[Pomeriggio, scuola di Saint-Germain]
Le prove erano finite, i ragazzi e le ragazze del corpo di ballo della
scuola di Saint Germain erano sfiniti. i coreografi avevano diviso la
classe in due gruppi, Laure nel suo nuovo ruolo di Myrthe, regina delle
Willis, lavorava separata da Nicolas.
All'inizio la ragazza era rimasta alquanto rattristata, non sapere il
suo caro amico accanto a lei, non avere il sostegno dei penetranti occhi
blu di Nicolas che la guidavano, l'aveva resa nervosa. A render Laure
insicura e preoccupata era il rapporto con le compagne, l'episodio del
cambio di ruolo, la conseguente assenza prolungata dalle prove, avevano
incrinato i rapporti con le altre ballerine del suo corso, quest'ultime
speranzose di prendere il suo posto nel balletto. Ma ora che era tornata
più in forma che mai, precisa, bella ed elegante le compagne
erano ancora più gelose e l'atmosfera che si respirava era di
latente tensione.
Dopo le prove Laure si cambiò, decisa ad andare al campo di calcio
a vedere come procedevano gli allenamenti del povero Taro. Mentre assorta
nei suoi pensieri attraversava l'atrio della scuola semi deserto si
sentì bloccare da due forti mani che le cinsero gli occhi, coprendoli
e una voce le sussurrò dolcemente nell'orecchio
-Indovina chi sono?
-Non può essere certo quel simpaticone di Pierre, nemmeno il
suo scagnozzo Jean, per non parlare poi di quel simpaticone di Jacques,
scarterei anche Simon
-Va bene mi arrendo
il tuo elenco è troppo lungo
-Ma dai, lo so che sei tu Nico!- disse Laure divertita.
- Ho una piccola sorpresa per te!- disse il ragazzo mollando la presa.
Laure si voltò e i due ragazzi si trovarono uno di fronte all'altro
quasi abbracciati, il cuore di Nicolas batteva all'impazzata e lo stomaco
si contorceva, arrossì e si allontanò lievemente dalla
ragazza come se avesse paura che i battiti del suo cuore, nell'atrio
silenzioso, si sentissero e rivelassero i suoi sentimenti all'amica.
-Allora, dimmi, oggi le prove come sono andate?
-Come sempre, abbiamo provato i passi a due e il Maestro ci avrà
fermati duecento volte, proprio con Marina non funzioniamo!!!
-Ma dai non esser pessimista! Ormai siamo a buon punto, l'atto delle
Willis è quasi tutto montato e l'idea di aver diviso la classe
è stata senza dubbio fruttuosa, l'unica cosa triste è
-Che così sono per ore e ore praticamente solo con l'iceberg!
-Be' sì non possiamo più vederci, ma ci rifaremo!
-Appunto, ci rifaremo e subito ho qui una sorpresa per te.
-Dai, avanti dimmi!
-Ti ricordi l'articolo su Marc Dumercier?
-Ah, quello sulla rivista Opéra 2000 che era sulla mia scrivania!
-Sì, esatto, indovina
-Non dirmi che hai due biglietti per il balletto!
Il ragazzo con uno splendido sorriso, tirò fuori dalla tasca
due magnifici biglietti e li mostrò a una raggiante Laure
-Sì eccoli! Sabato alle 19 30 Opéra Garnier!
-Magnifico, stupendo, splendido non ho parole! Tuo padre, vero?
-Sì, esatto! Allora Mademoiselle Laure, questo è un invito
ufficiale, la passerò a prendere alle 18 e 30 e insieme andremo
-A vedere Romeo e Giulietta! Non sto più nella pelle, muoio!
E' un balletto che non ho mai visto dal vivo, solo in dvd e morivo dalla
voglia di vederlo! E finalmente vedrò dal vivo la scena splendida
del balcone in cui
-Laure rimase senza parole, sentì un
dolce pizzicore in gola, a stento tratteneva lacrime di gioia
Nicolas la guardava negli occhi blu notte e per un attimo i due ragazzi
si persero in un magico sogno ad occhi aperti. Come d'incanto non erano
più Laure e Nicolas bensì Romeo e Giulietta.
Laure posò la borsa, si tolse le scarpe e fece un inchino, Nicola
si inginocchiò e i due cominciarono a danzare
Le loro mani si intrecciarono come quelle dei due innamorati, i passi
di danza venivano spontanei come se i due ragazzi avessero sempre ballato
quella scena. Con leggerezza i due corpi si fusero in movenze leggere,
calde e sublimi. Il movimenti del cuore dei due giovani innamorati della
tragedia presero vita attraverso i corpi di Laure e Nicolas.
Leggerezza, amore, vita si sublimavano nella danza.
Quel magico momento fu però vissuto come un evento irreale dall'unico
spettatore che in quel momento stava scendendo le scale per raggiungere
i compagni dopo un duro allenamento.
Taro, che era tornato in classe per prendere alcuni appunti e raggiungere
i compagni della seconda squadra per poi ultimare un allenamento speciale
che avevano intenzione di svolgere di nascosto, si sentì lo stomaco
chiudersi poco alla volta.
Guardando Laure ballare con Nicolas Taro ebbe un tuffo al cuore, come
avrebbe potuto competere con quel ragazzo biondo così in sintonia
con la sua Laure, come avrebbe fatto se con tanto infinita leggerezza
i due corpi si muovevano in perfetta sintonia? La scena per Taro divenne
a via via insostenibile e il ragazzo si sentì il sangue scorrergli
nelle vene sempre più forte, le vene pulsavano e si sentì
come se Jacques gli avesse dato un pugno, forte, nello stomaco. Nicolas
sentiva il suo cuore battere forte nel petto, Laure era bellissima,
i suoi lunghi capelli neri erano sciolti e fluivano mollemente sulla
sue spalle, gli occhi erano chiusi e il suo esile corpo era completamente
abbandonato tra le braccia del suo amante, lì in quell'istante
magico Nicolas avrebbe potuto baciare la ragazza. Bastava solo piegare
leggermente la testa e suggellare il suo amore con un tenero bacio,
ma non ci riuscì. Laure riaprì gli occhi, la magia di
quel passo a due era terminata e si tornava alla realtà, confuso
e in evidente imbarazzo Nicolas lasciò l'amica, Laure si affrettò
a riprendersi. La ragazza sembrava smarrita, aveva sentito il calore
dell'abbraccio di Nicolas penetrarle nel profondo, quando aveva riaperto
gli occhi aveva sentito il respiro del ragazzo e le sue dolci labbra
protese in quello che sicuramente voleva essere un bacio. Raccolse la
sua borsa per nascondere il rossore che le si era formato sulle sue
guance e quando si girò si trovò accanto Nicolas e più
in là in un angolo dell'atrio Taro.
Laure confusa non sapeva cosa fare, guardò Nicolas e poi Taro
che si stava allontanando:
-Taro aspetta- urlò con un filo di voce- aspetta- schiarendosi
la voce che uscì a stento. E poi a Nicolas:
-Scusa devo andare, ciao Nico, allora a domani!- Laure scappò
dal suo compagno di danza per non dover chiedere spiegazioni, mentre
voleva solo raggiungere il povero Taro.
-Taro aspetta, aspetta! - urlò Laure e con una rapida corsa lo
raggiunse.
Taro con le tempie che pulsavano forte cercò di contenere il
suo dolore, la sua rabbia e con uno sforzo disumano su se stesso si
girò e accolse l'amica con un sorriso.
-Ciao, Taro, come va?
-Bene.
-Sai- esordì Laure con un sorriso e con una voce squillante per
confortare l'amico- stavo venendo al campo di calcio per vedere come
va con l'amico Pierre -le sue ultime parole furono sottolineate da un
tono di voce molto ironico e aggiunse- ho saputo del mitico pareggio!
Ora non ci sono dubbi, sei stato riammesso in squadra.
Ma mentre pronunciava queste parole si accorse che il volto del suo
amico era pallido e triste, quindi aggiunse- Mi sbaglio vero?
-Eh sì- rispose con tono sommesso Taro. Quelle parole erano uscite
dalla sua bocca in modo flebile come se il nodo in gola e il forte dolore
allo stomaco che provava impedissero le corde vocali di pronunciare
le parole. Laure comprese che Taro aveva visto la scena di poco prima
e forse quel pallore non era provocato dall'esclusione dalla prima squadra.
-Mi spiace- disse con dolcezza- vedrai ti rifarai- poi per alleviare
la pena dell'amico aggiunse in tono dolce e pacato come fosse una carezza-sai
Nicolas, mi ha invitato ad un balletto. Romeo e Giulietta e così,
sai, abbiamo improvvisato la scena del balcone che io adoro
-Non preoccuparti-disse ancora Taro con un filo di voce-non mi devi
nessuna spiegazione. - Ma in realtà il ragazzo avrebbe voluto
abbracciarla, stringerla a sé per sottolineare il suo sentimento
e forse finalmente non avrebbe provato più quel dolore che gli
attanagliava le viscere.
Laure gli sorrise, certo non sapeva cosa fare, poteva solo prendergli
la mano, e così fece.
I due ragazzi proseguirono il cammino verso il campo in silenzio mano
nella mano. Il calore emanato dalle sottili dita di Laure finalmente
portarono il sollievo desiderato al cuore di Taro che si sentì
rinfrancato, ora con quella calda mano nella sua, poteva superare qualsiasi
prova, anche falciare il prato per il resto della stagione. Taro ritrovò
il sorriso e quando giunse al campo disse:
-Sai abbiamo deciso di allenarci con i ragazzi della seconda squadra,
sono simpatici e volenterosi, mi è tornata la voglia di giocare
e poi, sai - Taro avrebbe voluto dire ti voglio bene, ti adoro ma non
ebbe il coraggio e aggiunse solo-sono contento che tu sia tornata in
forma e stai dando il meglio nella danza, lo spettacolo sarà
bellissimo e tu stupenda.
-Grazie sei
-Laure esitava, non trovava le parole, qualche ora
prima non avrebbe esitato a dire ti voglio bene, ti adoro, mi sei molto
caro, ma ora, dopo il balletto improvvisato con Nicolas cominciava a
vacillare, le emozioni che aveva provato avevano intaccato le sue certezze
-un amico-e aggiunse con un grande sorriso- vai e spacca su quel campo!!!
-Grazie, ci vediamo, magari domenica a correre!-e aggiunse timidamente-
alle 10 al parco?
-Sì certo, passi a chiamarmi?
-Certamente!
I due ragazzi si lasciarono, Taro era rasserenato, le parole anche
se semplici e appena sussurrate, erano servite a infondergli coraggio,
la piccola mano lo aveva confortato, tornò in campo e con i giovani
compagni cominciarono a giocare.
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