[Scuola Saint Germani, martedì
pomeriggio, classe di danza]
Laure aveva aspettato che le sue compagne si cambiassero e finalmente,
dopo quasi dieci giorni di assenza, si era decisa a tornare in sala
prove.
Era entrata nello spogliatoio in quel momento vuoto e silenzioso; aveva
aperto il suo armadietto e aveva riposto tutto l'occorrente per affrontare
al meglio le lezioni di danza: un nuovo paio di scarpette, le forcine,
la lacca, la retina per lo chignon, due body neri di ricambio, gli scalda
muscoli, i copri spalle, l'occorrente per la doccia. Il suo armadietto
non era più spoglio e asettico come lo era stato in quel periodo,
ora, riprendeva vita.
Laure sapeva che i primi momenti in classe sarebbero stati durissimi:
gli occhi delle compagne l'avrebbero scrutata fin nel profondo, le gelosie,
le speranze delle più brave di poterla sostituire; il Maestro
che forse non le avrebbe neanche assegnato il ruolo di Myrthe, ma soprattutto
lo sguardo gelido, tagliente e trionfante di lei, Marina.
Per fortuna sapeva che in un angolo due persone sarebbero state contente
di vederla, sapeva che due stupendi occhi azzurri, l'avrebbero accolta
e aiutata nei momenti difficili. Nicolas e André sarebbero stati
i suoi cavalier serventi, la dolcezza dell'uno e l'umorismo dell'altro,
avrebbero stemperato l'angoscia che la attanagliava.
Era pronta, aveva indossato il suo body preferito, si era messa il tutù
per le prove, le scarpe nuove preparate perfettamente, come fosse la
prima dello spettacolo, non poteva certo fallire il giorno del suo rientro.
Non voleva avere incertezze, sarebbe stato il suo modo per ringraziare
coloro che l'avevano aiutata nel fine settimana a prepararsi per il
rientro. Non voleva lasciarsi andare allo sconforto, doveva farlo anche
per Taro che stava subendo le angherie di Pierre per essersi dimostrato
un amico fedele. Non voleva fallire per se stessa, ora più che
mai, la danza era la sua ragione di vita, l'unico modo per sentirsi
realizzata, per esprimere al meglio il suo mondo interiore, il suo corpo
avrebbe parlato per lei: gratitudine, dolcezza, amicizia; sentimenti
che avrebbe espresso solo ballando, solo per loro, solo per coloro che
le erano stati vicino.
La lezione non era ancora cominciata, si sentivano le chiacchiere dei
ragazzi provenire dalla sala principale, la pianista stava sistemando
gli spartiti e stava riscaldando le dita per poter suonare al meglio.
Gli insegnanti stavano parlando tra loro per decidere come procedere,
se sostituire l'assente Laure con qualche altra ragazza. Laure respirò
a fondo, poi spinse la porta della sala ed entrò.
Tutti si girarono verso l'entrata incuriositi, tutti gli occhi erano
puntati su di lei, Laure li sentiva, penetranti, interrogativi, ma non
si lasciò intimorire, andò verso i maestri, fece un inchino:
-Scusate per i giorni di assenza, scusate per il mio comportamento
infantile, non mancherò più una prova, grazie per la vostra
pazienza.
-Bene cominciamo-disse un imperturbabile Sébastien Du Près.
Il maestro dallo sguardo severo, non aveva ancora perdonato la ragazza
per il suo comportamento poco professionale, ma in fondo al cuore era
contento di rivederla, sapeva che Laure aveva del talento e non voleva
perdere la sua allieva da ormai otto anni.
Le note risuonarono nella sala di danza, i ragazzi tutti allineati
alla sbarra eseguivano gli esercizi di riscaldamento, Laure era felice,
non le importava lo sguardo di scherno che le aveva lanciato Marina,
non le importava l'accoglienza apparentemente gelida del Maestro, non
le importavano le chiacchiere delle sue compagne, ora stava ballando
e in un turbinio di sentimenti le ritornarono alla memoria i tre giorni
intensi che aveva appena vissuto.
***
[Sabato pomeriggio]
-Coraggio vieni- Nicolas teneva per mano Laure- dai non preoccuparti!
-Mi vergogno, sei sicuro che tuo padre ci lasci la sala prove tutta
per noi?
-Be' non ti ho detto una cosuccia, ma quando sarai dentro capirai
-Co...co...cosa? Non siamo soli? Cosa intendi dire?- il tono della ragazza
era sempre più preoccupato, lo sguardo smarrito cercava una risposta
negli occhi azzuro cielo del suo amico.
-Cosa? non te l'ho detto?- con tono da finto innocente.
Laure sempre più rabbuiata si faceva trascinare da Nicolas e
cominciava a temere per il peggio.
-No, caro Nico, cosa ti sei dimenticato di dirmi?
-No, nulla di importante, ci sarà anche André!
-Deficiente, mi hai fatto prendere un colpo!!! Mi stavo già prefigurando
qualche scenario del tipo: noi che facciamo lezione con un famoso corpo
di ballo
visto che tuo padre invita spesso l'Abt!
-Coraggio- Nicolas strinse ancora più forte la mano della ragazza,
che sembrava rincuorata e, spingendo la porta che dava sulla sala prove,
aggiunse- esatto hai intuito giusto, oggi faremo lezione con alcuni
ballerini dell'Abt e con Stiefel.
Laure impallidì, aveva voglia di tirare un pugno in pieno stomaco
al suo amico, ma non era il caso di farlo davanti ad alcuni dei ballerini
più famosi del mondo. Si limitò a sussurrargli tra i denti:
-Questa Nico, me la paghi, non so ancora come ma
Nicolas guardò la ragazza con un sorriso, aveva ottenuto l'effetto
desiderato, aveva convinto la ragazza a tornare a ballare, le aveva
strappato un piccolo sorriso misto a terrore, il volto di Laure era
radioso, gli occhi le si erano illuminati, insieme entrarono e con André
si misero al lavoro con il resto della compagnia.
Furono dei momenti meravigliosi, ad ogni plié che Laure eseguiva
sentiva il cuore batterle forte, aveva davanti Catherine Davenport,
Ethan Steifel e molti altri grandi nomi.
Dopo i primi momenti di panico e di imbarazzo Laure decise di concentrarsi
e gli esercizi le vennero naturalmente. Dopo la sbarra, cominciarono
gli esercizi in centro, Ethan Stiefel le si avvicinò
-Buon giorno signorina. Laure, è il suo nome, vero?
-Sssì- balbettò la ragazza rossa dalla vergogna e con
la voce tremante per l'emozione.
-Sono contento di poterla rivedere, Nicolas mi ha parlato del suo piccolo
momento di crisi, vedrà dopo la lezione di oggi non avrà
più nessun timore e tornerà in piena forma.
Gli occhi blu cielo del ballerino la rincuorarono, insieme si misero
a fare gli esercizi in centro, poi alcune diagonali. Per i tre ragazzi
la lezione terminò, si misero a sedere ed osservarono le prove
del balletto che la compagnia stava mettendo in scena. Vedendo quei
corpi che si movevano leggiadri, Laure si sentì felice, il suo
cuore era carico di speranze e di gratitudine per Nicolas che le stava
facendo questo magnifico regalo.
Terminate le prove Ethan Stiefel si avvicinò ai ragazzi e disse,
ora noi facciamo una breve pausa poi montiamo un passo a tre, perché
non lo provate anche voi dietro di noi?
I tre ragazzi si guardarono e con estrema gioia, si alzarono in piedi
di scatto e in coro:
-Sì
-Grazie
-Sarà un onore!
Poi si guardarono e scoppiarono tutti a ridere.
Laure, Nicolas e André si misero subito al lavoro, si sgranchirono
il corpo, fecero qualche esercizio per riprendersi, mentre Ethan, Catherine
e Sasha facevano un attimo di pausa.
Le prove cominciarono, i tre giovani ballerini con il cuore in petto
che pulsava forte, si misero al lavoro dietro ai professionisti.
Il coreografo era severo ed esigeva la massima concentrazione, il pezzo
era quasi montato:
-Bene ora vediamo il pezzo fino a qui-disse ai suoi ballerini.
La musica risuonò nella sala e i corpi di Ethan, Catherine e
Sasha cominciarono a disegnare forme sinuose e leggiadre. I ragazzi
rimasero incantati. Il coreografo guardava soddisfatto il suo lavoro.
-Benissimo, cinque minuti di pausa, ora tocca a voi- disse rivolto
ai tre giovani studenti.
I tre si guardarono stupiti, André si guardò dietro per
vedere se non si stava rivolgendo a qualcun' altro, ma erano soli.
-Coraggio non vi mangio, avete provato no?
-Sì, rispose con un filo di voce Nicolas
-Allora coraggio, vediamo come ve la cavate.
I tre, tremanti, presero posizione, la musica cominciò, i passi
erano difficili, ma i tre futuri ballerini se la stavano cavando:
-Benissimo signorina, più tesa quella gamba, ora rilasci il
collo, bene; André bravo, allunga il braccio, così, Nicolas
più alta quella gamba, bene, ora con rabbia, André tira
a te la signorina, bene, Nicolas, sei geloso, rubagliela, perfetto,
ora Laure sganciati dai due e con rabbia preparati per il tuo pezzo.
Alla fine delle prove i tre ragazzi erano esausti.
-Be', diciamo, avete interpretato la coreografia un po' a modo vostro,
ma tutto sommato siete stati bravi. La vostra tecnica è buona,
fra un po' Ethan, Catherine e Sasha, dovranno stare attenti, potete
andare.
I tre ragazzi erano al colmo della felicità, era stato un magnifico
pomeriggio, mai avrebbero dimenticato quei momenti:
-Grazie Nicolas, è la prima volta che non mi divertivo così
tanto ballando- disse André
-Cosa? Allora vedi che anche tu ci tieni alla danza!
-Be' in effetti è la prima volta che provo delle emozioni così
intense.
Poi entrambe i ragazzi si girarono verso Laure, la ragazza, pallida,
sudata scoppiò in un pianto liberatorio. Era felice e tra un
singhiozzo e l'altro:
-Gra grazie, è stato stupendo
-Ma allora perché piangi?
-Perché sono felice!
Nicolas e André si guardarono negli occhi e scoppiarono a ridere,
poi si strinsero felici in un abbraccio a tre, mai avrebbero dimenticato
quelle lunghe e faticose ore di danza.
***
Intanto al campo di calcio della scuola Saint Germani si stava svolgendo
la sfilata per la riapertura del torneo. La banda della scuola apriva
il corteo, seguita dal gruppo delle ragazze pon pon, la mascot e infine
tutta la squadra di calcio al completo, i titolari e le riserve davanti,
la seconda squadra dietro.
Il Preside aprì la cerimonia con un lungo discorso:
"Buon pomeriggio a tutti. Siamo qui riuniti
per festeggiare l'illustre squadra di calcio della nostra scuola. Mantenendo
alto l'onore del nostro Istituto, questo manipolo di giovani ha saputo
affrontare e vincere tutte le partite di questa prima parte di campionato
nazionale
Taro faceva parte dei ragazzi della seconda squadra, ancora non ci
credeva che l'allenatore e il preparatore tecnico si fossero fatti convincere
da Pierre a sostituirlo. Nonostante avesse dimostrato in quei giorni,
la sua bravura, la sua tecnica superba, la sua forma perfetta anche
dopo il suo infortunio, come poteva ascoltare il discorso del Preside:
le parole, "onore" " vittoria" "lealtà"
che risuonavano in quel freddo pomeriggio di gennaio, gli sembravano
così lontane, così vuote quelle parole. E gli elenchi
delle vittorie di cui era stato protagonista si perdevano nel cielo
grigio. Con lo sguardo perso nel vuoto cercava di dare un senso a quello
che gli era accaduto, ma solo un nodo in gola, un forte pizzicore e
un dolore lancinante allo stomaco era quello che provava ora, fermo
immobile davanti a quasi tutta la scuola riunita.
-Per questo dobbiamo sostenere e aiutare con
il nostro calore e il nostro affetto la squadra di calcio, affinché
prolunghi la lunga tradizione di vittorie e porti a casa lo scudetto
per il decimo anno consecutivo.
Il discorso del Preside era durato parecchio e ora lasciava il posto
ad un lungo boato di urla e applausi, poi lo spettacolo delle cheerleaders
che si esibirono in acrobazie e danze spettacolari, i ragazzi della
squadra si sparpagliarono, ci fu l'invasione di campo, ognuno voleva
salutare i propri beniamini. Nella confusione Taro rimase immobile,
come se il suo corpo fosse presente, mentre la mente fosse altrove,
la sensazione di bruciore alla gola però non lo abbandonava,
fino a quando fu ridestato da uno scossone più forte e da una
frase tagliente come una lama di un coltello:
-Allora la tua bella ballerina non è venuta, ho saputo che ha
abbandonato la danza, forse potrebbe entrare a far parte delle ragazze
pon pon? No, no, mi sa che loro fanno delle coreografie troppo difficili
per lei. Cosa vuoi fare? Abbandonare anche tu la squadra?
Taro capì che era Pierre ancor prima di girarsi verso il suo
interlocutore, lo guardò, poi gli sorrise e senza il minimo indugio
andò verso un pallone che giaceva incustodito dicendo:
-Ho cominciato a giocare a calcio molto tempo fa e non ho intenzione
di smettere, mai, se questo non lo hai ancora capito mi dispiace, ma
io non mollerò la squadra mai e poi mai! -
Poi cominciò a palleggiare come solo lui sapeva fare, con estrema
precisione, grazia e leggiadria come se la palla fosse attaccata ad
un filo invisibile.
Tutti si fermarono ad osservarlo, intorno a lui si creò il vuoto,
l'attenzione era catalizzata sui suoi movimenti fluidi, poi con estrema
precisione passò il pallone a Pierre che stizzito bloccò
la sfera e fece esplodere tutta la sua rabbia in un tiro micidiale che
andò ad insaccarsi tra i pali.
Un boato si levò, alcuni tifosi più esagitati presero
Pierre in braccio e lo portarono in trionfo. Il ragazzo dagli occhi
cerulei era inferocito, come aveva osato quel moccioso, prendersi gioco
così di lui, Pierre! Come poteva quell'insignificante Taro sorridergli
dopo tutto quello che gli aveva detto e fatto. Quel sorriso proprio
lo mandava in bestia! Quel sorriso che all'inizio lo aveva conquistato,
stregato; Pierre aveva, per un momento, capito che quel ragazzo poteva
veramente trasformare il suo gioco, Taro era in grado di essere una
spalla eccezionale e per un po' era stato così, ma allora quando
le cose erano cambiate?
***
[Domenica pomeriggio, sala prove]
Domenica fu un'altra giornata indimenticabile, questa volta nella sala
prove Laure aveva potuto avere Ethan Stiefel come suo maestro, ed era
stato un maestro dolce e premuroso. Aveva infuso alla ragazzina spaurita
e timida del giorno prima, una grande sicurezza. Insieme a Nicolas avevano
provato alcuni passi e poi Laure aveva provato la sua nuova parte come
Regina delle Willis, per ballare al meglio al suo ritorno in sala prove.
Nicolas l'aveva assistita, mentre Stiefel la correggeva.
-Laure non guardare in basso, coraggio - la incalzava ogni tanto il
ballerino- coraggio nella pirouette tieni la testa dritta, alta, così!
Le spalle devono essere dritte, parallele ai fianchi.
Laure provava e riprovava.
-Bene, sei migliorata, ora prova i bourrées, devono essere veloci
e leggeri. Ricordati che le Willis sono spiriti, devi essere leggera,
la più leggera!
Nella sala risuonavano le veloci scarpette da punta della ragazza, una
volta, due volte, venti volte, fino a quando non furono leggeri, veloci
e perfetti come se stesse camminando su una nuvola.
-Ottimo, ora sei pronta! Sarai stupenda e verrò sicuramente a
vederti, vorrò una poltrona in prima fila.
Laure felice abbracciò il ballerino.
-Grazie grazie mille, per i suoi consigli, grazie per il pomeriggio
che mi ha dedicato.
-E' stato davvero un piacere e poi, l'unico che devi ringraziare, è
Nicolas.
-Sì, lo so- la ragazza felice corse dal ragazzo e lo abbracciò
forte.
Poi i due ragazzi si staccarono e, con un lieve imbarazzo per essersi
lasciati trasportare così, salutarono il loro maestro per un
giorno, Ethan.
***
Taro era là, sugli spalti dello stadio e guardava
la prima partita del girone di ritorno del campionato, ma mai avrebbe
permesso a Pierre e ai suoi scagnozzi di demoralizzarlo a tal punto
da fargli rinunciare al calcio. E i suoi pensieri tornarono per un momento
al giorno precedente.
Dopo che Pierre era stato portato in trionfo la folla si era dispersa
lentamente, solo coriandoli, stelle filanti e cartacce venivano sospinti
nell'aria gelida di gennaio, creando un turbine colorato. Taro era rimasto
al campo, solo assorto nei suoi pensieri, aveva ripreso il pallone che
aveva insaccato con rabbia poco prima il capitano del Saint Germain.
Quello stesso pallone che era sempre stato il suo miglior amico, e proprio
quel pensiero lo riportò lontano verso il ricordo di emozioni
e gioie ormai perdute. Un altro trionfo, fatto di coriandoli e stelle
filanti colorate, fece pian piano capolino nella sua mente, quelli della
finale quando la Nankatsu era diventata campione nazionale. I volti
di Ozoora, Genzo e tutti i compagni affiorarono nella memoria del ragazzo,
e quel nodo in gola, quella sensazione di bruciore improvvisamente scomparvero
sciogliendosi in calde lacrime. No, non voglio
dargliela vinta, non voglio piangere, no aveva pensato in
quel momento, ma lo sconforto aveva preso il sopravvento, ora sugli
spalti, circondato da una folla urlante si sentiva solo e il gelo dei
gradoni dello stadio pentreva nelle ossa, il cielo grigio e pesante
di Pargi lo sovrastavano come un peso insormontabile. Ora però
voleva trovare la forza per superare quel momento e solo nel calcio,
il suo sport l'avrebbe trovata.
***
Nicolas sentiva il suo cuore battere forte, stringeva a sé quel
corpicino tutto tremante dall'emozione, poteva sentire il profumo dei
capelli della ragazza penetrargli dentro.
-Grazie Nico, non so cosa dire, hai reso questi due giorni i più
belli della mia vita.
-L'ho fatto con piacere e poi tu non puoi capire, ballare con Marina
sta diventando un incubo!
-Ma hai sentito Ethan, in una carriera di ballerino capita spesso di
dover ballare con partener che non piacciono, ma è lavoro e lo
si deve fare al meglio.
-Bisogna cercare di sforzarsi e di rendere ogni movimento arte
lo
so, ma ballare con un ghiacciolo
-Dai al massimo avrai le dita una po' gelate- disse con ironia la ragazza.
-Cos'è mi prendi in giro? Cos'è quel tono ironico?-ribaté
il ragazzo
-Io ironica? No, no sono seria, lo so come è ballare con l'Iceberg!
-Dritto a prua
iceberg, invertire la rotta!!!
-Attenzione may day may day!
-Va bene abbiamo capito, coraggio, che ne dici dopo una bella doccia
di andare al cinema? Sai, avere una vita sociale
uscire con gli
amici
-Direi che è una buonissima idea! Facciamo la doccia poi passo
da casa, mi cambio
verso le sei ci troviamo sugli Champs Elysées?
-Che film vediamo?
-Vedremo al momento, tanto di cinema ce ne sono un'infinità!
***
Intanto nello stadio si stava giocando il primo incontro del girone
di ritorno del Campionato nazionale di calcio under 18. Il Marsiglia
contro il Paris Saint Germani, il match pareva una finale! Le due squadre
in campo erano agguerrite e nei primi 50 minuti di partita vi erano
già state tante occasioni goal, ma nessuna si era concretizzata.
I tifosi sugli spalti trattenevano il fiato, gli scambi erano serrati
e le emozioni moltissime, le tifoserie delle due squadre inneggiavano
i loro beniamini, uno spettatore tra tutti sembrava fremere di impazienza.
Taro, tra i compagni della squadra, stava ammirando la partita dalle
prime file e la stava analizzando con estrema attenzione, gli schemi
nuovi non erano efficaci, il suo povero sostituto non era all'altezza
e Napoléon si sentiva frustrato nel suo nuovo ruolo che certo
non si addiceva alle qualità del suo gioco, alla sua verve e
poi, gli mancava la sua spalla, Misaki!
Taro e Napoléon non si parlavano molto al di fuori del campo
da calcio, non si potevano definire amici, ma quando erano in un prato
verde con una palla al piede si trasformavano entrambe. In perfetto
unisono sapevano i pregi e i difetti dei compagni, sapevano cogliere
le reciproche mancanze e come colmarle, riuscivano a capirsi senza bisogno
di tante parole! La loro era una affinità sportiva difficile
da comprendere, solo Ozora fino ad ora era riuscito a far meglio con
Taro al suo fianco. Forse era anche per questa forte sintonia tra Napoléon
e Taro che Pierre si era accanito contro il calciatore giapponese, il
ragazzo aveva intuito che la coppia stava offuscando la sua fama. Invece
di cercare di formare un tridente d'attacco solido e micidiale, Pierre
si era abbandonato alla gelosia e aveva dato sfogo a questo sentimento.
Forse in questa partita tutto si sarebbe risolto bene, magari con un
pareggio, ma alla lunga la squadra avrebbe risentito dello stravolgimento
della formazione dovuto al solo capriccio del capitano.
Dopo i novanta minuti di gioco, sullo scadere del tempo regolamentare,
un dubbioso calcio di rigore assegnato al Paris Saint Germain cambiò
le sorti della partita che si stava avviando verso un pareggio sudato
e meritato da entrambe le formazioni. La sfera tra i piedi del capitano
Pierre, a cui era stato concesso il rigore, si insaccò con sicurezza.
Dagli spalti si levarono urla di gioia, mentre dalle tribune del Marsiglia
risuonarono cori, forse giustificati, contro il giudice di gara!!! Ad
un osservatore attento come Misaki tuttavia quella che era sembrata
una partita mozzafiato, combattuta e leale, aveva mostrato tutte le
pecche di gioco della nuova formazione.
[Classe di danza, lunedì pomeriggio]
Laure, dopo il fine settimana trascorso a preparare il suo ritorno,
non aveva ancora avuto il coraggio di rientrare in sala prove. Non sapeva
come avrebbe reagito il Maestro, né l'insegnate Ludmilla. Non
sapeva ancora se avrebbe avuto il coraggio di sostenere lo sguardo di
Marina e delle compagne.
Quel lunedì pomeriggio lasciò che i compagni facessero
le prove e poi entrò in sala. Si era messa un body lilla che
le aveva regalato la nonna a Natale, aveva infilato le scarpette, aveva
inserito un cd e stava provando da sola. La sicurezza che aveva mostrato
la domenica pomeriggio appena trascorsa era svanita, ora lì,
nella sala in cui era cresciuta artisticamente in quegli anni di liceo,
aveva paura. La paura era quella di non farcela, di deludere le persone
che credevano in lei, che avevano lavorato con lei. Le frasi pungenti
del Maestro, le frasi canzonatorie di Marina non le aveva ancora superate,
ora lì un nodo alla gola le impediva di ballare come sapeva,
come evava fatto solo ieri!!!
Il tramonto filtrava dalle grosse finestre con i suoi colori caldi,
quasi magici e una luce dorata creava un'atmosfera da sogno come nella
favola triste delle Willis. In quel momento fece la sua comparsa una
persona che rimase a guardare rapita le forme sinuose, eleganti e leggiadre
che il piccolo corpo di Laure riusciva a creare.
Quando le ultime note della danza delle Willis di Adams si interruppero,
un sonoro applauso risuonò nella sala. Laure spaventata si girò
di scatto, non era sola e, quel magico momento che sembrava solo suo,
era stato rubato da un oervatore ignoto.
Laure aveva ballato e Ludmilla l'aveva vista, le due donne si guardarono
in silenzio poi:
-Era molto buono, sai.
-Ha visto tutto?- balbettò Laure
-Sì certo e mi è piaciuto quello che ho visto!
-No, il finale non viene bene.
-Se vuoi, puoi farmelo rivedere.
-Non le faccio perdere tempo?
-Certo che no, coraggio riprendi l'ultimo passagio, quello dove non
ti senti sicura.
Laure con una gioia mista a paura si rimise a provare, il suo cuore
batteva forte come se stesse ballando di fronte ad una platea prestigiosa.
Ci mise tutto il suo cuore e il suo corpo ripeté i movimenti
che aveva imparato con estrema precisione.
-Coraggio ora rilascia il collo così verrà spontaneo,
brava ora è perfetto.
Il passaggio che non le veniva mai, questa volta risultò fluido.
-Ecco, hai visto- l'insegnante si avvicinò alla sua allieva
e le posò una mano sulla spalla- perché non sei più
tornata in sala? abbiamo bisogno di te.
-Mi vergogno.
-Non preoccuparti il Maestro ti accoglierà con gioia e anche
io sarò lieta di riaverti con noi. Ogni ballerino sa che nei
momenti difficili è qui che bisogna tornare. La sbarra, la sala,
la pece: è questo il nostro mondo, sudore e lacrime fanno parte
dell'incanto, della magia della danza, conserva nel tuo cuore i momenti
lieti, le emozioni che provi danzando per avere la forza di andare avanti
sempre e comunque nei momenti più bui.
Laure e Ludmilla si strinsero in un abbarccio forte, i due cuori battevano
all'unisono, mai Laure avrebbe dimenticato quelle parole, le avrebbe
conservate per sempre nel cuore, ed ora era con quei ricordi che affrontava
le prime prove dopo tanti giorni. Gli sguardi che aveva sentito penetranti
osservarla con malizia, gioia o rancore non li sentiva più, ora
risuonavano solo le note familiari che scandivano gli esercizi alla
sbarra.
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