Semplicemente Jody

 

Capitolo 6: Quando il destino è più forte

Era ormai primavera inoltrata, i profumi dell'estate si facevano già sentire e...era periodo di esami (NOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOO NdTutti i personaggi. Uhm, che autrice perfida !!!! NdPubblico dubbioso). Gli allenamenti (Oddio, sembra che non facciano altro nella vita questi. NdA) erano interrotti da sedute di studio sempre più frequenti, sempre a casa di Jody. La ragazza,che era un vero piccolo genio, era ben felice di poter aiutare i suoi compagni, e intanto dava una mano come manager del club e seguiva gli allenamenti di ginnastica artistica, preparandosi per le olimpiadi, che si sarebbero tenute in contemporanea dei mondiali di calcio (E anche nello stesso posto, sennò la storia si complica troppo Nd_Autrice_lavativa). Inoltre era sempre disponibile ad aiutare gli altri club, così aveva partecipato allo spettacolo del club di ballo, alla dimostrazione di quello di tiro con l'arco, inoltre frequentava una volta alla settimana il club di kendo, ed era bravissima, così come quello di arti marziali, e anche qui se la cavava bene, faceva le gare col club di atletica, arrivando sempre ai primi posti e se poteva ogni tanto andava anche al club di basket (Ma che è un mostro? E quando ha tempo di vivere? Nd Tutti). Sanae l'ammirava per tanta vitalità, così come tutti gli altri. Ormai lei e Jody erano grandi amiche, e lo stesso valeva per Misaki, Izawa, Tsubasa e Wakabayashi. Ma nessuno, tranne Sanae, si era accorto che c'era un solo sport che Jody non voleva praticare, che non nominava nemmeno. La pallavolo. Quando Sanae una volta aveva cercato di convincerla a giocare con la loro classe, Jody era sbiancata e cercando scuse impossibili era scappata, lasciando Sanae sconvolta, poichè quell'atteggiamento non si confaceva per nulla con la Jody che conosceva. Anche Wakabayashi aveva per caso assistito alla scena,e quando Sanae aveva detto "Pallavolo" aveva visto qualcosa di tremendo negli occhi di Jody. Paura. Tanta tremenda paura che era sbucata dal nulla solo a sentire quel nome. Il ragazzo aveva cercato di bloccarla per farsi spiegare, ma lei era scappata. Ci aveva pensato molto, da quel giorno, anche se Jody era tornata quella di sempre. Una volta l'aveva portata nella palestra, al campo da pallavolo, e lei....si era trattenuta, sorridendo, ma i suoi occhi avevano assunto quell'espressione disperata che lui aveva già visto nella terrazza di casa sua, quel giorno in cui aveva scoperto che c'era qualcosa nel suo passato che la distruggeva...aveva subito fatto due più due. Ciò che la tormentava aveva a che fare con la pallavolo, che doveva essere un sport che lei amava o odiava...amava, probabilmente, almeno a giudicare dal discorso che aveva fatto quel famoso giorno....


"Non puoi fare uno sport solo per non pensare ! Lo sport non può essere solo quello. Devi amarlo, adorarlo, essere pronta a rinunciare a tutto per lui. Non può essere solo un ripiego" urlò Wakabayashi. Lo sfogò la colpì in pieno. Era vero, era verissimo. Anche lei aveva provato quello che lui stava dicendo ma...."E invece può !" urlò, trovando finalmente la forza di guardarlo "La ginnastica artistica per me non può essere altro. Non potrà mai essere come...."

...si, ora era tutto più chiaro. La chiave del dilemma era la pallavolo....e quelle ragazze della foto, pensò, visto che la crisi era iniziata proprio da li. Non ci voleva molto a capire che dovevano essere la sua squadra, ma...che era successo? Wakabayashi scosse il capo, guardando la ragazza che lavorava sorridendo. "Aspetterò che sia lei a dirmelo, quando vorrà" decise, e se ne andò. Lei si voltò a guardarlo. Sapeva che lui aveva capito qualcosa, ma non le faceva domande, e lei gli era molto grata per questo. Lo fissò con aria dolce, pensando "Un giorno, forse, ti dirò tutto..."
Ma il destino, a volte, è terribile (E in questa fanfic sembra proprio essere maledetto...in realtà è tutta colpa dell'autrice !!! NdPersonaggi. Ehm....NdA) e non guarda in faccia nessuno. E così, proprio mentre i due vivevano in pace, fiduciosi l'uno dell'altro, un piccolo uragano biondo dagli occhi nerissimi arrivava in Giappone, pronto a sconvolgere la loro vita un'altra volta...e questa volta per sempre.

"Dunque, questo è il Giappone" pensò Allenby, guardandosi attorno. La città in cui l'avevano mandata era piccola e carina, piena di verde e di vita. La macchina che l'aveva accompagnata l'aveva lasciata in prossimità della scuola, e lei si avviò in quella direzione, trascinandosi dietro la valigia. La sua espressione era dura, quasi triste "Kay, Alex, Aly....perchè ho dovuto lasciarvi?" pensò, ricordando le sue amiche. Poi un altro pensiero, ancora più doloroso, le si affacciò alla mente. Vide due belle ragazze quasi uguali, una mora con gli occhi azzurri, l'altra più bionda e con gli occhi verdi "Se ci fosse stato il capitano, questo non sarebbe successo" mormorò, trattenendosi dal piangere "Se Jody fosse stata li...se Angel non fosse morta...ma che ci faccio io qui?" si chiese, entrando nella scuola. Il preside le venne incontro "Lei dev'essere la signorina Allenby Farwell, la nuova studentessa tedesca. Molto piacere, sono il preside. Spero si troverà bene qui. E' difficile che accettiamo uno studente ormai a fine anno, ma d'altronte lei ha effettuato un ottimo test di valutazione. L'abbiamo inserita nella prima classe superiore, anche se ha solo 15 anni. Ormai l'anno è quasi finito, e presto sarete in seconda. Visti i suoi voti, so che si troverà benissimo. Certo che le scuole tedesche devono essere ottime" esclamò. Allenby scrollò le spalle "Non più di tanto. Perchè?" chiese, annoiata. Il preside sorrise "Abbiamo appena avuto i risultati dei test di valutazione di fine anno. Il punteggio più alto l'ha ottenuto una studentessa che si è trasferita pochi mesi fa, e anche lei dalla Germania" disse. Questo risvegliò la curiosità di Allenby "Davvero?" chiese, ma fu distratta da un movimento fuori dalla finestra. Nel campo li vicino, i ragazzi del club di calcio si stavanop allenando. Li in mezzo si vedevano due ragazze, una coi capelli neri, l'altra dai capelli castani e i tratti europei (Cavoli, che vista ottima che ha !!! NdTutti) "Chi è quella?" chiese al preside. Lui guardò il campo, poi sorrise "E' la ragazza di cui le parlavo. E' membro del club di ginnastica artistica, è la seconda manager del club di calcio e aiuta e partecipa alle attività di moltri altri club. Inoltre è bravissima nello studio. ma a quanto ho letto dalle sue schede, anche lei sembra non essere da meno..." Ma Allenby non lo ascoltava più. Fissava la ragazza, come se vedesse un fantasma...per certi versi, poteva anche essere vero (Ma come???? NdTutti E un po' di pazienza !!! Lo capirete. NdA) "Come si chiama?" chiese con un filo di voce. Possibile che.... "Jody Harper" sentì rispondere. No, il cognome non era quello. Però...era così simile...e la descrizione delle sue capacità..."Possibile che sia tu?...." sussurrò Allenby, sentendosi svenire. Poi si riprese. Avrebbe aspettato un po', e se era come credeva...beh, c'era un modo per confermare i suoi sospetti. Un modo infallibile. Si voltò verso il preside "A proposito di club sportivi, io vorrei praticare la pallavolo. Posso parlare col capitano del club?" chiese gentilmente. Il preside annuì, contento, e fece chiamare la ragazza. Allenby, in realtà, non aveva nessuna voglia di gicare con delle sconosciute giapponesi, ma le serviva come copertura. Poi, se le cose stavano come pensava...."Possibile che ti abbia ritrovata?" si chiese. Alle sue spalle una voce la chiamò. Era la capitana del club di pallavolo. La ragazza alta e bruna la squadrò, per poi ammettere "Beh, mi sembri abbastanza agile, anche se un po' bassa. Quale ruolo ricopri, di solito?" Allenby sorrise. Meglio non esporsi troppo, per ora "Io...non è che sia bravissima, ma...beh...so alzare bene...." disse, fingedosi timida. Il capitano, che era un tipo molto gentile, la prese per un braccio e le fece strada "Beh, direi che potresti essere meglio di quello che credi. Fammi un po' vedere" la condusse in palestra. Allenby fece un ottima figura, naturalmente, anche se non aveva giocato nemmeno ad un terzo delle sue possibilità. Il club era buono, ma nulla di eccezionale....a parte quella ragazza, Sanae, che non era nemmeno un membro regolare, era la manager del club di calcio e giocava solo una volta ogni tanto. E sì che era così brava....nel guardarla, Allenby ebbe un flash. Era lei quella ragazza che rideva con Jody prima!!! Era la manager principale, mentre Jody era il suo aiuto. Questo voleva dire che le due dovevano essere amiche.....sorrise lentamente. Le cose si mettevano bene. Poteva sfruttare questo fatto. E se era come credeva....

"Sanae, ma dov'eri finita, scusa? Ti cercavano tutti..." le chiese Jody; la ragazza sorrise "Ero al club di pallavolo. Hanno appena accolto un nuovo membro, una ragazzina bionda dall'aria seria; è veramente brava" disse, entusiasta. La pallavolo le piaceva molto, e le dispiaceva che Jody non condividesse questa sua passione. (Le cose non stavano affatto così, ma Sanae non poteva saperlo. NdA) Jody fece un sorriso appena accennato e disse "Ah, davvero? Beh, vieni, ci stanno aspettando" in tono tremulo, allontanandosi poi verso il campo da calcio, seguita dallo sguardo preoccupato di Sanae. Ma che succedeva alla sua amica?

Era mattina presto e Jody camminava verso scuola. Era il giorno in cui sarebbero usciti i risultati degli esami. Sapeva che erano andati bene, non era per nulla preoccupata. La sua attenzione era rivolta altrove. Quella notte aveva fatto un brutto sogno, in cui una figura sfocata, che non riusciva a roconoscere ma che sapeva di conoscere, la fissava dicendo "E' ora di smettere di fuggire". Accanto a lei una nuova figura si avvicinava, ripetendo "L'angelo della luce deve tornare a splendere...." mentre la guardava negli occhi, e in lei Jody aveva visto se stessa, anche se con gli occhi verdi....si era svegliata trattenendo a stento un urlo, sudata e sconvolta. Aveva faticato molto a riaddormentarsi.
Il sogno poteva avere moltissime spiegazioni, ma lei non ci voleva nemmeno pensare. Camminava veloce, cercando di scacciarlo dalla sua testa, quando una voce richiamò la sua attenzione. Fermatasi, vide Wakabayashi che correva verso di lei "Ehi, manager, come va? Mi sembri preoccupata" disse in tono ironico. Lei scosse il capo e sorrise "No, tutto ok, è solo che ho fatto un brutto sogno" rispose. Lui la guardò, preoccupato "Sei sicura che vada tutto bene?" chiese, ma lei si limitò ad annuire "Su, oggi escono i risultati degli esami, vediamo di sbrigarci !!!" esclamò, partendo di corsa. Lui fece fatica a starle dietro, era veramente veloce, e arrivò a scuola con un netto distacco, fermandosi poi ad aspettarlo al cancello. Entrarono ridendo, avviandosi verso la classe. Depositate borse e libri, si diressero verso la folla di studenti che attorniava il cartellone con i risultati. Si fecero largo tra gli studenti e cercarono i loro nomi. Naturalmente, Jody era arrivata prima in tutta la scuola, con un punteggio altissimo. "Ecco a voi la signorina Genio" la prese in giro Wakabayashi, che era nono, mentre gli altri erano: Sanae era quarta, Misaki terzo, Izawa sesto e Tsubasa ottavo. Lei gli diede un pugno scherzoso dicendo "Piantala di dire sciocchezze !!!" Le era ritornato completamente il buon umore, e lui ne fu felice. Ridendo, si allontanarono per tornare in classe, dove vennero sommersi dagli amici che si accanirono su Jody "Ehi, genio, ecco qui la migliore dell'istituto !!!" "Ah, Ishizaki, piantala !!!!!! Ancora questa storia?". Lei rideva circondata dagli amici, e non si accorse di una ragazza bionda dagli occhi neri che la fissava con aria pensosa....

"Silenzio ragazzi, cominciamo la lezione. Prima di tutto devo complimentarmi con alcuni di voi per i risultati degli esami." disse il professore con aria furba "Soprattutto con quel gruppetto la in fondo. A parte la signorina Nakazawa e Misaki, il vostro profitto è migliorato tantissimo. Si vede che la vicinanza della signorina Harper è molto benefica. Complimenti anche a lei, naturalmente. E' un piacere vedere giovani tanto dotati. E a questo proposito...." si voltò verso la porta come se aspettasse qualcuno "E' arrivata una nuova studentessa. Lo so, è strano che qualcuno si trasferisca ad anno ormai terminato, o quasi, ma questa signorina ha conseguito voti ottimi nella sua scuola in Germania, tanto che non abbiamo avuto obiezioni al suo trasferimento, ma ne siamo stati addirittura felici. Ha due anni meno di voi, ma il suo livello è molto alto, direi quasi pari al suo, signorina Harper. Si vede che in Germania ci sono molti elementi del genere, non è vero?" Jody annuì, ma dentro si se cominciò a divenire ansiosa "Anche in Germania, anche nelle scuole più difficili non è facile trovare elementi così dotati...." pensò, in preda a un'oscura sensazione. Il professore sorrise e guardò verso la porta "Entra pure" disse. La porta si aprì, e una ragazzina minuta dai capelli biondi lunghi oltre le spalle e due occhi nerissimi entrò. Ci fu un sospiro di stupore generale, la ragazza sembrava allo stesso tempo piccola eppure straodinariamente matura. Lei li fissava con espressione dubbiosa, poi i suoi occhi si focalizzarono su Jody, e divennero due fessure nerissime. Anche Jody stava fissando la ragazza, ma la sua espressione era molto diversa: era di pura incredulità. Wakabayashi si sporse verso di lei, con gli occhi fissi sulla nuova nuova arrivata "Ehi, Jody, ma sta fissando te o sbaglio?" solo allora si rivolse verso di lei, e notò l'espressione del suo viso "Che hai? Cosa ti succede? Jody, sei pallida !!!" le parole di lui non riuscivano a scuoterla, anche Sanae la chiamava, ma lei non sentiva più nulla. Vedeva solo quella ragazza "...nby" mormorò. "Cosa?" chiese Wakabayashi, preoccupato "Allenby" ripetè, ma non in modo udibile. Le due ragazze si fissavano, il mondo intorno a loro era come scomparso. Nella mente di entrambe c'era posto per un unico pensiero "Possibile che sia proprio TU?"
"Bene, ragazzi. Questa è la vostra nuova compagna, si chiama Allenby Farwell. E' apena arrivata dalla Germania. Spero che l'aiuterete ad ambientarsi. Puoi sederti...." si sporse per guardare i posti liberi "Ecco, li dietro a Nakazawa, vicino a Izawa". Jody sussultò. Proprio così vicino a lei....ma quella...era davvero Allenby? "No, ragiona" si disse, cercando di calmarsi "Il cognome non è quello...vabbè che nemmeno il mio è lo stesso che avevo in Germania....e Allenby è un nome non così raro, dopotutto....ma....le somiglia così tanto...." i suoi occhi esprimevano tutto lo smarrimento. Quelli neri di Allenby, invece, erano fissi nei suoi, sicuri e determinati. I suoi pensieri erano come l'eco di quelli di Jody "Sei davvero tu? Il cognome non è quello, ed è passato un anno, ma....quegli occhi....quel volto...." il posto che le era stato assegnato era vicino alla ragazza dai capelli scuri, così Allenby si avviò senza staccare per un secondo gli occhi da Jody, quasi avesse paura che la ragazza sparisse. Anche Jody la fissava, con timore, quasi avesse paura che la bionda potesse farle qualcosa. Il mondo al di fuori di loro due non esisteva, almeno apparentemente, tanto erano prese l'una dall'altra. La ragazzina bionda si sedette, continuando a guardare l'altra, mentre Jody voltò lo sguardo di scatto, come scottata dal fuoco di quegli occhi neri; Izawa, Misaki, Sanae e Wakabayashi le fissavano, chiedendosi che cavolo stesse succedendo. Ma Jody stava in silenzio, fisssando il vuoto, mentre l'altra, da dietro Sanae, la fissava ancora. E Wakabayashi ebbe la sensazione che qualcosa di brutto stesse per succedere.

La campanella aveva segnato la fine della lezione da appena quattro secondi, e Jody era già in corridoio che si allontanava il più possibile dalla classe...e da lei...
Sanae l'aveva seguita, decisa a non chiedere nulla ma a starle solo vicino. Wakabayashi invece era rimasto in classe e fissava con occhi socchiusi la nuova arrivata. Allenby, dal canto suo, aveva fissato Jody che usciva poi, sentendo un sguardo su di se, si era voltata ed aveva incontrato gli occhi del portiere, neri e freddi almeno quanto i suoi. Non si scambiarono una parola, ma lei rimase colpita dalla durezza dello sguardo di lui. "Semba chge ce l'abbia con me...." pensò lei, incuriosita, chiedendosene il motivo. Il ragazzo uscì, passandole affianco e sussurrando "Attenta a ciò che fai". Lei rimase in silenzio, ritta in piedi, pensando. Forse....no, non era possibile....eppure....Decise di lasciar perdere per il momento, e si avviò in palestra, senza degnare di uno sguardo gli altri tre (Anche Tsubasa, anche se non ha ben capito. NdA) ragazzi che la fissavano preoccupati. Mentre percorreva il corridoio, però, pensò ancopra alla ragazza bruna e prese una decisione dolorosa, eppure necessaria. Ora, più che mai, aveva bisogno di essere certa.

Sanae e Jody camminavano in giardino, chiaccherando. Apparentemente non era cambiato nulla, Jody sorrideva e scherzava, e si comportava come se l'arrivo della bionda tedesca non l'avesse toccata più di tanto. Ma all'amica era chiaro che non era così. Stavano parlando del fatto che Sanae giocasse occasionalmente a pallavolo "Sei davvero brava, il capitano del club lo dice sempre, e dice anche che ti vorrebbe tanto in squadra..." Jody parlava sorridendo, mentre Sanae, arrossendo, rispose "Lo sai bene che non lascerei mai il club di calcio...." "Fedele fino all'ultimo, eh? Se solo Tsubasa sapesse..." "JODY !!!" urlò Sanae, paonazza. In quel momento si avvicnò l'allenatore, dicendo "Jody, c'è da portare questi moduli all'allenatrice del club di pallavolo, puoi andare tu? Sanae, c'è il responsabile della federazione calcio per l'iscrizione dei giocatori alle nazionali. Vai tu, sai già che fare ". Sanae sussultò, guardando Jody. Portare i moduli al club voleva dire entrare nella palestra, dove probabilmente ci sarebbe stata quella strana ragazza...."Si, vado....Jody, ti raggiungo subito" disse, maledicendosi per non poterla aiutare; Jody ebbe un vuoto dentro, ma annuì. Doveva far finta di nulla, fingere che andasse tutto bene. Prese i moduli e si avviò, cercando di sbrigarsi. In pochi minuti fu davanti alla palestra, che non era molto distante dal campo da calcio. Inspirò profondamente per farsi forza, poi si buttò.
Entrò titubante, cercando di non farsi notare, e consegnò i moduli al capitano, aspettando poi che li compilasse. Intanto, Allenby, che si stava allenando, la vide, e un'idea prese forma nella sua mente "Capitano, posso provare a schiacciare?" chiese, rivolta alla ragazza che stava vicino a Jody. Questa annuì, osservando poi "Ma non abbiamo ricevitori, al momento, sono fuori a correre. Provi a schiacciare a vuoto?" Allenby finse di pensarci, poi come per caso posò gli occhi su Jody "Potresti fare tu da ricevitrice? Dal tuo fisico mi sembra che te la cavi. Che ne dici?" Il capitano del club si voltò verso di lei, speranzosa. Jody non aveva mai voluto giocare, adducendo come scusa il fatto di non essere capace, ma lei non ci credeva, non del tutto almeno. Jody invece fissava angosciata Allenby, conscia di essere stata presa in trappola. Scosse il capo, scusandosi "Io...io non so giocare...ti ostacolerei solo...." tentò di dire, balbettando, ma Allenby replicò "Ma io non schiaccio forte. Vedrai che non avrai problemi. Ti prego !!!" la fissava in modo così appassionato che Jody ebbe la certezza che QUELLA fosse Allenby e che l'avesse riconosciuta. Poi però il suo cervello rifiutò quest'opportunità. Le altre componenti della squadra aspettavano ancora una sua risposta, e lei capì che non poteva rifiutare. Sarebbe apparso troppo starno. "Va...va bene" disse, portandosi al centro del campo "Ma guarda che non credo di riuscire a prenderla" dichiarò poi. Allenby si limitò a fissarla "Sei brava a recitare" pensò, mentre Jody si diceva "Devo sbagliare a prenderla...devo fare una figuraccia...DEVO !!!". La ragazza bionda si preparò per la schiacciata, mentre l'alzatrice andava al suo posto. Jody si mise in posizione. Tutti trattennero il fiato, presi dalla sfida. Eppure su quel campo avveniva ben di più di quanto potessero immaginare.

"Accidenti, quanto ci mette questo....ma se basta ricopiare i nomi ! E Jody è la da sola, e non esce ancora....oddio, che posso fare?" Sanae si mangiava le unghie per la preoccupazione, guardando fuori disperata, quando all'improvviso vide Wakabayashi. Urlato un veloce "Mi scusi torno subito" al'impiegato della federazione, che non riuscì nemmeno a replicare, lei si catapultò fuori e aggredì (Letteralmente. NdA) il ragazzo. Lui la fissò un po' stupito "Che hai Sanae? Sei impazzita?" chiese, infastidito. Lei cominciò a parlare a raffica, senza ascoltarlo neppure "Wakabayashi, Jody è andata al club di pallavolo a portare i moduli, e non è ancora tornata! Va a vedere che succede !!!! Ti Prego!!! TipregoTipregoTipregoTipregoTipregoTiprego !!!" lui se la scrollò di dosso, seccato "Guarda che Jody se la sa cavare da sola, non ha bisogno di un Cerbero che la sorvegli ogni secondo. Che vuoi che le succeda al club di pallavolo?" disse, ironico, allontanandosi. Ma Sanae non cedette e lo afferrò di nuovo per un braccio. Lui si voltò arrabbiato, ma lei non se ne accorse neppure. Un solo pensiero occupava la sua mente "Wakabayashi, ma sei stupido? Nel club di pallavolo c'è quella ragazza tedesca, la nuova arrivata, e Jody è li con lei !!!" queste parole bloccarono la secca sfuriata del portiere, che spalancò gli occhi "Cosa? E solo adesso me lo dici???" urlò, cominciando a correre già a metà frase verso la palestra. Sanae lo fissò allontanarsi, poi tornò dentro, più tranquilla.

Wakabayashi arrivò di corsa alla palestra ed entrò come una furia, incurante del fatto che potessero esserci gli allenamenti in corso. Stava per urlare il nome della ragazza, ma la scena che vide gli bloccò la lingua. Jody stava al centro del campo alla sua sinistra, mentre alla sua destra c'era la ragazzina bionda che si preparava a schiacciare. Era arrivato tardi, si disse, anche se non sapeva per cosa. La tensione all'interno era alle stelle. La ragazza biona partì di corsa, l'alzatrice le passò il pallone e lei si levò in aria come un angelo, muovendo il braccio in modo perfetto, tale da mandare la palla nel campo avversario con una forza inaudita; Jody stava ferma, mentre il pallone le roteava addosso. All'improvviso esso fece una curva, dirigendosi verso il volto della ragazza. Lei rimaneva ancora immobile, fissando la palla, aspettando quasi che facesse qualcos'altro. E infatti essa cominciò a roteare a spirale, sempre più forte e più veloce. Tutti ebbero un sussultò. Un tiro ad effetto !!! Jody stava per prenderlo in piena faccia !!! Wakabayashi si lanciò in avanti, deciso ad intercettarlo (Cavolo, è un portiere per qualcosa !!! NdA) ma si bloccò. Jody aveva mosso le braccia in modo improvviso e tuttavia armonicao dandovi un'angolazione che intercettò in pieno l'effetto del pallone, rispedendolo in aria. Il pallone roteò e ricadde, ma nessuno se ne curò. Tutti gli occhi erano puntati sulle due ragazze. Allenby, che stava sempre in difesa e affermava di non saper giocare bene, aveva eseguito una splendida schiacciata ad effetto...una schiacciata che nemmeno un professionista riusciva a prendere facilmente, figuriamoci un principiante....eppure Jody l'aveva respinta senza difficoltà. Com'era possibile? Questa domanda aleggiava nelle menti di tutti, eppure nessuno aveva il coraggio di porla. Il silenzio era tangibile, anche Wakabayashi le fissava ammutolito, incredulo di ciò che aveva appena visto. Le due ragazze non si rendevano però conto degli sguardi fissi su di loro. Non avevano occhi che l'una per l'altra. Si fissarono in silenzio per qualche minuto, uno sguardo di riconoscimento e di ammissione, poi Allenby ruppe l'incanto che si era creato, dicendo "Lo sapevo. E' un piacere rivederti, capitano". L'altra non emise che un rauco sussurro "Allenby...." La biondina se ne andò, incurante dei mormorii che la sua frase aveva suscitato e delle compagne di squadra che la seguirono chiedendole perchè non avesse mai detto che sapeva giocare così. Nemmeno Jody sentiva i mormorii. Era rimasta in silenzio, finchè le parole de Allenby non l'avevano fulminata. Dopo che la ragazza era uscita, era rimasta al centro del campo, sconvolta, rendendosi conto che, benchè avesse deciso di fingere, il suo corpo aveva reagito da solo, riconoscendo la schiacciata di Allenby. Quella schiacciata efnomenale che solo cinque, no, ormai solo quattro persone al mondo sapevano fermare.... Cadde sulle ginocchia, fissando disperata il vuoto. "No...oh no...no..." ripeteva, incosciente. I suoi occhi esprimevano solo angoscia. Wakabayashi si accorse del suo stato, e corse da lei "Jody, fatti forza!!! Tutto bene?" non ebbe il coraggio di chiedere nulla, sapeva che quella scena aveva un significato nascosto, che a lui era sfuggito, e che era quello che aveva gettato Jody in quello stato. La scosse ancora per le spalle, chiamandola per nome più volte, finchè lei non si rese conto che lui era li, lo fissò stupita, annuì e si fece aiutare ad alzarsi. Lui la sorresse, poichè sembrava che le gambe di lei avessero perso completamente la forza, e si avviarono verso l'uscita, ove notarono Sanae, appoggiata allo stipite della porta, che li fissava preoccupata. Dietro di lei stava Misaki. Dalla loro espressione, dovevano aver visto tutta la scena. Jody sorrise debolmente, mentre tutti la circondavano chiedendole perchè aveva detto di non saper giocare quando invece era così brava. Ci pensò Wakabayashi ad allontanare gli scocciatori, mentre Sanae e Misaki la scortarono fuori, accompagnandola alla sede del club di calcio. Una volta li, la fecero sedere, e pian piano Jody si riscosse; alzò lentamente il capo e disse "Grazie, siete molto gentili a preoccuparvi così, ma sto bene...non c'è bisogno che vi proccupiate...ora non mi sento molto bene, è vero, ma non è nulla...se non vi dispiace, vado a casa....ci vediamo" detto ciò partì di corsa, uscì dal club e si avviò verso il cancello correndo, travolgendo Wakabayashi, che era rimasto indietro per allontanare le ragazze del club, senza nemmeno guardarlo. "Aspetta !!!" urlò Sanae, superando a sua volta il portiere, ma fu raggiunta da Misaki, che la fermò scuotendo il capo "Lasciala, vuole stare sola....e lo stesso vale per te, Wakabayashi" disse in tono imperativo; Sanae si voltò, stupita, e vide che il ragazzo si sforzava di non seguirla. "Sono iniziati i guai" si disse il portiere, e fu allora che ricordò: Allenby...quella straniera...era una delle ragazze della foto !!! "Già" si disse, sentendosi impotente "Ora tutto comincia ad avere un senso...." rimase a fissare il vuoto, pensando disperato che Jody era sola, anzi che l'avevano lasciata sola, ad affrontare un'angoscia forse troppo grande per lei....


NOTE DELL'AUTRICE:
Dunque, questa volta ho poco da dire. E' entrato in scena il nuovo personaggio, e mi pare che la sua figura l'abbia fatta....solo un appunto. Sia Jody che Allenby sostengono di aver cambiato cognome: eppure entrambe hanno ancora un cognome Occidentale. La speigazione è semplice. Anche se non è ancora chiaro, entrambe se ne sono andate in disaccordo con le rispettive famiglie, e così Jody ha adottato il cognome della madre, che era Giapponese ma aveva m,adre europea, e da lei aveva preso il cognome, e Allenby quello della madre da nubile (Suo padre è Giapponese, anche lei è è per metà Giapponese e per metà Europea)

Torna all'Indice capitoli