Turbinio di emozioni
[Scuola Saint Germani, martedì pomeriggio, classe di danza]

Laure aveva aspettato che le sue compagne si cambiassero e finalmente, dopo quasi dieci giorni di assenza, si era decisa a tornare in sala prove.
Era entrata nello spogliatoio in quel momento vuoto e silenzioso; aveva aperto il suo armadietto e aveva riposto tutto l'occorrente per affrontare al meglio le lezioni di danza: un nuovo paio di scarpette, le forcine, la lacca, la retina per lo chignon, due body neri di ricambio, gli scalda muscoli, i copri spalle, l'occorrente per la doccia. Il suo armadietto non era più spoglio e asettico come lo era stato in quel periodo, ora, riprendeva vita.
Laure sapeva che i primi momenti in classe sarebbero stati durissimi: gli occhi delle compagne l'avrebbero scrutata fin nel profondo, le gelosie, le speranze delle più brave di poterla sostituire; il Maestro che forse non le avrebbe neanche assegnato il ruolo di Myrthe, ma soprattutto lo sguardo gelido, tagliente e trionfante di lei, Marina.
Per fortuna sapeva che in un angolo due persone sarebbero state contente di vederla, sapeva che due stupendi occhi azzurri, l'avrebbero accolta e aiutata nei momenti difficili. Nicolas e André sarebbero stati i suoi cavalier serventi, la dolcezza dell'uno e l'umorismo dell'altro, avrebbero stemperato l'angoscia che la attanagliava.
Era pronta, aveva indossato il suo body preferito, si era messa il tutù per le prove, le scarpe nuove preparate perfettamente, come fosse la prima dello spettacolo, non poteva certo fallire il giorno del suo rientro.
Non voleva avere incertezze, sarebbe stato il suo modo per ringraziare coloro che l'avevano aiutata nel fine settimana a prepararsi per il rientro. Non voleva lasciarsi andare allo sconforto, doveva farlo anche per Taro che stava subendo le angherie di Pierre per essersi dimostrato un amico fedele. Non voleva fallire per se stessa, ora più che mai, la danza era la sua ragione di vita, l'unico modo per sentirsi realizzata, per esprimere al meglio il suo mondo interiore, il suo corpo avrebbe parlato per lei: gratitudine, dolcezza, amicizia; sentimenti che avrebbe espresso solo ballando, solo per loro, solo per coloro che le erano stati vicino.

La lezione non era ancora cominciata, si sentivano le chiacchiere dei ragazzi provenire dalla sala principale, la pianista stava sistemando gli spartiti e stava riscaldando le dita per poter suonare al meglio. Gli insegnanti stavano parlando tra loro per decidere come procedere, se sostituire l'assente Laure con qualche altra ragazza. Laure respirò a fondo, poi spinse la porta della sala ed entrò.

 

Tutti si girarono verso l'entrata incuriositi, tutti gli occhi erano puntati su di lei, Laure li sentiva, penetranti, interrogativi, ma non si lasciò intimorire, andò verso i maestri, fece un inchino:

-Scusate per i giorni di assenza, scusate per il mio comportamento infantile, non mancherò più una prova, grazie per la vostra pazienza.
-Bene cominciamo-disse un imperturbabile Sébastien Du Près. Il maestro dallo sguardo severo, non aveva ancora perdonato la ragazza per il suo comportamento poco professionale, ma in fondo al cuore era contento di rivederla, sapeva che Laure aveva del talento e non voleva perdere la sua allieva da ormai otto anni.

Le note risuonarono nella sala di danza, i ragazzi tutti allineati alla sbarra eseguivano gli esercizi di riscaldamento, Laure era felice, non le importava lo sguardo di scherno che le aveva lanciato Marina, non le importava l'accoglienza apparentemente gelida del Maestro, non le importavano le chiacchiere delle sue compagne, ora stava ballando e in un turbinio di sentimenti le ritornarono alla memoria i tre giorni intensi che aveva appena vissuto.

***

[Sabato pomeriggio]

-Coraggio vieni- Nicolas teneva per mano Laure- dai non preoccuparti!
-Mi vergogno, sei sicuro che tuo padre ci lasci la sala prove tutta per noi?
-Be' non ti ho detto una cosuccia, ma quando sarai dentro capirai…
-Co...co...cosa? Non siamo soli? Cosa intendi dire?- il tono della ragazza era sempre più preoccupato, lo sguardo smarrito cercava una risposta negli occhi azzuro cielo del suo amico.
-Cosa? non te l'ho detto?- con tono da finto innocente.

Laure sempre più rabbuiata si faceva trascinare da Nicolas e cominciava a temere per il peggio.

-No, caro Nico, cosa ti sei dimenticato di dirmi?
-No, nulla di importante, ci sarà anche André!
-Deficiente, mi hai fatto prendere un colpo!!! Mi stavo già prefigurando qualche scenario del tipo: noi che facciamo lezione con un famoso corpo di ballo…visto che tuo padre invita spesso l'Abt!
-Coraggio- Nicolas strinse ancora più forte la mano della ragazza, che sembrava rincuorata e, spingendo la porta che dava sulla sala prove, aggiunse- esatto hai intuito giusto, oggi faremo lezione con alcuni ballerini dell'Abt e con Stiefel.

Laure impallidì, aveva voglia di tirare un pugno in pieno stomaco al suo amico, ma non era il caso di farlo davanti ad alcuni dei ballerini più famosi del mondo. Si limitò a sussurrargli tra i denti:

-Questa Nico, me la paghi, non so ancora come ma…

Nicolas guardò la ragazza con un sorriso, aveva ottenuto l'effetto desiderato, aveva convinto la ragazza a tornare a ballare, le aveva strappato un piccolo sorriso misto a terrore, il volto di Laure era radioso, gli occhi le si erano illuminati, insieme entrarono e con André si misero al lavoro con il resto della compagnia.
Furono dei momenti meravigliosi, ad ogni plié che Laure eseguiva sentiva il cuore batterle forte, aveva davanti Catherine Davenport, Ethan Steifel e molti altri grandi nomi.
Dopo i primi momenti di panico e di imbarazzo Laure decise di concentrarsi e gli esercizi le vennero naturalmente. Dopo la sbarra, cominciarono gli esercizi in centro, Ethan Stiefel le si avvicinò

-Buon giorno signorina. Laure, è il suo nome, vero?
-Sssì- balbettò la ragazza rossa dalla vergogna e con la voce tremante per l'emozione.
-Sono contento di poterla rivedere, Nicolas mi ha parlato del suo piccolo momento di crisi, vedrà dopo la lezione di oggi non avrà più nessun timore e tornerà in piena forma.

Gli occhi blu cielo del ballerino la rincuorarono, insieme si misero a fare gli esercizi in centro, poi alcune diagonali. Per i tre ragazzi la lezione terminò, si misero a sedere ed osservarono le prove del balletto che la compagnia stava mettendo in scena. Vedendo quei corpi che si movevano leggiadri, Laure si sentì felice, il suo cuore era carico di speranze e di gratitudine per Nicolas che le stava facendo questo magnifico regalo.

Terminate le prove Ethan Stiefel si avvicinò ai ragazzi e disse, ora noi facciamo una breve pausa poi montiamo un passo a tre, perché non lo provate anche voi dietro di noi?
I tre ragazzi si guardarono e con estrema gioia, si alzarono in piedi di scatto e in coro:

-Sì
-Grazie
-Sarà un onore!

Poi si guardarono e scoppiarono tutti a ridere.
Laure, Nicolas e André si misero subito al lavoro, si sgranchirono il corpo, fecero qualche esercizio per riprendersi, mentre Ethan, Catherine e Sasha facevano un attimo di pausa.
Le prove cominciarono, i tre giovani ballerini con il cuore in petto che pulsava forte, si misero al lavoro dietro ai professionisti.

 

Il coreografo era severo ed esigeva la massima concentrazione, il pezzo era quasi montato:

-Bene ora vediamo il pezzo fino a qui-disse ai suoi ballerini.

La musica risuonò nella sala e i corpi di Ethan, Catherine e Sasha cominciarono a disegnare forme sinuose e leggiadre. I ragazzi rimasero incantati. Il coreografo guardava soddisfatto il suo lavoro.

-Benissimo, cinque minuti di pausa, ora tocca a voi- disse rivolto ai tre giovani studenti.

I tre si guardarono stupiti, André si guardò dietro per vedere se non si stava rivolgendo a qualcun' altro, ma erano soli.

-Coraggio non vi mangio, avete provato no?
-Sì, rispose con un filo di voce Nicolas
-Allora coraggio, vediamo come ve la cavate.

I tre, tremanti, presero posizione, la musica cominciò, i passi erano difficili, ma i tre futuri ballerini se la stavano cavando:

-Benissimo signorina, più tesa quella gamba, ora rilasci il collo, bene; André bravo, allunga il braccio, così, Nicolas più alta quella gamba, bene, ora con rabbia, André tira a te la signorina, bene, Nicolas, sei geloso, rubagliela, perfetto, ora Laure sganciati dai due e con rabbia preparati per il tuo pezzo.
Alla fine delle prove i tre ragazzi erano esausti.
-Be', diciamo, avete interpretato la coreografia un po' a modo vostro, ma tutto sommato siete stati bravi. La vostra tecnica è buona, fra un po' Ethan, Catherine e Sasha, dovranno stare attenti, potete andare.

I tre ragazzi erano al colmo della felicità, era stato un magnifico pomeriggio, mai avrebbero dimenticato quei momenti:

-Grazie Nicolas, è la prima volta che non mi divertivo così tanto ballando- disse André
-Cosa? Allora vedi che anche tu ci tieni alla danza!
-Be' in effetti è la prima volta che provo delle emozioni così intense.
Poi entrambe i ragazzi si girarono verso Laure, la ragazza, pallida, sudata scoppiò in un pianto liberatorio. Era felice e tra un singhiozzo e l'altro:
-Gra grazie, è stato stupendo
-Ma allora perché piangi?
-Perché sono felice!
Nicolas e André si guardarono negli occhi e scoppiarono a ridere, poi si strinsero felici in un abbraccio a tre, mai avrebbero dimenticato quelle lunghe e faticose ore di danza.

***

Intanto al campo di calcio della scuola Saint Germani si stava svolgendo la sfilata per la riapertura del torneo. La banda della scuola apriva il corteo, seguita dal gruppo delle ragazze pon pon, la mascot e infine tutta la squadra di calcio al completo, i titolari e le riserve davanti, la seconda squadra dietro.
Il Preside aprì la cerimonia con un lungo discorso:

"Buon pomeriggio a tutti. Siamo qui riuniti per festeggiare l'illustre squadra di calcio della nostra scuola. Mantenendo alto l'onore del nostro Istituto, questo manipolo di giovani ha saputo affrontare e vincere tutte le partite di questa prima parte di campionato nazionale…

Taro faceva parte dei ragazzi della seconda squadra, ancora non ci credeva che l'allenatore e il preparatore tecnico si fossero fatti convincere da Pierre a sostituirlo. Nonostante avesse dimostrato in quei giorni, la sua bravura, la sua tecnica superba, la sua forma perfetta anche dopo il suo infortunio, come poteva ascoltare il discorso del Preside: le parole, "onore" " vittoria" "lealtà" che risuonavano in quel freddo pomeriggio di gennaio, gli sembravano così lontane, così vuote quelle parole. E gli elenchi delle vittorie di cui era stato protagonista si perdevano nel cielo grigio. Con lo sguardo perso nel vuoto cercava di dare un senso a quello che gli era accaduto, ma solo un nodo in gola, un forte pizzicore e un dolore lancinante allo stomaco era quello che provava ora, fermo immobile davanti a quasi tutta la scuola riunita.

-Per questo dobbiamo sostenere e aiutare con il nostro calore e il nostro affetto la squadra di calcio, affinché prolunghi la lunga tradizione di vittorie e porti a casa lo scudetto per il decimo anno consecutivo.

Il discorso del Preside era durato parecchio e ora lasciava il posto ad un lungo boato di urla e applausi, poi lo spettacolo delle cheerleaders che si esibirono in acrobazie e danze spettacolari, i ragazzi della squadra si sparpagliarono, ci fu l'invasione di campo, ognuno voleva salutare i propri beniamini. Nella confusione Taro rimase immobile, come se il suo corpo fosse presente, mentre la mente fosse altrove, la sensazione di bruciore alla gola però non lo abbandonava, fino a quando fu ridestato da uno scossone più forte e da una frase tagliente come una lama di un coltello:

-Allora la tua bella ballerina non è venuta, ho saputo che ha abbandonato la danza, forse potrebbe entrare a far parte delle ragazze pon pon? No, no, mi sa che loro fanno delle coreografie troppo difficili per lei. Cosa vuoi fare? Abbandonare anche tu la squadra?

Taro capì che era Pierre ancor prima di girarsi verso il suo interlocutore, lo guardò, poi gli sorrise e senza il minimo indugio andò verso un pallone che giaceva incustodito dicendo:

-Ho cominciato a giocare a calcio molto tempo fa e non ho intenzione di smettere, mai, se questo non lo hai ancora capito mi dispiace, ma io non mollerò la squadra mai e poi mai! -

Poi cominciò a palleggiare come solo lui sapeva fare, con estrema precisione, grazia e leggiadria come se la palla fosse attaccata ad un filo invisibile.
Tutti si fermarono ad osservarlo, intorno a lui si creò il vuoto, l'attenzione era catalizzata sui suoi movimenti fluidi, poi con estrema precisione passò il pallone a Pierre che stizzito bloccò la sfera e fece esplodere tutta la sua rabbia in un tiro micidiale che andò ad insaccarsi tra i pali.

Un boato si levò, alcuni tifosi più esagitati presero Pierre in braccio e lo portarono in trionfo. Il ragazzo dagli occhi cerulei era inferocito, come aveva osato quel moccioso, prendersi gioco così di lui, Pierre! Come poteva quell'insignificante Taro sorridergli dopo tutto quello che gli aveva detto e fatto. Quel sorriso proprio lo mandava in bestia! Quel sorriso che all'inizio lo aveva conquistato, stregato; Pierre aveva, per un momento, capito che quel ragazzo poteva veramente trasformare il suo gioco, Taro era in grado di essere una spalla eccezionale e per un po' era stato così, ma allora quando le cose erano cambiate?

***

[Domenica pomeriggio, sala prove]

Domenica fu un'altra giornata indimenticabile, questa volta nella sala prove Laure aveva potuto avere Ethan Stiefel come suo maestro, ed era stato un maestro dolce e premuroso. Aveva infuso alla ragazzina spaurita e timida del giorno prima, una grande sicurezza. Insieme a Nicolas avevano provato alcuni passi e poi Laure aveva provato la sua nuova parte come Regina delle Willis, per ballare al meglio al suo ritorno in sala prove.

Nicolas l'aveva assistita, mentre Stiefel la correggeva.
-Laure non guardare in basso, coraggio - la incalzava ogni tanto il ballerino- coraggio nella pirouette tieni la testa dritta, alta, così! Le spalle devono essere dritte, parallele ai fianchi.


Laure provava e riprovava.
-Bene, sei migliorata, ora prova i bourrées, devono essere veloci e leggeri. Ricordati che le Willis sono spiriti, devi essere leggera, la più leggera!
Nella sala risuonavano le veloci scarpette da punta della ragazza, una volta, due volte, venti volte, fino a quando non furono leggeri, veloci e perfetti come se stesse camminando su una nuvola.
-Ottimo, ora sei pronta! Sarai stupenda e verrò sicuramente a vederti, vorrò una poltrona in prima fila.
Laure felice abbracciò il ballerino.
-Grazie grazie mille, per i suoi consigli, grazie per il pomeriggio che mi ha dedicato.
-E' stato davvero un piacere e poi, l'unico che devi ringraziare, è Nicolas.
-Sì, lo so- la ragazza felice corse dal ragazzo e lo abbracciò forte.
Poi i due ragazzi si staccarono e, con un lieve imbarazzo per essersi lasciati trasportare così, salutarono il loro maestro per un giorno, Ethan.

***

Taro era là, sugli spalti dello stadio e guardava la prima partita del girone di ritorno del campionato, ma mai avrebbe permesso a Pierre e ai suoi scagnozzi di demoralizzarlo a tal punto da fargli rinunciare al calcio. E i suoi pensieri tornarono per un momento al giorno precedente.
Dopo che Pierre era stato portato in trionfo la folla si era dispersa lentamente, solo coriandoli, stelle filanti e cartacce venivano sospinti nell'aria gelida di gennaio, creando un turbine colorato. Taro era rimasto al campo, solo assorto nei suoi pensieri, aveva ripreso il pallone che aveva insaccato con rabbia poco prima il capitano del Saint Germain. Quello stesso pallone che era sempre stato il suo miglior amico, e proprio quel pensiero lo riportò lontano verso il ricordo di emozioni e gioie ormai perdute. Un altro trionfo, fatto di coriandoli e stelle filanti colorate, fece pian piano capolino nella sua mente, quelli della finale quando la Nankatsu era diventata campione nazionale. I volti di Ozoora, Genzo e tutti i compagni affiorarono nella memoria del ragazzo, e quel nodo in gola, quella sensazione di bruciore improvvisamente scomparvero sciogliendosi in calde lacrime. No, non voglio dargliela vinta, non voglio piangere, no aveva pensato in quel momento, ma lo sconforto aveva preso il sopravvento, ora sugli spalti, circondato da una folla urlante si sentiva solo e il gelo dei gradoni dello stadio pentreva nelle ossa, il cielo grigio e pesante di Pargi lo sovrastavano come un peso insormontabile. Ora però voleva trovare la forza per superare quel momento e solo nel calcio, il suo sport l'avrebbe trovata.

***

Nicolas sentiva il suo cuore battere forte, stringeva a sé quel corpicino tutto tremante dall'emozione, poteva sentire il profumo dei capelli della ragazza penetrargli dentro.
-Grazie Nico, non so cosa dire, hai reso questi due giorni i più belli della mia vita.
-L'ho fatto con piacere e poi tu non puoi capire, ballare con Marina sta diventando un incubo!
-Ma hai sentito Ethan, in una carriera di ballerino capita spesso di dover ballare con partener che non piacciono, ma è lavoro e lo si deve fare al meglio.
-Bisogna cercare di sforzarsi e di rendere ogni movimento arte…lo so, ma ballare con un ghiacciolo…
-Dai al massimo avrai le dita una po' gelate- disse con ironia la ragazza.
-Cos'è mi prendi in giro? Cos'è quel tono ironico?-ribaté il ragazzo
-Io ironica? No, no sono seria, lo so come è ballare con l'Iceberg!
-Dritto a prua…iceberg, invertire la rotta!!!
-Attenzione may day may day!
-Va bene abbiamo capito, coraggio, che ne dici dopo una bella doccia di andare al cinema? Sai, avere una vita sociale…uscire con gli amici…
-Direi che è una buonissima idea! Facciamo la doccia poi passo da casa, mi cambio…verso le sei ci troviamo sugli Champs Elysées?
-Che film vediamo?
-Vedremo al momento, tanto di cinema ce ne sono un'infinità!

***

Intanto nello stadio si stava giocando il primo incontro del girone di ritorno del Campionato nazionale di calcio under 18. Il Marsiglia contro il Paris Saint Germani, il match pareva una finale! Le due squadre in campo erano agguerrite e nei primi 50 minuti di partita vi erano già state tante occasioni goal, ma nessuna si era concretizzata.
I tifosi sugli spalti trattenevano il fiato, gli scambi erano serrati e le emozioni moltissime, le tifoserie delle due squadre inneggiavano i loro beniamini, uno spettatore tra tutti sembrava fremere di impazienza. Taro, tra i compagni della squadra, stava ammirando la partita dalle prime file e la stava analizzando con estrema attenzione, gli schemi nuovi non erano efficaci, il suo povero sostituto non era all'altezza e Napoléon si sentiva frustrato nel suo nuovo ruolo che certo non si addiceva alle qualità del suo gioco, alla sua verve e poi, gli mancava la sua spalla, Misaki!
Taro e Napoléon non si parlavano molto al di fuori del campo da calcio, non si potevano definire amici, ma quando erano in un prato verde con una palla al piede si trasformavano entrambe. In perfetto unisono sapevano i pregi e i difetti dei compagni, sapevano cogliere le reciproche mancanze e come colmarle, riuscivano a capirsi senza bisogno di tante parole! La loro era una affinità sportiva difficile da comprendere, solo Ozora fino ad ora era riuscito a far meglio con Taro al suo fianco. Forse era anche per questa forte sintonia tra Napoléon e Taro che Pierre si era accanito contro il calciatore giapponese, il ragazzo aveva intuito che la coppia stava offuscando la sua fama. Invece di cercare di formare un tridente d'attacco solido e micidiale, Pierre si era abbandonato alla gelosia e aveva dato sfogo a questo sentimento. Forse in questa partita tutto si sarebbe risolto bene, magari con un pareggio, ma alla lunga la squadra avrebbe risentito dello stravolgimento della formazione dovuto al solo capriccio del capitano.
Dopo i novanta minuti di gioco, sullo scadere del tempo regolamentare, un dubbioso calcio di rigore assegnato al Paris Saint Germain cambiò le sorti della partita che si stava avviando verso un pareggio sudato e meritato da entrambe le formazioni. La sfera tra i piedi del capitano Pierre, a cui era stato concesso il rigore, si insaccò con sicurezza. Dagli spalti si levarono urla di gioia, mentre dalle tribune del Marsiglia risuonarono cori, forse giustificati, contro il giudice di gara!!! Ad un osservatore attento come Misaki tuttavia quella che era sembrata una partita mozzafiato, combattuta e leale, aveva mostrato tutte le pecche di gioco della nuova formazione.

[Classe di danza, lunedì pomeriggio]

Laure, dopo il fine settimana trascorso a preparare il suo ritorno, non aveva ancora avuto il coraggio di rientrare in sala prove. Non sapeva come avrebbe reagito il Maestro, né l'insegnate Ludmilla. Non sapeva ancora se avrebbe avuto il coraggio di sostenere lo sguardo di Marina e delle compagne.
Quel lunedì pomeriggio lasciò che i compagni facessero le prove e poi entrò in sala. Si era messa un body lilla che le aveva regalato la nonna a Natale, aveva infilato le scarpette, aveva inserito un cd e stava provando da sola. La sicurezza che aveva mostrato la domenica pomeriggio appena trascorsa era svanita, ora lì, nella sala in cui era cresciuta artisticamente in quegli anni di liceo, aveva paura. La paura era quella di non farcela, di deludere le persone che credevano in lei, che avevano lavorato con lei. Le frasi pungenti del Maestro, le frasi canzonatorie di Marina non le aveva ancora superate, ora lì un nodo alla gola le impediva di ballare come sapeva, come evava fatto solo ieri!!!


Il tramonto filtrava dalle grosse finestre con i suoi colori caldi, quasi magici e una luce dorata creava un'atmosfera da sogno come nella favola triste delle Willis. In quel momento fece la sua comparsa una persona che rimase a guardare rapita le forme sinuose, eleganti e leggiadre che il piccolo corpo di Laure riusciva a creare.


Quando le ultime note della danza delle Willis di Adams si interruppero, un sonoro applauso risuonò nella sala. Laure spaventata si girò di scatto, non era sola e, quel magico momento che sembrava solo suo, era stato rubato da un oervatore ignoto.

Laure aveva ballato e Ludmilla l'aveva vista, le due donne si guardarono in silenzio poi:
-Era molto buono, sai.
-Ha visto tutto?- balbettò Laure
-Sì certo e mi è piaciuto quello che ho visto!
-No, il finale non viene bene.
-Se vuoi, puoi farmelo rivedere.
-Non le faccio perdere tempo?
-Certo che no, coraggio riprendi l'ultimo passagio, quello dove non ti senti sicura.

Laure con una gioia mista a paura si rimise a provare, il suo cuore batteva forte come se stesse ballando di fronte ad una platea prestigiosa. Ci mise tutto il suo cuore e il suo corpo ripeté i movimenti che aveva imparato con estrema precisione.


-Coraggio ora rilascia il collo così verrà spontaneo, brava ora è perfetto.

Il passaggio che non le veniva mai, questa volta risultò fluido.

-Ecco, hai visto- l'insegnante si avvicinò alla sua allieva e le posò una mano sulla spalla- perché non sei più tornata in sala? abbiamo bisogno di te.
-Mi vergogno.
-Non preoccuparti il Maestro ti accoglierà con gioia e anche io sarò lieta di riaverti con noi. Ogni ballerino sa che nei momenti difficili è qui che bisogna tornare. La sbarra, la sala, la pece: è questo il nostro mondo, sudore e lacrime fanno parte dell'incanto, della magia della danza, conserva nel tuo cuore i momenti lieti, le emozioni che provi danzando per avere la forza di andare avanti sempre e comunque nei momenti più bui.

Laure e Ludmilla si strinsero in un abbarccio forte, i due cuori battevano all'unisono, mai Laure avrebbe dimenticato quelle parole, le avrebbe conservate per sempre nel cuore, ed ora era con quei ricordi che affrontava le prime prove dopo tanti giorni. Gli sguardi che aveva sentito penetranti osservarla con malizia, gioia o rancore non li sentiva più, ora risuonavano solo le note familiari che scandivano gli esercizi alla sbarra.