Lottando per un sogno

[Francia, Parigi]

Dopo qualche giorno di convalescenza Taro tornò in classe, i compagni lo circondarono per sincearsi delle sue condizioni di salute.
Pierre fu uno dei più calorosi:
-Allora Taro, come va, oggi ti alleni con noi? Accompagnando le parole con una pacca sulla spalla.
-Sì certo, anche se il medico mi ha detto di giocare con prudenza! Non sudare troppo e non prender freddo!
-Tra una settimana comincia il torneo under 18, siamo i favoriti e abbiamo bisogno di te!
-Non preoccuparti, sarò in gran forma!
Poi prima che suonasse la campanella Taro si avvicinò a Laure con una gran sorriso per farle un saluto, ma presto il sorriso si smorzò. Laure per evitare il ragazzo si era alzata e si era diretta passandogli accanto con il volto girato dall'altra parte per andare a parlare con Clémentine.

Perchè mi evita, dopo tutto quello che ha fatto per me? Proprio non capisco a volte quando siamo soli è così allegra, dolce e affettuosa, mentre a scuola diventa un muro!

L'attegiamento di Laure era inequivocabile, a scuola voleva essere lasciata in pace, era superba e altera con chiunque tranne che con i suoi pochi amici ed evidentemente non voleva che Taro entrasse nel suo cerchio.

Proprio non capisco eppure mi ricordo benissimo che quando mi sono svegliato, Laure mi stringeva forte la mano e come era carina addormentata sul mio braccio.

Poi mi ha curato finchè non è arrivata sua madre e mio padre non è rientrato dal suo viaggio.

E mentre le ore di lezioni trascorrevano lente e noiose i due ragazzi ripensavano a quel giorno.
Laure si era svegliata e aveva trovato Taro che si era rannicchiato mettendo una mano sul suo viso e si era addormentato con un un volto calmo e disteso di chi è sulla via della guarigione e sta recuperando le forze.
Con calma per non svegliarlo Laure si era divincolata dalla sua stretta. Il sole era già alto nel cielo, erano circa le undici e Laure pensò di cucinare un brodo per il ragazzo malato che probabilmente faceva fatica a deglutire.
-Taro, ascolta, cambiati il pigiama, prendi ancora la medicina io intanto vado a casa mia a cambiarmi, te la senti di restare solo? Ho messo su un po'di brodo per mezzogiorno, riesci a mangiare qualcosa?-
Con il suo solito sorriso Taro rispose faticosamente
-Ai tuoi ordini generale! Eseguo.-


Laure gli porse il pigiama, controllò il brodo sul fuoco e poi uscì.
Quando era tornata, il ragazzo dormiva profondamente, la febbre era ancora alta, ma il delirio e l'affaticamento respiratorio non erano più ricomparsi.

***

-Benissimo ragazze dopo gli esercizi alla sbarra daremo i ruoli per lo spettacolo di fine anno, verranno i ragazzi a provare con voi. Coraggio cominciamo!-
Ludmilla Oblasova stava cominciando la lezione, quel giorno si decideva una parte del futuro di Laure, lo spettacolo di fine anno infatti serviva per mostrare a dei coreografi e dagli insegnanti di compagnie famose i possibili candidati ad entrare nelle loro scuole o nelle compagnie. Ci sarebbero stati anche degli esaminatori dell'Opéra, per cui Laure non poteva sbagliare,
doveva aver un ruolo principale.

Sì ce la metterò tutta, nulla mi potrà fermare, voglio realizzare il mio sogno! Ballerò come non mai, la mia Kitri sarà fantastica (la protagonosta del Don Quijote di Leon Minkus NdA)!

***

-Ok ragazzi oggi faremo un allenamento speciale una partita, voglio provare un po' di schemi per il campionato; inutile dirvi che deciderò la foramazione dei titolari, quindi coraggio in bocca al lupo a tutti!
Poi rivolto a Taro.
-Ho saputo della tua malattia, fai quello che puoi lo so che sei appena guarito, giocherai nella squadra B ma questo non vuol dire che sarai necessariamente escluso dalla formazione dei titolari! Vediamo come giochi-
-Sì coach!-
Mostrerò a Pierre di che pasta sono fatto, Ozora vedrai terrò alto il nome della nostra squadra. Non sarà una piccola influenza a fermarmi! Quel giorno che era cominciato come uno qualunque, si stava rivelando per Laure e Taro fondamentale era in gioco il futuro! Ma la loro mente non era libera, qualcosa turbava entrambe.

Le due formazioni erano in campo, Pierre e Taro ricoprivano lo stesso ruolo, centrocampisti. La sfida sarebbe stata ai vertici.
-Taro, un'altra volta uno contro l'altro eh? Questa volta non c'è Tsubasa, vediamo come andrà, giocherò al massimo! Mi spiace se sei appena guarito, ma io non mi fermo davanti a niente.
-Non preoccuparti non sono una donnicciola, accetto la sfida. Non ho bisogno di Ozora per dimostrare quanto valgo, ti farò vedere. Comunque in bocca al lupo.-

Il fischio dell'arbitro decretò l'inizio della partita, i ragazzi si fronteggiavano come in una partita di campionato, ovviamente la squadra A stava dominando, il loro gioco era deciso, i passaggi precisi, rapidi non lasciavano scampo, la squadra B era bloccata sempre a centrocampo.
Taro stava marcando Pierre in modo stupendo ma rimaneva sempre il fortissimo Napoléon che riusciva a condurre a buon fine le azioni. Il portiere della squadra B resisteva, anche se la difesa non era sufficiente. Al trentesimo era arrivato il primo goal di Napoléon. Una distrazione di Taro aveva aperto la strada all'attaccante francese. Il ragazzo aveva avuto un forte dolore allo
stomaco e un colpo di tosse lo aveva rallentato. Non riusciva ancora a respirare bene. E poi c'era qualcosa che stava turbando la mente di Taro, deconcentrandolo.

Ma mi deve venire in mente Laure? Proprio mentre sto giocando? Perchè mi ha trattato con indifferenza, sembra che abbia un alter ego! Ma basta non posso distrarmi!

-Coraggio ragazzi- urlò Taro rivolto ai suoi compagni- dobbiamo solo trovare il ritmo, stringiamo la difesa e tentiamo un contropiede rapido.

Non posso farmi battere da Taro, fin'ora mi ha bloccato, ma ora faccio sul serio. Sembra in difficoltà approfittiamone!

Napoléon fece un passaggio a Pierre, rapido e preciso, Taro però non si lasciò sorprendere, subito fu sulla palla e fronteggiò il fuori classe del Paris Saint Germain.
Pierre tentò di driblare il ragazzo ma Taro non si lasciava superare, la tecnica dei due centrocampisti era molto simile. Sembrava che nessuno dei due potesse avere la meglio. Le urla di incitazione della piccola folla di studenti raccolti sugli spalti salivano, galvanizzate dallo scontro tra i due giocatori.
Pierre tentò una finta a destra ma Taro intuì la mossa e in scivolata intercettò la sfera, un suo compagno la raccolse e cominciò la corsa, Taro gli fu subito di fianco. La coppia veloce e precisa avvanzò fino all'area avversaria e Taro con una prodezza saltò un difensore e con un tiro al volo insaccò la sfera.

-Sìììì- l'urlo liberatorio di Taro riempì l'aria. Dopo un attimo il ragazzo alzò il pugno chiuso verso il cielo -Questo è per te Nankatsu!-
-Complimenti Taro, disse Pierre, ma questa è la prima e ultima volta che segni!-

***

Le ragazze stavano mostrando le loro variazioni agli insegnanti Ludmilla Oblasova e Sébastien Du Près che avrebbero deciso i ruoli. Tra le ragazze ce ne erano almeno tre che potevano impensierire Laure: Maurinne, Jeanne e Marina. La più pericolosa era proprio Marina, una ragazza russa da pochi anni trasferita a Parigi. Era compagna di classe di Laure, le due ragazze si
erano sempre cordialmente odiate. Non si rivolgevano mai la parola e si evitavano a vicenda, non solo c'era attrito nella classe di danza ma anche per i voti in classe e non ultimo Marina era innamorata di Pierre e il fatto che Laure avesse respinto il ragazzo l'aveva resa furiosa.

Marina si infilò un gonnellino di tulle bianco e cominciò a fare la famosa variazione di Odette nel lago dei Cigni.

Ascolta la variazione di Marina

Sicuramente un pezzo di bravura che non reggeva con le minori difficoltà della variazione di Kitri.

Voglio proprio vederla affrontare la serie di rond piqué...

Ma Marina fu perfetta, Laure si morse il labbro per la rabbia.

Ma come ha fatto? Non le riuscivano fino a poco tempo fa!

-Benissimo ora è il turno di Maurinne. Prego.-

***

Il risultato della partita nel secondo tempo era sempre fermo sull'uno pari.
Taro stava reggendo il confronto, mentre la sicurezza di Pierre cominciava a vacillare.

Non posso perdere contro un novellino! Mai ora lo distruggo.

Taro cominciava a dare i primi segni di affaticamento, il respiro si era fatto affannoso. Le gambe lo stavano tradendo, il suo gioco stava perdendo in lucidità.
-Taro- disse l'allenatore- basta così per oggi- il nuovo titolare del Paris Saint Germain non si deve ammalare! Vai pure, ottimo lavoro, vai alle docce.-
-Cosa? Ho capito bene coach, sono nei titolari?-
-Sì ragazzo, vai prima che ci ripensi.-
La sfida tra i due ragazzi era finita, Taro aveva dato il meglio di sè e come Tsubasa in passato anche lui era riuscito a tener testa a Pierre.

Il capitano del Paris Saint Germain era furioso. Lui il famoso el cid non era riuscito a tener testa ad un ragazzino appena guarito che giocava da pochi mesi nella squadra. In effetti ciò che aveva fatto la differenza tra i due ragazzi era stato che Taro aveva fatto gioco di squadra, sostenendo i compagni ogni volta che avevano commesso un errore, mentre lui, il capitano aveva preso la sfida come qualcosa di personale perdendo il senso del gioco.
Quel ragazzino giapponese gli aveva dato una lezione che non avrebbe dimenticato tanto facilmente. Pierre si passò una mano tra i capelli castani, mentre la sua espressione tesa si scioglieva in un sorriso. Poi si avvicinò a Taro, e gli posò una mano sulla testa.
-Allora hai sentito, sarai la mia spalla, saremo imbattibili! Poi lo spinse fuori dal campo e tornò a giocare con la sua solita grinta.

Taro ancora incredulo si avviò agli spogliatoi, molte ragazze che erano sugli spalti a vedere la partita attorniarono il ragazzo
-Complimenti Misaki, giochi bene!-
-Grazie-
I complimenti continuarono, Taro non aveva mai suscitato molto le attenzioni delle ragazze fino a quel momento. Stava diventando popolare.
-Possiamo accompagnarti agli spogliatoi?-
Stupito e imabarazzato Taro annuì rosso in volto.
Due ragazze più spavalde lo presero sotto braccio e cominciarono a chiedergli del suo passato di calciatore.
Le vocine petulanti del gruppetto si avvicinarono alle finestre della classe di danza.
Laure che stava aspettando il momento della sua variazione vide la scena e sentì una morsa allo stomaco.
Il sentimento di gelosia che aveva provato quando Taro aveva pronunciato il nome Aki si stava acutizzando.

***

-Laure tocca a te!-
Scura in volto Laure prese il ventaglio e cominciò la sua variazione.
I primi passi li eseguì fuori tempo, poi scivolò e lì si fermo.

-Ma che cosa succede Laure, non è da te!-
Laure corse fuori dalla classe di danza piangendo Nicolas la seguì.

-Che ti succede Laure?-
Laure era turbata, come aveva potuto sbagliare la sua variazione preferita, era da mesi che ci lavorava!

Se solo penso a quel cretino, ed io che mi sono preoccupata tanto per lui ho perso tre giorni di lezione per curarlo, ecco lo sapevo!

Nicolas l'abbracciò parlandole dolcemente.

-Qualuque cosa ti sia successo, non puoi mollare, dai non era nulla di grave, rientra e fai vedere chi sei non mi vorrai far ballare con Marina la scopa di saggina!-

Laure sorrise tra le lacrime.

-E poi, non importa cosa sia successo, usa le tue emozioni e danzale!-

Laure era gelosa, non voleva ammetterlo ma gli occhi nocciala di Taro avevano cominciato a far breccia nel suo cuore, vederlo circondato da tante ragazze la faceva infuriare e Aki... sì quel nome continuava a tormentarla.
Si asciugò le lacrime.

-Grazie Nico-
Aprì con decisione la porta, si avviò verso la sua borsa, prese una cassetta, si infilò una gonna di voile rosso lunga , riprese il
ventaglio e disse:
-Scusate, ora sono pronta ho cambiato idea ecco la nuova base.-

Ludmilla la guardò sorpresa, cosa aveva preparato?

Ascolta la variazione di Laure

Le note della Carmen risuonarono nella classe di danza, Laure ballò una Carmen stupenda mostrando fino in fondo i sentimenti dell'eroina innamorata che per gelosia aveva ucciso il suo amante. Tutti rimasero in silenzio catturati dalla visione che avevano davanti, quella non era più Laure, ma la gitana di Bizet.

Quando la musica finì si sentì solo un respiro affannoso di Laure, la ragazza si alzò, chiuse con rabbia e liberazione il ventaglio; fece l'inchino. Finalmente aveva ritrovato se stessa, la calma era tornata, era sicura che avrebbe ottenuto la parte.
Nicolas la guardò poi cominciò un lungo applauso, in un angolo Marina si stava mordendo le dita dalla rabbia, ancora una volta era stata battuta.

 

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