[ Domenica mattina, casa di Laure]
Laure era tornata tardi dopo lo spettacolo e il ricevimento ed ancora
tutta eccitata per aver chiacchierato con Ethan Stiefel, aveva fatto
fatica ad addormentarsi. Così alle nove era ancora a letto sprofondata
in un sonno pieno di sogni quando...
-Laure è tardi, io vado, oggi sono di turno mi raccomando fai
i compiti e telefona ai nonni!
Facendo questo la mamma di Laure era entrata nella camera e aveva aperto
le finestre.
-No, mamma stavo ancora dormendo, ho sonno e poi stavo facendo un bellisimo
sogno, cattiva!
-Su su è ora, di solito non poltrisci così la domenica!
-Sì, ma non mi capita di vivere dei momenti così intensi
tutti i sabati sera!
-Coraggio, alzati- e prese il piumino di Laure che rimase accovacciata
senza coperte.
-Che crudeltà inaudita mamma! Ho capito mi alzo.
Ma quando la mamma era uscita dalla camera e si stava apprestando ad
uscire Laure si riprese la coperta e cominciò a ripensare alla
magnifica serata, che bello che è stato e poi oggi viene qui
Nicolas a provare qualche pezzetto di Giselle, ma ho ancora sonno,e
si rimise a dormicchiare quando fu svegliata da un rumore sordo provenire
dal cortile!
-Scommetto che è quel rompiscatole di Taro e i suoi esercizi
cretini con la palla!
Laure aveva quasi indovinato, era Taro, ma stava giocando con il figlio
della portinaia Juanito.
-Dai Taro insegnami a palleggiare come fai tu, voglio anch'io diventare
un giocatore forte e giocare in serie A
-Dai cominciamo gli esercizi.
E il ragazzo cominciò con grande pazienza ad inegnare al piccolo
Juanito come muoversi
-Devi usare questa parte del piede così.
-Così va bene?
-Sì quasi, ecco sìì meglio!
Laure intanto guardava divertita il ragazzo.Che buffo quando gioca
con Juanito sembra proprio un bambino, è portato per insegnare
che pazienza! I mocciosi a me danno sui nervi!( soprattuto quelli
petulanti e quelli francesi di cui ho gran esperienza NdA) Poi Taro
si sentì osservato
-Ciao Laure, oggi niente esercizi? e imitò due plié.
Poi rimase ad osservare le mosse della ragazza con uno sguardo attento.
Laure indispettita non rispose neanche, fece la linguaccia e se ne tornò
a poltrire a letto.
Taro si mise a ridere e ripensò all'altra linguaccia che aveva
ricevuto un domenica di settembre ormai lontana senza accorgersi che
il piccolo Juanito lo stava guardando con aria indagatoria.
-Ti piace vero?
A quella domanda a bruciapelo Taro trasalì, divenne rosso come
un peperone e si mise a ridere, poi con una carezza affetuosa sulla
testa del piccolo disse
-E tu che ne sai? Non sei un po' piccolo?
-Questa è la classica frase dei grandi quando non vogliono rispondere!
Per la seconda volta il soldo di cacio aveva colto nel segno, Taro non
sapeva se Laure gli piaceva, a volte la sentiva così vicina,
altre volte ...
-Dai continuiamo a giocare, i problemi amorosi lasciamoli da parte!
Era da sempre la sua scappatoia, quando non voleva pensare a nulla si
tuffava nel calcio e giocava con il suo amico pallone.
[Pomeriggio inoltrato]
Al rientro dalla sua partita Taro si mise a fare i compiti.
Oggi è stato faticosissimo, il Monaco ci ha dato del filo
da torcere e ora, questo problema di trigonometria che pizza, chissà
Laure, ma cretino perchè ti viene in mente Laure devi studiare.
E si diede un piccolo pugno in testa per ritrovare la sua concentrazione.
Ma, nulla la sua mente era altrove!
Dopo un po' che stava studiando si alzò, vado a farmi un
Banania (latte e cacao al gusto di banana NdA, scusate per la pub
occulta!) ci vuole propro una pausa.
Quando si alzò scorse la luce che proveniva dalla camera di Laure,
no non ci devo pensare!
Andò in cucina e mentre si stava preparando il latte vide Laure
e Nicolas insieme, un lieve moto di gelosia attraversò il corpo
di Taro.
-Nicolas, aspetta non prendermi così, dai mi fai il solletico!
-Ma è così il sollevamento guarda! e per mostrarglielo
prese l'orso gigante che era sul letto
-E poi devi restare rigida!
-Dai piantala mi fai ridere e io dovrei restare seria!!
-Senti sciocchina proviamo o me ne vado!
-Sì ora sono seria, uno due tre
Nicolas la sollevò ma quando Laure doveva dargli la mano irriguìidirsi
e voltarsi scoppiò a ridere e i due ragazzi si ritrovarono a
terra abbracciati!
Taro vide la scena dei due ragazzi abbracciati che ridevano non ho
speranze con te Nicolas è una lotta ad armi impari! Guarda come
si diverte con te!
Da dietro il padre di Taro si avvicinò
-Cosa stai facendo?
Il ragazzo che non aveva sentito il padre che si avvicinava fece cadere
dallo spavento il bicchiere. Lo spavento era mescaloto ad un moto di
gelosia. Imbarazzato e confuso si mise a pulire.
-Mi spiace averti fatto spaventare, cosa stavi guardando fuori dalla
finestra di così interessante?
Taro non sapeva cosa rispondere. Perché stavo guardando Laure?
Perchè mi piace? Perchè non riesco a dimenticare il momento
in cui l'ho vista dolcemente addormentata sul mio braccio, perché
il suo calore mi infondeva tanta gioia?
-Fai attenzione Taro, mentre raccogli i vetri.
E in effetti Taro era così distratto dai suoi pensieri che una
piccola scheggia di vetro si infilò nel palmo della sua mano
che cominciò a sanguinare copiosamente.
-Che pasticcio stai combinando figliolo sei così distratto c'è
qualcosa che non va? La partita è andata bene! Hai anche segnato!
-No, papi non è questo, sono stanco, ma va tutto bene!
Il padre di Taro aveva capito che qualcosa turbava il ragazzo, ma aspettava
che il figlio facesse la prima mossa, non voleva che, assillandolo con
domande, il ragazzo si chiudesse a riccio. Gli prese dolcemente la mano
sanguinante e premuroso come una madre lo disinfettò e gli mise
un cerotto!
-Ci sono solo i cerotti? Ci mancava che li comprassi con su gli orsacchiotti!
-Sì perdonami caro, non ho ancora dimestichezza con la lingua!
Tu piuttosto impari in fretta!
Taro non rispose, era lontano con la mente lontano al di là del
cortile.
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