Destini incrociati

"Si vive per anni accanto ad un essere umano senza vederlo. Un giorno ecco che uno alza gli occhi e lo vede. In un attimo non si sa perché, non si sa come, qualcosa si rompe: una diga fra due acque. E due sorti si mescolano, si confondono e precipitano." Di G. D' Annunzio.

 

"E ' da molto che piove ormai…da quanto tempo sono qua? Quanto tempo è passato da quel giorno? Giorni? Ore? Settimane? Mesi? Anni? Ho perso il conto…so solo che il tempo è tanto. Tanto quanto la mia sofferenza. Tengo gli occhi chiusi ed ascolto in silenzio la voce del mare in tempesta, l'infrangersi delle onde contro il bagnasciuga, il canto di qualche gabbiano ed immagino, sogno…. Se potessi ritrarrei l'acqua placida e scura del molo, schiumosa e merlettata lungo la fiancata di lussuose navi che prendono il largo. Poi delineerei il punto dove il porto si allarga verso il mare aperto, laggiù, oltre l'ansa del canale, dove, come ha sempre favoleggiato mia nonna quand'ero piccola, erano in agguato feroci mostri pronti ad aggredire i passeggeri. Una volta avevo la certezza assoluta che rapaci draghi marini, invisibili, nascosti sott'acqua, attendessero l'arrivo di qualche imbarcazione, pronti a ghermirla coi loro lunghi artigli. E mi piacerebbe abbozzare qualcosa, un arruffio di squame verdi per esempio un piccolo accenno per segnalare che laggiù c'era un pericolo in agguato. O magari un quadro di tutt'altro genere, ho sempre adorato il personaggio di Pierrot. Notte stellata, nel cielo imponente regna sovrana un' argentea luna piena, all'interno della quale giace distesa un' incantevole creatura. Di miele i suoi capelli, celesti gli occhi. Una visione angelica capace di stregare, ammaliare, affascinare; invece condannato sulla terra, la maschera triste. Il malinconico Pierrot, non può far altro che alzare gli occhi al cielo e fissare la meravigliosa padrona della notte, della quale è perdutamente innamorato, lasciando che una lacrima nera solchi il suo viso pallido. Ah, che sciocchezze!! Sono cresciuta ormai per queste cose…una donna di trent'anni, in carriera che per vivere ha bisogno di sogni. Certo, il fantasticare non mi porterà dove voglio io, ma almeno mi ha impedito di pensare a lui per un po'…. Holly, come ho potuto essere così…stupida? Avrei dovuto rassegnarmi subito, quando vedevo chiaramente che non ti accorgevi di me, quando per te ero solo un'amica, una manager. Ti ho amato come solo una madre saprebbe fare, ho avuto cura di te, ti ho sostenuto, ti ho sognato ogni notte quand'eri in Brasile, ti ho aspettato…e cosa ho ottenuto? Una pugnalata al cuore! Ancora sanguina…non smette di sanguinare…. Sai cosa vorrei riuscire a fare? Darti la colpa! Dirti "ecco! Tu non ti sei accorto di me e mi hai rovinato la vita!". Sarebbe semplice, no? Invece non posso…non posso…non voglio. Tu non hai colpa: come l'acqua che scorre nella roccia e la frantuma. Tu non sai. Non hai mai saputo. Scommetto che non ti sei nemmeno accorto che all'aeroporto quasi mi mettevo a piangere quando ti ho visto arrivare con lei! E ci credo, lei era così dolce e luminosa e tenera; si vedeva chiaramente quanto eri innamorato di lei. Quanto lo sei. Come hai detto che si chiama? Ah, si: Mary. Sembra un nome da principessa delle fiabe; e quegli occhi grandi e limpidi erano fatti a posta per scrutare nel mondo dei sogni. Non ho niente contro di lei, anzi l'ammiro molto perché è riuscita dove io ho fallito: conquistare il tuo cuore. Spero che sarai felice con lei, te lo meriti; a quanto vedi non ti serbo alcun rancore, io non sono capace di odiare nessuno; solo vorrei che questa solitudine svanisse nel nulla. Se volessi di amici ne avrei a volontà, ma…non so. Forse sono ancora una bambina capricciosa. Non so. Non voglio sapere. Non sono capace di affrontare questa situazione…."

La pioggia le aveva completamente infradiciato i vestiti, i capelli neri, lisci che ormai le arrivavano fino alla fine della schiena erano quasi tutti bagnati, ed alcune ciocche le si erano incollate al volto; i vestiti meglio non nominarli, e le scarpe si erano ben impantanate nella sabbia bagnata. Accidenti, erano già le 18,30! Era meglio muoversi prima di farci le radici li! A forza di reggere l'ombrello non sentiva più il braccio destro, allora fece cambio con quello sinistro e si avviò. Certo che due ore passavano in fretta! Non sapeva nemmeno come diavolo le era preso di andare in spiaggia con quel tempaccio, sapeva solo che aveva bisogno di vedere il mare…. Non le andava di tornare a casa, sola nella sua cucina, in salotto o nella sua camera…sola. Comunque. E non sarebbe nemmeno riuscita a lavorare un po', tanto aveva ancora tempo. La vita di un avvocato era piuttosto dura. Cominciò a sentire freddino, era meglio che si mettesse un po' al caldo, altrimenti si sarebbe presa un raffreddore!! Entrò nel primo bar che vide. Il soprabito era completamente fradicio ed appiccicato ai vestiti, fece per toglierselo quando un uomo comparì davanti a lei: alto, fisico scolpito e muscoloso, capelli chiari e due dolcissimi occhi castani. Conosceva quello sguardo, quel sorriso rassicurante…
- posso aiutarla, madame?-
- ah…TOMMY!! - fece per gettargli le braccia al collo ma si ricordò che era bagnata e si ritirò, lui accortosi di quello che le succedeva la strinse a sé incurante di quello che sarebbe potuto succedergli. La ragazza rimase leggermente stupita, ma poi sorrise lasciandosi cullare dal suo calore. Tom era sempre in grado di mettere chiunque a suo agio. Con lui sembrava sempre che tutto andasse bene. Si separarono pochi istanti dopo e lui l'aiutò a sfilarsi la giacca; Patty rimase con addosso un semplice vestitino bianco con le spalline sottili, reso ancora più aderente dalla pioggia e con una profonda scollatura a V. Per fortuna sotto indossava solo un piccolo paio di slip bianchi, altrimenti col bagnato la biancheria si sarebbe notata troppo, soprattutto se nera.
- Ti va di bere qualcosa?- Le chiese Becker osservandola incantato mentre si scrollava leggermente i capelli, che ora aveva lunghissimi: le braccine bianche e sottili si alzavano delicatamente fino a raggiungere i bellissimi fili di seta che le ricadevano morbidi sul corpo sinuoso ed aggraziato, durante uno scossone del capo una ciocca bagnata le si era avvolta intorno al collo candido, e lei l'aveva tolta lasciando che questi le accarezzasse la pelle serica e vellutata.

- Certo…- rispose Patty sorridendo dolcemente; si misero ad un tavolo piuttosto isolato, la giovane donna ordinò un cappuccino, lui un caffè.

- Cosa fai adesso Patty?

- Eh? Oh…sono un pubblico ministero…tu?

- Io? Beh…faccio l'allenatore. Adoro i ragazzini, mi ricordano noi della Newteam …quando giocavamo almeno.

- Beh, mi fa piacere che tu abbia trovato un'occupazione che ti piace…

- Perché a te non piace fare l'avvocato?- Patty rise

- Si…certo, anche se a volte me ne pento amaramente!!

- Sai, ogni tanto vorrei tornare a quando, con Holly, formavamo la Golden Combi!- come sentì quel nome la ragazza arrossì ed abbassò il capo con violenza

- Ma…- iniziò Tommy titubante - ho detto qualcosa che non va?

- No, figurati…

- Immagino che tu ed Holly stiate insieme…- Ma allora lui non lo sapeva ancora! Certo che Holly doveva essere proprio ammattito per quella Mary se si dimenticava addirittura di lui!

- No. È tornato dal Brasile con un'altra donna.

- Davvero?- il bel ex numero 11 della Newteam sembrava molto più sorpreso che dispiaciuto

- Io pensavo che alla fine…insomma

- Beh, non sempre le cose sono quello che sembrano. Comunque è acqua passata non ci voglio più pensare. A proposito…

- Sei ancora innamorata di lui?- All'improvviso, fra capo e collo le arrivò la domanda che tanto temeva. Tom la fissava con serietà, deciso più che mai a strapparle un risposta, perché si vedeva chiaramente che non le avrebbe permesso di lasciar correre…. Si guardarono a lungo negli occhi.

- No - L' uomo sentì come un nodo alla gola: accipicchia come cambiavano le cose…

- Oh…capisco…- possibile che Patty…? Proprio Patty? Il maschiaccio che urlava alle partite come un ossesso…? Eh, si il mondo va avanti!

- Sei sorpreso vero?

- Beh, non posso negarlo…- incrociò i suoi occhioni neri e vi si perse dentro. Bella, si era proprio bella…inutile cercare di negarlo. Adesso non era più Patty il maschiaccio, Patty l'eterna innamorata di chi manco se ne accorge…no, era una donna come tutte le altre. E lui non era che un uomo. Entrambi erano degli esseri umani, e come tali avevano bisogno di un aiuto per rialzarsi, di un sorriso per stare bene, di comprensione ma soprattutto di amore per dare un senso alle loro vite. Si lasciò sfuggire un sorrisino compiaciuto

- Che fai stasera?

- Eh? Oh…niente

- Ti andrebbe di cenare con me? Magari potremmo andare al cinema dopo…- Patty rise leggermente arrossendo: sola, non più ormai. Almeno per quella sera non sarebbe stato così. Non aveva proprio niente da perdere; poi se fra loro c'era amore sarebbe stata pronta ad accoglierlo.

- Sei un giocatore…

- Che vuoi dire?

- Sai giocare a carte?

- Certo ma…- Prima che potesse intervenire Patty richiamò l'attenzione di un cameriere

- Ha un mazzo di carte, per favore?- quello annuì lanciando ad entrambi un'occhiata furtiva. Dopo il suo ritorno, la ragazza mescolò le carte e le mise sul tavolo

- Prima le signore…- la invitò Tommy fissandola divertito, Patty alzò il fante di quadri

- Non ti sarà facile battermi…- lo sfidò eccitata. Senza scomporsi Becker scoprì la sua carta

- Non posso crederci!- bisbigliò la giovane donna guardando sbalordita la regina di quadri che ora copriva il suo fante

- Non avrai vita facile con me, mia cara- sussurrò Tom sporgendosi verso di lei

- Né tu con me- ribatté lei maliziosa sporgendosi a sua volta e, sullo sfondo di un tramonto infuocato e luminoso, si baciarono preparandosi ad inaugurare un nuovo, entusiasmante capitolo nella loro vita.


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