[sabato sera casa di Laura]
La serata era appena iniziata, i preparativi di Laure erano cominciati
alle due e mezzo del pomeriggio, la scelta del vestito era stata ardua,
il trucco semplice ed elegante risaltava l'ovale del visto e penetranti
occhi blu oltremare.
Nicolas fu puntuale e alle 18 e 30 suonò alla porta.
-Mamma io esco- una fulminea Laure uscì veloce da casa ancor
prima che sua madre potesse vederla, per tutto il pomeriggio aveva detto:
-Che bello la mia bambina va al primo appuntamento con un ragazzo, vi
faccio una foto, dimmelo mi raccomando fai entrare il tuo amico, ho
già preparato la macchina fotografica.
Laure certo non intendeva sottomettersi alla sessione fotografica e
quindi aveva affrettato la preparazione e già dalle 17 e 45 era
pronta sull'uscio.
-Ciao Nico! Andiamo se no faremo tardi!- Laure chiuse velocemente la
porta, prese sotto braccio il ragazzo e lo tirò verso il portone
per eclissarsi più in fretta che poté mentre sentiva sua
madre urlare.
-Aspetta, Laure.
-Laure scusa, ma non c'è tua madre che ti chiama?-azzardò
Nicolas
-Scappiamo prima che ci risucchi in un vortice fatto di "che bello
la mia bambina esce con un bel ragazzo, devo fare alcune foto"!
A quelle parole anche Nicolas, che faceva un po' di resistenza, si convinse
immediatamente e accelerò il paso.
I due ragazzi si ritrovarono fuori e velocemente si incamminarono per
prendere la metropolitana. Laure aveva pensato tutta la mattina e il
pomeriggio a come si sarebbe sentita nel rivedere il suo amico dopo
quelle strane sensazioni che aveva provato. L'agitazione era molta,
ma mentre camminavano a braccetto Laure si sentì solo emozionata
perché finalmente avrebbe visto il balletto, quel velo di imbarazzo
che era sorto alla fine del passo a due era caduto. Laure si ritrovò
a riflettere che era stata sciocca a pensare che Nicolas fosse innamorato
di lei e che quel contatto impercettibile, quel lieve soffio quelle
labbra sottili color corallo del ragazzo che aveva visto avvicinarsi
per sciogliersi in un bacio appassionato se le era solo immaginate.
Nicolas era solo il suo caro compagno di danza e basta.
E mentre camminavano a braccetto verso la metropolitano in quella fredda
serata di inizio febbraio Nicolas provava una sorta di agitazione mista
a gioia, si sentiva il ragazzo più fortunato del mondo, così
abbracciato a una radiosa ragazza dai lunghi capelli corvini.
Nel metrò parigino, affollato di gente che usciva per trascorrere
il sabato sera, Laure parlò come un fiume in piena del balletto
che avrebbero visto, dalle sue parole si capiva che era eccitatissima
e al settimo cielo, il suo sorriso radioso rischiarava il cuore di Nicolas
che sentiva il suo stomaco stringersi pian piano. Fra poco sarebbe stato
solo con lei nel palco centrale, in una Opéra gremita di spettatori
e forse finalmente avrebbe avuto il coraggio per dichiarare i propri
sentimenti. Il peso che non gli permetteva di respirare e che lo faceva
fremere ogni qual volta gli occhi blu notte di Laure si posavano su
di lui, si sarebbe sciolto. Mille volte quel sabato si era immaginato
la scena, mentre si preparava si era detto, o sta notte o mai più,
devo riuscirci, devo dichiararmi.
Il balletto era cominciato, i due ragazzi sognanti furono catturati
dalla leggiadria di quei corpi leggeri che ballavano sul palco. Laure
felice non riusciva a distogliere lo sguardo dai ballerini, Nicolas
al contrario sembrava più interessato alla sua amica come se
solo attraverso il filtro dei suoi occhi potesse cogliere quel meraviglioso
spettacolo. E quando si materializzò la scena del balcone Laure
sussultò lievemente sulla sedia e prese la mano di Nicolas e
la strinse forte. Nicolas rimase paralizzato, il cuore gli batteva forte
nel petto, lo sentiva pulsare nelle tempie come se stesse scoppiando,
il sentimento nascente d'amore che Romeo provava per Giulietta incarnato
dai corpi dei ballerini sembrava rispecchiare il suo sentimento sempre
più forte e quando i due ballerini si avvicinarono per sciogliersi
in un caldo bacio per suggellare il loro amore eterno, Nicolas provò
una fitta dolorosa al petto, respirò profondamente e si avvicinò
all'orecchio di Laure come se volesse dirle qualcosa.
Laure sentì il caldo respiro dell'amico sfiorarle l'orecchio,
volse il capo e si ritrovò il viso dell'amico a pochi millimetri.
Nicolas si avvicinò per baciarla, ma proprio in quell'istante
Laure dall'emozione sussultò emozionata e fece inavvertitamente
cadere il programma della serata. In quell'istante si levò uno
scrosciante applauso, il passo a due era terminato, Laure si piegò
per raccogliere il libretto e così fece per Nicolas, i due si
scontrarono con la fronte, si misero a ridere e rialzandosi si guardarono
sorridendo e applaudirono i ballerini.
L'atto era finito e i due amici uscirono nel magnifico Foyer dell'Opéra.
Tra loro era calato un dolce silenzio, in quel momento tra le colonne
di marmo e i magnifici stucchi, circondati da una folla elegante di
gente, che commentava il sublime spettacolo che i due ballerini avevano
appena offerto, si avviarono verso un angolo calmo e tranquillo. Percorsero
alcuni corridoi laterali quasi in cerca di un silenzio che permettesse
loro di riprendersi dalle forti emozioni appena provate. Le luci della
città filtravano dalle enormi finestre, i passi dei due ragazzi
sul parqué sembravano gli unici rumori in quel momento, Laure
camminava rapita da quell'atmosfera con la testa che le girava un po',
la gioia che provava in quel momento era enorme, persino il profumo
del legno, degli stucchi e dei dipinti sembravano inebriarla, quel teatro
in cui era stata infinite volte, quel giorno era completamente diverso.
Nicolas era altrettanto immerso nei suoi pensieri, il suo cuore batteva
ancor più forte, non sapeva cosa dire all'amica per rompere quel
silenzio, dalle finestre vedeva le luci dei palazzi accanto al teatro,
guardava le persone passare in basso sul marciapiede, da lì apparivano
così piccole e insignificanti, sospirò come pronto per
andare sul patibolo, lì soli in quel lungo corridoio che circondava
il foyer, si sarebbe dichiarato, prese Laure per mano, si voltò
e in quel momento vide, poco lontano da loro, nella penombra, una coppia
di giovani innamorati che si stavano baciando, Laure e Nicolas si guardarono
imbarazzati:
-Ti va qualcosa da bere?- esordì Nicolas con una voce flebile
e roca a causa di una salivazione che dall'inizio della serata era pari
a zero- Lasciamo soli i due ragazzi.
-Sì volentieri, grazie, ma offro io.
-Neanche per sogno, l'invito l' ho fatto io, questa è la tua
serata, tu sei la mia Giulietta.
Laure lo guardò sorridendo, Nicolas, abbassò lo sguardo
per non tradire i suoi sentimenti, la afferrò per una mano e
la trascinò correndo sul lucido pavimento.
La corsa terminò solo quando si ritrovarono tra la folla e ridendo
si misero in fila per prendere qualcosa al bar.
-Ti è piaciuto-esordì Laure. E mentre aspettavano il loro
turno la ragazza si sciolse in un fiume di parole. Nicolas ascoltava
divertito e annuiva dolcemente. La gola, dopo che aveva bevuto il suo
succo di frutta ritornò a una secchezza quasi accettabile. Cominciò
l'ultimo atto e il ragazzo si ripromise di gustarselo appieno, l'occasione
per rivelare i suoi sentimenti sarebbe venuta, così spontanea,
inutile sfidare la sorte.
Il balletto era finito i due ragazzi erano muti, le mani erano rosse
per il troppo applaudire e silenziosi si avviarono verso l'imboccatura
del metrò.
Proseguirono il viaggio in un vagone quasi deserto fino alla fermata
École Militare, non era tanto tardi e i due ragazzi ancora pieni
delle note e delle figure longilinee e flessuose dei ballerini non parlarono
molto, meccanicamente i due ragazzi si ritrovarono davanti al semaforo
ad aspettare per attraversare. Un profumino però destò
Nicolas:
-Ti andrebbe di chiudere la serata in dolcezza?
Laure arrossì e si sentì improvvisamente a disagio, Nicolas
notò il cambiamento dell'amica e aggiunse altrettanto imbarazzato:
-Ma che hai capito, guarda qui c'è il chiosco delle gaufres,
ti va di chiudere in dolcezza?
-Uh, be' si scusa-farfugliò Laure- certo grazie, è da
tanto che non ne mangio una. Passo di qui tutti i giorni ma sono così
stanca da non riuscire ad aver neanche la voglia di ordinarne una.
-Ma sta sera non abbiamo cenato, quindi il mio stomaco comincia a reclamare
e
se non sbaglio
-Be' in effetti mi hai scoperto, era il mio stomaco che brontolava,
il succo di frutta prima ha aperto le danze quindi per me una cioccolato
e panna.
-Andiamo sul pesante, bene mi piace, per una sera strafoghiamoci, anch'io
prendo il servizio completo.
I ragazzi attesero che il venditore mettesse della pastella fresca
e cremosa sulla piastra e chiudesse la grata. Attesero qualche minuto
e dalla griglia uscirono due fumanti cialde, pronte per essere farcite.
Ecco che una gran quantità di buon cioccolato fondente colò
tra i quadratini della cialda e poi una spruzzata di panna ricoprì
il tutto.
-Sarà un po' dura mangiare questa apoteosi dolce così
per strada.-disse Nicolas con in mano la sua gaufre
-Ci vogliono anni e anni di esperienza-aggiunse Laure- quando andavo
a scuola mia madre per merenda me ne comprava sempre una! Ho affinato
la tecnica! Adesso ti spiego.
-Prego Maestra, sono il tuo allievo modello.
I due ragazzi affaccendati a mangiare le loro cialde farcite si incamminarono
lentamente verso il portone di Laure, lì finirono di gustarle
sui gradini commentando il balletto che avevano appena finito di vedere.
-Sarebbe bello entrare l'anno prossimo all'ultimo anno della scuola
dell'Opéra e poi entrare nel corpo di ballo.
-A me piacerebbe andare anche a Londra!-disse Nicolas.
-Londra? Stupendo sì e magari partecipare anche a qualche concorso.
-Magari insieme, sarebbe stupendo!
-Già, ma prima dobbiamo finire il liceo e prima ci aspetta Giselle.
-E con l'Iceberg non è semplice.
-Su dai, sarete splendidi e poi una Giselle dai capelli rossi fuoco
e dall'aria glaciale non si è ancora mai vista!
-Praticamente un ossimoro!
-Già!
I due ragazzi risero di gusto poi tra loro calò il silenzio.
Avevano finito la gaufre e cominciava a fare un po' freddo, seduti così
sui gradini, Nicolas esordì:
-Allora si è fatto tardi- Nicolas si alzò e porse la mano
all'amica per aiutarla ad alzarsi, poi indugiò e guardando l'amica
negli occhi notò che sul lato della sua bocca era rimasta un
po' di panna e gliela indicò con un cenno e un sorriso
. Poi allungò la mano come per pulirle il lato sporco della
bocca, si avvicinò e con dolcezza la baciò.
Laure rimase immobile il gesto dell'amico l'aveva colta di sorpresa,
il bacio era stato dolce e fugace.
Nicolas separandosi le aveva sussurrato:
-Allora questo era una buona notte.
Laure aveva lo sguardo inebetito e la mano a mezz'aria, quella stessa
mano che voleva usare per pulirsi la bocca dalla panna, si mosse quasi
meccanicamente in un saluto. Laure guardò quel ragazzo alto,
snello dai capelli biondi che risplendevano illuminati dai lampioni,
allontanarsi con un passo elegante e leggero.
Poi la mano si mosse e Laure se la portò alla bocca come per
sigillare quel breve momento nella memoria. Il suo cuore batteva forte,
quel bacio di Nicolas l'aveva confusa, per un attimo indugiò
ancora ai piedi del portone, poi fece il codice ed entrò nell'androne
deserto, silenzioso, respirò a fondo e sentì un dolce
profumo di vaniglia, era ormai sulla soglia di casa e quella magica
notte era ormai terminata.
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