno del signor Snell e
cominciarono a suonare e cantare come intorno ad un falò.
-Ti facciamo sentire una canzone che stiamo preparando per il nuovo
cd, credo che, come molte altre me l'hai ispirata tu, sai, parla di
noi.
-Ma dai-disse stupita Lauren- che bello, canta
Bill cominciò a cantare accompagnato dalla chitarra di Tom, mentre
Gustav tamburellava un ritmo con le bacchette.
-Ci stiamo ancora lavorando, ma più o meno ci siamo, non è
vero?
-Ma è stupendissimissima! - Lauren appariva commossa e Tom la
tirò a sé per consolarla. La ragazzina era stretta tra
i due gemelli e i due ragazzi se la coccolavano come quando erano ragazzini.
-Cibo si mangia!-fece gongolante Tom quando dalla porta fecero capolino
alcuni dello staf.
-Uhm, quante cose buone!- osservò affamato Georg.
-Sì da duecento calorie solo a guardarle!- notò la ragazza
-Potete chiedere dell'insalata, qualche noce, una mela e se c'è
dell'anguria?
-Un po' più complicato, no?- chiese divertito Bill.
-Va, beh che siamo un po' viziati ma non so se si riesce a trovare quello
che hai detto. - aggiunse Tom
Dopo circa un quarto d'ora arrivò l'insalata che Bill aveva gentilmente
chiesto facendola passare per uno suo strano, veramente strano capriccio
da star. Il pranzo fu consumato in allegria come fossero ad un pic nic.
E quando Lauren ebbe terminato il suo pasto frugale notò quanto
avevano mangiato i ragazzi.
-Ogni tanto mi domando dove la mettete tutta la roba che mangiate, vi
siete scofanati di tutto e siete così magri?
-Il nostro solito metabolismo a prova di bomba!- come di consueto Bill
si batte la pancia, ammesso che ne avesse una.
-Bisogna abituarlo fin da subito ad assimilare schifezze, questo è
stato il nostro trucco!- confessò Tom
-A me invece fin da piccolissima facevano sempre le analisi per il rachitismo
e mi davano delle fialette ricostituenti. Ero la bimba più monitorata
dell'universo, mi avranno fatto analisi e analisi rivoltandomi come
un calzino ma io non mangiavo.
-Io invece li odio questi due- confesso Gustav- io adoro cucinare, ma
ho delle allergie!
-E' vero ogni tanto mangia qualcosa e si riempie di bolle, poi dopo
un po' passano così come sono venute! Però è buffissimo.
-Sì ogni tanto se ne scopre una nuova!- risero a crepapelle sulle
disgrazie del povero batterista che in tutta risposta aggiunse
-Prima o poi la ruota del Karma gira, vedrete!
-Già, mi avete preso per i fondelli quando avevo i brufoli, ma
prima o poi durante un concerto te ne verrà uno tremendo pure
a te Bill, allora vedremo.
-Quel giorno gli farete una foto e me la manderete vero?
-Certo Lauren non mancheremo.
Bill li guardò con aria di sufficienza, ma non aggiunse altro.
Lauren si alzò proclamando:
-Bon ragazzi, vado a cambiare l'acqua alla passera! Dov'è il
cesso?
I ragazzi la guardarono con gli occhi a palla, poi aggiunsero:
-Non mi abituerò mai alla sua eleganza.
-Anch'io non ci credo che possano uscire tali frasi da una ragazza come
lei
-Bonjour contesse!- esclamò Bill
A quelle parole Lauren disse:
-Porca vacca siamo ai confini del paranormale, Bill ha proferito una
frase in francese!
-Oddio temo che stia arrivando la fine del mondo. "It's a final
day as come"- accennò sorridendo Tom.
-Temo anch'io!-asserì preoccupato Gustav sgranando gli occhi.
-Prima che me la faccia nelle mutande per la sorpresa mi dite dov'è
il bagno?- fece Lauren con la sua solita delicatezza.
-Seconda porta a destra- disse con rassegnazione Tom che guardava quella
ragazza dal viso di una bambolina e dalle frasi di uno scaricatore di
porto. Tutto ciò gli riportava alla mente le ore spensierate
vissute solo due anni prima. Quei tempi erano così lontani ma
finalmente erano insieme e anche se per poche ore intendeva assaporare
quelle ore passate insieme fino all'ultimo istante.
-Grazie tesorino rasta- fece la ragazza guardando con dolcezza il suo
amico.
Quando Lauren tornò dall'incursione al bagno i ragazzi stavano
giocando a carte, Lauren si unì a loro, ma ben presto furono
riportati alla realtà.
-Manca un'ora e mezza! Bill coraggio!- la voce del manager
si fece sentire.
-Mi tocca!- fece con rassegnazione il ragazzo.
-Che devi fare?- chiese curiosa Lauren.
-Il proverbiale, trucco e parrucco!- asserì con fierezza il ragazzo.
-Già dimenticavo, la criniera leonina non si tira su da sola!
E gli occhietti neri
Non fai tu?
-No, ho uno staff per questo!
-Beato te, noi a teatro ci trucchiamo da soli, solo le étoile
hanno diritto al trucco di un professionista o solo se si devono fare
delle parti particolari, se no, "fai da te". A volte ci trucchiamo
tra di noi, certo ci hanno insegnato come farlo, ma il resto è
una buona di "attaccati al tram".
-Be' vado.
Gustav e Georg poi si guardarono ammiccanti e dissero:
-Noi andiamo a farci un giro!
-Sì, ho voglia di vedere un po' di cielo.
-Io , voglio l'autografo di Avril Lavigne se no, Sonja mi ammazza.
-Veniamo anche noi- disse Lauren alzandosi, ma Tom la trattene per una
mano.
-Restiamo un attimo qua- disse Tom con estrema dolcezza mentre la guardava
attraverso la tesa del suo immancabile cappellino.
Lauren sentì la stretta della sua mano e comprese.
-Allora ne approfitto, ragazzi credo che dopo questa piccola conversazione,
Tom si ritroverà con qualche dreadlock in meno, oppure un tatuaggio
scalfito nelle guancia per sempre.
Gustav e Georg si guardarono con terrore misto ad ironia, cosa intendeva?
Avevano cercato di creare un'atmosfera romantica, ma a quanto pare si
profilava per Tom un mezzogiorno di fuoco.
Tom si rialzò, chiuse la porta dietro i ragazzi
poi con calma olimpica si avvicinò alla sua chitarra.
-NO, caro mio, la tua chitarra non ti salverà!- disse con un
tono ironico, ma sicuro la ragazzina- non voglio una canzoncina da te!
Dobbiamo parlare.
-Sì- deglutì a fatica Tom.
-"Bravo" magazine 13 ottobre cito a memoria: " il mio
primo bacio, un disastro lei non sapeva baciare".- Lauren si era
avvicinata al ragazzo minacciosa e lo guardava negli occhi, lui appoggiò
la chitarra al sostegno quasi tremando. "Rock one" 24 novembre
" il mio primo bacio, un brutto ricordo."
E Lauren lo baciò con forza, veemenza ed estrema sicurezza. Tom
era gelato, si sentiva messo alle strette, non poteva più indietreggiare
era appoggiato ad un a tavolo, senza via di scampo.
-"Rock One" 8 gennaio: " che brutta esperienza il mio
primo bacio, proprio da dimenticare, per fortuna non mi sono arreso
e ho fatto molto esperienza, direi di sì, sono proprio bravo
a baciare, modestamente".
Lauren lanciò il cappellino di Tom per terra lo prese per la
coda poi cominciò a baciarlo. Tom si rilassò un po' e
si lasciò andare a quella forza della natura che lo stava quasi
divorando.
-E ora puntualizziamo una volta per tutte- disse Lauren dopo aver spiazzato
Tom con quei baci- il tuo primo bacio lo hai dato a me e ti ricordò
che è stato bellissimo!
-Veramente- accennò timidamente Tom- io mi ricordo due guance
in fiamme e ancora non ho capito il perché!
-Le guance in fiamme te le rifaccio io adesso, ma i due baci sono stati
belli e comunque il tuo primo approccio quella volta è stato
da vero imbranato, il secondo invece, ci è venuto meglio.
-Sì ma i due schiaffoni?
-Perché?che ne so? Ero confusa. - disse Lauren- La prima volta
ero sorpresa perché non me lo aspettavo un bacio da un ragazzo,
così poi all'improvviso, senza nessun preavviso. E quindi il
primo schiaffo per l'agitazione. Il secondo schiaffo perché avevo
paura che avremmo rovinato tutto, la nostra amicizia contava molto di
più.
- Comunque quando mi riferivo al mio primo bacio, nelle interviste,
non intendevo il nostro.
-Perché?- Lauren minacciò il ragazzo con il suo dito-
il nostro non era il tuo primo bacio. Poi lo strinse a se infilandogli
le mani sotto la maglietta su per la schiena.
-Sì, certo, ma sai il nostro è stato il più bello
e poi non potevo raccontare che è terminato con uno schiaffo,
sai la mia reputazione di
-Sì macho rapper, chitarrista don Giovanni dei miei stivali,
la tua immagine ne avrebbe risentito, vero, cretino che non sei altro.-
fece Lauren risentita.
-No, la verità è che non mi andava di condividere quel
bel momento con tutti, il primo bacio è nostro solo nostro.-Su
queste parole Tom strinse la ragazza a sé, la prese con forza
tra le braccia e la portò sul divanetto, l'adagiò sopra
e cominciò a riempirla di baci ovunque. Lauren si lasciò
fare trascinata dall'emozione e dalla passione.
Poi i due ragazzi si fermarono:
-Cosa facciamo ora?- disse Tom improvvisamente riportato alla realtà.
-Be' fra un'ora hai il concerto, poi io corro a teatro per il riscaldamento,
trucco e parrucco, poi vengo messa su una macchina, ballo davanti al
presidente e poi vengo a raggiungervi al vostro albergo.
-Cretina no, non intendevo questo, cosa facciamo io e te? Come facciamo
a stare insieme!
-Ma io non voglio stare con te- disse Lauren semplicemente.
Tom era confuso almeno quanto dopo i due schiaffoni, due anni prima.
-Tom , siamo realisti, tu stai facendo carriera e con un concerto via
l'altro, non hai più vita privata o quasi. Quindi vedi tu? La
tua musica è più importante. E poi io non ho fatto otto
ore di danza al giorno da due anni e mezzo per poi lasciare tutto per
seguire il mio dolce pastore bergamasco.
Tom era sorpreso e senza parole, la baciò forte e aggiunse sussurrando
all'orecchio:
-Ma io non voglio lasciarti, non voglio. Ti amo!- credeva di non poter
pronunciare quelle parole, se solo glielo avessero chiesto poco prima
lui avrebbe detto che "no, l'amore era il suo ultimo pensiero",
ma ora, dopo quei baci, quelle carezze, quell'intimità.
-Oh se per questo anch'io ti amo da tanto, ma la vita è così,
saremo separati dalle nostre attività lavorative frenetiche per
inseguire i nostri sogni e poi quando avremmo raggiunto il limite percorreremo
il resto della nostra vita insieme. È inutile raccontarci delle
menzogne. Tom ti lascio libero come un uccello, corri, fai tutte le
esperienze, ed intendo con tante belle biondine sexy come piacciono
a te, io mi farò tanti bei ballerini e uomini vari, tanto poi
tu sarai mio e io tua. Vorrei dirtelo con una delle mie canzoni preferite,
Lauren si rialzò, lasciando Tom sconcertato e cominciò
a cantare dolcemente:
All I Can Do Is Wait
All I Can Be Is Optimistic
All I Can Do Is Sigh
All I Can Do Is Try
Try Not To Tell You; 'I Love You'
When You Walk By
Try To Believe In Fate
When You Love Someone Like That
All You Can Do Is Wait
All I Can Do Is Know
All I Can Know Is That I Love You
All I Can Ask Is Why
All I Can Do Is Try
Try Not To Tell You; 'I Love You'
When You Walk By
Try Not To Palpitate
When You Love Someone Like That
All You Can Do Is Wait
All You Can Do Is Dream
All You Can Do Is Count The Hours
All You Can Do Is Try
Try Not So Hard To Try
Try Not To Tell You; 'I Love You'
When You Walk By
Try To Believe In Hope
When You Love Someone Like That
All You Can Do Is Cope
When You Love Someone Like That
All You Can Do Is Dream
When You Love Someone Like That
All You Can Do Is Wait
Tom l'ascoltava e intanto la accarezzava dolcemente,
adagiato accanto a lei, la guardava negli occhi blu color del mare,
Lauren rispondeva con altrettanta dolcezza alle carezze del ragazzo.
Poi sentirono dei strani sussurri alla porta.
-Shh, cretino mi fai cader.
-Zitti due deficienti, non sento cosa si stanno dicendo.
-Gustav guarda, che fanno?- aggiunse Bill
-Non vedo nulla-sussurrò il ragazzo.
Poi Georg maldestramente si appoggiò alla maniglia e i tre fecero
irruzione disturbando l'idillio amoroso. Lo spettacolo che si offrì
ai loro occhi era: Tom senza la maglietta e con la coda sfatta, Lauren
con le spalline del vestito abbassate, senza più reggiseno tutta
spettinata. I due ragazzi arrossirono e cercarono di coprirsi come potevano.
-Tom cerchi questa?- disse con un sorriso sadico Bill raccogliendo la
maglietta XXL del gemello.
Gustav e Georg non sapevano più dove guardare, Georg abbassò
lo sguardo e vide sotto al suo piede un reggiseno piccolo con dei fiorellini
rossi e rosa di Lauren e diventò scarlatto.
-Idiota, ridammi la maglietta, o ti riempio di sberle fino a toglierti
quel sorriso del cazzo.
L'afferrò con violenza e ancora imbarazzato si infilò
la maglietta, si rimise l'elastico che gli legava i capelli, la bandana
e si sistemò il cappellino fin quasi a coprire tutta la faccia
che non aveva cambiato colore ed era rossa pomodoro.
Lauren riprese il suo indumento intimo con un po' meno imbarazzo, in
effetti era abituata a cambiarsi davanti a tanta gente, nei camerini
spesso promiscui era avvezza a tutto. Prese il suo reggiseno, una seconda
scarsa, se lo infilò, poi Bill le allacciò il vestito
sussurrandole:
-Allora, avete chiarito come vedo?
-Sì tesoro, abbiamo chiarito!
-Ma che cosa stavi cantando?
-Bella vero, è una canzone d'amore di un musical.
I ragazzi furono riportati alla realtà da una voce che annunciava.
-Mezzora alla vostra entrata.
-Oddio no, che palle, mi infilano nelle orecchie gli auricolari.
-Senti sei un lamentoso unico. Sai dove te li infilerei io quei cavolo
di auricolari! - lo rimproverò Lauren.
-Poi testa di rapa vedi di non perderli durante il concerto!- disse
Tom ancora alquanto alterato dall'interruzione dei tre ragazzi nel suo
momento intimo con Lauren.
-Questo sì che fa male!- Lauren mostrò i suo piedi- Guarda!
I ragazzi videro i piedi della ragazza con calli cerotti e bolle.
-Ma hai un'unghia viola!
-Sì e ti assicuro non è smalto. Ma noi ballerine ci siamo
abituate. Anche se quest'unghia mi fa malissimo, mi è venuta
preparandomi per questo balletto. La mia insegnate quando l'ha scoperta
mi ha dato della cretina perché evidentemente " che cosa
hai fatto? Prove supplementari a casa, vero?" Certo voglio essere
la migliore e poi fra una settimana vado a Spoleto per un concorso.
-Scusami, sono un lamentoso lo so, ma da oggi non farò più
storie
o quasi!
-Dai testa leonina, non preoccuparti! A proposito posso chiederti, qualcosa
sulla tua pettinatura, sei una specie di criminale anti-ecologico! Quante
cazzo di bombole di lacca fai fuori per tenere su quei cazzo di capelli?
I tre ragazzi risero a crepapelle, Lauren era veramente sboccata.
-No, tranquilla, uso solo prodotti ecologici, lo giuro- assicurò
Bill.
-Sarà, ma secondo me ogni volta che ti esibisci allarghi il buco
nell'ozono. Un simpatico taglio corto e via con il gel?- propose Lauren.
-Mai! Adoro la mia pettinatura, mi si addice molto, è nel mio
essere.-fece soddisfatto Bill.
-Contento lui!- Alzò le spalle il più modesto dei quattro,
Gustav infatti odiava i suo capelli ricci e aveva optato per un taglio
corto per non aver problemi.-Comunque io mi preparo- aggiunse molto
concentrato.
-Sì mi si è fermato il cibo nello stomaco- disse Georg-
mi sto agitando, si sentono delle urla sovrumane, ci deve essere una
platea infinita!
-Io mi sto cagando in mano- disse Tom che aveva ritrovato un po' di
colore, anzi lo stava perdendo per lo stress.
-Oh sì, tesori, scusate vi ho distratto, ma ora mi ficco in un
angolino, mi ascolto della musica e ripasso anche io per sta sera.
-E' così che fai?- chiese incuriosito Bill.
-Sì, mi metto della musica e ripasso mentalmente, tu cretino
tinto, mettiti a scaldare le corde vocali o al primo acuto ci lasci
una tonsilla, altro che giacchina fashion! Unghie laccate e ombretto
sugli occhi- fece Lauren come una mammina apprensiva.
-Carina, quando sono al trucco e parrucco come lo chiami tu, già
mi riscaldo, comunque hai ragione, mi preparo-affermò il ragazzo.
Ognuno nel suo angolo i ragazzi tentavano di trovare la loro concentrazione.
Poi i si misero a guardare Lauren che in un angolo, con un i-pod, ovviamente
rosa, ascoltava della musica e gesticolava in modo strano.
- Starà ripassando mentalmente la coreografia?- disse scettico
Bill
-Può darsi ma quelle dita messe così a mulinello?- si
interrogò Tom
-Strana tipa come sempre!- concluse Gustav
-Già, adesso glielo chiedo- disse deciso Bill -Che ascolti? Il
don Quijote?
-No!- rispose distrattamente Lauren.
-Ma come non balli il Don Quijote sta sera?
-Sì ma per rilassarmi mi sparo a bomba altra musica!- disse con
convinzione la ragazzina.
-I Tokio Hotel- disse fiero Bill
-No, "Whith or without you" degli U2, "In the end"
dei Linkin park, "Wake me up when September ends" dei Green
Day e il mio super gruppo preferito.
-I Tokio Hotel- disse con fermezza Tom
-No, i Kyo!- rispose un sicura Lauren.
I ragazzi si guardarono negli occhi e incavolati dissero:
-Dacci il pass e fuori di qua!- disse Tom
-Sì, carina, fuori, ti disconosco! Un gruppo francese, che canta
in francese, mi sta sulla palle!- disse Bill
Gustav, che non perdeva la calma e la concentrazione, disse semplicemente:
-L'i-pod va sequestrato!
-Me ne occupo io- Bill si avvicinò prese la ragazza da dietro
e le strappò il suo lettore.
-Dai, bambini cretini, nell'i pod ci sono anche le vostre canzoni, volevo
farvi uno scherzo!
- Controllo, è vero, ma stavi ascoltando i Linkin!
- Sì "in the end" è ritmata forte e mi piace
perché mi toglie lo stress.
-Ma quei gesti con le mani?
-Ripasso la coreografia.
-In scena!- si sentì una voce.
-Oddio, questo è il momento che odio di più, il tragitto
dal camerino alla scena- Bill si teneva forte il petto, sentiva il suo
cuore pulsargli quasi come lo avesse in gola.
-Già è anche il mio momento peggiore, sei lì e
ti dici, non mi ricordo più nulla, oddio che faccio, ma poi?-
disse Lauren
-Già poi fai tutto quello che devi fare- affermò deciso
Georg.
-Come se il tuo corpo sapesse tutto in automatico- aggiunse Lauren
-Già un scarica di adrenalina, ma poi con le bacchete in mano
e davanti alle percussioni, basta parto!
-Mi infilo la mia super Gibson e via, suonare è la mia vita.
-Incredibile! In bocca al lupo ragazzi!- disse Lauren che li seguiva
tra loro nell'ascesa verso il palco.
-Crepi.
-Cretino rasta, non inciampare in quei cazzo di pantaloni larghi!
-Non sono Georg!
-Fan culo Tom- ribatté offeso.
-Vedi di non fare la mega figura di oggi. - si sentì dire da
Bill
-No, non la farà, ora l'ho baciato, gli ho schiarito le idee,
andrà in automatico!
La performance fu veloce, ma grintosa, la platea era quasi tutta lì
per acclamare loro, il gruppo del momento e Lauren capì che quella
sarebbe stata una di quelle giornate da non dimenticare mai.
-Uhf, è andata benissimo.
-Sì, è stato fantastico
-Un pubblico esaltatissimo.
-Siete grandi ragazzi! Ma ora? Fra poco io devo andare, ma ci rivediamo
poi sta sera.
-In macchina vieni con noi, vero?
-Sì poi prendo il metrò fino al teatro, anche se forse
vado a piedi è lì vicino.
-Non ti diciamo "ti accompagniamo" perché è
impossibile, lo sai che oggi ci hanno dovuto dare la scorta! Sì
le fan fuori dall'albergo si stavano ammazzando per poterci vedere.
-Ancora mi devo abituare.
-Adesso avranno fatto in modo di farci passare tranquillamente.
-Già la sessione autografi è più tardi.
-Spero di non lasciarci qualche ciuffo!
-Un tuo scalpo vale molto!
-Caspita potremmo metter su un business e vendere su E-Bay i suoi dreadlocks!-
proclamò Lauren.
-Sì in effetti. - annuiva pensoso Georg
-Posso avere degli amici così stronzi, io?- ribatté Tom
-Oh il piccoletto, non più tale- aggiunse Lauren- si è
offeso! Comunque voi Kaulitz siete veramente delle piattole, vi arrabbiate
per poco.
Poi Lauren si rivolse ammiccante a Gustav e Georg e con un cenno di
testa:
-"It's raining men Hallelujah" - intonarono- -"It's raining
men".
Bill cominciò ad urlare improperi e dare dei pizzichi a Lauren
per farle il solletico, poi fu attaccato da Tom, Gustav e Georg, sempre
alleati contro di lui. Era molto buffo far arrabbiare il loro amico
e risero fino alle lacrime.
Il tragitto in macchina non fu lungo e poco dopo furono riportati alla
realtà, erano arrivati in albergo. I quattro ragazzi scesero
dall'auto e si diressero veloci verso una porta posteriore di servizio,
Lauren era rimasta in macchina un po', poi scese e si diresse in teatro.
***
-Scusi signorina dove sta andando?
-In camera!
-Qual è la sua camera?
-La suite 400.
-Veramente non ci è permesso farla salire al quarto piano.
-Scusi ma mi stanno aspettando.
-Dubito che lei possa salire, non è stata registrata!
-Bene allora mi registri, ecco i documenti.
-No, signorina. Mi spiace, non posso.
Lauren veramente incavolata nera aprì il suo cellulare e come
la mattina si ripeté una scena analoga.
-Criniera leonina tinta e meschata, il gorilla lilla qui non mi fa passare!
-Cavolo che palle, sono svaccato sul letto Tooooommm!
Si sentì un "deficiente che c'è" come sottofondo
sonoro.
-Vai giù tu ti prego, c'è Lauren, non la fanno passare.
-Che palle, sì vado.
Dopo qualche minuto un semi addormentato ragazzino scalzo
si presentò nella hall. Spiegò tutto al portiere e mostrò
che la ragazza era stata registrata nello staff.
Il malinteso fu risolto e Lauren con il suo amico salirono nella suite.
Quando entrarono nella stanza Lauren si guardò intorno stupita,
era molto elegante, enorme e modernamente arredata. Nell'immenso salone
due porte si affacciavano ai lati opposti, una era la camera di Bill
e una di Tom. Lauren scorse il suo amico Bill sdraiato sul letto, corse
incontro al ragazzo e si tuffò con tutto il suo dolce peso sull'amico
tramortendolo i due lottarono per una po' tra le coperte, Tom si lanciò
nella mischia cercando di afferrare la ragazza e farle il solletico.
Quando rimasero senza fiato si lasciarono ricadere sul letto guardando
il soffitto, Lauren in mezzo ai due ragazzi teneva loro stretta, stretta
la mano.
-Come è andato lo spettacolo?
-Bene, è stato molto bello e ho ricevuto tanti complimenti da
tutti.
-Benissimo, diventerai famosa anche tu, come noi.
-Ma vedremo, di solito i ballerini non li calcola nessuno. Comunque
la notte è giovane e noi dobbiamo andare a farci un giro.
-Sempre simpatica e realistica.
Bill le prese la mano, la fece alzare e disse:
-Circondati!- le vedi le ragazzine fanno la posta.
-Porca miseria! Sono ovunque, spuntano come funghi! Ma se vi camuffate
possiamo farcela. - disse Lauren ottimista.
-Non è semplice-disse Tom.
Lauren scrutava i ragazzi con sguardo indagatore poi cominciò:
-Ma dai Bill, se ti metti un cappellino non troppo sgargiante, ti metti
un paio di pantaloni lisci, senza fronzoli, cinture stravaganti con
pietruzze catarifrangenti, scheletri, teschi, draghi e quant'altro,
niente anelli, unghie bi-color eccetera puoi passare.
-Peccato che non abbia nessuna maglietta liscia e neutra.
-Nessuna magliettina liscia, liscia, nera, sobria, insignificante?
-No.
-Porca miseria ladra, e tu cane da pastore? Sei il meno camuffabile:
dove cazzo li mettiamo tutti quei dreadlock! Anche se ti mettessi degli
abiti civili decenti hai quella capigliatura rasta inconfondibile, il
cappellino poi è una cosa che ti contraddistingue, per cui! Ammesso
che riuscissimo a metterti un turbante in testa, tipo Sihk con abiti
stretti e senza il tuo look rap sembri Bill, siamo fottuti.
- Benvenuta nel mondo dei Tokio Hotel!- disse ironico Tom.
-Vorrà dire che uscirò con Gustav e Georg!- rispose Lauren
facendo spallucce.
-Stronza bastarda, ricordati che siamo stati noi a presentarti a loro
e comunque sei nostra amica. - disse Tom abbracciandola.
-Oddio Bill adesso prende la sua chitarra, mi tramortisce e mi porta
nella sua "Tom Caverna"- disse ridendo - Sono solo di sua
proprietà! Senti Neanderthal , cerca ti vestirti il meno riconoscibile
possibile io vado a chiedere a Gustav qualche maglietta neutra per il
fashion Bill e ci ritroviamo qui.
I ragazzi obbedirono e cercarono nel loro guardaroba qualcosa di meno
vistoso possibile, faticosa ricerca, mentre Lauren partì in esplorazione.
Entrò nella camera di Gustav che dormiva profondamente mentre
un imbarazzato Georg stava guardando un film alla tv in modalità
rilassata e poco presentabile.
-Georg ti va di venire a fare un giro?- lo invitò Lauren con
tono suadente.
-Più che volentieri mi stavo annoiando davanti a questo film!
Ma di là i due mezzi sciroccati?- chiese scettico il ragazzo
che ben sapeva con chi aveva a che fare.
-Stanno cercando dei vestiti umani- spiegò Lauren.
-Vana ricerca per Bill.- affermò il bassista.
-Già infatti sono venuta a chiedere a Gu, se aveva qualche magliettina
semplice per il fashion Kaulitz.
-Io, se fossi in te, non lo sveglierei- fece con tono sicuro il ragazzo.
-Perché?
-A volte si incazza un filo. E sto usando un eufemismo.- spiegò
Georg che ben conosceva il suo amico.
-Ma non con me, vedrai- fece sicura la ragazzina.
-Gu, Gughino, tesoro, piccolo svegliati. - Lauren accarezzò
la testa di Gustav che ronfava felicemente tra le lenzuola.
-Uhm- rispose dall'oltretomba- che c'è?
-Sono Lauren, piccolo, vieni con noi a fare un giro? Dai, sei a Parigi,
porca miseria, quando ti ricapita di esser a Parigi?
-Fra quindici giorni circa!-fece nel pieno della sua fase rem.
-Uffi, dai, Gughino, ma io non ci sarò, sarò via per un
concorso!- sussurrò Lauren con voce mielosa
-Uhm, sono stanco ero già nella fase di sonno profondo.
-Su, dai alzati- Lauren lo scoprì con un colpo netto, poi si
accorse di aver fatto una scemenza perché il ragazzo era in mutande
e non avevano tutta quell'intimità per cui altrettanto velocemente
lo ricoprì- scusa, scusa, scusa, non volevo, perdonami.
Gustav imbarazzato da sotto le coperte le disse:- Mi vesto e arrivo.
-Gustav lo so devi esser paziente, ma hai per caso una maglietta neutra
per il mentecatto tinto?- aggiunse rossa scarlatta dall'imbarazzo la
ragazzina.
-Sì prendine una- poi, pensando a una ragazza che cerca tra i
suo effetti personali, anche intimi, aggiunse - no scusa, te la prendo
io, sarà meglio, fammi vestire.
-Sì, scusami ancora, sono maleducata e invadente.
-No, sei semplicemente Lauren, una furia sciroccata di rosa vestita,
ma tanto ho l'abitudine di due pazzi fuori.
-Già i due Kaulitz.
-Sì.
Quando Lauren tornò nella suite c'era Georg seduto
sul letto di Bill che lo guardava e scuoteva la testa sconsolato. Poi
facendo un cenno a Lauren e con una mano al mento disse:
-Partita persa, non si trova neanche un pantalone decente o una maglietta
normale.
-Adesso arrivano i rinforzi, ho sguinzagliato Gustav.
-L'altra metà del cervello di Bill? Il T Kaulitz?
-Tom sta porconando in turco davanti allo specchio.
-Come cazzo fa mio fratello a portare sti pantaloni! Sono stretti!
-Ma dai ti slanciano, finalmente non sembri alto un metro e un cazzo
e non sembra che te la sia fatta nelle mutande!
-E' il mio look e se non ti sta bene.
-Ma, sì è vero, a Londra ho sempre il mio Vito.
-Chi cazzo è questo Vito?
-Un ragazzo con cui ho fatto molte esperienze in scena e fuori scena,
almeno quanto te!
-Mi sta sulle palle, lo ammazzo- con tono risentito Tom si allontanò
dallo specchio per avvicinarsi alla ragazza.
-Senti, ti ricordo le tue numerose conquiste o lo dici solo per vantarti?-
ribatté prontamenteLauren.
-No sono reali.- si vantò Tom.
-E allora?- Lauren si avvicinò al ragazzo con aria di sfida e
un sorriso ironico.
-Be', ma mi sta sulle palle e comunque non ti sa baciare come me. Tom
le si avvicinò e cominciò a baciarla sul viso, ovunque,
dietro le orecchie poi si attardò sul collo per lasciarle un
piccolo ricordino. La trascinò nella sua camera, chiuse la porta
per continuare le effusioni lontano da occhi indiscreti.
Ma Bill con tempismo degno di un cretino patentato fece irruzione nella
camera del fratello mostrando fiero la sua opera di camuffamento.
-Eccomi- urlò come al suo solito- sono pronto!
I due furono di nuovo colti in flagrante e si imbarazzarono non poco.
-Bill non ce la puoi fare vero?- disse Tom tirandogli un cuscino in
faccia.
-Perché non sono il più neutro possibile?- fece orgoglioso
il ragazzo.
-No, - asserì con sicurezza Lauren-quella cintura?
-Ma se no, mi cadono i pantaloni!- protestò vivamente il ragazzo.
-Mettiti fuori la maglietta così copri la fibbia!-suggerì
Lauren
-Uffi. -Disse con un tono da lattante che fa i capricci Bill.
-Siamo pronti?- disse impaziente Georg.
-No, se noi abbiamo tentato di vestirci normali, - disse Tom guardando
Lauren- tu non è meglio se ti vesti come un ragazzo? Almeno se
ci beccano puoi passare per un vecchio amico.
-Mi rifiuto- disse Lauren
-Sì urlò divertito Bill, mi scateno!- facendo seguire
il suo urlo da saltelli infiniti.
-Ho aperto la bocca dell'inferno!-Disse mordendosi la lingua Tom
-Sì, risvegliatemi fra un po'!-disse Gustav sbadigliando.
La sessione"vesti Lauren da ragazzo" durò
poco, Bill aveva le idee chiare e conciò l'amica come se stesso.
Le fece indossare una sua magliettina nera con delle ali d'angelo dorate.
Le fece infilare dei suoi pantaloni, stretti e strappati, le prestò
una polsiera nera e degli anelli.
-Bill, ti ricordo che io sono dieci centimetri più bassa di te!
-Urca è vero- esclamò il ragazzo guardando Lauren.
-Gustaaaav - urlò Bill con tutti i suoi polmoni -ci servono dei
tuoi pantaloni, mi daresti quelli fighi con lo strappo al ginocchio?
-Sì, te li porto, basta che non facciamo giorno!- sconsolato
il povero Gustav si alzò e andò in camera sua, poco dopo
portò il paio di pantaloni richiesto.
-Allora?- protestò Tom dopo un po'.
-E'quasi pronta!- disse soddisfatto Bill. Il ragazzo stava curando gli
ultimi particolari della sua opera: raccolse i capelli di Lauren in
una coda bassa e glieli fermò con un cappellino di Tom, poi come
tocco finale le cinse il collo con un collare borchiato.
-Ascolta piccolo fashion man, ti ricordo che dobbiamo sembrare i più
normali e insignificanti esseri della terra, così mi sento la
versione femminile dei gemelli Kaulitz. Un misto tra Tom e Bill.
-Uffi, la mia creazione!- borbottò indispettito il ragazzo.
-No, non offenderti, scricciolo tinto, mi tolgo solo la polsiera, gli
anelli e il collare di Scotty.
-Buh, che delusione! Comunque non è il collare di Scotty!- precisò
il ragazzo.
-Ecco i pantaloni-disse Gustav.
Lauren se li infilò e poi dovette prendere un cintura perché
era molto magra.
-I tuoi pantaloni mi sono lunghi, questi larghi, risultato: sembro un
Tom mal riuscito che vuole vestirsi come Bill. O un Bill impazzito che
si crede Tom, fate voi.
-La notte è lunga e noi giovani virgulti e mezzo- rivolgendosi
a Lauren- pronti per spaccare il mondo!- incitò divertito Tom,
mentre Georg si tirò su pigramente dal divano.
Lo strano gruppetto di ragazzi uscì dall'hotel da una porta di
servizio e con estrema diffidenza si allontanò per le vie di
Parigi. Alle due di notte, pian piano i rumori della città si
placavano, le varie iniziative musicali organizzate per quella festa
della musica stavano volgendo al termine e la gente si avviava verso
le proprie case, anche perché il venerdì per alcuni non
era certo vacanza.
I ragazzi dapprima camminavano silenziosi o parlavano solo sottovoce
perché timorosi che qualcuno potesse riconoscerli, poi si rilassarono
e Lauren cominciò a portarli in giro facendogli visitare una
Parigi storica, un tuffo nel passato come aveva promesso.
La ragazzina fece visitare ai ragazzi il quartiere del Marais, uno dei
suoi quartieri preferiti e ad ogni palazzo raccontava un aneddoto legato
alla corte francese del seicento. Bill e Tom si ricordavano vagamente
qualche storiella, soprattutto quelle di amori proibiti, amanti delle
contesse, dei conti e soprattutto storie su Luigi XIV e i suoi amori.
Poi attraversarono la Senna e Lauren li condusse sull'Ile de Saint Louis.
Da lì si godeva un panorama fantastico e Gustav tirò fuori
la macchina fotografica.
-Geniale- urlarono in coro!
-Foto di gruppo con panorama di Parigi!
-Hai l'autoscatto?
-Sì certo, ma come facciamo?
-Su quel muretto, ah sì, ma è troppo basso, accucciamoci
allora.
-Sulla panca!
-Meglio, la panca è perfetta, mettetevi in posa.
Gustav schiacciò l'autoscatto si mise in posa.
-Sorridere ragazzi, incitò Lauren - poi con uno schiaffo in testa
a Bill disse- Perché nelle foto che appaiono sui giornali "sfiancheggi"
?
-Faccio che?
-Sì sei sempre in posa con un anca de fori e la mano sul fianco,
sembri una ragazza!
-Dici?
-Sì- dissero in coro gli altri membri del gruppo!
-E' incredibile non mi sono mai accorto!
-Allora sei irrimediabilmente cretino!
-Eppure
-Evidentemente il gene della mascolinità è andato tutto
a Tom.
-Spiritosa, comunque non faccio apposta, quando mi dicono di mettermi
in posa io tendo sempre a mettermi di lato perché odio le inquadrature
frontali, mi si vedono troppo i denti, io odio i miei denti.
-Ma sei più fumato di un furetto cieco in calore! I tuoi denti
sono bellissimi, bianchissimi e dritti che cavolo di complessi hai?
-Oh senti, ognuno ha le sue! Comunque ti giuro non faccio apposta.
-Ok, da oggi sempre in posa come sta sera. E voi dategli una sventola
se non si mette correttamente.
-No, noi bastardi lasciamo il Bill fare la diva, è così
divertente.
-Sadici bastardi. -disse Lauren
I ragazzi camminarono a lungo e fecero foto in ogni angolo, con una
Parigi tutta illuminata e quasi deserta. Per una notte si divertirono
con semplicità come quattro turisti in compagnia di una ragazza
che di parlantina spacca marroni ne aveva almeno quanto il suo amico
Bill.
Tutti si divertirono da matti, poi Gustav rimase più indietro
facendo delle foto e con un accenno a Georg fece segno di lasciare Tom
e Lauren camminare un po' da soli davanti a loro. Bill dapprima li incitò
a raggiungerli, ma loro con uno schiaffo ben piazzato gli fecero comprendere
le loro intenzioni. Bill obbedì.
Lauren si tolse il cappellino per prendere un po' d'aria ai capelli
e al viso, sul quale stava spirando una lieve brezza, ebbe un piccolo
brivido lungo la schiena e Tom l'abbracciò cercando di scaldarla.
I due non si erano accorti di esser lontani dagli altri tre ragazzi,
stavano camminando lungo la Senna alla volta della Tour Eiffel era così
bello e calmo. Lauren e Tom camminavano mano nella mano e poi Tom fu
preso dall'impulso di baciare la sua Lauren.
La prese e la baciò con dolcezza, non voleva più mollarla,
ma lei con delicatezza lo respinse.
-Sai che non mi piacciono le persone che sventolano così il loro
amore e si baciano in modo troppo caloroso per strada? Odio le coppiette
che si divorano il viso davanti a tutti, lo trovo poco educato. Per
me il bacio è qualcosa di sacro e di intimo, perché mostralo
a tutti? Nella solitudine di una stanza o nel calore di una casa è
così dolce lasciarsi andare come abbiamo fatto prima, ma per
strada, sarò bacchettona, ma no, non mi piace.
-Va bene, scusa, hai ragione. Il problema è che a volte non riesco
a frenar l'impulso, sei così bella e il tempo per stare con te
così breve che vorrei, riempirti di baci fino a renderti completamente
mia, voglio inebriarmi del tuo profumo per potermelo ricordare fino
al nostro prossimo incontro. Voglio sentire le due braccia stringermi
stretto a te, le tue mani percorrermi la schiena come hai fatto oggi
e oltre, fino ad esser una sola cosa con me.
-Lo so, ma lo abbiamo già detto, un giorno sarà tutto
nostro il sentimento d'amore che ci lega.
- Ehi, Gustav- urlò Lauren- ci fai una foto e poi un'altra con
i miei angeli, così con la Tour che si vede e l'alba che si sta
affacciando sui nostri volti?
-Con immenso piacere.
I due ragazzi si misero in posa e poi la seconda foto Lauren la fece
abbracciata ai suoi due amici. Poi le venne in mente:
-Voglio un'altra foto ignorante con il mio scricciolo. Bill ti ricordi
la presa di Dirty Dancing che provavamo in piscina da me?
-Oddio vuoi morire, vuoi che la tua carriera di ballerina si concluda
oggi?
-No mi fido di te, dai adesso c'è abbastanza differenza d'altezza
e io sono bravissima.
-Tu sì, ma ti ricordi le proverbiali doti ginniche di Bill?-
disse Tom
-Sì, ma tu e Georg vi mettete dietro Bill così mi afferrate
in caso il rammollito non ce la faccia.
-Mia cara, io sono pronto, se tutte le sere canto davanti a delle folle
urlanti, delle platee infinite, posso affrontare una stupida presa.
La tua insegnante poi me l'aveva mostrata, ti ricordi?
-Sì, io mi fido della criniera leonina canterina!
I due ragazzi si misero d'impegno:
-Prendimi qui, dai fianchi, vedi- e Lauren appoggiò le mani di
Bill sulle sue anche-poi fai forza e mi sollevi, non troppo indietro
le braccia devono essere lungo le tue orecchie.
-Sì, sono forte! Sono grande ce la posso fare.
I tre amici guardarono senza troppa convinzione Bill e le sue braccine
magre. Ma se quei due erano convinti perché frustrare le loro
velleità!
-Gustav pronto ad immortalare il momento?
-Sì- poi sottovece- pronto ad immortalare Bill che viene spiaccicato
rovinosamente!
Lauren fece qualche passo correndo, poi si diede una spinta mentre sentì
Bill che l'afferrava con sicurezza e la sollevò!
La presa riuscì miracolosamente ma durò pochissimo, Bill
cominciò a far onddengiare l'amica che fu afferrata prontamente
da Tom e Georg mentre Bill cadde rovinosamente atterrando sul deretano.
-Ahi- urlò con quel suo lamento che lo contraddistingueva. -
Mi fa male il sedere, uffi, mi avete tirato e fatto cadere.
-Razza di mentecatto, sei tu che ti sei sbilanciato e se dovevo scegliere
tra salvare te o Lauren, scusa ma ho scelto Lauren, il tuo culo tanto
di cadute ne ha fatte tante.
-Bastardo, è così che mi consideri? Sono tuo fratello,
carne della tua carne, stesso patrimonio genetico, abbiamo condiviso
il liquido amniotico.
-Sì e tu mi ciucciavi il cibo, razza di cretino. - disse Tom
facendo seguire il suo rimprovero da una sberla sulla testa al fratello.
-Non è vero!
-Mi hanno tirato fuori per primo perché tu mi spiaccicavi nella
pancia.
-Non è vero ti hanno tirato fuori per primo perché
- perché hanno intuito che ero il più intelligente e dotato.
-Secondo te Lauren, andranno avanti per molto?- disse Georg mentre si
grattava il mento pensoso guardando con aria di compatimento i due gemelli.
-Io non mi abituerò mai alle loro lunghe litigate cretine- fece
Lauren sospirando.
-Nemmeno io- aggiunse Gustav scotendo la testa e arricciando il naso
in segno di disgusto, divertito.
Proseguirono il cammino con Bill che si fregava il sedere, Tom e Lauren
mano nella mano.
- Che ore sono? - chiese Bill con una vocina lamentosa.
-Le cinque!
-Si mangia?
-Sei scemo?
-Ma io ho fame! Dai mamma Lauren ho fame!
-Mi domando come fate a sopportarlo, è lamentoso, capriccioso,
logorroico, insomma una palla al piede!
-Grazie tesoro per tutti questi complimenti! Comunque non c'è
un simpatico Mac Donald aperto?
-Che cosa? Robaccia! Insomma se hai un po' di pazienza arriviamo alla
Tour Eiffel, vicino c'è un super panettiere che apre alla sei
e sforna ogni ben di Dio da risvegliare i morti!
-Ma, manca un'ora, dai, io ho fame!-facendo seguire le sue parole da
tiratine di maglietta tipo bimbo di due anni.
-Madoooo, Bill, sappi che l'acqua della Senna è fredda e inquinata,
se continui ti lancio dal ponte.
-E' vero- confermò Gustav- io non guardo, anzi aiuto Lauren a
lanciarti giù!
-Già tipo Sputnik!- disse deciso Georg
-Ci hai scassato!- sottolineò con tono acido Tom.
-Ma perché ce l'avete sempre tutti con me!- disse Bill con un
tono da vittima piagnona - Uffi!
-Tanto- spiegò Tom- io canto benissimo, possiamo sempre fare
un gruppo in tre.
-Oppure un cantante più bravo con le lingue lo troviamo facilmente.
- affermò con ironia Georg.
-E' vero, uno che imparerebbe le canzoni in un attimo e non come il
rompi palle qui accanto che ci ha messo mesi!- fece cenno Tom.
-Ci ho messo mesi perché sono un perfezionista e volevo avere
un'ottima dizione!- sottolineò Bill con decisione continuando
con quella voce acuta da bimbo palloso.
-Sarà- disse Gustav sottovece a Lauren- ma secondo me è
negato, per questo ci ha messo tanto!
-Lo penso anch'io! - affermò ironica - Comunque Bill muovi il
culo e cammina, la meta non è lontana. -disse con fermezza Lauren.
Bill, che fingeva di esser offeso, proseguì la strada trascinato
da Lauren e Tom, quasi in silenzio.
Poi finalmente ecco erano sotto la Tour Eiffel alle prime luci dell'alba.
Lauren ovviamente spiegò tutta la storia del monumento. Fecero
foto in ogni angolo, posa e direzione
-Vedete il palco di solito lo montano laggiù.
-Davvero che bello.
-A me piacerebbe se mi calassero dall'alto della Tour Eiffel e mentre
finisco la canzone uscissero mille zampilli di fuoco.
-Sempre modesto.
-Comunque dall'alto ce lo calo io, ma a calci se non la smette di delirare-
disse Tom veramente al limite.
-Sempre modesto- concluse invece Gustav, più tenero con l'amico.
-Dai, piccolo Bill, non esagerare, il mondo non è ancor pronto
per vedere un pazzo rockettaro calato dalla tour Eiffel.
-Meno male che ogni tanto mi difendi Lauren, la mia fantasia trabocca
di scene strane per i video delle nostre canzoni.
-Meno male che abbiamo dei professionisti che ci assistono per i video
e ci disegnano gli story-bord, altrimenti
-Georg lasciò
in sospeso la frase ma rendeva perfettamente l'idea.
-Limitati a scriver canzoni scimunito!- Tom gli prese la testa sotto
il braccio e cominciò a spettinarlo poi disse:
-Adesso la pausa colazione, vero Lauren.
-Sì- urlò Bill felice. Lauren lo prese per mano e insieme
corsero avanti.
-Dai lumaconi, ho fame.
I quattro ragazzi e una Lauren irriconoscibile entrarono nella panetteria
dove un profumo di baguette appena sfornata li estasiò all'istante,
mentre nella vetrina apparivano dolci e leccornie fantasticamente presentate.
-Sono in Paradiso- affermò categorico Bill.
-Valeva la pena aspettare fino alle sei?- domandò la ragazza
con dolcezza.
-Già Lauren grazie- concluse Gustav.
-Bonjour Madame Delore.
-Oh, mais qui-est-ce sous ce chapeau ?
-Moi, madame - Lauren si tolse il cappello e la sua chioma fluente ricadde
morbida sulla schiena.
-Je t'avais pas reconnue!
-J'ai dû me déguiser pour me promener avec cette bande
d'abruties.
-Ce sont tes amis allemands ?
Bill stava perdendo l'appetito troppo francese per i suoi gusti.
-Oui, mes anges !
-Alors le petit chanteur qui fait craquer les curs?
-C'est lui, madame- Lauren indicò Bill che sorpreso si chiedeva
che stesse dicendo l'amica.
-Ma petite fille en est vraiment amoureuse, si elle savait qu'il est
là !
-Oh, non s'il vous plait ça serait la cata.
-T'inquiète.
-Allora cosa volte ?- Lauren si girò e trovò
quattro faccine che contemplavano mute e sbavanti la vetrina.
-Una di tutto! affermarono Bill e Tom all'unisono.
E la signora che non conosceva il tedesco, ma aveva sentito il coretto
chiese:
-Ce sont eux, les jumeaux?
-Oui madame.
-Ragazzi vi verrebbe il mal di pancia e oggi avete l'intervista !
-Sì che bello saltare l'intervista- disse Tom gioioso.
-Già concordo!- fece Bill, di solito molto ligio al dovere.
-Farò io ragazzi fidatevi.
- Alors évidemment une baguette, cinq pains au chocolat, quatre
croissants, quatre pains aux raisins. Puis je voudrais quatre macarons,
quatre éclaires, come le volete ? cioccolato o caffè ?
-Cioccolato- gridarono all'unisono i quattro ragazzi.
-Lo sapevo! Siete prevedibile rifatelo ancora?
-Cioccolato- i quattro lo ripeterono con lo stesso impeto.
-Donc quatre éclaires au chocolat et quatre Paris-Brest, pour
finire je crois quatre têtes de nègre.
-Io voglio anche quella con le fragole-affermò Bill con la bava
alla bocca
-Ma non ti bastano le settecento paste che ho scelto?
-Sì sono abbastanza caloriche, ma uhm -sfoderando i suoi occhioni
da cerbiatto Bambie e facendo delle piccole carezzine sulla spalla al
Lauren -facciamo metà, ma io voglio assaggiare anche quella con
le fragole, dai è dietetica!
-Se fino alle carezzine avevo mezza intenzione di accontentarti, alla
parola dietetica mi vien voglia di darti un calcio nei così detti!
Sai che ti dico, chiedigliela tu!
-Allora morirò di fame! - disse rattristato il ragazzo.
-Dai Lauren fai contento il piccolo Bill, o ci scarugherà i coglioni
per le prossime quattro ore!-disse implorante Tom.
-Piccolo di più di un metro e ottanta?
-Sì!
-Le gourmant- là veut celle-ci? N'est-ce pas ?
-Oui, oui- disse Bill scotendo il capo con le sole cose che si ricordava
di francese.
-Mais Lauren, le quel te fait craquer?
-Le blondinet rasta.
-Ah, bon choix il est mignon et il a de beaux yeux !
-Merci madame Delore. J'ai donc votre permission?
-Oui, tout à fait !
-Mettez-tout sur mon compte.
-Ah j'ai oublié, le débile-là voudra sûrement
du lait. C'est encore un enfant !
-Oui ça se voit, il est mignon comme tout.
-Oh, oui madame c'est vraiment un très bon garçon, je
l'adore ce mon âme sur.
-Mais je te félicite ma petit tu es sur le journal, bon ton article
est plus petit que celui dédié a tes amis, mais bon tu
es une star.
-Che cosa state dicendo-intervenne curioso Bill.
-Nulla tesoro, a quanto pare c'è un articolo che parla di me.
-Figo- urlarono i ragazzi-dobbiamo comprarlo!
-Io me lo faccio autografare!
-Cos'è Bill mi prendi per i fondelli?
-No, mia madre ne sarà entusiasta!
-Già, la mamma ci chiede sempre di te!
-Davvero?
-Sì tesoro, mia madre ti ama alla follia!
-uh che carina!
I ragazzi uscirono dal negozio felici e contenti, Lauren
li portò al parco giochi nei giardini sotto la Tour Eiffel, ma
prima comprarono i giornali, poi si sedettero tutti su una panchina
pronti per azzannare il ben di Dio. Lungo tutto il tragitto avevano
già divorato la baguette ancora calda.
-Io propongo di fare colazione qui e poi andare a mangiare le paste
a casa mia!
-Sì ottimo!- Dissero Georg e Gustav, mentre Tom e Bill erano
perplessi.
-Uhm, io sono stanco, non voglio camminare!- si lamentò Bill.
-Anche io sono stufo di passeggiare con questa lagna appresso, poi!
-Oh due teste di minchia e un mono neurone in due, io abito in quel
appartamento laggiù.
Lauren indicò un appartamento che si affacciava sui giardini
con un balcone fiorito all'ultimo piano. E se continuate con queste
lamentele vi accompagno all'entrata di un liceo e vi lascio lì
in preda alle ragazzine fanatiche!
-Porca miseria, no, il terrore, ci spoglierebbero! Ah- guardando il
palazzo dall'altra parte del parco- è vero allora, sei veramente
sotto la Tour Eiffel.
-Sì, da lì si gode un fantastico panorama, dopo ci andiamo,
però non volevo svegliare papinou.
-E io non vorrei incontrare tua madre- disse Bill con una faccia lievemente
terrorizzata- ancora mi considera l'anti-Cristo?
-Ah, non ti ho aggiornato, scusami, mia madre non abita più a
Parigi, è tornata in Germania, lunga storia e parentesi travagliata
che non vorrei aprire.
-Uh, tesoro, tutto bene?- chiese Georg molto in ansia perché
come i gemelli sapeva la sofferenza che provano i figli per il divorzio
dei genitori.
-Era una cosa che si discuteva da tempo, è stato meglio così,
poi vi racconto meglio.
Tom e Bill scrutavano negli occhi blu Lauren come per leggerle nell'animo,
ma se la ragazza non si era confidata con loro, come faceva da sempre
anche se erano lontani, voleva dire che era tranquilla e serena.
-Attacchiamo il fortino!-urlò Tom
-Ok, mezzo sciroccato che non sei altro va be'che siamo seduti accanto
alla carovana del Far West, ma io userei un'altra espressione.
-Inizio a temere- disse Gustav con un'espressione preoccupata.
-No volevo dire solo, ho talmente fame che mangerei un bue in corsa!
-Oh, finalmente! - disse Bill fiero- Lauren ha fame, che bello.
-Allora io attacco questo- Lauren prese il pain au chocolat, mentre
i ragazzi si tuffarono ognuno su una brioche diversa.
Poi con il boccone in bocca Bill interrogò l'amica:
-Ma, du du manji solo qvello?
-Idiota, non si parla con la bocca piena, mi ai sputato in faccia !-
lo redarguì Tom facendo seguire il rimprovero con una sonora
sberla in testa al fratello. Questa era solo una scusa per rubargli
l'altra metà del croissant cosa che mise su tutte le furie il
gemello.
I due cominciarono a lottare mentre con grande tranquillità,
quasi zen, gli altri due ragazzi, mangiarono tutte le brioche che gli
spettavano e nascosero quelle dei gemelli.
Rimasti quasi senza fiato e avendo esaurito la serie degli insulti i
ragazzi tornarono sulla panchina e il sacchettino con le leccornie era
vuoto.
-Razza di bastardi avete mangiato tutto?
-Questa non ve la perdono!- urlò Bill furente.
-Noi? Cosa abbiamo fatto?- disse Georg sfoderando la sua miglior faccia
compita e innocente.
-Nulla, abbiamo mangiato felicemente, se dei cretini litigano invece
di mangiare
chi va via perde il posto all'osteria!
-Sì, ma il padrone è ritornato il posto va ridato- terminò
furente Tom
-Dai mono neurone tinto e pastore bergamasco ecco le vostre brioche
e il latte.
I due mangiarono con avidità senza perdere una briciola per paura
di esser attaccati, difendevano con il corpo le brioche.
-Ma le pastarelle?
-Bill, che cos'hai al posto dello stomaco?
-Scusa Lauren, mi hai fatto camminare dalle due e trenta circa alle
sei, per bimbo Bill questo è solo l'antipasto.
-Adesso che ho aperto la voragine
-aggiunse Tom.
-No, i patti erano chiari! Le pastarelle a casa! Insomma saranno duecento
metri!
-Facciamo delle foto!-propose Gustav per non sentire Bill.
-Sì, sulla carovana- urlò soddisfatto il cantante.
-Lo si fa felice con poco lo scemo tinto- disse con bonarietà
Georg.
I ragazzi fecero delle stupende foto a cavalcioni messi in scala sul
cavallo di legno che vi era nel giardino dei bimbi. Ne fecero un'altra
sulla carovana, poi appesi all'albero della cuccagna, i ragazzi erano
raggianti, per alcune ore avevano completamente perso la cognizione
del tempo e i loro impegni lavorativi. In allegria e canticchiando felicemente
si diressero a casa di Lauren. Quando Lauren digitò un codice
un portone in vetro e ferro battuto molto elegante si aprì, l'androne
della casa era tutto di marmo e specchi, una passatoia rossa indicava
il cammino per l'ascensore, un antico ascensore in ferro.
-Ma è sicuro?- chiese Bill preoccupato.
-Tranquillo, solo una volta si è fermato tra due piani, ma dopo
due ore qualcuno è arrivato a tirarmi fuori.
Bill cominciò a sbiancare.
-Uh, è così semplice far paura al pivello!
-Già è quasi disarmante quanto sia ingenuo
-E cretino
-E credulone
-E dai, aggiungete qualcos'altro, ma siamo appandorati, ci reggerà?
-Ma dai cretino peserai si è no cinquanta kili con borchie, stivali
e fronzoli punk, ora che sei in borghese peserai sui 45.
-Sempre amabile dolcezza- e Bill la prese tra le braccia e insieme entrarono
in ascensore.
Tutto taceva, Laure aprì con cautela la porta, la casa era silenziosa,
in una atmosfera di penombra i ragazzi entrarono in una favoloso appartamento
ammobiliato in stile napoleone terzo, i mobile erano di autentico antiquariato.
-Caspita- disse con contegno Bill- sembra un castello!
-Veramente, è stupefacente, è veramente in stile francese.
-Sembra l'opposto della casa di Loitsche!
-Sì, papinou è un discendente di una famiglia nobile francese,
sono tutti cimeli di famiglia, ma andiamo nel mio spazio preferito.
-La tua camera è sempre rosa confetto?
-Certamente sì! Ma andiamo in un altro posto. Dobbiamo fare le
scale.
I ragazzi furono introdotti in un'immensa sala prove di danza ricavata
in una stupenda mansarda, dalle finestre si vedeva la Tour Eiffel ormai
illuminata dal giorno.
-Questo è il mio regno!
-Caspita è enorme!
-E che vista!
-Questi sono gli stessi poster che avevi nell'altra casa, non è
vero?
-Sì i miei ballerini preferiti e poi la locandina dello spettacolo
di "Le roi soleil", quella del film "le roi danse"
e infine
-Ma siamo nooi-urlò Bill felice.- la solita faccia da pesce lesso
eh fratello?
-La solita posa da cretino, vero Bill
-Mi spiace come sempre sono il più bello.
Gustav Georg e Tom guardandosi negli occhi si fiondarono sul cantante
urlando:
-Lauren apri
-Sì lo buttiamo giù
-Non ne possiamo più delle sue arie da star!
-Prego la finestra è aperta. - invitò Lauren aggiungendo
un gesto da hostess d'aereo.
I ragazzi scherzarono come matti si rotolarono per terra cominciarono
l'ennesima lotta, che terminò quando non ebbero più fiato.
-Leggiamo un po'cosa dicono di bello i giornali su di te, Lauren
-Sì
Lauren sfogliò il giornale e nella pagina degli spettacoli svettava
un enorme articolo sui Tokio Hotel
-Ragazzi siete dappertutto, siete molesti!
-Modestamente- fece Bill fiero
-Allora eccolo qui il mio articolo.
-Oh, ma c'è anche una foto con te che fai l'inchino al presidente!-
gurdò stupito Tom.
-Che bello il tuo tutù-commentò Bill.
-Sei bellissima!- aggiunse Tom affascinato.
- Dai leggici cosa dice!- invitò impaziente Georg.
-Bla, bla bla, ecco "le promesse della danza Lauren Bart e Philippe
Leconte, si sono esibiti magistralmente sulle note del Don Quijote di
Minkus danzando un passo a due e alcuni assoli. Il Presidente si è
dilungato molto in particolare con la ballerina che sembra avviata verso
una carriera folgorante. Ha infatti vinto già moltissimi premi
internazionali e avuto una menzione d'onore alla fine di questo anno
accademico nella prestigiosa scuola di danza dell'Opera dove si è
diplomata con un anno di anticipo su tutte le sue coetanee come solo
era successo a Sylvie Guillem." Poi bla bla l'articolo continua.
-Sono senza parole, ma è stupendo!- Tom strinse Lauren tra le
sue braccia.
-Sei una celebrità! La stritolò Bill.
-Porca miseria, veramente dobbiamo chiederti l'autografo.- aggiunse
Georg incredulo.
-Smettetela band di cretini!- li riprese imbarazzata la ragazza
-Dove li tieni tutti i tuoi premi?- chiese Gustav
-Sono in salotto, papinou ha fatto una teca con tanto di vetrina e luci.
-Caspita, dopo ce li mostri!- fece curioso Tom.
-Sì però ora voglio un vostro parere su una coreografia
che ho montato per il concorso di Spoleto.
-Sì, bello!- dissero in coro i ragazzi.
-Allora mi presento con la variazione del don Quijote per la categorie
solista danza classica e poi nella categorie di contemporaneo con, non
offendetevi però
-Quel gruppo francese del cazzo-disse Tom con tono indispettito.
-No, "in the end"- precisò Lauren.
-Che palle, odio i Linkin park da oggi- disse deluso Bill.
-Uffi, non c'è neanche una nostra canzone che ti piace?- chiese
risentito Gustav.
-Sì, ma questa la sto lavorando da un paio d'anni- spiegò
con calma Lauren.
-Sì ma la prossima volta sceglierai una delle nostre, vero?-
ribatté ansioso Bill.
-Sì, magari quella che mi avete fatto sentire ieri- fece Lauren
pensosa.
-Bene, 1000 Meere- precisò Bill.
-Sì, promesso, mi devo preparare, potete intanto fare come a
casa vostra, là ci sono dei cuscini, il bagno è laggiù-
Lauren invitò i ragazzi a prender posto in un angolo della sua
sala prove personale.
-Prima io- scattò Tom
-No, neanche per sogno ci vado io!- lo afferrò Bill, i due si
spintonarono un po', poi Tom ebbe la meglio.
-Prima i fratelli maggiori.
-Stronzo!
Lauren si infilò le scarpette da punta e poi cominciò
un po' di stretching, fece qualche esercizio.
-Ok, non forzo ovviamente perché non sono calda! Comunque spero
vi piaccia.
La ragazza mise la musica e ballò. La sua era una danza strana,
sulle punte ma al ritmo di una musica per nulla classica. Era strabiliante.
Sicura, con un ritmo e una forza travolgente, quando ballava sembrava
un'altra, il corpo faceva delle evoluzioni complicate e passi di classica
si mescolavano a passi degni di una ginnasta. I ragazzi la guardavano
senza poter respirare, i suoi occhi erano magnetici e i sentimenti che
sprigionava movendosi palpabili. Quando la musica terminò i ragazzi
erano entusiasti, Tom poi era perso, sentiva un groppo in gola, una
voglia di abbracciarla e non lasciarla più andare. Bill era commosso
alle lacrime.
-Pulcino- disse Lauren- che hai?
-Sei splendida!
-Oh, grazie!
-Sarai la migliore, non c'è dubbio- affermò categorico
Gustav
-Grazie ragazzi, ma dubito, è una coreografia improvvisata, non
creata da un grande nome e poi troppo contro tutte le convenzioni.
-Come te?- disse semplicemente Tom
-Già, ma ora perché non ci scateniamo con la mia canzone
preferita del momento, mi mette allegria, mi fa ricordare tanti bei
momenti!- Lauren schiacciò un pulsante dal telecomando e mise:
"Jung und nicht mehr Jugendfrei"
Bill, Lauren e Georg si scatenarono, poi trascinarono un recalcitrante
Gustav e infine obbligato perché a suon di calci Tom si unì
a loro. I ragazzi furono interrotti dal padre di Lauren che entrò
all'improvviso:
-Fragolina, la musica è un po' alta!
-Scusa papinou, non volevo
-Oh, ma ci sono i ragazzi, che gioia! Bill, Tom, vi prego venite che
vi abbraccio!- i ragazzi furono stritolati dal padre di Lauren.- Siete
cresciuti, due giovanotti uhm, non siete molto in carne però,
guarda qui Gustav e Georg due bei ragazzotti forzuti, dovete mangiare
Kaulitz!
-No, non pronunci quella frase- disse scherzando Georg.
-Già abbiamo i pasticcini- disse Bill con un sorriso a trecento
denti.
Tom si fregò le mani: -dobbiamo crescere, ce l'ha detto tuo padre!
-Tutte scuse, comunque faccio portare del tè, del caffè
e del latte- fece sconsolata Lauren che aveva perso l'abitudine della
fame atavica dei due gemelli.
-Sì colazione-disse felice Bill fregandosi le mani.
-Come se non ne avessimo fatta già una!- fece scotendo la testa
Georg.
-Sì, ma è passata più di un'ora- asserì
con sicurezza il cantante.
-Ma vostra madre come faceva, vi allattava ventiquattro ore su ventiquattro?
Uno al seno destro l'altro al sinistro?-si domandò Lauren.
-Non so, ma la nonna l'ha aiutata molto a quanto pare eravamo terribili!-
spiegò Bill divertito.
-Sì, ci dice che per i primi due anni di vita non abbiamo mai
dormito per più di due ore consecutive- confermò Tom.
-Povera signora Simone!- pensarono i ragazzi.
-Sì, ma guarda che gioiellini!- disse fiero Bill battendosi sul
petto.
-Scusa dove?- domandò Lauren.
-Stronza! -dissero in coro.
I ragazzi mangiarono, mentre Lauren li guardava.
-Ehi, tesoro, non mangi?-disse preoccupato Tom
-No, grazie nel pomeriggio ho lezione e non posso appesantirmi troppo-
spiegò Lauren.
-Mu, qvesta dobebemo parla a metà!- disse Bill con la Tête
de nègre in bocca indicando la crostata con le fragole.
-Va bene, facciamo a metà di quella alle fragole! E con Tom
-
Lauren si girò verso Tom che con difficoltà stava mangiando
la Paris-Brest, aveva panna e crema che gli uscivano ovunque - faccio
a metà di questa!
Lauren si avvicinò al viso del ragazzo che aveva un baffo di
panna misto a crema al cioccolato tutto intorno alla bocca e lo baciò
con molto calore e trasporto. Tom con un mano occupata dalla Paris-Brest
e nell'altra un tovagliolo restava immobile e impotente alle effusioni
della ragazza, era così dolce poter condividere così il
pasticcino. Lauren si voltò e morsicò un pezzo di Paris
- Brest sporcandosi a sua volta il naso. Tom allora la pulì con
il suo tovagliolino e ne approfittò per ri baciarla.
-Ok, abbiamo finito voi due di amoreggiare come in "Nove settimane
e mezzo"?- rimproverò Bill con ironia.
-Uhm, scusate, ci siamo fatti prendere un po' la mano- fece la ragazza
con le guance imporporate.
-Vi slogate la mascella, un altro po'!-commentarono i ragazzi guardandoli.
-Gelosoni!- disse sorridendo Lauren
I ragazzi finirono la pantagruelica colazione e poi:
-Bill, ho bisogno di una consulenza- sentenziò Lauren.
-Spara!-Bill era contento gli sembrava di esser tornato ragazzino.
-Allora, fashion men, cosa metto per il mio pezzo di contemporanea?-chiese
Lauren al cantante.
-Vestita come sei adesso sei perfetta!- suggerì Georg.
-Dici? Pantaloni di Gustav, maglietta e cintura di Bill, cappellino
di Tom? Mi presti le tue mutande Georg?-concluse la ragazzina ben sapendo
di metter in imbarazzo il bassista.
Il ragazzo dai lunghi capelli biondo scuro arrossì e si guardò
in giro cercando conforto dai suoi amici ma li vide piegati in due dal
ridere.
-Be', be'-balbettò- veveveramente.
-Oddio, sei uno spasso Georg, tremendamente timido, ti adoro- disse
Lauren- però se mi mettessi questi abiti, vorrei veramente qualcosa
di te, così stareste con me e ballerei con i Tokio Hotel. Andiamo
in camera mia per consultazione.
-Sì, andiamo nel tuo mondo rosa!- fece impaziente il consulente
di moda.
I ragazzi scesero nell'appartamento, Bill e Lauren entrarono in camera
della ragazza che non era cambiata per nulla, mentre il padre di Lauren
fece visitare agli altri tre ragazzi tutta la casa, mostrando i premi
di Lauren nella teca, raccontò tutta la vita della sua piccolina.
All'insaputa di Lauren poi mostrò anche l'album di foto dove
la si vedeva nuda da neonata e in momenti più o meno imbarazzanti.
Poi mostrò ai ragazzi l'album che la ragazza stava facendo raccogliendo
tutti gli articoli pubblicati su di loro il suo album "Tokio Hotel".
I ragazzi si persero nei ricordi, mentre Lauren e Bill, lavoravano alacremente.
-L'idea dei pantaloni militari larghi di questo viola
e rosa misto oro, mi piace alquanto e in effetti se dici che i jeans
ti impediscono i movimenti forse sono migliori. Potresti tagliare i
jeans sui lati e aggiungere degli inserti mimetici con questa stoffa,
la magliettina ti sta benissimo, la cintura la potresti sostituire poiché,
immagino sia un po' scomoda, se ti entra nello stomaco.
Nel delirio creativo Bill aveva preso un foglio e insieme a Lauren aveva
tracciato dei disegni come solevano fare nell'atelier di sua madre.
Poi il ragazzo, le prese la mano, Lauren si fermò interdetta,
si girò e si ritrovarono uno di fronte all'altro. Bill era serio
e teso. Lauren si trovò spiazzata, il ragazzo non l'aveva mai
guardata a quel modo. I suo occhi marroni senza nessuna traccia di trucco
erano penetranti e la misero in soggezione.
-Sai io non capisco il francese, ma alla signora della pasticceria hai
parlato di anima gemella?
-Sì, ho detto che tu sei il mio migliore amico, il mio spirito
affine, mentre sono.
-No, non terminare, sei innamorata di Tom! L'ho sempre saputo e questo
mi logora da molto tempo - Bill sembrava trasfigurato dal dolore, un
qualcosa all'interno del suo essere gridava per uscire - Te lo devo
dire, non posso più tacere.
Ma Lauren lo interruppe posandogli dolcemente una mano sulla bocca:
-No, Bill, ti scongiuro, non farlo, non dirlo, non pronunciare quelle
parole, io perderei il mio migliore amico e la persona che amo, perché
a quel punto non vorrei più rivedervi. Mai più! Mai, mai
vorrei esser la causa di una rottura tra te e Tom, perché sarebbe
inevitabile, preferirei allontanarmi per sempre da voi. Non vorrei più
rivedere né te né Tom, quindi ti prego, non pronunciare
quella frase, non finirla, non finirla.
A Bill sembrò di morire, un nodo in gola non lo lasciava respirare,
mentre gli occhi di Lauren, con il suo profondo blu lo gettavano in
un abisso scuro dal quale non riusciva a riemergere. Si sforzava di
non piangere, di non urlarle tutto il suo dolore per quelle parole che
avevano spezzato dentro di lui qualcosa.
-Allora due mono neuroni riuscite ad uscire dai pizzi, merletti e catene
o vi siete persi?- Tom fece irruzione nella camera con il suo tono baldanzoso
e ciò che vide lo lasciò stupito.
Lauren e Bill in lacrime si guardavano senza parlare, mano nella mano.
Bill con uno sforzo sovrumano si asciugò subito le lacrime e
lasciando la mano di Lauren sorrise come solo lui sapeva fare e guardando
negli occhi il fratello disse:
-Lauren mi stava raccontando di sua madre e così
Ma Gustav e Georg che erano entrati nella camera dietro Tom, avevano
intuito la scena che si era appena consumata e non si lasciarono convincere.
Ebbero infatti la prontezza di portar fuori dalla stanza Bill che vacillava.
Gustav gli si avvicinò :
-Bill- e fece seguire le sue parole da un gesto affettuoso e semplice
come quello di mettergli una mano sulla spalla- vieni devi vedere Lauren
da piccolina!- fece per smorzare l'atmosfera.
-Già- aggiunse Georg- è uno spasso, in alcune foto e pure
nuda.
Bill, come un automa, li seguì:
-Grazie ragazzi. - riuscì a pronunciare con voce flebile senza
farsi sentire dal fratello.
I due amici avevano intuito da tempo i sentimenti che legavano Bill
a Lauren e temevano che quel giorno sarebbe arrivato, il giorno in cui
l'amore del ragazzo si sarebbe rivelato e l'armonia tra i tre rotta.
-Bill, tutto bene?- sussurrò un po' preoccupato Gustav.
-No, non riesco a trattenere le lacrime, ma non posso è mio fratello
è la mia anima. E Lauren, Lauren il mio angelo, ma sapete, non
riesco, aiutatemi!- fece Bill abbassando lo sguardo velato dalle lacrime.
I due amici gli fecero forza. Lo sostennero mentre cercavano di coprire
il dramma che si consumava nel corpo del ragazzo.
Intanto Tom che aveva intuito che vi era qualcosa di grave cercava spiegazioni
la ragazza gli raccontò del dolore che aveva provato quando aveva
scoperto il perché dell'apparente crudeltà e freddezza
della madre nei suoi confronti. Mentì a Tom, le lacrime erano
state causate da ben altra ragione, ma per coprire la rivelazione di
Bill spiegò una parte della sua vita che da sempre gli aveva
tenuto nascosto.
-Sai, -fece Lauren prendendo un lungo respiro- mia madre appena sono
nata è caduta in depressione, ma nessuno l'aveva capito. Ad un
certo punto mi aveva rifiutato a tal punto che si era dovuto ricorre
ai farmaci e allontanarmi da lei. A far precipitare le cose poi è
stata la seconda gravidanza. Avevo infatti un fratellino.
-Ma dai non me lo avevi mai detto- fece Tom sorpreso.
-Non te l'ho mai detto perché purtroppo è morto ancora
in fasce non si sa perché, una morte bianca, una morte misteriosa.
E mia madre aveva accusato me, testimone ignara, per quella morte. Io
avevo infatti assistito alla morte del fratellino senza fare nulla.
Mia madre infatti si era assopita stanca sulla sedia a dondolo guardando
me piccolina giocare sul tappeto circondata da mille balocchi, mentre
il piccolo dormiva nella sua culla. Quando si era svegliata il piccolo
non respirava più mentre io giocavo ignara di tutto, ovviamente.
Ma quegli occhietti blu che giocavano felici, mentre nella culla si
spegneva una vita, mia madre non poteva dimenticarli.
Tom abbracciava la ragazza che raccontava quei momenti tremendi con
una voce calma, ma due lacrime brucianti di dolore le bagnavano il viso.
-Quando i paramedici giunsero lo spettacolo che si offrì ai loro
occhi fu mia madre urlante con in braccio il mio fratellino senza vita
e con l'altra mano mi scrollava con forza. A causa delle sue urla e
delle sue percosse io ero scossa da rantoli in preda al mio primo attacco
d'asma.
Sai dopo il mio ricovero in Germania i medici hanno supposto che il
mio asma fosse probabilmente di origine psicosomatica. Ecco perché
ora che ho seguito una terapia psicologica con mia madre, mio padre
e da sola, non ho più avuto attacchi e ho potuto cominciare la
mia vita da ballerina. Mia madre si è allontanata da mio padre
e da me, sta cercando di ritrovare se stessa, lontano da noi. Mio padre
soffre moltissimo perché è terribilmente innamorato come
il primo giorno che si sono incontrati, ma è meglio così.
Le cose infatti tra me e lei vanno meglio, sai, certo
-Lauren lasciò
la frase a metà impossibile continuare, le lacrime la bloccavano.
Il dramma che Lauren aveva raccontato a Tom aveva lasciato il ragazzo,
di solito così spavaldo e forte, veramente svuotato. Ora capiva
gli occhi stravolti di Bill e Lauren perché anche lui provava
una profonda sofferenza per quella tragedia. Abbracciò Lauren
stretta, stretta, avrebbe voluto aver il potere di prendere tutto quel
dolore e gettarlo lontano, ci provò baciando la ragazza con dolcezza.
Le sue labbra carnose unite alle sue carezze placarono le lacrime che
bagnavano copiose il volto della piccola Lauren.
-Caramellona rosa, sei bellissima, io ti amo, ti amo, non voglio più
staccarmi da te- aggiunse con dolcezza il ragazzo.
-Hai detto che mio padre vi ha mostrato delle foto?- disse Lauren per
cercare di smorzare l'atmosfera.
-Sì, ti ho visto nuda!- asserì Tom con dolcezza.
-Porca miseria ladra, lo ammazzo. Tom, grazie! I braccini smilzi sono
così forti e protettivi, ti voglio bene- fece Lauren guardandolo
negli occhi- grazie per essere qui, per il conforto che riesci a darmi
solo stringendomi a te.
Poi con delicatezza lo prese per mano e insieme uscirono dalla camera.
Lauren e Tom raggiunsero gli amici in salotto, la mano di Tom stringeva
forte quella della ragazza che contraccambiava quella stretta.
Bill era seduto ad un tavolo con i due amici che gli mostravano le foto
di Lauren cercando di distrarre l'amico. Il ragazzo con uno sforzo disumano
aveva trattenuto le lacrime e sorrideva anche se la testa gli stava
sempre di più scoppiando, un ronzio nelle orecchie gli impediva
di metter a fuoco precisamente quello che avveniva intorno a lui. Riusciva
apparentemente a dominarsi, ma la sua anima aveva completamente abbandonato
il corpo.
Mentre Lauren, che aveva ritrovato il sorriso, e i ragazzi stavano gioiosamente
guardando l'album di foto la felicità del momento fu interrotta
e i ragazzi furono riportati alla realtà.
-Mi trema la tasca!- annunciò Bill
-Anche a me- proferì con un velo di tristezza Tom intuendo il
perché.
-Miseria ladra è Peter!- annunciò Bill prima di rispondere
-Siamo nella merda fino al collo.- proclamò Gustav pacato.
-Pronto- deglutì Bill- sì siamo vivi, tutti e quattro
insieme! Siamo a casa della nostra amica. - dall'altra parte si sentivano
delle urla animalesche- se ci mandate una macchina, non siamo lontani
ed è una via sicura, non ci ha visti nessuno. Comunque avevamo
lasciato una lettera alla reception per dirvi dove eravamo diretti.
Ah, non l'avete avuta? Siamo mortificati, no, non succederà più.
-Si sono allarmati tutti?-chiese Lauren.
-Allarmati è una parola che non rende,- spiegò Bill- avevano
già messo in moto l'esercito, credo! Ci faranno una lavata di
capo con i controfiocchi- disse con un velo ironico.
-In principio siamo liberi di fare come ci pare e piace, ma avvertiamo
più o meno dove siamo per problemi di sicurezza soprattutto.-
spiegò Georg
-Hai dato l'indirizzo corretto Bill?- domandò Lauren.
-Sì, quanto ci metteranno?- chiese malinconico Bill.
- Meno di mezz'ora- asserì mesta Lauren.
I ragazzi erano silenziosi, il momento della separazione si avvicinava.
-Allora fra un po' ci dobbiamo lasciare?- disse Bill come se avesse
ricevuto una sentenza di morte.
-Io non so se riesco a salutarti- aggiunse Tom con un groppo in gola.
-Piccoli è inevitabile, ma ci vediamo presto! E poi siamo sopravvissuti
due anni e più senza vederci. - il tono di Lauren non era per
nulla convincente.
I ragazzi si abbracciarono forte, forte poi Georg suggerì:
-Noi tre cominciamo a scendere, così vi salutate.
-Sì, ciao sciroccata rosa- disse Gustav stampando un bacio sonoro
sulla fronte di Lauren.
Bill stritolava Lauren da più di tre minuti non riuscendo a dire
nulla se non:
-Non voglio lasciarti, mi mancherai.
Poi riuscì a staccarsi dall'abbraccio ma le teneva la mano.
-Ci rivedremo per il nostro compleanno vero? Verrai alla festa dei nostri
diciotto!
-Ma certo siamo fortunati perché è di sabato!
-Sto organizzando una super festa, tema Casinò.
-Bene allora dovrò farmi un vestito elegante.
-Rosa- aggiunse Bill
-Certo la mia caramellona deve essere per forza rosa!- aggiunse Tom
Finalmente Bill lasciò la mano di Lauren che cercava di leggere
nel suo animo, attraverso i suoi occhi marroni profondi, se aveva per
sempre perso il suo kindred spirt. E Bill in un ultimo abbraccio disse
sottovoce.
-E' il nostro segreto, morirà con noi, hai ragione e non lo dirò
mai più, non potrei mai perdere mio fratello e la mia migliore
amica.
Con una forza disumana Bill si voltò salutò con la mano
e scese le scale a perdi fiato.
-Allora tante biondine con almeno la terza ti aspettano, vero?- fece
la ragazza con la voce rotta.
-Ma, credo di sì!- aggiunse Tom facendo spallucce.
-Divertiti, perché con me potrai solo soppesare una seconda scarsa.
Mi spiace sembro un asse da stiro, una pialla, una tavola da surf.
-Basta- le disse commosso- sei bellissima! Ti amo! Cretina!
-Anch'io pastore bergamasco, ti amo.
I due ragazzi si baciarono sulla soglia, un bacio dolce con un misto
di malinconia.
-Insomma alla prossima- fece Lauren staccandosi qualche istante guardando
il ragazzo negli occhi.
-Sì, non vedo l'ora che sia settembre!- soggiunse Tom con un
filo di voce.
I due ragazzi rimasero abbracciati senza muoversi come se volessero
impossessarsi uno del calore dell'altro e conservare il ricordo del
profumo dei loro corpi.
Poi Tom sentì vibrare il cellulare e capì che la macchina
era arrivata. Con rammarico e sofferenza i due ragazzi si lasciarono.
Un'altra volta la vita li separava, la loro carriera per ora contava
di più, ma un giorno sarebbero sicuramente stati felici. Tom
salì sull'ascensore e pian piano Lauren lo vide farsi sempre
più piccolo, con enorme dolore chiuse la porta dietro di sé
e cominciò a piangere.