Semplicemente Jody
Capitolo 11: Di nuovo insieme
Vinta la finale di
distretto, i ragazzi tornarono ad allenarsi al campo della scuola, sempre seguiti
dalle manager. Il campionato Nazionale si avvicinava, e presto sarebbero partiti
per Yomiuri Land. Misaki stava correndo verso il campo, dopo aver eseguito una commissione, quando il suo sguardo fu attirato da qualcosa. Un taxi era fermo in mezzo alla piazza, e da esso era appena scesa una ragazzina dai lunghi capelli castani raccolti in una treccia. La ragazza pagò l'autista e gli chiese qualcosa, ma lui si limitò a prendere i soldi, scuotere il capo e risalire in auto, partendo di corsa. Lei rimase ferma al centro della piazza, guardandosi intorno smarrita, come se cercasse qualcosa. Lui, istintivamente, si avvicinò. Quando le fu più vicino, notò che quei capelli castani, per quanto raccolti in una treccia, rilucevano al sole e accompagnavano i movimenti aggraziati della ragazza, in una sorta di cornice scura e affascinate. Si schiarì rumorosamente la voce per farsi notare, e lei si voltò sorpresa verso di lui, senza la minima traccia di preoccupazione. Lo fissò, aspettando. Lui sorrise, sentendosi molto insicuro "Ehm...scusa, ho visto che ti guardavi attorno, e poi..." indicò con fare imbarazzato il borsone che lei aveva di fianco "Si, ecco, insomma...ti serve aiuto?" chiese alla fine, dandosi dell'idiota. Ma era il modo di attaccare discorso? Lei comunque sorrise, un sorriso dolce e spontaneo che le illuminò il volto e si riflettè negli occhi, due occhi scuri, castani, dello stesso colore dei capelli. Quel sorriso privo di riserve indicava una dolcezza d'animo inimmaginabile. Poi parlò "Te ne sarei molto grata. Sono appena arrivata dall' Europa, e non so ancora orientarmi" la sua voce era melodiosa e chiara. Il fatto che fosse straniera era parso chiaro fin dall'inizio, e Misaki non ne fu stupito. Si chiese con curiosità da dove venisse di preciso. "Oh, capisco. Dove devi andare? Se vuoi posso indicarti la strada" rispose, premuroso. La ragazza prese un foglietto dalla tasca, cercando poi di decifrarne il contenuto "Devo andare alla scuola superiore Na...nan...Nanka...." "Nankatsu?" chiese lui, trattenendo il fiato. Lei sorrise e annuì "Proprio quella. Sai dirmi dov'è?". Stavolta toccò a lui sorridere, mentre diceva "Non è molto lontana da qui, ma la strada per arrivarci è nascosta e tortuosa....comunque è la mia scuola, e ci stavo appunto andando. Se vuoi ti accompagno" la ragazza si illuminò, accettando con riconoscenza "Te ne sarei davvero grata...ehm...." "Misaki" si presentò lui "Taro Misaki. Molto piacere". Strinse l'esile mano abbronzata che lei gli porgeva "Piacere mio, Taro. Sono Kay Galway" lui lasciò la sua mano con un po' di rimpianto e afferrò la borsa che le stava di fianco, incurante delle sue proteste. "No, la porto io, non sarebbe cortese altrimenti. L'ospitalità Giapponese non lo permetterebbe" lei rise a tale spiegazione, e si incamminò al suo fianco. "Se non sbaglio, hai detto che vieni dall'Europa. Io l'ho visitata molto, sono appena tornato dalla Francia, dove ho vissuto per due anni. Tu da dove vieni?" chiese lui, interessato. Lei rispose "Da Brema, in Germania". Misaki si fissò a fermarla, stupito. Lei lo guardò "Beh? Che ti è preso?" Possibile che...No, non aveva senso, si disse lui "Nulla. E' che pensavo a una persona che conosco che viene anche lei dalla Germania...ma non è nulla. Brema, hai detto? Ci sono stato. E' una bellissima città." dicendo questo la raggiunse, riincamminandosi. Ma non si accorse che, dopo le sue parole, lei gli aveva lanciato un lungo sguardo indagatore. Stessa scena si stava ripetendo in un'altra parte di Fujisawa. Izawa, che stava andando agli allenamenti dopo aver salutato i suoi che partivano per un viaggio, voltando un angolo era andato a sbattere contro qualcuno. Quel "qualcuno" era una ragazza dai lunghi capelli nerissimi, lucenti, sciolti sulle spalle, e dagli occhi azzurri grandissimi che si fissarono su di lui con un misto di confusione e incertezza. Lui la fissò per un minuto, poi si scusò e l'aiutò ad alzarsi (Non crediate che non veda che è una bella ragazza, ma a causa di un piccolo tornado biondo dagli occhi neri stranamente tutto ciò non gli interessa.....NdA). "Scusa, ero di corsa e sovrappensiero...tutto bene?" chiese lui, dispiaciuto. Lei si tirò su, appesa alla sua mano, pulendosi con l'altra i pantaloni. Poi lo fissò negli occhi e trattenne la mano, dicendo "Si, tutto ok, non preoccuparti. Io mi chiamo Aly, Aly Crow...senti, mi potresti aiutare? Devo andare alla scuola superiore Nankatsu, ma non capisco da che parte sia...." lui la fissò, interdetto. Lo aveva chiesto senza il minimo imbarazzo, come se fosse la cosa più naturale del mondo. "Si, certo, è la mia scuola, ci stavo appunto andando. Vieni, è qui vicino. Ah, io...io mi chiamo Izawa....Mamoru Izawa" le prese la borsa, che lei stava per afferrare, e la accompagnò. Non parlò molto, stava infatti pensando agli allenamenti, alla squadra, e a una certa manager che aspettava di rivedere. Lei, per contro, era persa nei propri pensieri. Finalmente arrrivarono in vista della scuola. Quando però stavano entrando, appena passato il cancello della scuola, il cercapersone di lui trillò. Lo prese dalla tasca, controllò chi fosse, poi guardò l'ora sbalordito urlò "Oddio mio !!!! Jody !!!!! Gli allenamenti !!! Scusa, devo scappare. Ciao !!!" partì a razzo verso il campo da calcio, lasciandola sola in mezzo al cortile vuoto, mentre il vento le sollevava i capelli. Lei lo fissò allontanarsi come in trance, mentre le sue labbra chiedevano, incredule "....Jody?" Circa un'ora prima che tutto questo accadesse, una ragazzina minuta dai capelli rosso fuoco raccolti in una lunga treccia sottile scese con un salto da un pulman, recuperò un pesante borsone e si guradò intorno, fissando le strade deserte "E così questa è Fujisawa? Beh, non male direi. Ma ora, da che parte devo andare?" Si chiese, incuriosita. Vide poco lontano un gruppetto di ragazzi, e si avvicinò saltellando, non notando affatto la loro aria poco raccomandabile. Quando fu li vicino, chiese "Scusate, sapreste darmi un'indicazione per la scuola Nankatsu?" in tono felice e gioviale. I cinque ragazzi si girarono, piacevolmente sorpresi e uno di loro, il capo presumibilmente, rispose "Certo che sapremmo indicartela...ma chi ti dice che ne abbiamo voglia? Perchè non ci fai compagnia, invece di andare a scuola, eh, straniera? Che ne dici?" detto ciò l'afferrò per un braccio, tirandola verso di sè. La ragazza ebbe per un attimo un'espressione stupita, ma la paura non la sfiorò nemmeno per un secondo. Sciolse il braccio dalla presa e fece un salto indietro. I ragazzi si avvicinarono, esclamando "Ehi, piccola, non scappare !! Vieni qui!!!" lei li fissò, decisa, poi un sorriso le increspò le labbra "E così volete giocare, eh? E va bene...." partì all'attacco, fulminea e perfetta, tanto veloce che nessuno di loro riusciva a reagire. Ma loro erano pur sempre in 5, e cominuavano a rialzarsi, mentre la ragazzina, per quanto brava e fenomenale, cominciava a stancarsi "Non...non reggerò ancora per molto" pensò, ansante, mentre atterrava per l'ennesima volta uno di loro con un calcio. Era allo stremo delle forze, quando una voce dietro di lei, calma e pacata, disse "In cinque contro una ragazzina...e pare che stia vincendo lei. Non vi pare vergognoso?" La ragazzina si voltò, pronta ad affrontare un nuovo avversario, ma si trovò di fronte un ragazzo alto, dai capelli biondi e due occhi castani che le sorrisero gentilmente, mentre le indicava uno dei ragazzi, che cercava di sorprenderla da dietro. "Maledetta !!!" urlò quello. Lei si voltò di scatto, ma il ragazzo biondo fu più veloce, mandando il malcapitato lungo disteso per terra. Alla vista del nuovo arrivato, gli altri 4 decisero di darsela a gambe, e anche l'ultimo scappò, trascinandosi su una gamba. Il ragazzo altò la fissò, esclamando "Non te la cavi male, per essere una ragazzina, ma....non devi andare a stuzzicare quella gente, mi hai capito? Rischi grosso !!!" ma lei si stava guardando attorno con aria curiosa, e all'improvviso chiese "Scusa, questa è Fujisawa?" lui la fissò, incredulo, balbettando "Ce...certo, è Fu...Fujisawa..." lei sorrise, contenta, e chiese ancora "Bene !!! Allora potresti portarmi al campo di calcio della scuola Nankatsu? E' importante che io ci vada...devo incontrare una persona !!!" Lui la fissò, interdetto, poi le fece cenno di seguirlo e corsero fino al campo. Quando furono arrivati, lui si fermò e glielo indicò. Lei lo ringraziò con calore, poi partì a razzo verso l'entrata. Lui, rimasto solo, si allontanò, pensando "Chissà quale giocatore deve incontrare? Chissa se è la ragazza di uno di loro...no, che dico...e perchè non dovrebbe?" (in pratica, è in preda alla confusione. NdA) e, in qualche modo avvilitò, se ne andò. "Finalmente
!!!!! E' un onore poter beneficiare della vostra presenza. Sono le 4 e 20. Dove
eravate finiti, ragazzi?" chiese Jody, arrabbiata, osservando Izawa e Misaki
che, ansanti, erano appena arrivati al campo. Lo sguardo degli occhi azzurri era
a dir poco infuocato. I due, spaventati, cercarono di spiegarsi "Ecco...abbiamo
avuto un imprevisto...." "Poche storie, in campo !!!!!" urlò
lei, arrabbiata perchè erano tutti preoccupati per loro. Loro non fiatarono
(Ci mancherebbe altro !!! NdJody. Non darti troppe aria, Harper. NdWakabayashi.
Wakabayashi!!! Piantala !!!NdJody. Calma...ragazzi, calma....sono io che ho creato
questa storia, non potete prendere il comando...NdAutrice disperata. Ah!!! Era
ora che ti facessi vedere. Sei tu che mi hai messo vicino a 'sto idiota!!! Ma
come ti è saltato in mente?NdJody Ehi, allora sei tu che mi hai appioppato
quella scorbutica?nDWakabayashi. Ehm...BASTAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAA. NdAutrice
sull'orlo del collasso) ed entrarono subito, iniziando a giocare. Lei seguiva
con attenzione il gioco, completamente assorta; a volte la sua voce si alzava
all'improvviso per rimproverare o per suggerire, autoritaria quasi più
dell'allenatore stesso (Che sembra non esistere nemmeno in questa storia, tranne
per brevi apparizioni....NdSquadra_perplessa. Beh? Non bastiamo noi? NdManager.
Silenzio !!!! Dopo tutti i numeri che fate in campo, volete dirmi di non essere
in grado di andare avanti senza allenatore? Quelli che avevate nella serie Tv
non facevano granchè, mi pare....tranbne quello dei mondiali in Francia
che ha quasi ucciso la squadra.....NdAutrice_imperiosa, a cui i personaggi si
sottomettono umilmente....perchè non possono fare altrimenti, anche se
Jody e Wakabayashi mi ignorano e continuano a litigare. Vabbè, stavamo
dicendo che Jody dava direttive alla squadra....... NdA) "Izawa, stai più
attento ai difensori !!! Tsubasa è troppo marcato, non passare a lui !!!
Non potete impostare il gioco solo su Oozora. Misaki, che ti prende? Smettila
di startene li imbambolato con lo sguardo vacuo. A che stai pensando????"
la voce arrabbiata della manager risvegliò Misaki, che si era perso nel
ricordo dell'incontro con la ragazza dai capelli castani. Si voltò a guardare
l'amica, e per un momento le due immagini si sovrapposero, facendolo sbiancare.
Chiuse gli occhi, stropicciandoseli con le mani, non riuscendo a credere a ciò
che vedeva. Quando li riaprì, infatti, c'era solo Jody, e notandolo non
riuscì a trattenere un sospiro di delusione. Ma Jody era già sul
piede di guerra "Vuoi scendere dal tuo mondo dei sogni? Noi ci staremmo allenando
per i campionati nazionali...possiamo contare su di te oppure no? Oltre ad essere
arrivato in ritardo, non stai facendo nulla" Misaki rimase a guardare stranito
la ragazza, liquidandola poi con un secco e sgarbato "Lasciami in pace".
Rimasero tutti senza fiato. Misaki...il buono e gentile Misaki che diceva una
cosa del genere...a Jody poi. Wakabayashi, incavolato, fece per allontanarsi dalla
porta, ma Jody lo prevenne, entrando in campo con passo deciso, arrivando davanti
a Misaki e mollandogli un ceffone sul volto che gli lasciò un segno rosso
ben visibile. Il ragazzo barcollò di lato, sorpreso, come se si fosse svegliato
in quel momento. Posò una mano sulla guancia e la fissò, confuso
e stupito. Lei ricambiò lo sguardo, furiosa, dicendo "Ishizaki, entra
al posto di Misaki. Credo che abbia bisogno di schiarirsi le idee". Detto
ciò lo precedette fuori del campo, mentre Ishizaki entrava, fissando Misaki
preoccupato. Misaki, senza una parola, uscì, andando a sedersi in panchina
vicino alla ragazza, mentre il gioco ricominciava. Rimase per un po' in silenzio,
guardando lei che lavorava dandogli a schiena, poi disse "Scusami. Non so...non
so che mi sia preso" le parole gli sembrarono inutili e vuote, ma lei si
girò, porgendogli un pezzo di stoffa bagnata da mettere sul livido, sorridendo
"Io invece credo di aver capito....ma non puoi permetterti di distrarti così,
Misaki. Ne va del rendimento di tutta la squadra". Lui la fissò "Hai
ragione...è che...." non riuscì a continuare "Improvvisamente
mi sento solo" disse la sua mente, per lui. Lo aveva capito vedendo Tsubasa
e Sanae felici per il solo fatto di potersi vedere, vedendo Izawa che sorrideva
in direzione di Allenby, e gli sguardi lunghi che lei gli riservava, vedendo Jody
e Wakabayashi litigare sempre e poi essere inseparabili....e vedendo quella ragazzina
che probabilmente non avrebbe rivisto mai più. Jody si sedette accanto
a lui, sussurrando "Dimmi chi è". Lui non si stupì neppure.
Ormai lei aveva dimostrato di possedere una sensibilità ultraterrena. Sospirò
"Non lo so....mi è apparsa davanti e poi è sparita...non ricordo
nemmeno il suo nome...."Jody gli prese una mano, comprensiva "Era come...un
angelo" disse lui, in un sussurrò. Lei si bloccò. Perchè
quelle parole? Perchè lui....aveva detto proprio quelle parole? Poteva
essere che...no, non aveva senso, doveva essere un caso....e allora perchè
era assolutamente convinta che non fosse così? Fissò, senza un motivo,
Allenby. La ragazza ricambiò lo sguardo, ma vi lesse qualcosa che la costrinse
a distogliere gli occhi. Jody rimase a fissare il vuoto, stringendo la mano di
Misaki, cercando di capire cosa il suo cuore le stesse dicendo, quando un'ombra
la coprì. Alzò lo sguardo, incrociando gli occhi neri furenti di
Wakabayashi. Lo fissò per un secondo senza capire, poi lasciò immediatamente
la mano del ragazzo di fianco a lei, arrossendo. "Wa...Wakabayashi !!! Che
ci fai qui???" Wakabayashi, fissatala ancora con rabbia, si allontanò,
mentre lei cercava le parole per spiegarsi, senza trovarle, rimanendo così
a guardare il ragazzo che si allontanava con occhi luccicanti e pieni di rimorso
"No...aspetta...." sussurrò, mentre Misaki si alzava, chiedendole
scusa. Lei scosse il capo "E' colpa mia....stavo pensando...." lui la
guardò, leggermente sospettoso, ma lasciò perdere. Jody non sapeva
più che fare. Misaki era tornato in campo, Wakabayashi era di nuovo in
porta e si rifiutava di guardare dalla sua parte. "Che faccio?" chiese,
rivolta a se stessa, ma Allenby e Sanae la presero come una richiesta di aiuto,
si fissarono e le porsero, senza dire nulla, una divisa e un cappellino. Jody
li fissò, senza capire. Poi capì. Capì quanto pazzesco fosse
ciò che quelle due proponevano "No. Oh, no. Assolutamente no"
"Capitano, ma fino a che ora staremo qui?"
chiese, visibilmente stanca, ma non annoiata, Alex, dirigendosi verso Jody. La
ragazza le sorrise, pensando che era almeno un anno che nessuno la chiamava 'capitano',
e ora quelle due non facevano che ripetere quella parola..."Capitano?"
chiese l'altra, disincantrandola "Ecco, appunto" disse lei, ad alta
voce "Appunto cosa?" chiese Alex, confusa. Jody sorrise "Niente.
Comunque ora i ragazzi dovrebbero aver finito, andiamo a cambiarci e poi a casa".
A quel punto l'espressione di Alex divenne preoccupata "Ca...casa?"
chiese. Lei, li, non ce l'aveva una casa...aveva abbandonato la sua per correre
dal suo capitano...Jody ebbe un moto di tenerezza varso la sua 'sorellina', come
l'aveva sempre considerata "Naturale, vuoi dormire sotto un ponte? Andiamo
a casa NOSTRA" calcò l'accento sull'ultima parola, e Alex sorrise,
radiosa. "Vieni, mi cambio e andiamo" continuò l'altra, e Alex
annuì "Si !" A quel punto, Jody riflettè che, evidentemente,
complicarsi la vita era una sua tendenza naturale....Wakabayashi, Allenby, e ora
Alex...e le altre due, che sarebbero arrivate presto (naturalmente, avete capito
di chi parlo, no? NdA). Intanto era arrivata nello spogliatoio, ove Sanae si stava
cambiando. Le venne in mente che le due non si conoscevano, e provvide a presentarle
"Sanae, questa è Alex, una degli Angeli" bastava questo. Sanae
infatti la fissò all'improvviso con profondo rispetto, e Alex si chiese
quante persone, li, sapessero la loro storia. Il volto di Allenby diceva qualcosa,
ma non abbastanza. Intanto Jody continuava "E questa invece è Sanae,
prima manager del club, da tempo immemorabile innamorata del nostro capitano Tsubasa
Oozora, che da bravo scemo non si accorge mai di nulla...." "Jody !!!!!
Ma che dici???" urlò Sanae divenendo viola. Allenby scoppiò
a ridere in perfetto sincrono con le altre due, poi Alex cambiò discorso
"Sembra che tu ci conosca....quanta altra gente lo sa?" chiese, preoccupata.
Jody fece una faccia strana "Solo i miei zii" disse, evasiva, facendo
incuriosire l'altra. Ma ci pensò Sanae a risolvere i suoi dilemmi "Più
un certo portiere...." Allenby a sorpresa annuì con fare serio, mentre
Jody arrossiva e protestava. Alex richiamò alla mente l'immagine del ragazzo
col capellino rosso che stava tra i pali, con un'espressione seria e fiera....."Ohi,
credo di aver capito...." disse, sorridendo, mentre Jody le assicurava che
non era vero nulla. La
comitiva era avviata sulla strada di casa, e aveva ormai raggiunto il noto incrocio
ove le strade di tutti si separavano (Ormai penso lo conosciate...non fanno altro
che stare li....NdA). Ma stavolta le cose erano diverse. "Allora noi andiamo....Ciao
a tutti" Jody salutò gli altri e si avviò insieme ad Allenby,
Alex e Wakabayashi. Sanae e Tsubasa svoltarono a destra (nn mi ricordo più
da che parte devo farli andare, tiro a caso....NdA), così al centro dell'incrocio
rimasero solo Misaki e Izawa. I due stavano per avviarsi a loro volta, ma un movimento
in fondo alla via attirò l'attenzione di Izawa. "Guarda, Misaki. Quello
non è tuo padre?" Misaki si voltò stupito, mentre Jody e gli
altri si fermarono, incuriositi. Il signor Becker raggiunse trafelato suo figlio,
esclamando "Misaki, mi hanno offerto un lavoro molto interessante in Austria,
dobbiamo partire immediatamente, ci aspettano per dopodomani al massimo !!!"
La voce dell'uomo tradiva tutta la sua soddisfazione, ma per i sei ragazzi rimasti
ad ascoltare la notizia fu uno shock tremendo. La prima a riprendersi fu Jody,
che si avvicinò allibita per difendere l'amico da quella partenza improvvisa,
ma Misaki, il dolce e posato Misaki, sempre pronto a sorridere e annuire, la battè
sul tempo, stupendo tutti ed urlando "Eh, no !!! Adesso basta. Per tutta
l'infanzia ti ho seguito senza una protesta, abbandonando amici in tutto il mondo,
scuole, club sportivi....ora basta, non ne voglio più sapere. Finalmente
sono tornato dai miei amici, posso fare una vita normale....oltretutto ci sono
i campionati nazionali, non mi puoi portare via!!!!!!!!" la violenza della
protesta aveva shockato tutti, ma nessuno poteva obiettare che Misaki avesse ragione.
E Izawa si fece avanti per difendere l'amico "La prego, signor Misaki, non
lo porti via. Abbiamo tutti bisogno di lui" Izawa era nei guai come Misaki,
poichè avrebbe dovuto essere suo ospite, ma in quel momento la cosa non
lo toccava nemmeno, voleva solo aiutare l'amico; e a lui si aggiunse Wakabayashi
"Lo lasci qui. Dopotutto ha 17 anni....". Alex e Allenby non parlarono,
ma le loro espressioni dichiaravano la piena solidarietà col ragazzo. E
infine Jody "Io...signor Misaki, a nome della squadra, ma sopratutto come
amica di Taro....non lo porti via! La prego !!!!" usò il nome proprio
del ragazzo per dare maggior enfasi alla sua richiesta, ma la cosa lasciò
stupiti tutti gli altri, soprattutto Wakabayashi. Ma Jody fissava dritto negli
occhi l'uomo che le stava di fronte. Il signor Misaki rimase in silenzio, stupito
dalla forza delle suppliche dei ragazzi, e sopratutto dalla loro coesione nel
difendere il suo Taro. Nel vedere le espressioni del loro occhi, si era già
quasi convinto, ma l'idea di lasciare suo figlio da solo non era facile da accettare
"Ma...veramente...." tentò di obbiettare, ma una voce dietro
di lui lo interruppe "Da ascolto ai ragazzi, Kazu. Ci penseremo noi a Misaki".
Si voltarono tutti in quella direzione: a parlare era stato lo zio di Jody, fermo
di fianco alla sua lucente auto nera, che li fissava co un sorriso enorme negli
occhi. Dal tono che aveva usato, era chiaro che lui e il padre di Misaki si conoscevano.
Infatti, non appena lo riconobbe, il signor Misaki si rasserenò e annuì
"Grazie....sei un amico". Abbracciò Misaki e lo fissò
negli occhi, sicuro di non doversi preoccupare "Ti chiamerò quando
sarò arrivato. Visto che tu non vieni, e io ho già sbrigato tutte
le pratiche, parto stasera. Comportati bene, e non far arrabbiare i signori Tachikawa"
Misaki rise e annuì, mentre suo padre lo abbracciava ancora una volta e
si allontanava. Jody posò una mano sulla spalla di Misaki, e quando lui
si voltò a guardarla, gli disse "Non ti avremmo mai lasciato andare
via, stanne certo !" Lui sorrise, sollevato di avere degli amici simili.
Anche Wakabayashi e Izawa sorrisero, nonostante quest'ultimo avesse gli stessi
problemi....dove sarebbe andato ora?. Mentre pensava a questo, non si accorse
che Misaki lo fissava, poi si chinava verso l'orecchio di Jody e sussurrava qualcosa,
lei chiamava Wakabayashi, i 3 parlottavano e guardavano Allenby..... Era passato un giorno, e in casa
Tachikawa si respirava appieno la spensieratezza dell'estate ormai imminente.
Erano tutti al campo da calcio, Yusuke compreso, visto che la sorella voleva costringerlo
ad entrare in squadra e una certa ragazzina dai capelli rossi lo aveva convinto.
Giocava come attaccante, e non se la cavava mica male. Gli allenamenti divenivano
sempre più duri, sotto il sole cocente, ma nessuno si lamentava mai. Col
pensiero, erano già tutti a Yomiuri Land, pronti per il campionato nazionale.
Ma qualcos'altro doveva ancora succedere. Alex era stata iscritta alla scuola
a tutti gli effetti, ed era finita in classe con loro, anche se avrebbe fraquentato
a partire dal secondo semestre, e nonostante avesse ancora 14 anni (Ma il suo
livello era pari a quello di Allenby e A Jody....sono tutti dei geni qui. NdA) E fu una nuova rinascita. Gli angeli recuperarono le ali, che avevano perso insieme ad Angel, e con l'aiuto dei loro nuovi amici, furono di nuovo in grado di volare......... "E
così domani partite per Yomiuri Land" disse Jody a Wakabayashi, guardando
il ragazzo che preparava il borsone, riempiendolo di tute, magliette, guanti,
palloni.....e non potè trattenersi dal dire "Ehi, ma hai intenzione
di metterci anche qualcosa per vivere normalmente o pensi di stare sempre nel
campo da calcio? Ti servirà anche della biancheria, un vestito per le cerimonie
di inizio e fine, vestiti leggeri per i giorni in cui non giocate...." si
inginocchiò accanto a lui e cominciò a svuotare la borsa e a riempirla
in modo più sensato. Wakabayashi fece per replicare, poi la guardò.
Era così bella, mentre gli preoparava la borsa....senza rendersene conto,
la strinse forte. Le fece cadere la maglietta che aveva in mano e chiese, stupita
"Ma...ma che stai facendo?". La sua voce tremava, ma quella di lui era
tranquilla, mentre lui rispondeva "Mi manche....rai. E.....tanto. Non avrò
nessuno a rendermi le giornate insopportabili....e vivibili....". Lei chiuse
gli occhi, abbandonandosi a quell'abbraccio. Era vero, lo sapeva. Anche lui le
sarebbe mancato molto. Le salirono quasi le lacrime agli occhi, mentre stava per
chiedergli di non andare. Ma non poteva farlo, così inghittì quelle
lacrime e sorrise, dicendo "Promettimi che vincerai.....". lui spalancò
gli occhi, senza lasciarla, e sussurrò "Vincerò. E' una promessa.
Tornerò da te imbattuto". Aly e Kay si scmabiarono uno sguardo, annuirono e si fecero coraggio. Lo zio di Jody stava passando davanti a loro, e Kay si fece avanti per fermarlo. L'uomo la guardò, sorridendo, ma comunque sorpreso, e la ragazza, preso un gran respiro, attaccò "Signore, dovremmo parlarle di una cosa molto importante....al più presto e in privato". Abbassò gli occhi, arrossendo, mentre Aly si affiancava a lei, guardando l'uomo, che sorrise scusandosi "Capisco, ma ora avrei da fare. Se volete stasera...." Aly intervenne subito, seria in volto "Non possiamo aspettare. E' una cosa che riguarda Jody....ed è molto seria". Gli occhi blu della ragazza indicavano la gravità della situazione, e il signor Tachikawa sentì la sua sicurezza svanire. Sbrigativo, fece un cenno alle due "Venite nel mio studio, parleremo con calma e senza interruzioni". le due ragazze annuirono, e lui le precedette all'interno. In quel momento passò Misaki, che si fermò ad osservare curioso la scena. Ma l'espressione sul volto di Kay lo mise in allarme, e decise che forse seguirle non era una cattiva idea....e fu proprio ciò che fece. "Signor Tachikawa, come forse aveva capito
dall'improvviso arrivo, non era previsto che noi partissimo così presto,
scombussolando la vita di tutti" (E anche l'autrice, secondo cui voi due
dovevate arrivare tra un bel po' !!! NdA. Beh, era un'emergenza !!!" NdKay
e Aly) disse Aly in tono serio. L'uomo la fissò con fare interrogativo,
ma senza chierdere nulla, lasciando che fosse la ragazza a spiegarsi. Ma fu Kay
a continuare "Ma è successo un fatto che ci ha spinto a partire subito
per evitare il peggio. So che il padre di Jody ha sempre saputo dove fosse la
figlia, e l'ha accettato, ma ora le cose sono cambiate". Un guizzò
negli occhi dell'uomo, nonchè il suo improvviso irrigidirsi, le fecero
capire che era sulla strada giusta. Aly continuò, imperterrita "Ha
deciso di venire qui a riprendersela. E ha adottato alcune misure per assicurarsi
che lei lo segua. Siamo riuscite ad anticiparlo di poco". L'uomo la fissò,
chiedendo "E potrei sapere di che 'misure' parlate". la rabbia nei suoi
occhi era evidente, ma non era ancora finita. "Richard Gabber. Lo porterà
con sè, per fidanzarlo ufficialmente con Jody". Ci fu un rumore sordo,
provocato dalla poltrona che si era rovesciata per l'impeto con cui l'uomo era
saltato in piedi. Le fissava con occhi sgranati "Non...non ci credo...non
può....". Kay annuì "Dobbiamo fermarlo. Jody non può....Ehi
!!!" si alzò di scatto e corse ad aprire la porta, facendo cadere
dentro Misaki che stava fuori. Lo fissò stupita "E tu che ci fai qui?"
chiese. Anche Aly si alzò "Hai sentito tutto?" chiese, turbata.
Lui si rialzò e annuì "Non volevo origliare.....vi ho visto
entrare, e l'espressione di Kay mi ha preoccupato, così vi ho seguito.
Non ho avuto il coraggio di bussare, ma ho sentito comunque tutto......"
fissò dritto negli occhi lo zio di Jody, poi fece segno a Kay di chiudere
la porta. lei lo fece, silenziosa. Quando sentì il tonfo alle sue spalle,
Misaki iniziò a parlare "Signore, so che non sono fatti miei, ma sono
amico di sua nipote e le voglio molto bene, e lo stesso gli altri; per questo
mi permetto di darle il mio parere. Jody mi ha aiutato nei momenti di difficoltà,
e io ora voglio fare lo stesso". Il signor Tachikawa sorrise, annuendo "Sentiamo.
Che avresti in mente? Perchè seuppongo tu abbia un piano....". Misaki
sorrise furbo, annuendo "Infatti. Intanto, le ricordo che qui lei ha dei
potenti alleati che non permetterebbero mai che a Jody sia fatto del male....le
ragazze, ad esempio, oppure Yusuke. Lui di certo ha il diritto di tenere con sè
sua sorella. Anche il padre, ma se consideriamo che l'ha abbandonata da piccola
e come si è comportato, il vantaggio, anche legale, è nostro. Inoltre
Jody qui sta bene, e voi potete offrirle una casa e una posizione ottima. Poi
possiamo adottare altre misure. Jody è la manager della squadra che ha
vinto per tre volte il campionato nazionale, e questo le da una certa importanza.
Se facessimo capire che per noi è molto, molto importante....ma sarebbe
ancora meglio che Jody e le altre entrassero nella squadra di pallavolo della
scuola. Arriverebbero di certo alle Olimpiadi, e questo impedirebbe al padre di
portarsela via. Inoltre possiamo contare su appoggi importanti, come la famiglia
di Wakabayashi e di Jun Misugi, nonchè su suo cugino Matsuyama. Credo che
se siamo preparati, non potranno nuocerle. Ora, io direi...." Misaki si interruppe
nel sentire la mano dell'uomo sulla propria spalla. "Certo che sei intelligente,
ragazzo mio.....hai pienamente ragione. Faremo come dici tu". Misaki sorrise,
ma una voce dietro di lui puntualizzò "Ma non hai considerato la cosa
più ovvia. Ovvero, che un certo portiere arriverebbe alle mani pur di non
farla partire...." Kay lo fissava, furba, ma il sorriso di lui non era da
meno, mentre si girava a guardarla e diceva "Ma io non l'ho dimenticato.
Volevo però parlarne anche con Yusuke". Aly uscì immediatamente,
col sorriso sulle labbra, poichè era convinta di aver capito dove il ragazzo
voleva andare a parare. In pochi secondi Yusuke fu portato nello studio e ragguagliato
sugli ultimi avvenimenti. Note
dell'autrice |
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