[ spogliatoio squadra di calcio]
-Ragazzi viste le condizioni metereologiche e l'inagibilità
del campo oggi ci alleneremo in palestra con le squadre degli altri
club sportivi.
-Uh- ci fu un coro di proteste
-Coach, ma gli altri club sono delle mezze cartucce non potrebbero lasciarci
la palestra e andare a casa?
-Sì, bravo Pierre- ribattè Paul
-Visto che siamo numerosi la prima squadra con me in palestra, evitate
di fare tanto i gradassi! La seconda squadra e le riserve con il preparatore
atletico faranno esercizi per il potenziamento muscolare in sala attrezzi.
Poi una voce sarcastica appena camuffata disse senza farsi sentire dal
coach:
-I malati con stampelle al ricovero.
Taro fece finta di nulla udendo la battuta, ma una forte spallata da
parte di Jean lo riportò all'incidente prima delle vacanze.
-Taro-aggiunse il coach- tu per un po' ti allenerai con le riserve,
voglio vedere come ti riprendi, in fondo sono passati pochi giorni dal
tuo infortunio e durante le vacanze non ti sei allenato, quindi meglio
ricominciare lentamente.
Certo ovviamente come facevo ad allenarmi mi hanno quasi distrutto
una gamba! E che bella giornata! Cosa mi succederà tra poco verro
schiacciato da un tir mentre vado in palestra!?
[classe di danza]
-Oh ciao Laure, allora sei ingrassata a quanto vedo?
-Sempre gentile Marina! No, non sono ingrassata!
-Sarai lieta di sapere che oggi la tua stella si spegnerà qui!
Nelle vacanze indovina dove sono andata?
-A fare un corso di "Lingue biforcute" presso l'Università
della cattiveria?
-No, semplicemente sono tornata in patria e come puoi immaginare ho
preso lezioni al Kirov, dove mia madre ha ancora moltissime conoscenze!
Laure era rimasta di stucco, non sapeva proprio come controbattere,
prese il suo asciugamano e si avviò alla sbarra, la lezione stava
per cominciare, ma l'insegnante non aveva ancora richiamato le ragazze
alla sbarra
Le ragazze, tutte intente negli esercizi di riscaldamento,
avevano fatto finta di essere concentrate, ma in realtà nessuna
si era persa la scena tra le due ragazze e già fioccavano i commenti
scambiati sottovoce.
Dopo gli esercizi di routine alla sbarra e alcuni esercizi in centro,
alcune diagonali di giri, i ragazzi raggiunsero le ragazze per le prove
dello spettacolo in fondo mancava poco. Il balletto era stato montato
tutto, ora si trattava di perfezionare i vari pezzi corali e gli assoli.
Come ogni anno, nei giorni subito dopo le vacanze di Natale, le prime
prove erano solo per riprendere le posizioni e magari solo accennare
l'insieme. Il vero lavoro sarebbe cominciato da giovedì e per
cinque mesi sarebbe stato durissimo. Tutti ne erano consci, abituati
da sempre a quel ritmo di lavoro. Le ragazze più giovani lo avevano
capito benissimo e prendevano le più grandi a modello. Quell'anno
si erano iscritti in tanti, ma non vi erano state molte defezioni proprio
per la sana armonia che erano riusciti a creare gli insegnanti.
Sia Ludmilla che Sébastien erano seri, severi, ma giusti.
Quando i ragazzi entrarono Marina stava ancora finendo la sua diagonale
e subito lo sguardo fiero e altero della ragazza catalizzò l'attenzione
di tutti.
-Cavoli-sussurrò Nicolas ad André- cosa ha mangiato pane
e punte durante le vacanze?
-No, la madre l'avrà mandata in Siberia a pane e acqua
"Come
tu avere potuto! farti batter da mezza calzetta francese!!" - con
accento russo camuffato.
-Dai piantala, non farmi ridere e guarda piuttosto! Si mette male!
-Benissimo ragazzi cominciamo a ripassare il secondo atto dove siamo
tutti impegnati, coraggio e serietà!
Tutti presero posizione, Marina indossò il tutù, voleva
esser la migliore e lo avrebbe affermato fin dall'inizio.
Fece un'entrata strabiliante, leggera come una piuma i suoi bourrée
furono perfetti, poi cominciò. La regina delle Wilis si materializzò
sotto gli occhi di tutti. Altro che accennare i passi, qui Marina stava
mostrando quanto le lezioni al Kirov fossero servite.
Quando entrò in scena Laure con le altre ragazze si notò
subito la differenza. Nonostante Laure fosse superiore, certo, alle
sue compagne, i sui bourrée erano tecnicamente meno belli di
quelli di Marina.
La regina delle Wilis fu irresistibile.
Tutti erano piacevolmente attratti dalla ragazza, elegante, altera,
perfetta per il ruolo di regina fredda e crudele come Myrte. In effetti
Marina stava tirando fuori un lato della sua personalità che
non era uscito il giorno dei provini. La zarina stava dando dimostrazione
della sua classe.
Quando ebbe finito fu la volta di Laure. Si era allenata tutte le vacanze,
con Nicolas e da sola, solo gli ultimi due giorni non aveva fatto gli
esercizi, non poteva aver perso lo smalto e la sua tecnica, non poteva
ballare male.
Qui è in gioco la mia vita, non posso sbagliare, devo dare il
meglio ma
Laure ballava, tutti gli occhi erano puntati su di lei, sola al centro.
Non stava ballando male, ma la differenza era evidente, Marina aveva
fatto un salto di qualità che Laure non avrebbe potuto fare da
sola e in pochi giorni.
Le compagne la guardavano, poi cominciò il passo a due romantico
con Nicolas.
I due ragazzi stavano ballando bene, avevano provato insieme a casa
di Nicolas il pezzo pochi giorni prima. Poi Laure cominciò a
fare qualche pasticcio che Nicolas cercò di camuffare al meglio.
Ludmilla sulla sedia si agitava, Sébastien cominciò a
mordicchiare le dita, indice che qualcosa non andava.
Ad un certo punto l'insegnante si alzò, Ludmilla lo seguì,
scattò dalla sua sedia, fece un cenno al pianista, la musica
si interruppe.
Laure si fermò con lo sguardo perso. Atterrita.
-Insomma, manca poco al saggio e voi ballate come due principianti!
Tu Laure, allora credi di poter entrare all'Opéra ballando Giselle
come farebbe una qualsiasi ragazzina del primo corso! Ti sembravano
delle gambe in en dehors? Stai ballando o dormendo? Possibile che qui
solo Marina abbia lavorato durante le vacanze? Laure cosa hai fatto,
hai forse mangiato per dieci giorni, hai provato a fare una sbarra almeno?
Tutti erano ammutoliti, le parole urlate ferivano tutti, ma colpivano
Laure più degli altri, certo che si era allenata.
-Per oggi ho visto abbastanza- continuò il maestro- credo che
alcuni ruoli andranno rivisti!-sentenziò Sebastien, poi uscendo
dalla classe aggiunse- credo proprio che il ruolo di Giselle sarà
meglio darlo a qualcuno con più professionalità! Marina,
credo che il ruolo sia tuo da oggi in poi!
L'insegnante Ludmila aggiunse con un filo di voce:
-Ragazzi per oggi la lezione è finita, andate pure.
Negli angoli e lungo le diagonali dove i ragazzi si mettevano a gruppetti
aspettando il loro turno tutti bisbigliavano.
-Si mette male! Sbottò André cercando di rompere il silenzio.
Nicolas ancora non ci credeva!
Laure in mezzo alla sala era pietrificata. Quando vide che Ludmilla
stava lasciando la classe fece un tentativo per fermare l'insegnante,
ma si bloccò.
Cosa poteva dire? Forse è vero, Marina era migliore, ma lei si
era impegnata. Durante le vacanze, mentre molte sue compagne erano andate
a sciare, erano andate a fare spese, al cinema lei si era allenata,
sola o con il suo partener.
Piano piano la classe si svuotò meglio andare a spettegolare
negli spogliatoi.
Marina con un'aria trionfale sul volto raccolse il suo tutù,
lanciò un ultimo sguardo a Laure con un sorriso di soddisfazione
e uscì.
Laure immobile era disperata, la testa le pesava, non riusciva nemmeno
a piangere. Non capiva! Aveva sentito bene? Non avrebbe più fatto
Giselle?
Forse non mi sono allenata abbastanza?Forse è vero sono ingrassata,
ieri ho mangiato senza pensare e poi? No, non può essere accaduto
a me?
Nicolas si avvicinò all'amica, dolcemente le posò una
mano sulla spalla, a quel contatto Laure capì che qualcosa era
successo. Delle lacrime le rigavano il viso, il nodo alla gola era passato
ora piangeva e nient'altro.
-Laure coraggio, vedrai che andrà tutto bene, il maestro non
ti sostituirà, era arrabbiato perché nessuno ce la stava
mettendo tutta, eravamo un po' rilassati. Ovvio da quando in qua il
primo giorno dopo le vacanze balliamo perfettamente. Ci vuole sempre
qualche giorno per riprendere! D'accordo Marina è stata stupenda,
ma si sa è buona solo per fare il ruolo di perfida regina, la
dolce Giselle solo tu puoi farla. Te lo vedi l'iceberg fare la parte
della graziosa innamorata?
Con quella battuta forse voleva farla divertire, ma
-Cosa vuoi, cosa è quel tono? Mi vuoi compatire? Lasciami, non
vedi che la mia vita è distrutta? -e scappò fuori dalla
classe.
Nicolas la rincorse, la prese per un braccio
-Fermati aspetta, dove vai, Laure aspetta! Non essere
sciocca non ti sostituiranno, vedrai
vedrai insieme noi
-Lasciami andare Nicolas! Lasciami, voglio solo starmene sola hai capito,
non ho bisogno di te, non ho bisogno di nessuno!
La ragazza si divincolò dalla presa e corse via.
Il suo mondo era crollato in un attimo.
Nicolas guardava l'amica, come erano lontani i bei momenti della mattina,
quando aveva sentito il suo cuore battere affianco al suo, il suo caldo
respiro sul suo viso.
Perché non riesco mai a fare la cosa giusta, Laure
è distrutta, ma io non riesco ad aiutarla, perché?
Il ragazzo era tornato nella classe di danza. In quel
luogo aveva visto per la prima volta una ragazzina minuta e spaurita
il cui sogno era entrare all'Opéra; l'aveva notata tra tante
e se n'era subito innamorato. Quell'esile corpicino, elegante, aggraziato
che quando ballava si trasformava. Laure si era imposta fin da subito
per la sua grinta, fin dal primo anno le erano stati assegnati dei ruoli
importanti, dei brevi pezzi di carattere grintosi e allegri.
In quello stesso luogo, ora così vuoto, la ragazza che amava
tanto aveva sofferto e lui non aveva potuto far nulla per alleviare
almeno un po' la sua pena.
Nicolas seduto con la mano sulla fronte si teneva la testa, un turbinio
di pensieri affolavano la sua mente. Il dolore era troppo forte, si
sentiva lo stomaco sottosopra, gli veniva da rimettere.
La rabbia per non aver aiutato Laure gli ribolliva nel sangue, poi di
colpo si alzò e come Albrecht, disperato per i sensi di colpa,
cominciò a danzare. La sua disperazione, il suo amore, la sua
rabbia si trasformarono in una danza di dolore, finché sfinito,
stanco si fermò. Solo, nel silenzio della classe, il nodo che
aveva sentito alla gola, l'orribile dolore come un pugno allo stomaco
si allontanarono per lasciar il posto solo a lacrime amare che gli solcarono
il viso.
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