[Scuola Saint Germani, Classe
A]
Un banco in prima fila era vuoto, quando Taro entrò nella sua
classe si avvicinò alla finestra. Osservava con attenzione ogni
ragazzo che varcava i cancelli, ma in cuor suo sapeva che la persona
che stava attendendo non avrebbe mai varcato quella soglia.
Con una stretta al cuore il ragazzo si voltò, il suo sguardo
incrociò quello di Marina che stava proprio in quel momento entrando;
tutti ormai erano in classe e con veloce colpo d'occhio la zarina notò
che il banco di Laure era vuoto, un sorriso raggiante le si accese sul
volto. Taro capì l'estrema gioia della ragazza, voleva risponderle
per le rime, ma si trattenne.
-Ehi, occhi a mandorla, la tua principessa sulle punte oggi è
malata? Forse non ha abbastanza fegato per tornare dopo la cocente batosta
di ieri?- disse con il suo solito sarcasmo Pierre.
Taro con estrema indifferenza passò oltre e prese posto, una
provvidenziale campanella lo salvò dalla rabbia che stava per
esplodere come una tempesta troppo a lungo contenuta.
Le ore scolastiche passarono lente e tra uno sbadiglio e l'altro Taro
riviveva con emozione i tristi momenti del giorno precedente.
-Ti prego Taro, telefona a mia madre dille che abbiamo una ricerca
da fare insieme, dille che tornerò a casa tardi.
I due ragazzi erano rimasti a lungo seduti in silenzio in salotto sorseggiando
il tè caldo.
Nella stanza un silenzio pieno di tristezza. Taro impotente di fronte
a tanto dolore, non sapeva come reagire, due lacrime solcavano le guance
di Laure. Dopo un lungo momento Taro abbracciò forte Laure, la
strinse a sé, le baciò la fronte sussurrandole:
-Non preoccuparti, io sono qui con te, qualunque cosa accada, io ci
sarò sempre per te.
Laure appoggiò il capo al petto rassicurante del ragazzo, sentiva
il cuore di Taro battere forte per l'emozione e, riscaldata dal tepore
che emanava il corpo del giovine, chiuse gli occhi. La calma era tornata,
le lacrime non le rigavano più le guance solo un lieve imbarazzo
le colorava il volto. Si sentiva meno sola, meno triste tra quelle braccia
rassicuranti che le trasmettevano fiducia e con la testa svuotata per
il gran pianto durato ore, si addormentò dolcemente.
I due ragazzi erano rimasti così, a lungo, fin tanto che anche
Taro si era abbandonato al sonno. Poi verso le nove il padre del ragazzo
li aveva svegliati. Con gran imbarazzo i due ragazzi avevano tentato
di farfugliare una scusa.
-Dai, ragazzi non preoccupatevi, su, la cena è pronta, Laure
ti fermi qui vero?
Dopo la cena Laure era rientrata a casa, Taro l'aveva riaccompagnata,
nel tragitto non avevano detto una parola, Taro non sapeva perché
Laure fosse sconvolta, ma non voleva chiederglielo.
Laure salì i gradini davanti al suo portone, introdusse la chiave,
poi si voltò verso il ragazzo, gli prese la mano e sussurrò:
-Grazie, per tutto.
-Di nulla, ma mi puoi dire che cosa è successo?
-Nulla, mi hanno tolto il ruolo di Giselle nel balletto, ora la contadina
verrà interpretata da Marina.
Taro non sapeva che cosa dire, prima il suo infortunio, poi Laure che
perdeva il ruolo principale.
-Non preoccuparti io già ti vedo all'Opéra ballare il
Lago dei Cigni. Marina non potrà mai surclassarti, non balla
col cuore mentre tu
Laure gli sorrise gli accarezzò il viso poi entrò e il
portone si richiuse dietro di lei. Taro rimase immobile a guardare quell'ombra
che svaniva dietro la vetrata del pesante portone, una mano posata sulla
guancia che poco prima Laure aveva così dolcemente accarezzato.
Una notte gelida senza stelle era calata, ma il ragazzo sentiva solo
il profumo di quella carezza che non avrebbe mai dimenticato.
[Scuola di Saint Germain, ricreazione, classe A]
-Oh, ma guarda chi ci fa visita-commentò sarcasticamente Pierre
quando vide entrare nella sua classe Nicolas-Guarda caro la tua ballerina
inetta non c'è, non è venuta a scuola forse ha avuto paura
-Sì, che le dessero la parte che merita in Giselle, l'albero-sussurrò
Marina
-Mio caro Pierre, bada a come parli se non vuoi incorrere nella mia
ira!
-Oh mio Dio che paura, cosa vuoi farmi? Strozzarmi con la tua calzamaglia?
-No, caro non raccolgo le tue provocazioni da ignorante, ti brucia ancora
il fatto di esser stato respinto da una ragazza.
Taro si mise a ridere e con lui alcuni compagni che avevano assistito
alla scena e visto la faccia di Pierre subito dopo il fatto successo
tempo prima in mensa.
Pierre allora si voltò nero e con sguardo minaccioso pronto a
litigare.
L'alterco fu interrotto dal suono della campanella provvidenziale.
Le lezioni ricominciarono. Taro era sempre più assorto nei suoi
pensieri, il fatto poi che Nicolas fosse venuto a salutare Laure faceva
salire in lui una certa gelosia, gli ritornavano infatti in mente la
scena del giorno prima, quando aveva visto i due ragazzi giocare spensierati
tra la neve, la loro complicità, la loro armonia.
-Misaki, oggi dov'è con la testa?-chiese ad un certo punto il
professore di inglese-perché ha ancora i libri di francese aperti?
-Forse perché non capisce né l'una né l'altra lingua?-suggerì
dal fondo Pierre.
Una risata fragorosa risuonò nella classe. Taro arrossì
per l'imbarazzo della situazione e per la rabbia è
mai possibile che Pierre abbia radicalmente cambiato l'atteggiamento
nei miei confronti solo perché non ho voluto piegarmi ai suoi
voleri infantili?
[Campo di calcio, pomeriggio]
-Benissimo ragazzi, domenica comincia il girone di ritorno del campionato.
Non serve dire che siamo i primi e vogliamo rimanere tali.
-Sììììììììììì!-
urlarono i ragazzi in coro
-Per mantenere i 10 punti di distacco vorrei cambiare un po' gli schemi,
avevo pensato di sostituire per qualche partita Taro con Jacques, far
arretrare Napoléon
A quelle parole Taro rimase interdetto, il resto delle spiegazioni del
coach non le ascoltò neanche, una sola cosa occupava i suoi pensieri:
la mano lunga di Pierre stava lavorando per rovinarlo. Dopo il suo strano
atterramento da parte di un compagno di squadra durante un semplice
allenamento, la preoccupazione esagerata che dimostrava il preparatore
atletico per la sua ferita che si era ormai emarginata perfettamente
e ora anche il coach che lo escludeva dalla formazione, troppe coincidenze.
La rete di Pierre si stava stringendo sempre più e sia Laure
sai Taro erano in trappola.
Come erano lontani i giorni in cui Taro e Laure avevano riso e scherzato
insieme a Versailles, il loro primo appuntamento trascorso a pattinare
e lo stupendo pomeriggio in cui i due ragazzi si erano scambiati il
loro primo bacio. Ora nella testa di Taro i ricordi felici si mescolavano
al ricordo delle lacrime di Laure del giorno prima, ora il ragazzo capiva
fino in fondo il significato di quelle lacrime, il sogno di una vita
che si allontana. La sua mente correva al pomeriggio del giorno prima,
allo sguardo spento della ragazza prima di salutarsi, immerso nei suoi
pensieri fu ridestato da un improvviso scossone. Jean con la sua mole
gli aveva dato una bella spallata per farsi strada verso il campo, mentre
Pierre gli si avvicinò e sussurrò:
-Mi sembrava di aver capito che tu patteggiassi per quella smorfiosetta
di Laure, come promesso ho preso le mie precauzioni, come vedi, far
arrabbiare il capitano della squadra del Saint Germain, costa caro.
I ragazzi si avviarono al campo, tutti seguirono la preparazione atletica
poi la squadra titolare cominciò a provare i nuovi schemi, al
lato del campo le riserve e i ragazzi della seconda squadra si allenavano
al palleggio, ai tiri, a dribblare. Taro era fra questi, ma non si perdeva
d'animo
aveva cominciato a giocare a calcio per farsi degli amici
quando si spostava nei peripli intorno al mondo con suo padre, aveva
capito che il pallone era il suo grande amico e insieme a questa convinzione
aveva conosciuto Ozoora e con i compagni di squadra aveva vissuto momenti
indimenticabili. Ora quegli esercizi, benché elementari per un
ragazzo con la sua classe, Taro li eseguiva con il massimo impegno,
sembrava che il torto subito non lo abbattesse minimamente, il suo atteggiamento
sereno lasciò Pierre e i suoi scagnozzi spiazzati.
Napoléon, che ancora non si capacitava dell'esclusione dell'amico
si preparò a giocare nella sua nuova posizione e senza la sua
spalla preferita, per trovare un'intesa con Jacques...
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