Qualcosa è cambiato

[Parigi. Pomeriggio, classe di danza]

-Benissimo ragazzi, prima delle vacanze di Natale vorrei impostare il primo atto. Laure, Nicolas, André, Henri, Maurinne e Alex venite con me dobbiamo provare le variazioni. Marina e il gruppo delle Willis con Sébastien-
Ludmilla attese pazientemente che la classe si dividesse, poi riprese a parlare.
-Oggi proveremo l'entrata di Giselle e il suo primo ballo con Albrecht, il principe; la scena di gelosia con Hilarion e le variazione dei due contadini. Allora Laure tu sei da questa parte, immagina di essere nella tua casetta. Entra André che bussa alla tua porta per portarti un mazzo di fiori, ma tu non senti. Poi fanno la loro entrata il principe e il suo amico, quindi Nicolas e Henri da questa parte. Il principe decide di nascondere la sua identità e fa la corte a Giselle. Qui mettiamo la panca. Ecco cominciamo-

Le prove erano faticose e con Ludmilla si finiva sempre tardi. Di solito quando i ragazzi della classe di danza avevano terminato le prove la scuola era deserta.
-Che carino Nicolas, mi hai aspettato!-
-Certo, non posso mica lasciare che la mia partner sia aggredita mentre prende la metropolitana-
-Ma dai chi vuoi che mi aggredisca! E poi la fermata è vicina!-
I due ragazzi stavano uscendo dal cancello chiacchierando allegramente e non si erano accorti che proprio all'uscita qualcuno se ne stava appoggiato al muro, nell'ombra, e li osservava.


-Allora fra un po' proveremo la scena della follia di Giselle che ne dici?-
-Ahi, ahi, di follia non me ne intendo molto, sai per ora tutti i neuroni viaggiano bene!-
Laure e Nicolas camminavano tranquillamente e non si accorsero di essere seguiti.
-Comunque sono stanchissima, non vedo l'ora che arrivino le vacanze di Natale per rilassarmi-
-Ma come, non lo sai? Per noi niente vacanze!-
-Cosa!!!La megera ci vuole far lavorare anche a Natale!?- Laure era impallidita.
Una calda risata risuonò nell'aria.
-Ma no, che hai capito! Volevo chiederti se noi potevamo vederci lo stesso per provare-
-Ti odio- e gli mollò un pugno- mi hai fatto perder dieci anni della mia vita! Certo che ci troveremo a provare insieme, ma per favore senza i rimproveri di Ludmilla o Sébastien e senza gli sguardi truci di Marina! Sembra sempre che mi guardi e mi faccia il malocchio, non ti pare?-
-Sì è vero, ti squadra da cima a fondo ed è sempre pronta a ridere!
-Ah! Grazie tante! Invece di consolarmi alimenti la mia paranoia! E, scusa, quando faccio ridere?-
-Dai ogni tanto sei così buffa quando provi i passi da sola mentre nessuno ti guarda, tutta concentrata...lo sai che ti si gonfiano le vene del collo?-
-Come?! Davvero? Oddio devo essere orribile! Pensi che si noterà anche in palcoscenico?!-
-Lo sai che per me sei...-Nic si interruppe di colpo.
-Ecco sarà meglio che la finiamo qui, stai scivolando su una parete di ghiaccio, ma non hai gli artigli!-
Nicolas stava per cedere...Che idiota, ma era così semplice dirgli: ti adoro quando balli, ti adoro quando sbagli, ti adoro quando camminiamo semplicemente uno di fianco all'altro. Per me sei meravigliosa Laure.
-Ecco siamo arrivati io prendo la linea 8, ci vediamo domani!-
-Sì ci vediamo domani, buona serata-
Anche la figura che li seguiva da lontano scese le scale del metrò e si perse nel dedalo di corridoi della metropolitana.


[Sera, davanti a casa di Laure]

Come ogni sera Taro e Laure avevano corso nel parco e ora stavano rientrando. Non avevano chiacchierato molto, entrambi immersi nei loro pensieri. Ma quella sera Taro aveva accompagnato Laure fin sotto al portone di casa.
-Come mai mi accompagni?-
-Non so, mi è venuto automatico. Ti dispiace?-
Laure non sapeva cosa dire, il ragazzo la guardava con i suoi profondi occhi nocciola.

-Allora come ti trovi a Parigi?-

Ma che cavolo sto dicendo?Che domanda stupida! E' qui già da parecchio, che idiota.

-Sì, abbastanza bene, anche se...-

Certo adesso forse mi parlerà di quella Aki, ottimo lavoro Laure, perché riaprirgli la ferita!? Che genio, che tatto! Proprio un elefante!

-No, sai la scuola è un po' dura, la lingua...i compagni, un po' mi mancano gli amici in Giappone-

-Be' in effetti...-

Sembra davvero giù, ma cosa sarà succeso? Glielo chiedo? L'altro giorno nel parco era sconvolto e oggi a scuola sembrava come assente, sì adesso glielo chiedo in modo diretto...e se poi scoppia a piangere, io che faccio, no meglio che faccia lui la prima mossa.

-E a te come vanno le cose Laure?-

Perché l'ho riaccompagnata al portone? Ma cosa mi aspettavo?! E poi oggi pomeriggio, cosa mi è venuto in mente di aspettarla al cancello...era ovvio che tornasse con Nicolas...che stupido...ma forse non voglio fare come Tsubasa con Sanae...

-Ah, va tutto bene, lavoriamo sodo e sono stanchissima, non vedo l'ora che comincino le vacanze. Tornerai in Giappone?-
-No, non penso-

Oddio forse ho fatto una gaffes, forse lui vorebbe tornare per le vacanze ma suo padre non vuole...

-Sai, Laure...-

Taro si era avvicinato alla ragazza e la guardava negli occhi, poi la prese tra le braccia la strinse a sè, e le sussurrò nell'orecchio:
-Grazie, grazie di tutto.

Poi corse via calciando il suo pallone senza voltarsi, con il cuore che gli batteva forte per l'emozione.

Grazie per essermi stata vicina quando avevo bisogno di conforto, grazie per quando mi hai curato, grazie per il tuo sorriso, per la forza che mi infondi quando corriamo vicini, grazie per la tua presenza.

Laure era rimasta lì, immobile, lo sguardo fisso su quel ragazzo che correva veloce e che in un lampo aveva girato l'angolo. Non aveva la forza di girarsi e entrare in casa, non capiva bene l'atteggiamento di Taro, ma sapeva che da quel giorno qualcosa era cambiato.

Indice Capitoli