La notte di Tokyo, bambina maliarda ed esile, incedere
sicuro e occhi adulti di brace, il collo profumato dei ciliegi che fioriscono
ovunque per servire quel maledetto figlio di puttana che ha ridotto
la mia anima a brani per esporli, sanguinolenti, in teche di vetro.
Riso di lucciola che si schiude su ogni mia serata insonne.
Questa notte edochiana di Subaru Sumeragi si snoda dove il fumo e l'alcol
ristagnano per aiutarmi a coprire l'aroma della primavera di questa
città, persistente anche in mezzo alle stelle fioche. O forse
è il mio olfatto condizionato dall'odore dolce del suo corpo
quando schiacciava un onmyouji di sedici anni contro di sé, giusto
per il gusto di dipingere di rosso le guance solitamente esangui. Non
potevo sapere quanto crudele fosse, invece, l'intento di quelle mani,
messe al mondo per frantumare ogni mio piccolo sorriso e godere di questo
con la totalità della sua esigua anima.
Non sento freddo, vicino a lui, fino a che non ne scorgo il sorriso,
una semplice incisione nel marmo bianco, null'altro.
Un'incommensurabile vertigine e io sono il pazzo che la elegge a propria
droga.
Dita sulle tempie in un taumaturgico tentativo di guarigione da tutto
il delizioso veleno che ha instillato in me, giorno per giorno, l'asperrimo
miele del suo unico occhio.
There are shadow zones all around.
We danced thick as trees
still prisoners of wood
and in between the smoke and wines
on the dancefloor there he stood
I could see in your eyes you're the one to burn it all down.
And I want to be there
yes I want to be there.
La mia mano si allarga sul bancone a sostegno del corpo
che si volta verso le sagome presenti, imprecise nella soffocante caligine
di sigaretta. Risplende l'oro freddo fra la matassa dei volti che non
conosco, fremo, freme tutto il mio corpo.
Acqua così gelida da risultare, ai sensi, bollente.
Uno scroscio dentro di me, e, dannato Subaru, il suo gelo non fa altro
che inebriarti.
Appoggiato al muro dalla parte opposta del locale, mimetizzato nell'impermeabile
scuro, era semplicemente un'ombra confusa nella fievole, fumosa illuminazione
della stanza. Un sorriso piatto sulle labbra su cui poggiava l'immancabile
Mild Seven, lo sguardo crepitava come fuoco ghiacciato sulla sua preda
dai gomiti nuovamente appoggiati alla superficie lignea su cui si mescolavano
pugni e tintinnii di bicchiere.
I passi, leggeri e felpati, che lo dividevano da lui erano davvero pochi,
già la mano si era distesa sulla spalla rivestita dell'impermeabile
bianco. Quello di vederlo ostentare un gelo inattaccabile , mentre in
realtà in quello sguardo incredibilmente intenso e triste passava
l'ombra di un sedicenne propenso a guardare al lato bello delle cose,
il cui mondo era costituito da lui e sua sorella, era un piacere a cui
non poteva in nessun modo sottrarsi.
Sogghignò: Subaru non era cambiato.
<< Subaru-kun.>>. La voce di Seishiro proveniva da dietro
la spalla del giovane uomo e subito si insinuò nell'orecchio
di costui come un brivido, mentre l'altra mano del cacciatore cercava
apparentemente sostegno appoggiandosi all'altra scapola dello sciamano
e premendo su di essa in un gesto di fittizia e canzonatoria complicità,
sebbene gli occhi stancamente serrati dell'onmyouji intendessero comunicare
un fermo diniego.
Eppure, Subaru non poté esimersi dal calore che le dita del suo
opposto stavano trasmettendo ai suoi nervi in tensione. Non voleva.
<< Niente di meglio da fare, eh?>> ma di certo non l'avrebbe
avuta vinta.
<< Oh, avanti, riesci sempre a rovinare l'atmosfera! Piuttosto,
gradirei sapere perché mi seguivi
>>. Decisamente
sardonico.
<< La tua ironia comincia a scadere, sarà la vecchiaia
?>>
<< La tua, invece, mi è del tutto nuova>> si ritrovò
a considerare il Sakurazukamori, dal cui tono di voce il Sumeragi riuscì
a distinguere una punta del solito divertimento distaccato e niente
più di quest'ultimo, in maniera esattamente conforme alla limitata
gamma di sentimenti esternabili dell'assassino del Ciliegio.
<< Non ti senti stanco di tutto questo, ogni tanto?>> gli
domando d'improvviso, in tutta sincerità.
Magari era realmente solo, triste, ma, in ognuna di queste due ipotesi,
lui si ritrovava a recitare il ruolo del passatempo, senza scampo alcuno.
<< E rischiare di lasciarti in mano al tuo destino senza di me?
Sai più di qualunque altro che una preda non è mai sola,
specie se mia, Subaru-kun
>>
<< Avrei dovuto aspettarmela questa, ok
>>
<< Cosa?>>
<< Niente. E in ogni caso, a me pare che il tuo prezioso 'patto'
sia qualcosa di piuttosto
unilaterale.>>
<< Ho come l'impressione che stanotte non ti prema della tua stessa
vita
>> l'altro uomo si era finto pensieroso.
<<
cazzate
>>
<< Oh, tutt'altro>> l'ex-veterinario si era affrettato a
correggerlo con un sorriso sensuale. Il resto delle parole del Chi no
Ryu vibrò contro la gola del Drago del Cielo << perché
la tua vita dipende da me, da me e da ogni mio capriccio. In definitiva:
mi appartieni molto più di ciò che pensi, credimi.>>
<< Deduzione brillante>> replicò piattamente il giovane.
Touché. Maledettamente vero, molto più di ciò che
Seishiro affermava e sosteneva di sapere. Era la sua scelta, quella.
Tutto il suo amore era una fottutissima scelta sbagliata, logorante.
<< Che hai?>> gli domandò il Sakurazukamori, notando
il silenzio dello sciamano suo opposto, i cui occhi ardevano come braci
smeraldine. Alla vista di un tale sfoggio di carisma (o forse, stando
ai suoi ricordi di quel ragazzino saggio ed educato, si trattava di
rabbia?), non poté risparmiarsi un riso divertito.
<< Tanto, non te ne cureresti>> lo accusò il venticinquenne
con aria ferita, nonostante tentasse di occultarla
<< Vorresti che io lo facessi?>> il Messaggero, superata
un'iniziale perplessità, sondò il terreno con un quesito
fin troppo diretto, la cui risposta fu nient'altro se non uno spaesato
interludio.
L'assassino seguitò ad osservare Subaru, nella cui interiorità
si era sicuramente scatenata una ribellione: rigido, attonito, fremente
di stizza, lo sguardo lucido e i pugni serrati, avrebbe pagato oro per
poter leggere dentro di lui
Privo di esitazione, fece scivolare
il braccio attorno alla spalla della sua preda per cingerla strettamente;
giurò di aver sentito il cuore dell'altro saltare un battito,
cosa che lo rese ancora più determinato a non lasciare la presa,
anzi, a scivolare elegantemente dietro di lui per attirarlo a sé,
l'ennesimo sorriso sottile e compiaciuto tratteggiato sulle labbra,
le quali, data la vicinanza, andarono a sfiorare la nuca del giovane
in maniera men che impercettibile, sufficiente, in ogni caso, a sferrare
una pennellata di stupore sullo squisito affresco del volto fine ed
esangue.
<< Sai qual è il modo migliore per vincere una tentazione,
caro il mio Subaru-kun?*>> quel sussurro accarezzò con
malizia il timpano del Sumeragi, di cui sfiorò le punte dei polpastrelli,
dopo aver abbandonato le mani lungo i fianchi. La tensione del suo adorabile
passatempo era stata deliziosamente portata agli estremi.
Conscio di ciò, Seishiro rise morbidamente contro il suo orecchio
e ne sfiorò brevemente il lobo utilizzando la punta della lingua.
Subaru socchiuse, suo malgrado, gli occhi. Si stava deliberatamente
prendendo gioco di lui, come di consueto, lo sapeva. Lo sapeva! Dannato,
stava facendo leva sulle sue debolezze per renderlo utile ai suoi fini.
E maledizione, ci stava riuscendo: gli era sempre più difficoltoso
aggrapparsi a un pensiero razionale, con
con il suo respiro
e il suo corpo
così vicini
e
quelle stramaledette
caldissime dita contro le sue, in contrapposizione all'inverno perenne
di quelle iridi scompagnate!
<< Cedervi.>> il cacciatore uccise il quesito posto alla
sua preda e, dopo aver appoggiato un lievissimo bacio sulla mascella
di quest'ultima, approfittò dell'incauta ed eccessiva rilassatezza
di quelle membra per voltare lo sciamano e lasciarlo ricadere fra le
sue braccia, incurante dello scatto di sorpresa di questi, la cui schiena,
l'istante successivo, era addossata a una parete, a causa della forza
esercitata dal corpo del Sakurazukamori pressato sul suo.
Subaru si sentì mancare. Possibile che, fra tutti gli avventori
nessuno stesse realizzando ciò che stava accadendo?! Inoltre,
a giudicare dall'angolazione, essere notati sarebbe stato difficile.
<< Ti
ti odio!>> ringhiò, disperato. Non aveva
niente da gridare al vuoto, ilare atteggiamento del viso di quel demonio,
o, per lo più, era certo di non esserne capace usando le parole.
Quell'indignazione e quell'ineffabile tristezza non sfuggirono al minuzioso
esame del carnefice, il quale non perse l'occasione di immobilizzarlo
ulteriormente contro il muro ed a ridurre la distanza fra i loro visi,
ormai quasi totalmente accostati l'uno all'altro. Il venticinquenne
non poté fare a meno di rabbrividire nuovamente. COSI' vicini,
eppure Seishiro pareva lontano mille miglia
<< Bene,>> Subaru poteva avvertire il soffio di quelle parole
accarezzargli le guance
ebbe la disarmante e niente affatto gradita
sensazione che le sue gambe stessero divenendo di gelatina
<<
perché a dispetto del limitato sviluppo della
mia emotività, posso assicurarti che l'odio è molto più
vicino alla mia comprensione rispetto all'amore.>>
<< Una volta ho avuto paura che tu potessi odiarmi.>>.
Fu una frase che gli sfuggì involontariamente, di cui si pentì
all'istante: sicuramente, se non fosse stato così impossibilitato
nei movimenti, si sarebbe dileguato senza dare spiegazioni, in fondo
quell'uomo non gliene aveva mai elargita una. Lo fissò mentre
allontanava il viso dal suo.
<<
E adesso, invece?>> il Sakurazukamori infierì
su quell'ammissione improvvisa, emotivamente algido, esattamente come
nelle aspettative del suo prigioniero dal petto colmo di amarezza, che
però non fu impreparato, stavolta, di fronte a quell'uscita provocatoria
del buio personificato
<< Adesso potrei farlo senza rimorsi.>>.
Zitto, zitto! Con quella voce così ferma, come gli era saltato
in mente?
Si concentrò sulle profondità ambrate del suo antagonista
e d'istinto frappose le braccia fra loro, serrando le spalle dell'assassino
con le proprie dita, tuttavia l'uomo non ebbe problemi ad eludere la
blanda difesa eretta dall'onmyouji, così il suo sorriso velato
di trionfo andò ad aderire sensualmente contro le diafane e tremanti
labbra di costui.
Fra il terrorizzato e il basito, Subaru rimase inerme per il primo istante,
gli arti ancora paralizzati, ma nell'esatto momento in cui l'omicida
si adoperò per aprirsi un varco nella sua bocca, i suoi sensi
l'avvertirono con una destabilizzante scossa elettrica lungo la spina
dorsale: purissimo, inenarrabile desiderio, ragion per cui non ebbe
esitazioni nel facilitare l'accesso all'altro. Fremette ancora al tocco
intimo, caldo e avvolgente della lingua di Seishiro che, con maestria,
stuzzicava e si sfregava contro la sua. Le mani, dapprima tese in un
atto di repulsione, circondarono con trasporto il collo del trentaquattrenne,
carezzando i serici e morbidi capelli bruni dietro la nuca e cercando,
contemporaneamente, di rendere nulla l'esigua distanza fra loro. Entrambi
non poterono trattenere il sussulto che attraversò entrambi i
corpi nel brusco movimento che li portò l'uno contro l'altro.
Un'essenza tiepida ed inebriante aveva totalmente invaso il palato del
più giovane, come quella dei petali di sakura.
Lo voleva.
Anche contro quel muro, in quel momento
non gli avrebbe domandato
altro.
Tutto l'insieme del suo corpo emetteva segnali la cui decodificazione,
per il Sakurazukamori, non fu che intuibile. Perso in quel voluttuoso,
umido antro, non represse nemmeno il lieve gemito di soddisfazione che
gli salì spontaneo e cercò le scapole di Subaru, prendendo
a disegnarne i contorni con le sole dita, in un lieve fruscio, fino
a scendere con le mani sui fianchi esili ma non per questo meno sensuali
quel ragazzo era un capolavoro irriproducibile anche nel più
raffinato netsuke d'avorio: uno dei pochi aspetti della sensibilità
a lui concessi era di sicuro il senso estetico, sviluppato, oltre che
raffinato, sicuramente capace di riconoscere l'oggetto dei suoi desideri
come la lampante personificazione dei suoi canoni di bellezza.
Fu la lingua del suo rivale, appunto, a spezzare il filo dei suoi pensieri:
stava cominciando a giocare con la sua quando Seishiro utilizzò
una mano, staccandola dalla vita dell'altro, per premere maggiormente
sulla cervice scura ed approfondire il bacio più che poté,
ricevendo un segno d'entusiastica approvazione da parte della propria
preda, perché così si potevano considerare gli innumerevoli
sospiri che gli stavano riempiendo, con suo sommo appagamento, le orecchie.
Il braccio fermo attorno a quella vita paradisiaca aumentò la
pressione, cosicché l'esile, elegante e flessuosa silhouette
del ragazzo si trovò contigua a quella dell'avversario al punto
da sentire ogni fibra di se stesso urlare di
di bramosia.
La mancanza d'aria fu l'unica causa della momentanea interruzione di
quel sensuale incantesimo: tutti e due si ritrovarono a scrutarsi, ansanti,
dopo che le labbra si furono separate da quell'incendiario intreccio.
Le attente orbite del cacciatore adocchiarono i due grandi specchi verdi
fissi su di lui
una spenta ma magnetica primavera che lo chiamava
a gran voce
Dietro quella futile freddezza, il cuore dello stregone
era rimasto come cristallo, fragile e chiaro, così semplice da
rompere; sapeva che avrebbe voluto parlare: picchiarlo, ingiuriarlo,
accusarlo, ma, alla fine, sarebbe stato lui a condurre il gioco. Lo
vide schiudere le labbra quel poco che sarebbe bastato per iniziare
un discorso, ma l'assassino, ben lungi dal voler permetterglielo, avvicinò
la propria testa per appoggiare la bocca sul collo candido, cominciando
a mordicchiarne la pelle, slacciando i primi due bottoni della camicia.
Subaru sollevò il capo in segno di gradimento, facendosi sfuggire
un languido lamento che scosse il sapiente torturatore: per quanto tempo
sarebbero riusciti a resistere?
La sua esplorazione risalì lungo il mento, ma la voce incrinata
del Sigillo lo distolse, per una frazione del secondo, dal suo intento:
<< Che
che
stai facendo
?>>
<< Nulla che tu non voglia>> rispose semplicemente, prima
di baciarlo ancora, seguendo il suo contorno labiale con la punta della
lingua, un semplice quanto seducente arabescare a cui il Ten no Ryu
non si sottrasse, anzi, a cui partecipò con slancio, dopo aver
strenuamente affondato le dita fra i capelli del Messaggero. Le gambe
non lo sorreggevano più a dovere, aveva la mente annebbiata dall'eccitazione
e l'animo roso dalla colpevolezza, ma nemmeno una cellula del suo corpo
sarebbe stata capace di respingere l'ex-veterinario, non in quel frangente,
proprio quando, invece, il suo autocontrollo si rivelava essere vitale.
La sua coscienza ebbe, in questo modo, un alquanto brusco risveglio,
durante il quale lottò per liberarsi dall'invitante opera di
seduzione di cui era
vittima?, ma tutto ciò fu solamente
utile a stimolare la determinazione del nemico, indifferente di fronte
alla riluttanza dimostratagli: il Sumeragi non avrebbe utilizzato la
magia, era sufficiente guardare le guance arrossate e gli occhi lucidi
per desumerlo con esattezza.
<< Cosa vorresti fare tu, piuttosto
koibito?>> il
timbro roco e provocante del più esperto non lasciava spazio
all'immaginazione. Si chinò nuovamente sull'immacolato e serico
paradiso della gola di fronte a sé, senza risparmiarsi nel suggere
e tormentare ogni millimetro di pelle
ogni sua maggiore pressione
andava trasformandosi in un ansito del ragazzo, che, tutt'a un tratto,
aggrappandosi saldamente alla sua schiena, si lasciò scivolare
verso il pavimento, avvinto, l'uomo con lui. L'averlo provocato l'attimo
prima non aveva fatto altro che espandere un brivido nei nervi già
infuocati per le carezze e i baci. Le dita sottili e agili erano già
pronte a slacciare la cravatta, ma, prima che potessero mettersi in
azione, Seishiro l'aveva già sovrastato con il proprio corpo
e aveva insinuato le mani sotto il suo impermeabile, per sfilarglielo
con un fluido e silenzioso movimento.
Subaru si trattenne a stento dal gridare, compresso com'era sotto il
peso bollente del suo giustiziere impegnato nell'allentare e aprire
lentamente i bottoni della sua camicia. Voltò la testa da un
lato per non essere costretto ad incrociare lo sguardo di chi era disteso
su di lui, ma il tentativo fu vano: accortosi dell'incommensurabile
vergogna che tingeva di un delizioso carminio i nivei lineamenti dello
sciamano, nel terminare l'opera, l'aguzzino gli prese il mento con due
dita per ruotarlo in direzione dei suoi occhi e prese a torturargli
il delicato labbro inferiore per qualche attimo, prima di addentrarsi
in quell'angusto anfratto, aiutato dal capo del giovane, levatosi leggermente
per venirgli incontro.
<<
T-tu
>> la prima cosa che riuscì a
pronunciare appena gliene fu data la possibilità, una volta che
il capo d'abbigliamento, ormai inservibile, fu allontanato dalla sua
schiena, ma
quello che voleva essere un asperrimo rimprovero pareva,
alle sue stesse orecchie, un'autentica implorazione. Delle lacrime cocenti
gli salirono ai bordi delle ciglia nel cogliere la manifestazione di
sfida negli occhi del Sakurazukamori, ma questi andò a lambirle
con la propria bocca prima che andassero a rigare le guance, un gesto
che fece morire ogni tentativo di ribellione da parte del Sumeragi,
gli occhi chiusi mentre avvertiva la sensazione ruvida e piacevole scorrere
sulla pelle con calcolata morbidezza. Demonio. Stupido esecrabile diavolo
dell'infern
<< A-ah!>>
Inarcò la schiena non appena i denti dell'uomo cominciarono a
chiudersi attorno a un suo capezzolo in una serie di piccoli e solleticanti
morsi, tremò nell'avvertire il calore delle dita di lui che accarezzavano
la curva scivolosa della sua colonna vertebrale e si rilassò
contro il loro tocco, gettando il capo all'indietro, il labbro inferiore
trattenuto nella stoica intenzione di non gemere, allacciato all'amante
ancora prigioniero del cappotto, della giacca, del completo scuro e
di tutto il resto del vestiario. Le mani sulle solide spalle, fece scorrere
via i primi due pesanti indumenti con un sospiro soddisfatto del proprietario,
seguitando poi a fare lo stesso con la cravatta e la camicia, interrompendo
i ludici propositi dell'altro, dipanando nodi e aprendo bottoni con
esasperante calma, inebriato dal pozzo d'oro brunito intento a fissare,
ipnotizzato, i movimenti dei polpastrelli che frusciavano contro la
costosa seta. A tradire l'apparente placidità dell'operato di
Subaru, il fremito nervoso che si irradiava fino alle dita e rendeva
tutto più vacillante ed incerto: impossibile, per l'acume dei
sensi dell'oscuro sciamano, non cogliere un simile, eccitante particolare.
Discese su quelle falangi così assorte per baciarle con sfuggente
leggerezza, aiutandole a riacquistare fermezza nel loro intento e, perciò,
a sciogliere l'odioso nodo dell'insopportabile fronzolo attorno al collo.
Il più giovane aveva le palpebre abbassate e il fiato corto mentre
i bottoni si arrendevano al suo tocco, lasciando, a poco a poco, la
pelle vellutata e bronzea di Seishiro totalmente scoperta alla sua vista.
Seccato dall'ostacolo rappresentato da quel serico arnese, l'omicida
la tolse del tutto e cercò in silenzio la bocca dell'onmyouji,
tornato docilmente a distendersi secondo la pressione del corpo su di
lui. Una tortura: il suo e l'altrui desiderio gli stavano letteralmente
bruciando i lombi! Erano pelle contro pelle, realizzò, i capelli
del Sakurazukamori gli sfioravano il collo nella sua flemmatica e discendente
perlustrazione
Non si sarebbe fermato neanche se lo avesse pregato,
ne era cosciente. D'improvviso, l'umida carezza delle labbra del cacciatore
sul suo ombelico lo irrigidì completamente.
Seishiro, Seishiro
era come se nella sua mente non ci fosse altro
che lui.
Questi ghignò, a quanto pareva il denim nero dei jeans era divenuto
un considerevole impaccio. Non ebbe esitazioni nel carezzare il fulcro
del piacere del giovane, che, in tutta risposta, emise un lieve gemito,
protendendosi verso di lui. La prospettiva di Subaru così arreso
al suo volere gli provocò un intenso fremito di voluttà
le mani sulla lampo dei pantaloni, cominciò ad accarezzarlo lungo
le gambe con misurata, insopportabile tranquillità, gustando
la muta richiesta ben leggibile sui lineamenti di porcellana e continuando
ad accrescerne l'urgenza con tocchi ogni volta più audaci, ognuno
causa di mille sospiri del suo prigioniero. Prese a liberarlo con attenzione
da quell'inutile, aderente morsa jeansata solamente dopo aver fatto
in modo che la schiena fosse adiacente al muro, poi, lento, inesorabile,
prese sensualmente possesso delle piccole labbra, beandosi della pronta
risposta che ricevette dall'altro, che, abbracciatolo quasi con dolcezza,
aveva afferrato una sua mano per accelerare, senza successo, l'operazione.
Accidentalmente, in effetti, l'amante era arrivato a lambire la sua
eccitazione e non dava segno di voler fuggire l'occasione
Quando,
infatti, l'ebbe portato ancora più vicino a sé, contro
il suo desiderio frenato dagli ultimi vestiti, il Sumeragi singhiozzò
nella sua bocca, cosa che indusse il più esperto a velocizzare
sensibilmente l'eliminazione delle ultime barriere frapposte fra loro:
in un attimo, i restanti vestiti del venticinquenne erano fuori dalla
loro traiettoria.
Lo fissò un attimo. Candido come un'apparizione spettrale ed
altrettanto etereo.
Si avvicinò all'orecchio dello sciamano e, mordendone il lobo,
vi introdusse un sussurro che non sarebbe più stato dimenticato:
<< Sei
sei bellissimo, lo sai?>>.
L'interessato rimase interdetto un secondo di troppo, tempo sufficiente
al Messaggero per tornare nuovamente alle sue dolcissime torture fatte
di baci e morsi. Ma
non potevano continuare a giocare così,
lo sapevano entrambi, il più giovane in primis, l'inguine in
fiamme, la vista velata e i pentacoli invertiti sulle mani che stavano
cominciando a pulsare e a dolergli terribilmente. Come se l'altro stesse
leggendogli nella mente, ghermì uno dei due arti tracciandone
il marchio con la punta della lingua, ottenendo dalla propria preda
un effetto che definire esplosivo è riduttivo: al gemito di costui,
il cacciatore premette nuovamente la bocca sulla sua, spingendosi in
avanti con tutto il proprio peso, dando così modo all'opposto
di spogliarlo, a tentoni, di ciò che ancora aveva indosso e,
stavolta, quando le due erezioni combaciarono totalmente, Subaru non
poté trattenere un grido, a differenza di Seishiro, il quale
diede fondo a buona parte del suo autocontrollo per non imitarlo, nonostante
le mani del ragazzo, con tentativi ingenui ma più che validi,
stessero rappresentando una dura prova per i suoi sensi, ma fu il bacio
a rappresentare il vero e proprio punto di rottura fra entrambi: le
labbra alabastrine bruciavano d'urgenza, non persero tempo ad intrecciarsi
alle sue e a cercare di saggiarne l'interno
Senza interrompere,
l'uomo fu in grado di trascinare il giovane sotto di sé e solo
allora si divise, mormorando:
<< Farà male
non sono certo io l'amante più
gentile del mondo, questo lo sapevi, vero?>> ma l'unica risposta
davvero decifrabile fu quella delle orbite verdi ottenebrate dalla passione,
al pari delle sue
<< I
io
>>.
Non importava. Era il pensiero di tutti e due. Non importava. Non
In un moto dettato dall'istinto e dal desiderio, il ragazzo sollevò
il bacino, lo voleva, lo voleva
Un fiume di lava irruppe, bruciante, nel bel mezzo dei suoi pensieri,
mentre l'uomo si seppelliva nel suo corpo con una spinta satura di impellenza,
soffocando un urlo di dolore dell'altro con le proprie labbra. Quando
il ritmo cominciò a farsi più incalzante, l'esito sul
corpo di Subaru fu, però, tutt'altro che doloroso. Circondò
la schiena imperlata di sudore di Seishiro per meglio adeguarsi
Nonostante tutto, il piacere dell'assassino era anche il suo
<< Su
Subaru
kun
>>.
L'interessato sgranò gli occhi, al suono arrochito e stravolto
della voce dell'amante: mai avrebbe pensato di poterla sentire
così
così
I contorni del mondo attorno a loro si fecero sempre più indistinti,
finche tutto non andò in frantumi.
Oro. Pece. Smeraldo. Rosa.
I colori dell'estasi che nessuno avrebbe mai visto, eccezione fatta
per i ciliegi macchiati di sangue.
*
Odore dolciastro di sangue e petali rosati.
Primavera crudele. Un profumo non suo.
<< Nh
>>.
Le palpebre si sollevarono a fatica, lasciando affiorare una splendida
sfumatura silvestre che si posò sulla figura assopita al suo
fianco, un braccio attorno alla sua vita, il capo inerme sul cuscino
e un'espressione quasi infantile abbozzata sui lineamenti raffinati.
Non osò muovere un singolo muscolo, stordito dal senso di irrealtà
di cui quella stanza -peraltro sconosciuta- era permeata, ma non spostò
lo sguardo dallo spettacolo di fittizia innocenza offertagli, qualcosa
di così insoffribile da fargli desiderare di addormentarsi nuovamente.
Distratto, gettò l'occhio su uno dei sigilli impressi sul dorso
della mano e, subitaneamente, si sentì invadere da una rabbia
inaudita: irretiva i suoi sensi, si faceva beffe dei suoi sentimenti
e, gran finale, si prendeva il lusso di mostrargli un candore che mai
aveva posseduto. Lo odiava. Lo detestava dal profondo dell'anima
perché
ogni atteggiamento di quel viso sembrava reale e
lui era il primo ad essere ingannato, perché su quella bocca
c'erano concetti mai messi in pratica e
perché tutto questo
non escludeva il fatto che fosse innamorato di lui.
Con estrema cautela, appoggiò le dita sulla guancia rilassata
e si avvicinò, silenzioso.
Amareggiato, si chiese cosa fosse rimasto di Subaru Sumeragi
<< Non mi hai ancora risposto.>>.
Trasalì quando gli occhi d'oro liquido si schiusero nei suoi
<< Cosa
?>> boccheggiò l'interessato, irritato
dal fatto di essere stato sorpreso durante quell'atto di tenerezza
<< Ieri sera
>> Seishiro scandì con flemma ogni
parola, come per godersene appieno l'effetto <<
tu mi stavi
aspettando.>> e prese la sua mano ancora inspiegabilmente ferma
laddove si era appoggiata per portarsela alle labbra << Perché,>>
rise << avresti intenzione di negarlo? Uno sciamano come te avrebbe
dovuto riconoscere
>>.
<< E se tu invece stessi cercando me, Seishiro-san?>> rettificò
il giovane, tranciando di netto i propositi discorsivi del suo interlocutore
che, in tutta risposta, sghignazzò furiosamente, puntellandosi
con un gomito per alzare la schiena dal materasso.
<< Io caccio, Subaru-kun. E' tutt'altra cosa
>>
<< Oh, già.>> di certo il Sumeragi non fu parsimonioso,
riguardo al sarcasmo << Ma tutto questo dovrà pur concludersi,
prima o poi.>>
<< Sei molto attraente, così.>>
<< Credevo che i Sakurazukamori non scappassero!>>
<< Ognuno scappa dalle conversazioni futili>> l'altro si
mantenne sulla difensiva, sicuro e, perché no, tronfio
<< Ma il clan (clan
parola grossa) non è ognuno e
la 'caccia' non è una caccia>>
<< Mettiamola così: tutti fanno il bucato e le faccende
di casa nello stesso modo in cui noi
ehm
aiutiamo la selezione
naturale. Ogni tanto ci vorrà pure un poco di riposo, o no?!>>
Subaru alzò un sopracciglio
<< Non è esattamente una tesi inattaccabile
se è
come dici, sei un lavativo
>>
<< Spiegati, di grazia>> l'assassino non si preoccupò
di mostrarsi divertito
<< Avanti, sono quasi dieci anni che giochi, mica uno!>>
<< Stai commettendo un errore di calcolo, permettimi: stai anteponendo
TE a ME STESSO, carissimo
stanotte ne è valsa la pena,
di giocare un altro po'
>>.
Subaru avrebbe voluto incenerirlo in quel preciso istante. Secondo la
stima di Seishiro, ecco quanto era valutata una notte d'amore insieme
a lui.
<< Questo significa
>> desunse il Sigillo, abile nel
non mostrare la propria sofferenza per quell'affermazione <<
che la prossima volta mi ucciderai, credo.>>
<< Mh
probabile. Molto probabile>> ammise, pensoso,
mentre la camera da letto si trasformò, con grande sorpresa del
ragazzo affianco a lui, nel parco di Ueno.
Il Sumeragi appoggiato contro il tronco del ciliegio più maestoso
scostò una manciata di petali dagli occhi per osservare meglio
l'avversario di fronte a lui
<< E' strano. Non riesco a crederti nemmeno quando dici la verità
>>
<< Perché sorrido sempre?>> l'uomo tentò di
anticiparlo
<< E' perché forse mi sono fidato sempre delle tue bugie.>>
<< Lo farai anche stavolta?>>
<<
Hai una sigaretta?>>
<< Sempre.>> lo rassicurò il trentaquattrenne, cacciandone
una dal pacchetto e apprestandosi a porgergliela
<< Grazie.>> il suo antagonista la accettò laconicamente,
si era quasi voltato quando Seishiro ghermì il suo braccio per
farlo avvicinare a sé, stringendolo.
<< Sai di ciliegi in fiore.>>
<<
>>
<< Mea culpa.>> considerò il suo contrapposto, avvolgendosi
e dissolvendosi in una frusciante cascata di petali color dell'aurora
che scivolarono lievi fra le dita dello sciamano, sospinti dal vento
impetuoso.
Io
quell'uomo
lo uccido.
Look into the mirror of your soul
Love and hate are one in all
Sacrifice turns to revenge and believe me
You'll see the face who'll say
I love you...I'll kill you
Lo uccido.
But I'll love you forever.
FINE
Note... 15 Ottobre 2004, ore 18:23. PANT! PANT! Ho cominciato
questa fic il 22 di luglio e l'ho ripresa solo a pezzi, aspettando l'ispirazione
latente, che è arrivata solo questa settimana, vi giuro che è
raro che in così poco tempo io riesca a finire una fic *_*, che
all'inizio era una song fic su una splendida canzone di Elisa, dannatamente
sexy che pareva fatta apposta per la prima lemon yaoi SxS seria di tutta
la mia vita! Ma piano piano ho cambiato tattica perché la canzone
avrebbe spezzato il ritmo e così, a suon di 'Push the Limits'
e 'Smell of Desire', (santi Enigma!) ho descritto la mia prima vera
scena spinta come volevo *_*
poi ho fatto un mix, la strofa che
trovate all'inizio è da 'Shadow Zones', il pezzo che trovate
alla fine è da 'I love you, I'll kill you' degli Enigma, perfetta
per i miei poveri, sfigatissimi pucci ;_;
Nota negativa: il finale,
c'è qualcosa di odioso ma non capisco cos'è
><.
Nota positiva: mi piacciono i dialoghi, mi sono divertita a costruirli
Adesso torno a studiare, COMMENTATE!
Juuhachi Go.
* Il miglior modo per vincere una tentazione è
cedervi. Oscar Wilde, Il ritratto di Dorian Grey. La
tentazione
^_^ era davvero irresistibile *_*! XD
PS: A Lisachan, Hotaru e Crikke: vi voglio bene ragazze
;_;, un bene grandiZZimo! *_*
© Juuhachi Go 2004, Pubblicata per la prima volta
su 'No Hope for Cinderella'.