Semplicemente Jody
Capitolo 7: Lacrime nella notte
Allenby stava ritta immobile dentro una delle cabine telefoniche vicino alla scuola. Era ancora in divisa da allenamento, ma non se ne curava. Stava ad ascoltare il ronzio del telefono, assorta, aspettando che le venisse data la connessione con la Germania. Finalmente arrivò. Uno squillo. Due. Poi una voce a lei ben nota rispose "Pronto?". Allenby non perse tempo. Disse soltanto "Sono io. Lei è qui. Sbrigatevi" e mise giù. Rimase a fissare al telefono, pensando che in quel momento probabilemnte Kay stava chiamando in gran furia Alex e Aly. Poi se ne andò. Era giunta l'ora che gli Angeli si riunissero per combattere (Vi giuro che Evangelion non centra !!!! NdA) DRINN !!! DRINN !!! DRINN !!! il telefono di casa Nakazawa suonava incessantemente, quasi con urgenza. Sanae uscì di corsa dal bagno coi capelli ancora mezzo bagnati e rispose, scocciata "Pronto?" ; ma la voce all'altro capo del filo era molto preoccupata, e la scocciatura le passò subito "Ciao Sanae, sono Yusuke. Jody è li con te?" chiese il ragazzo, mentre Sanae sgranava gli occhi "N...no, non è ancora a casa?" chiese, cominciando a divenire ansiosa. Lui rispose in tono stanco "No, e pensavo che aveste fatto tardi con gli allenamenti....ma oramai sono le otto e mezza passate...." Sanae fissò l'orologio, incredula, poi ammise con voce tremula "Ma...Jody ha detto che non si sentiva bene, e se ne è andata alle tre e mezza...." "COSA????" Yusuke urlò con tale foga che la ragazza allontanò di scatto il telefono dall'orecchio. Ora era seriamente preoccupata "Maledizione, sapevo che non dovevamo lasciarla da sola !!!" si disse, poi riaccosto l'apparecchio alla bocca e disse "Senti Yusuke, tu vai fuori a cercala, io chiamo Misaki, Izawa e gli altri e sento se l'hanno vista, e intanto li mando a cercala, ok? Se ci sono novità ti chiamo" si fece dare il numero di cellulare, poi mise giù. Fissò la borsa di Jody, che la ragazza aveva lasciato nella sede del club, e che Sanae aveva portato a casa sua, decisa a ridargliela il giorno dopo. Senza sapere perchè, la prese, poi compose il numero di Tsubasa. Il ragazzo rimase stupito e preoccupato della notizia, e disse che sarebbe andato subito a casa sua, e che l'avrebbero cercata insieme. Lei annuì e mise giù. Chiamò Misaki, facendo uscire di corsa anche lui, poi Izawa, Kisugi, Taki...nessuno sapeva dove fosse. Infine rimase cinque minuti ad ascoltare il suono ritmico del telefono cercando di contattare Wakabayashi, ma non rispose nessuno. Evidentemente non era ancora arrivato a casa. In quel momento arrivò Tsubasa, e lei mise giù il telefono e, preso per mano senza pensarci troppo il ragazzo, lo condusse fuori. Cominciarono a correre, affannati, guardando qua e la, mentre una pioggia beffarda cominciava a scendere, come per prendere in giro tutti coloro che quella sera erano fuori a cercare Jody Harper. Wakabayashi
stava tornando tranquillamente a casa. Dopo l'allenamento era andato in ufficio
dai suoi per mettersi d'accordo con loro, che sarebbero stati via fino al giorno
dopo, poi era andato a parlare col signor Mikami, che era partito per Tokyo e
sarebbe tornato anche lui il giorno dopo. Improvvisamente cominciò a piovere.
Imprecando, il ragazzo affrettò il passo. Svoltò a sinistra, imboccando
la stradina che lo avrebbe condotto alla sua villa, qunado vide qualcosa muoversi
nelle ombre. Si bloccò. Ora era di nuovo tutto immobile, ma lui era sicuro
di aver visto qualcosa...o meglio qualcuno. Un lampo squarciò il cielo,
illuminando tutto, seguito da un forte tuono, e Wakabayashi la vide. Era una ragazza,
completamente fradicia, e stava immobile. Teneva il volto rivolto verso terra,
e non reagì quando lui si avvicinò, perplesso. Un secondo lampo
illuminò la strada, lasciando intrevedere il volto di lei e gli occhi blu
spenti...con un sussultò lui la riconobbe e si slanciò verso di
lei "Jody!!!!O mio Dio, Jody !!! Tutto bene? Che ci fai qui? Vuoi ammalarti?
Jody? Ma che ti è successo? Jody !!!!" la ragazza non rispondeva,
gli occhi erano fissi, non si accorgeva neppure di lui. Mormorava parole senza
senso "La luce si è spenta...il vento ha smesso di soffiare....l'acqua
è sparita....il fuoco si è estinto...la terra si è essicata...ma
soprattutto....il pianto è divenuto più forte che mai...."
parole senza senso... "Gli angeli hanno smesso di volare....ho fallito, il
capitano ha fallito...." o che forse un senso ce l'avevano, ma lui non poteva
saperlo...."Wakabayashi, se sapessi mi odieresti...io non valgo nulla, sono
una stupida" parole che denunciavano quanto fosse perduta...parlava con lui,
ma non lo vedeva nemmeno. Lui la chiamava disperato; era chiaro che era in preda
ad uno shock. "Jody, ti prego, riprenditi !!! Sto cominciando ad avere paura
!!! Jody, per amor del cielo, svegliati !!!!!" Si diede dell'idiota per averla
lasciata andare il pomeriggio, per non essersi accorto che aveva così bisogno
d'aiuto. Se solo avesse lontanamente immaginato che era così sconvolta...rimase
a fissarla, sul punto di piangere per la disperazione, ma scosse il capo. Questo
non l'avrebbe di certo aiutata "L'hai già abbandonata una volta, stupido!!!
Ora, vedi di non combinare altre cavolate" si disse; riflettè un attimo
su cosa fare, poi si decise. Era inutile recriminare. Quello che doveva fare era
portarla all'asciutto al più presto. Portandola a casa degli zii di lei
la avrebbe fatta di certo ammalare; era troppo distante, e non sapeva neppure
se ci fosse qualcuno, così senza esitazione se la caricò sulle spalle
e partì di corsa verso casa sua. "Tranquilla, Jody, ci penso io a
te. Vedrai che andrà tutto bene" ripeteva, più che per convincere
se stesso che per rassicurare la ragazza, che comunque non lo sentiva neppure.
Arrivò senza fiato, spalancò la porta e senza nemmeno chiuderla
corse verso il salotto. Depositò la ragazza sul divano, poi corse a prendere
una coperta e fece per coprirla, ma lo sguardo gli cadde sugli abiti, che erano
completamente fradici, tanto che le si erano incollati addosso. Anche i capelli
erano incollati sul volto. Respirava male, era pallida; la fissò, disperato
"Che faccio? Dovrei toglierle i vestiti bagnati,ma..." scosse il capo.
E come poteva? Non l'avrebbe mai fatto !!! Ma non poteva certo lasciarla così...
"Ok, calma, vediamo di fare la cosa più logica" si disse, decidendo
di andare a chiedere aiuto; la coprì e si lanciò di nuovo sotto
la pioggia. Mentre usciva dal cancello, vide passare Sanae di corsa, seguita da
Misaki, Tsubasa e Izawa. Il sollievo che lo pervase nel vedere la manager fu enorme,
e senza riflettere la bloccò e la trascinò verso casa. Lei lo fissò
stupita, urlando "Wakabayashi, lasciami !!! Jody è sparita, nessuno
sa dove sia, la dobbiamo cercare...." era convinta che quelle parole l'avrebbero
scosso, ma lui non rispose neanche e la trascinò dentro al cancello, mentre
gli altri tre li seguivano, perplessi e preoccupati. Sanae protestava, ma lui
non rispose. Si limitò a farla entrare, a trascinarla in soggiorno e a
indicarle la figura distesa sul divano. Sanae lanciò un urlo e corse da
lei. In quel mentre entrarono gli altri tre, che rimasero ammutoliti a fissare
l'oggetto delle loro ricerche disteso miseramente sul divano. Sanae lanciò
un'esclamazione allarmata e di scatto si voltò a guardare Wakabayashi "Ma
è fradicia !!! Si prenderà un malanno !! Dobbiamo cambiarla !!!"
disse, fissandolo esterefatta, come se non riuscisse a credere che lui non ci
avesse pensato. Lui sostenne lo sguardo senza problemi ed esclamò "Lo
so benissimo! Perchè credi che ti abbia trascinata qui? Mica potevo spogliarla
io !!!" aggiunse, divenendo rosso. Sanae annuì, arrossendo anche lei
al pensiero, e guardò l'amica, poi si decise. Doveva prendere il controllo
della situazione "Bene; qualcuno la porti di sopra, in camera. Dobbiamo metterla
al caldo. Intanto Wakabayashi troverà un pigiama o qualcosa da farle mettere.
Io preparo un bagno caldo. Misaki, portala tu " tutti eseguirono le sue istruzioni
senza fiatare. Wakabayashi sparì e tornò poco dopo con una tuta
azzurra, Misaki sollevò la ragazza e la portò nel bagno al piano
di sopra, mentre Sanae preparava il bagno e Izawa una medicina da farle prendere.
Tsubasa invece prese il telefono e chiamò casa Harper. Nessuno rispose.
Dovevano essere fuori a cercarla. Si disse che, una volta sistemata la situazione
li, sarebbe andato alla villa per rassicurarli. Tornò in camera, ove Sanae
stava preparando il letto per l'amica. lei si voltò a guardarlo sorridendo,
ma la preoccupazione le si leggeva negli occhi. Tsubasa le si avvicinò
e, vincendo l'imbarazzo, le passò un braccio attorno alle spalle, abbracciandola.
Lei accettò il gesto con un sorriso. Aveva bisogno di conforto "Cosa
le è successo? Voglio dire" sussurrò, cercando di capire "Di
certo centra la scena di oggi, ma come può averla shockata fino a questo
punto?" Tsubasa, che non aveva assistito alla scena di cui lei parlava, divenne
perplesso "Che scena?" chiese. Lei si girò a guardarlo, e i loro
volti si trovarono a pochi centimetri di distanza. Tsubasa sussultò, arrossendo.
non l'aveva mai avuta così vicina, ma guardandola in quel momento capì
che era ciò che aveva sempre desiderato. "S-Sanae, io..." tentò
di dire, ma in quel momento entrò Izawa, che si fermò a fissarli
stupefatto. I due lo guardarono, poi si resero conto della situazione e si staccarono
velocemente, arrossendo. Tsubasa, indietreggiando, sbatte contro il letto e perse
l'equilibrio, finendoci sopra mezzo disteso. La scena era talmente comica che
Izawa non potè fare a meno di scoppiare a ridere, nonostante la tensione
di poco prima. Sanae abbassò gli occhi, terribilmente imbarazzata. Solo
quando aveva visto Izawa si era resa conto di cosa stava accadendo....sorrise
tra sè. Tsubasa...Tsubasa aveva.... "Non c'è. Non la trovo...."
la voce di Yusuke era disperata mentre guardava il signor Tachikawa. Avevano cercato
la ragazza in tutta la città, ma non l'avevano trovata da nessuna parte.
Era come se Jody fosse improvvisamente sparita. "Ma cosa può averle
preso? Non è assolutamente da lei...." Suo zio si guardò intorno,
preoccupato, senza sapere più che fare. Alla fine, sospirando, disse stancamente
"Va bene. Credo sia giunto il momento di chiamare la polizia. Non è
da lei sparire così....a meno che non sia successo qualcosa" Yusuke
riflettè "Ma ieri sera stava benissimo, era tutta felice e sorridente,
e anche stamattina a scuola.....a meno che...." in quel momento gli venne
in mente che aveva sentito parlare di una nuova arrivata nella classe di Jody,
una ragazza bionda molto carina dalla Germania....e che nel pomeriggio si vociferava
di una sfida tra questa ragazzina e una manager del club di calcio, una sfida
eccezionale...."Ma perchè questo avrebbe dovuto turbarla a tal punto
da farla scappare?" si chiese. Conoscendo il carattere solare e tranquillo
di Jody, appariva impossibile...Ma forse, dietro quel comportamento dolce e perfetto,
si nascondeva qualcosa? Ma se era così, perchè lei non gli aveva
detto nulla? In quei due mesi che erano passati da quando lei era arrivata, erano
diventati molto amici, e ormai lui la proteggeva non perchè era il suo
lavoro ma per puro istinto....perchè non gli aveva detto che c'era qualcosa
che non andava? Cavoli, per lui era come una sorella minore, l'avrebbe aiutata
senza nemmeno pensarci su..."Dove sei?" chiese a voce bassa, ma l'uomo
vicino a lui lo sentì, e i suoi occhi si riempirono ancor di più
di compassione. "Così non si può continuare. Yusuke è
così preoccupato già ora, figuriamoci quando saprà che...sarebbe
ora di dirglielo, dopotutto...sarebbe giusto nei confronti di entrambi....non
posso più nascondere una cosa del genere....." pensò il signor
Tachikawa, posando infine una mano sulla spalla del ragazzo, che si voltò
a fissarlo con gli occhi castani colmi di lacrime trattenute. Nel vederlo al signor
Tachikawa si strinse il cuore. pregò Dio di fare la cosa giusta e iniziò"Senti,
Yusuke, c'è una cosa che non sai....dovevo dirtela, anzi dirVEla molto
tempo fa, ma...." In quel momento il cellulare di Yusuke cominciò
a suonare. Il ragazzo lo fece quasi cadere nella foga di rispondere. Quando finalmente
ci riuscì, urlando un "Pronto?" tremulo e quasi isterico, la
voce Genzo Wakabayashi lo folgorò. Solo poche parole "Lei è
qui, al sicuro. Vi aspetto". Yusuke mise giù, avviandosi di corsa
verso la macchina. "Yusuke !!!" lo chiamò sorpreso suo zio, seguendolo,
mentre il ragazzo, senza nemmeno voltearsi ma cercando di aprire lo sportello,
gridava "E' da Genzo Wakabayashi ! Presto !!!". Suo zio non se lo fece
ripetere. Salì e mise in moto l'auto quasi nello stesso istante, mentre
sua moglie, che era riimasta li seduta, ringraziava il cielo, sciogliendosi in
lacrime. La macchina partì sgommando, diretta a casa Wakabayashi. Intanto
però il discorso mezzo iniziato vorticava per la mente dell'uomo, e la
moglie, fissando il volto preoccupato del marito, lo capì. Sospirò.
Era duro, ma in fondo giusto. le verità, tutte, prima o poi andavano affrontate.
Ma prima, Jody doveva affrontare un'altra parte del suo passato. Una parte che
in pochi conoscevano.
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